Capitolo Primo: Confusione.

Aprii gli occhi e mi ritrovai con le spalle al muro a baciare il mio ragazzo, il mio Benja.

Mi sentivo strana e non capivo perchè. Solo dopo mi accorsi dell'espressione stupita sul viso di Benjamin, inizialmente ero spaventata da quella sua reazione, ma poi capii.

Forse si aspettava che, ancora una volta io ricambiassi quel bacio.

Cosa che mi accorsi solo in quel momento di non aver fatto. Mi fisso sospettoso e poi fece per riavvicinarsi a me e continuare da dove il mio inspiegabile atteggiamento ci aveva interrotti.

Al quel punto feci una cosa che lo sorprese, ma che evidentemente non mi aspettavo neanche io. Misi le mani sul suo petto e lo scansai da me rivolgendo il mio sguardo altrove per evitare di guardarlo negli occhi.

Fu proprio mentre, più sconvolta di lui, cercai di capire il perchè della mia reazione che lui aprì la bocca per parlare e chiedermi spiegazioni che io istintivamente lo bloccai.

E a quel punto le parole uscirono da sole. Quelle stesse parole che non credetti nemmeno io di aver detto ad alta voce, le stesse frasi che pensai fossero sepolte nel profondo del mio cuore e della mia anima, le stesse che credetti di aver messo a tacere per sempre, ma probabilmente mi sbagliavo.

Non so come, quando e e perchè trovai il coraggio di parlare, mi sembrava di non riuscire a fermarmi, le dichiarazioni uscirono da sole dalla mia bocca, senza che me ne rendessi conto.

«Sono innamorata di un altro.»

Fermi, fermi tutti. Cosa?!

Io, Mariana Esposito, non potevo di certo aver detto una cosa del genere, no.

Doveva sicuramente essere stato uno spirito maligno che aveva preso il controllo del mio corpo.

Fu allora, guardando l'espressione affranta e sofferente dell'uomo inginocchiato di fronte a me e per nulla sorpreso che capii.

Il mio cuore apparteneva ad un altra persona, non era suo, non lo era mai stato.

Non era di Benjamin, e lui lo sapeva, lo sapevamo entrambi.

Il mio organo vitale mi era stato portato via da un ladro molti anni prima, Juan Pedro Lanzani era il nome di colui che amavo, lo avevo sempre amato, sin da quando eravamo due ragazzini. E non avevo mai smesso di farlo.

Lasciai quello che ormai potevo considerare il mio ex fidanzato inginocchiato sul pavimento del salotto di casa sua senza bisogno di ulteriori spiegazioni che, mi dissi, avrebbero soltanto peggiorato la situazione ed uscii da casa sua. Tanto, peggio di così, non sarebbe potuta andare.

«Adesso però basta.» - pensai.

Dovevo fare qualcosa.