Videogiochi > Final Fantasy VIII
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Autore: invocations    13/04/2014    0 recensioni
Lui sogna, dopo l'ora stregata della notte.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

HIS GHOSTS
scritta da invocations, tradotta da Alessia Heartilly

I was walking with a ghost; I said please, please don't insist.
- Tegan and Sara, "Walking With a Ghost"

Continua a sognare il mare. C'è un rumore martellante di tamburi - o è il sangue che gli pulsa nella testa giù nel petto, nelle dita? - e ci sono onde che assaltano la sabbia grigia con urti piatti. E lì, a barcollare pericolosamente vicino alle rocce, c'è un cumulo di vestiti che contrasta troppo con il grigio. La sua figura da sogno cammina attraverso la sabbia fredda, inciampando su carapaci secchi e guanti di alghe scure che gli si appiccicano alle caviglie. Gli ci vuole molto tempo per raggiungere la riva, perché i suoi passi sono minuscoli e il vento soffia forte contro al suo corpo nudo; ma dopo quella che sembra una vita di cammino, si ferma a guardare la forma.

È un sudario da sepoltura - come faccia a riconoscerlo non lo sa - ma è ruvido al tatto, a trama fitta, e forte come una tela per navi. Cede leggermente sotto alle sue dita quando lo tocca; un piccolo pesce sguscia fuori da una piega bagnata, spaventato. Lo osserva danzare tra spasimi e sobbalzi, e poi morire nella sabbia ai suoi piedi. Un'onda s'infrange e tocca il sudario, rendendolo carne, pelle pallida e malata punteggiata di buchi e tagli. Sono tutti slavati e grigioblu, dagli occhi aperti e annebbiati ai frammenti di pelle che si staccano dalle profonde incisioni nelle dita rosicchiate, e lui incespica all'indietro con un piccolo grido. Ci sono anelli intorno al collo - due dita macchiate ancora aggrappate alla catena da cui pendono - e un anello al posto della bocca, aperta e accusatrice.

Un'altra onda spinge il corpo supino fuori dal sudario, completamente. Capelli neri fluttuano come inchiostro e e alghe; quando la tocca, lei diventa cenere.

*~*~*~*~*

Lei si sveglia al suo grido strozzato e lenzuola aggrovigliate, e allora lo sveglia. Lui sobbalza, vedendola china su di lui con i capelli che le danzano davanti al viso e gli solleticano la guancia, e sente la sua sonnacchiosa presenza mentale che dà un colpetto alla sua mente. Il suo battito si inchioda di nuovo quando vede che fa scivolare la mano alla sua catenina nella sua solita maniera di esprimere confusione, e lui gliela afferra e la stringe tra le sue. Lei piega la testa prima di scivolare giù fino al bordo del suo cuscino.

"Sei freddo," mormora. Lui sente un fruscio, mentre lei muove la mano da sotto il cuscino e la preme contro le loro mani unite. Lei è calda, solida, l'unico abito la coperta sulle sue spalle, e le sue gambe nude si intrecciano a quelle di lei. Lei è reale. Lui le guarda gli occhi, pesanti di sonno e luce lunare in questo momento stregato della notte.

"Continuo a sognarti," inizia, per spiegarsi. Ma dove si va a finire, da qui?

"Stavi gridando." Quasi.

Lui sospira, mentre lei chiude gli occhi e le sue labbra trovano, in un modo o nell'altro, un punto umido vicino all'angolo del suo occhio. Anche lui chiude gli occhi, cercando di sopprimere il ruggire debole nelle sue orecchie. La domanda non pronunciata da lei aleggia pesantemente tra loro, fino a che lui apre di nuovo la bocca per parlare.

"Sei sempre morta, là."

"Dove?"

"Il mare."

Ma dov'era lei, prima dell'acqua e del sudario? Attraverso la patina nebulosa della sua fatica, lui sente che lei sta dirigendo i suoi pensieri: che il residuo del suo sogno sia con lei, ora? Permette al respiro calmo di lei di avere la meglio sui suoi pensieri, e al calore di penetrargli nelle ossa. Una delle mani di lei si libera dalla sua e gli accarezza i capelli; a lui non importa. Sente il suo battito nel polso contro all'orecchio, un leggero martellare di tamburo.

"Avevi paura?"

Lui deglutisce. C'è un sapore grigio nella sua bocca e si morde con forza la lingua perché il sangue ha un sapore migliore della cenere. Ha paura a baciarla, all'improvviso, perché lei potrebbe dissolversi sotto alle sue labbra. Gli è stato insegnato a dividere, non ad unire. "Io... io ho sempre paura."

È grato, segretamente, che lei abbia lasciato il polso lì, mentre le si avvicina, il suo braccio da gunblade che la circonda come un sudario.

*****
Nota della traduttrice: come sempre, ogni commento sarà tradotto e inviato all'autrice, così come sue eventuali risposte. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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