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Autore: MiwaEcho_    13/04/2014    3 recensioni
-No John, io dico sul serio. Non ho bisogno delle tue petunie su quanto tu possa essere orribile, perchè non lo sei. Sei perfetto, John, e se non lo sei per te, lo sei per me.-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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best friend.


Questa cosa qui sotto è dedicata a delle persone speciali:

Anita, Caterina, Federica,Giulia, Greta, Maddalena e Mariarosaria.

Siete meravigliose.








John aveva sempre odiato dover stare sotto le coperte, senza forze, col viso rosso ed il corpo tremante per via della febbre. Odiava le innate premure di Mimi, il suo tè schifosamente dolce e tutte quelle piccole cose che non poteva fare per colpa della maledetta febbre.
Era gennaio inoltrato ormai, la finestra era lievemente aperta per far trasparire quel tanto di aria che basta a non soffocarlo, c'era il Sole quel giorno ma il freddo era particolarmente pungente.
La zia era uscita a prendere del latte e delle medicine prescritte dal dottore; si fece coraggio e cercò di alzarsi per prendere dell'acqua in cucina.
-Tieni il tuo bel culetto al caldo, Johnny.- La voce di Paul gli arrivò dolce alle orecchie come il miele che Mimi si ostinava a mettergli nel latte. Il suo migliore amico gli si avvicinò sorridente, la chitarra alle spalle, le guance adorabilmente rosse per via del freddo.
-Che cosa ci fai qui?- La voce di John uscì un po' gracchiante, come quando cantava al Cavern per ore, senza un goccio di birra a rinfrascargli la gola.
-Sono felice di vederti anche io, John.- Dio solo sapeva quanto Lennon amasse la risata di Paul, o forse neanche lui, visto che John sapeva bene che quel Dio di cui tutti andavano blaterando, non esisteva.
E se proprio esisteva, aveva fatto un po lo stronzo con lui. Ma di certo non era il momento adatto per pensare a Dio, non quando c'era Paul nella sua stessa stanza, sullo stesso letto.
-Beh, visto che non ti sei degnato di venire a trovarmi neanche una volta in questa settimana, ho pensato che ti fossi dimenticato di me.- Sputò un po' acido, John, più di quanto avesse voluto in realtà.
-Ho avuto un po' da fare in questi giorni, ma sono venuto a farmi perdonare!- Il più grande alzò un sopracciglio, ma quel faccino tenero e le labbra gonfie modellate in un broncio avevano l'unico effetto di fargli sciogliere il cuore.
-E come vorresti farti perdonare?- Domandò curioso il più grande, guardando il suo migliore amico mettersi comodo sul suo letto e posizionare la chitarra sulle gambe in modo tale da poter suonare il più comodamente possibile.
Iniziò a suonargli una canzone dolce, una di quelle da Paul, quelle ballate lente stracolme di parole d'amore.
Non riconobbe la canzone, quindi pensò che il suo migliore amico /che poi tanto amico non era/ gli avesse scritto una canzone, una canzone d'amore.
Quando anche l'ultima nota scomparve tra quelle mura sbiadite, un bel sorriso incorniciava le labbra sottili di John.
-Grazie per questa cosa, Paulie, Ti amo anche io.- John rise e gli mandò un bacio, per poi stendersi meglio nel letto.
-Non fare lo stronzo, John.- Borbottò il più piccolo dandogli un pugno sulla spalla, senza troppa forza. -Non sono un coglione, sai? So che quello che c'è tra noi non è semplice amicizia.- John aprì gli occhi, precedentemente chiusi per colpa della stanchezza procuratagli dalla febbre.
Voleva dire delle cose, tante cose, ma preferì lasciar finire Paul.
-I nostri sguardi mentre suoniamo, il tuo essere così protettivo e geloso nei miei confronti, i battiti veloci dei nostri cuori mentre dormiamo insieme... non sono cose che fanno i migliori amici. Io provo qualcosa per te, John, e sono sicuro di essere ricambiato.-
In realtà, Paul aveva paura, una paura fottuta di essere respinto o insultato o magari preso a calci.-
John si mise a sedere, guardò il più piccolo in quegli enormi occhi dolci e sorrise, un po' amaramente.
-Paul, tu sei una persona fantastica, sei tanto intelligente e sei molto bello. Se noi due stessimo insieme, ipoteticamente, saresti solo sprecato con me, solo sprecato.-
Il discorso di John non aveva senso, pensò l'altro. Oltretutto, Paul rimase a dir poco sorpreso e non seppe cosa dire per qualche minuto. I momenti in cui John esponeva sé stesso a quel modo erano estremamente rari.
-Come puoi dire queste cose? Dove cavolo è andato a nascondersi John sonounfottutogenio Lennon? La febbre ti sta facendo delirare.- Paul rise dolcemente, prendendo la sua mano e baciandola con dolcezza.
-Paul, dico sul serio..- Il più grande cercò di spiegare, di dire cose di cui si sarebbe pentito, ma Paul lo fermò. -No John, io dico sul serio. Non ho bisogno delle tue petunie su quanto tu possa essere orribile, perchè non lo sei. Sei perfetto, John, e se non lo sei per te, lo sei per me.-
Il più piccolo non gli diede il tempo di respirare che già le sue labbra erano impegnate in un bacio famelico. Le loro lingue si incontravano, ansiose di un un contatto più intenso. Ballarono quella danza umida per minuti interi, fino a che entrambi si staccarono senza fiato.
-Sai Paul, credo che ti sia fatto perdonare.-



Spazio Autrice:

Salve a tutti!

Chissà perchè mi ritrovo sempre a pubblicare tardissimo...

Ok, non voglio perdere troppo tempo questa sera (lol), quindi dico che questa cosa qui sopra è schifosamente fluff, fa quasi male.

L'ho riletta e ho notato che sembra che vada tutto veloce, ma va bene così.

Avevo voglia do scrivere qualcosa di questo genere e l'ispirazione arrivata a Matematica fa sempre bene!

Non aggiungo altro :3

Un bacio a tutti quanti, lasciate delle belle recensioncine se avete voglia.

Miwa xx

   
 
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