-Mi metto a pensare alla mia infanzia, quando il presente è troppo duro per essere vissuto- queste sono le prime parole che dissi al mio compagno con cui condividevo la tenda...che si girò bruscamente avendomi sentito sentito per la prima volta.
Ebbene si, pensavo a quel povero ragazzino di nome Jaque che troppo piccolo rispetto ai suoi coetanei era mancato di rispetto...quel ragazzino ero io.
Partirò la mia storia da qui, quella fattoria nella campagna francese che prima della morte di mio padre, quando ero ancora in fasce, era un ricco maneggio.
Li passai la mia infanzia e il 29 novembre dell'anno 748  nasceva un bimbo, io, che per la mia innaturale fragilità non sarei dovuto vivere più di un paio di giorni.
Quando misi piede fuori di casa per la prima volta sentii una gioia sprigionarsi tanto che quando mi inciampai la mia prima volta non piansi perché la gioia mi dava la forza di rialzarmi e di correre nuovamente come un cavallo libero e indomabile.
Non lontano dalla fattoria da subito in una fenditura nel terreno identificai il mio rifugio dove nei lunghi pomeriggi imparai a pensare.
-Jaque, vieni o salterai la cena- questa frase era ormai di routine e mi indicava che dovevo uscire dal nascondiglio per andare a cena.
Un dì però quella frase non si sentì con la solita frequenza ma si udiva un rumore tale quale quello di un caminetto che arde e quindi decisi di sporgermi dalla lacerazione del terreno per osservare la situazione ma appena uscito rimasi impietrito...-Questa è la fine- sussurrai prima di cadere in lacrime.
La mia casa che di solito si vedeva all'orizzonte era diventata,ormai ,un rogo quasi spento da cui giungevano  delle urla che lentamente si spegnevano nel fragore del rogo.
Delle ombre d'un tratto si misero a girare per un po' intorno alla casa poi dopo avere dato presumibili ordini in una lingua incomprensibile ad uno di loro privo di destriero montarono a cavallo dirigendosi in direzione della Spagna.
L'uomo sembrava girare assicurandosi che non vi fossero sopravvissuti dal rogo poi mentre mi sporgevo di più lui scomparve e quindi uscii dal nascondiglio. 
Ma subito ricomparve : si era inginocchiato e quindi nelle tenebre non lo avevo visto, mi ero cacciato nei pasticci a uscire dal nascondiglio e avevo ragione perché si mise a correre nella mia direzione.
Non essendo abbastanza veloce pensai alla lacerazione che mi fungeva da nascondiglio, era stretta in cima e si allargava solo qualche metro più in basso...solo io riuscivo a passarci essendo magro.
Piuttosto di rimetterci la pelle mi infilai nel rifugio ma sfortunatamente mi vide e infilandosi si incastrò, non vedendolo causa tenebre ne approfittai per dormire su quel giaciglio di paglia che avevo costruito per stare più comodo e caldo.
L'indomani quando mi svegliai e mi accorsi che ero in una comoda tenda piena di stoffe e tessuti ricamati da abili artigiani.
Non passò molto tempo che entrò un cavaliere dalla scintillante armatura...
disse versandosi del vino nel bicchiere.

disse con voce lieve < Sono uno dei paladini del re, mi prenderò io cura di te>detto questo andò ed io caddi nuovamente in sonno...