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Autore: Vanilla_91    13/04/2014    9 recensioni
Anno 1066
La lotta tra Sassoni e Normanni devasta l’Inghilterra, distrugge milioni di vite e demolisce ogni speranza.
Lady Kagome di Beaucastle è in fuga da un passato terribile che ancora minaccia di inghiottirla, ma il destino la farà finire proprio tra le mani del suo nemico.
Tra bugie da smascherare, false accuse, tradimenti, giochi di potere, gelosie, intrighi e congiure, una forte passione e un passato difficile uniranno i protagonisti, ma nell'ombra c'è chi già trama per spezzare questo fragile rapporto.
Dal testo:
"Quell'angelo bruno era la donna che avrebbe dovuto combattere e sottomettere."
[..]
- Potrete sottomettere tutti al vostro volere, ma ci sono due cose che non potrete mai domare: i sogni e la libertà. -
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve, questa volta ci tenevo a fare qualche appunto prima, invece che alla fine.
So di avere giò altre 4 storie in corso, ma purtroppo l'ispirazione non si comanda. Questa storia ed un'altra mi tormentavano, impedendomi di concentrarmi sulle altre e per questo ho deciso alla fine di cedere alla tentazione. Premetto che questo non significherà che trascurerò le altre..ogni storia avrà il suo giusto spazio, ispirazione permettendo xD
Vorrei ringraziare particolarmente due autrici: Faby (Yasha 26) che anche se in modo involontario ha fornito (concedetemi il gioco di parole) uno sblocco al mio blocco e Serena (Serin88) che mi ha aiutata con tanta pazienza. Grazie davvero! A voi dedico il capitolo ^^
Buona lettura!






[Anno 1066, territorio Sassone]
 
