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Autore: PiccoloPianeta    14/04/2014    3 recensioni
Una piccola oasi. Un segreto dagli occhi vermigli.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Temari
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Naruto Shippuuden
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Yumiko

Un ultimo salto.
Temari atterrò elegantemente sul terreno erboso, mentre il ramo, da cui era saltata agilmente, faceva ancora ondeggiare le sue folte fronde verdi, scosse dal lieve tremito del suo piede sinistro sulla corteccia grinzosa.
Davanti a lei, una grotta apriva le sue fauci oscure di fronte al suo viso candido ma senza espressione, circondata dalla fitta vegetazione della foresta. La ninja si strinse nel pesante mantello grigio che le circondava il corpo, e un colpo di vento le scompigliò i quattro codini biondo cenere conferendole un'aria sbarazzina.
<< Yumiko. >>
Qualcosa si mosse nella profonda oscurità cavernosa. Temari affilò gli occhi fino a ridurli a due fessure smeraldine, scrutando quella mezzaluna buia.
<< Yui! >>, ripeté una seconda volta, inginocchiandosi sui fili d'erba appena scorse due occhi vermigli e tondi illuminarsi nel nero più tetro delle pareti rocciose. Le sue labbra si modellarono in un sorriso dolce, diverso dai suoi soliti sorrisi freddi che comparivano senza pietà sul suo viso da ninja esperto. Era un sorriso caldo, sereno, che prometteva cose buone.
Un sorriso da madre.
Yumiko saltò fuori dalla grotta con i suoi sandali bucherellati, il vestitino color crema che svolazzava a ogni suo passo veloce.
<< Mamma! >> 
La bambina circondò Temari con le sue braccia mingherline, affondando la testolina nel liscio mantello della donna.
Temari la prese in braccio senza troppo sforzo, mentre quegli occhi che avevano ucciso migliaia di persone senza il minimo scrupolo, si illuminavano di gioia e tenerezza. Con un gesto lento ma deciso, passò le dita tra le ciocche argentee di Yumiko, in una carezza gentile, che avevano la stessa consistenza dei suoi capelli crespi e indomabili come il deserto in cui viveva. In fondo, pensò con fierezza la donna mentre la bambina di appena due anni la fissava con occhi giocosi, è mia figlia.
Temari la rimise a terra e si mise le mani sui fianchi. << Yumiko, ti ho portato una cosa. Su, mettiti seduta, da brava... >>, ordinò, e Yumiko obbedì prontamente alla madre. Era una bambina testarda, come la donna che l'aveva partorita, ma non si sarebbe mai sognata di contraddirla, perché in quello, pensò spensierata e ammirata allo stesso tempo, Temari la batteva su tutti i fronti.
La donna infilò una mano nella tasca del grosso mantello, tirandone fuori una merendina tipica di Suna, il villaggio in cui viveva assieme ai suoi due fratelli. Suna distava quattro miglia da quell'oasi nascosta dalle montagne di sabbia desertica. Passava praticamente inosservata ai viandanti che girovagavano da quelle parti, per quello Temari l'aveva accuratamente scelta per nascondere la sua figlia illegittima, ottenuta da una nottata di passione con un pericoloso Nukenin, di nome...
Yumiko saltellò felice, incurante delle riflessioni della madre, piroettando come una ballerina professionista. << La voglio, la voglio, mamma! Mamma! >> gridò tutta eccitata mentre Temari le cedeva con un sospiro stanco la merendina al cacao. Subito la bambina gli assesto due morsi voraci, lasciandosi cadere sull'erba fresca e ispida allo stesso tempo.
Temari ridacchiò, e si mise a sedere accanto alla figlia. Era buffa come cosa. Figlia di una ninja professionista e di un Nukenin pericolosissimo, Yumiko sembrava del tutto priva della sadicità che contraddistingueva i suoi due genitori. Meglio così, pensò mestamente Temari, osservando con attenzione il viso innocente della bambina che le stava accanto e, che ora, ricambiava il suo sguardo sorridendo sorniona con tutta la bocca impiastricciata di cioccolato.
<< Yui, sei proprio una peste... >>, bofonchiò fintamente esausta Temari, assestando un bacio deciso sulla fronte della figlia, che rispose saltandole addosso e sporcandole il vestito grigio di cioccolata.
Ah, dovrò buttare questo straccio di mantello prima di fare ritorno a Suna, pensò cinica Temari. Non voleva certo attirare ancor di più l'attenzione dei fratelli sulle sue uscite quotidiane di prima mattina dal villaggio. Poi, come se niente potesse interrompere quel momento idilliaco con la sua bambina, si mise a fare la lotta con la figlia, incurante delle numerose domande che le sarebbero state poste dai fratelli per essere stata per così tanto tempo fuori dalle mure di Suna.
 
   
 
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