Aveva sempre amato le verdi ed estese colline che circondavano la sua casa e che le avevano concesso di dilettarsi in lunghe e rilassanti cavalcate. Adorava, a differenza di molti, il clima umido, il cielo sempre ingrigito e le lunghe distese di campi che con il loro raccolto abbondante permettevano agli abitanti del castello di trascorrere inverni sereni. Prediligeva anche la candida neve, quando con il suo manto bianco conferiva ad ogni cosa un’aria pura e magica.
Amava quelle che erano state le terre che le avevano dato i natali, ma ne restava davvero poco.
 I Normanni avevano invaso il suolo Inglese, saccheggiando e distruggendo ogni cosa capitasse sul loro cammino. Avevano annientato villaggi, famiglie, portato la guerra in un territorio già frastagliato e una vena di follia che aveva coinvolto tutti. Il terreno sul quale stava camminando era stato annaffiato dal sangue versato dai suoi stessi compatrioti in nome del patriottismo e della libertà, ma si era trattato di uno sforzo inutile.
La battaglia di Hastings aveva visto la morte di Aroldo e segnato la definitiva vittoria di Guglielmo il Bastardo.
Fissò la sua attenzione sull’imponente maniero poco lontano, cinto da alte mura un tempo inespugnabili. Era stata la sua casa, Beaucastle apparteneva alla sua famiglia da innumerevoli generazioni, e ora che finalmente l’aveva riconquistata le stava per essere nuovamente strappata.
Aveva sentito terribili storie sul re bastardo e sul suo esercito, sul modo barbaro con cui faceva rispettare le sue regole e applicava la giustizia, e questo l’aveva costretta a fuggire via, come già avevano fatto molti nobili Normanni, ma il pensiero di abbandonare per sempre l’unico posto a cui erano legati i pochi istanti felici della sua vita, quelli con suo padre, le causava un peso tremendo al cuore.
-Kagome, dobbiamo andare via.-
Concentrò la propria attenzione sulla ragazza che aveva appena parlato. Lady Sango era la sua dama di compagnia, la sua più intima e fidata amica. Erano cresciute insieme, essendo Sango figlia di un vassallo del padre di Kagome, e il passato terribile che avevano condiviso le aveva legate ancor di più.
-Voglio tornare indietro, Sango. Scappare non è mai stata una soluzione, non è una cosa da me, da noi.-
-Non dire sciocchezze! Tornando indietro non troverai altro che gelide mura. Tutti gli abitanti del castello sono andati via.- cercò di farla ragionare l’altra ragazza.
Il pericolo era imminente, dovevano sbrigarsi, ma le radici che la legavano a quelle terre erano troppo profonde e robuste per essere recise così facilmente.
-Dove andremo? Siamo due ragazze sole, finiremo per imbatterci in briganti, assassini o peggio nei Normanni da cui stiamo scappando.- esclamò, demoralizzata.
-Ricorda che Koga ci aspetta al confine, ci basteranno tre giorni di viaggio per raggiungerlo.-
-Finiremo per condurre alla morte anche lui.- protestò, rassegnata.
Sango sospirò, prima di avvicinarsi all’amica e prendere le sue mani nelle proprie.
-Kagome, non è facile ciò che dovremo affrontare, ma insieme ce la faremo. Non ti sei mai arresa, di fronte a nulla, non farlo ora che hai appena riconquistato la tua libertà.-
Le parole della donna regalarono uno spiraglio di speranza a Kagome, che si sforzò di curvare le labbra in una smorfia somigliante ad un sorriso.
Aveva perso la sua casa, le sue terre, la sua gente e la sua eredità, ma aveva Sango e finché fossero rimaste insieme si sarebbero fatte forza a vicenda.
-Hai ragione! Andiamo!-
Lanciò un ultimo sguardo al castello prima di montare sulla sua giumenta e spingerla al galoppo attraverso la foresta.
Cavalcarono finché la luce lo permise, preferendo strade secondarie, ma quando il cielo cominciò a tingersi dei colori bui della notte furono costrette a fermarsi.
Scelsero di accamparsi ai limiti di una foresta, potendo così sfruttare, in caso di necessità, il rifugio che la fitta e incolta vegetazione gli avrebbe garantito.
-Dovremmo accendere un fuoco.- sussurrò Kagome, stringendosi le braccia intorno al corpo, in cerca di riparo dal gelo calato con la notte.
-Potrebbe essere pericoloso. Sarebbe una traccia valida.-
-Però così rischiamo di morire congelate o sbranate da qualche bestia feroce.-
-Sarebbe stato perfetto trovare rifugio presso qualche monastero. Non sarebbe neanche stato necessario rivelare la nostra identità, di questo periodo tutti crederebbero alla storiella delle due vedove in cerca di protezione.-
-Per raggiungere l’abbazia di St. Bernard occorrerà almeno un’altra giornata di cammino.- le fece notare, sconsolata.
-Anche volendo non avremmo potuto proseguire, i cavalli sono sfiniti.- affermò Sango, accarezzando distrattamente il dorso sudato dell’animale.
Decisero, infine, di accendere un falò umile, necessario solo a tenere lontano gli animali feroci e a far luce, stabilendo dei turni di guardia.
Kagome faticava a tenere gli occhi aperti. Lo stress, la lunga cavalcata, la paura e l’ansia l’avevano consumata e probabilmente avrebbe già dovuto svegliare Sango, ma aveva preferito concedere qualche ora di sonno in più all’amica. Dei passi pesanti, strascicati,lo scrocchiare dei rami e delle foglie secche, la fecero sobbalzare e tornare lucida in poco tempo.
-Sango, svegliati, sta arrivando qualcuno.- balbettò, scuotendo senza delicatezza l’amica.
Chi poteva essere così incauto da non tentare di celare il suo passo, si domandò.
Ebbero tempo di far poco, prima che la figura traballante di un cavaliere superasse il basso cespuglio. Rimasero immobili, paralizzate, e solo quando l’uomo si accasciò a terra ripresero a respirare.
Esitarono qualche istante, non sapendo come comportarsi.
-C..cosa gli è successo?- domandò Kagome.
-Non ne ho la più pallida idea, ma potrebbe trattarsi di una trappola!-
-Una trappola? Ma che dici, Sango? Quell'uomo è solo e si è accasciato per terra..per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere morto.-
Si avvicinarono, con i sensi all'erta, pronte a reagire al minimo segnale di pericolo.
Kagome si chinò accanto alla figura inerme e guidata più dall’istinto che dalla ragione, sfilò l’elmo che copriva e proteggeva il volto.
Trattenne il fiato, stupita da tanta bellezza. Il viso dell’uomo era pallido, sudato, ma i lineamenti marcati e decisi sembravano opera del più preciso ed esperto degli scultori.
- È un normanno. – sottolineò Sango, indicando con un cenno del capo l’armatura così diversa rispetto a quelle indossate dai guerrieri sassoni.
-L’ho notato.- sussurrò Kagome, ancora intenta a studiare il volto del giovane.
-Dovremmo ucciderlo.-
-Ma cosa dici, Sango?- esclamò, stupefatta.
-I..io non lo so, scusami. Probabilmente è solo la paura a farmi parlare.-
- È ferito.- asserì, tornando a prestare attenzione al guerriero –Il volto pallido ne è un chiaro segno. Aiutami a sfilargli la cotta di maglia.- la pregò.
-Che hai intenzione di fare?-
-Curarlo, ovviamente.-
-Ma sei impazzita? Non sappiamo come è giunto fin qui, ma potrebbe non essere solo. Hai preso in considerazione questa ipotesi? Kagome, dobbiamo andare via.-
-Non posso farlo, sai bene che non posso! Sono una guaritrice, ed è mio dovere aiutare un ferito come meglio posso, anche se questo è un mio nemico.- asserì.
Sango sospirò, ma non protestò oltre. Conosceva Kagome e sapeva che quando decideva di fare qualcosa, nessuno le avrebbe fatto cambiare idea. Si avvicinò al cavallo della sua amica e recuperò il sacchetto che conteneva tutte le erbe mediche che erano riuscite a recuperare prima di fuggire via.
Kagome sfilò con delicatezza la tunica lacera del guerriero e osservò con aria seria e preoccupata la ferita ancora sanguinante che gli deturpava la schiena. Strappò un pezzo del suo abito e imbevendolo nell’acqua tentò di eliminare il sangue incrostato. Frizionò con piccole dosi di iperico* la ferita, per poi aggiungere un unguento a base di aloe vera* che sapeva essere un’ ottima erba curativa e riparatrice delle ferite da taglio. Esaminò il suo operato prima di fasciare il corpo del giovane con delle bende pulite.
-Sopravviverà?- domandò Sango, sforzandosi di mantenere un tono neutro.
-Se le ferite non si infetteranno, spero di sì.- le rispose, continuando a fissare il volto dormiente del guerriero.
-Cosa facciamo ora?- chiese ancora Sango.
-Domani mattina controllerò le sue ferite e se la cicatrizzazione procede bene, entro la sera potremo ripartire.-
Sango annuì, seppur preoccupata per quella lunga sosta che le esponeva ad un grosso pericolo.
Solo quando si accorsero delle numerose fiaccole che avevano illuminato la foresta, si resero conto che il nemico era più vicino di quanto avessero creduto.
-Siamo in trappola!- dichiarò Sango, stringendosi all’amica.
 
 
Quando InuYasha riaprì gli occhi, ebbe la sensazione di essersi svegliato dopo un lunghissimo sonno. Ogni centimetro del corpo gli doleva profondamente e la gola arsa gli impediva di parlare. Studiò l’ambiente circostante, ma non ricordava di esser mai stato in quella lussuosa stanza. Serrò gli occhi infastidito dalla luce e tentò di ricordare cosa fosse accaduto.
Lui, InuYasha Taisho, era il Segugio Nero, per alcuni il Segugio Bastardo, il più forte e temibile guerriero dell’esercito di Guglielmo di Normandia. Stava combattendo, era stato ferito per proteggere quell’inetto ragazzino a cui tante volte aveva raccomandato di non distrarsi ed era poi partito all'inseguimento del capo dei ribelli. L’aveva ucciso, ma era stato disarcionato e la botta l’aveva lasciato stordito. Aveva vagato per ritrovare i suoi compagni, certo che Miroku lo stesse cercando, ma aveva la sensazione di non esserci mai arrivato.
Quando la porta della camera in cui stava riposando venne aperta, sospirò inconsciamente, lieto di rivedere il suo migliore amico.
-InuYasha, finalmente ti sei svegliato!-
-Miroku, che diavolo mi è accaduto? Dove ci troviamo?-
-Sei stato ferito, ma un angelo bruno ti ha salvato la vita.- ghignò.
Aggrottò le sopracciglia, confuso.
-Hai dormito diversi giorni. Le tue ferite sono quasi guarite e per fortuna non si sono infettate.-
-Dove ci troviamo?-
-Siamo a Beaucastle.-
-A quanto pare avete proseguito la missione nonostante le mie condizioni. Ottimo!- si complimentò, soddisfatto.
Il castello di Beaucastle si trovava su un punto strategico ed era stato uno dei principali obiettivi di Guglielmo. Il suo precedente signore si diceva fosse morto, forse si era suicidato a causa delle accuse di tradimento, toccava alla sua vedova, lady Kagome, affrontarne le conseguenze.
-Immagino non abbiate avuto grosse difficoltà.-
-Affatto, ma dovresti saper come sono andate le cose. Quando siamo giunti qui il castello era stato abbandonato.-
-Se la sono dati a gambe.-
-Sì, ma..-
Non riuscì a terminare la frase che la porta della camera venne aperta nuovamente, senza preavviso. InuYasha rimase folgorato dalla bellezza della donna appena giunta.
-Perdonatemi, non volevo interrompervi. Avrei dovuto bussare.- si scusò Kagome, arrossendo visibilmente.
InuYasha la studiò con attenzione e non trovò ombra di difetto in lei. I lunghi e lucenti capelli corvini erano tirati indietro da un cerchietto d’oro e mettevano in risalto un viso d’angelo. I profondi occhi marroni e le labbra piene e rosse come ciliegie mature non stonavano con l’incarnato pallido. La curva esile della vita era accentuata dallo stretto corpetto dell’abito e la morbida curva dei fianchi sottolineata da una sottile cintura d’oro.
Non sapeva chi fosse quella donna, ma in quell’istante la desiderò disperatamente. Non era una serva, come suggerivano i suoi abiti e i suoi modi, forse una dama di compagnia della precedente signora, ma non importava perché da quella notte sarebbe stata la sua amante, decise.
La voleva e l’avrebbe avuta.
-Vi sentite confuso, signore?- gli domandò, rivolgendosi direttamente a lui per la prima volta.
Il tono della sua voce era dolce, una vellutata carezza.
-Se così fosse non temete, è a causa della Melissa. Ve ne ho somministrato diversi infusi per permettervi di riposare, affinché le vostre ferite guarissero nel migliore dei modi.-
-Siete stata voi a curarmi?- le domandò InuYasha.
-Sì, sentite ancora dolore da qualche parte?-
-No, sto bene.- negò, distogliendo lo sguardo per fissare Miroku che lo scrutava con aria vagamente divertita.
-Siamo qui per gentile concessione di questa signora.-
-Gentile concessione?- domandò ancor più confuso.
Non avevano preso d’assalto e conquistato il castello?
-Ho l’onore di presentarti lady Kagome di Beaucastle.-
Spalancò gli occhi sorpreso. Quella rivelazione rendeva tutto più difficile.
Quell’angelo bruno era la donna che avrebbe dovuto combattere e sottomettere.
 


Note dell'autrice:
Partiamo da alcune precisazioni:
-La battaglia di Hastings (1066) ha permesso la definitiva supremazia Normanna sul suolo Inglese e l'incoronazione di Guglielmo di Normandia come re.
*Melissa: La pianta è un ottimo sedativo, nonché digestivo. 
*
Iperico:  Per piaghe, ferite e scottature.
-La cotta di maglia 
è un tipo di armatura "a veste" formata da anelli in ferro, anticamente utilizzata per proteggere il corpo dei combattenti nelle mischie. 

[ Fonti :
http://www.bluedragon.it/medioevo/medicina.htm e Wikipedia ]


Ok, credo sia tutto. Essendo solo all'inizio ci terrei davvero a conoscere il vostro parere D:
La trovate un'idea folle, banale, assurda? Fatemelo sapere ^^
Grazie a tutti e alla prossima :D
Ah, Buona Domenica delle Palme ^^
Baci

Vanilla

P.S. Per chi volesse aggiungersi alla nostra pazzissima ciber family, ci trovate qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/

 
   
 
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