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Autore: TheHatter    14/04/2014    0 recensioni
"Il fatto era che lei, di bambini, non avrebbe mai voluto averne, figuriamoci a quell’età."
Una teenmom a tutti gli effetti, come quelle che si vedono su MTV... Più o meno.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 TEEN MOM 
 


 Il fatto era che lei, di bambini, non avrebbe mai voluto averne, figuriamoci a quell’età.
 Spesso, quando si allontanava da casa senza avvertire nessuno o restava fuori troppo a lungo dopo il tramonto, sua madre la rimproverava per averla fatta preoccupare così tanto, e la sua tiritera iniziava sempre con la stessa frase: Un giorno, quando sarai madre… A lei queste parole facevano venire la pelle d’oca.
 Madre? Lei una madre? No, non ci si vedeva proprio. Non sapeva badare nemmeno a se stessa, figuriamoci ad un esserino piccolo e fragile. E poi, sua madre diceva sempre che con i figli ci vuole tanta pazienza – soprattutto con una figlia come te! – e lei di pazienza ne aveva poca e niente. E con i figli ci vuole anche dolcezza e delicatezza, qualità che nessuno le aveva donato, anzi: quella ragazzina bionda col naso storto, quella che abitava a due case di distanza dalla sua e che parlava male di tutti, aveva detto di lei che era acida come una zitella; e una delle sue amichette aveva aggiunto che assomigliava ad un vecchio falegname, perché camminava con le gambe larghe e le spalle un po’ curve, e che non era per niente famminile.
 Sospirò e si lasciò cadere sull’erba fresca del prato. Come faceva a tirarsi fuori da quel casino? Non poteva, semplice. Quel che è fatto è fatto. Ma se avesse potuto tornare indietro, ne era certa, non avrebbe fatto lo stesso errore. A quel ragazzo gli avrebbe detto di no, punto. Gli avrebbe detto: scusa, non sono pronta. Cercatene un’altra. Ci sono tante ragazze libere, qui intorno. Ma io no, davvero, proprio no.
 Certo, però, che quel ragazzo era davvero bello. Alto, muscoloso, con i capelli biondi e due occhi verdi e penetranti, occhi così non ne aveva mai visti. Assomigliavano un po’ a quelli di suo fratello, il più grande, ma erano molto più lucenti. Erano anche meno dolci, però, e forse questo l’avrebbe dovuta mettere all’erta. Ma quello che il ragazzo le aveva detto con la sua voce profonda e suadente – bisognava ammettere che tutto in lui era suadente - l’aveva lasciata senza parole. Non le aveva dato modo di replicare, né di rifiutare. Insomma, cose così non te le dicono mica tutti.
 Ma se avesse potuto, davvero, se avesse potuto tornare indietro ci avrebbe pensato due volte prima di dirgli di sì. Le era bastata una notte per mandare all’aria tutti i suoi sogni in cui si vedeva senza figli, libera da vincoli del genere che l’avrebbero costretta a una vita monotona, come quella di sua madre, una vita passata tra le mura di casa sua, a servire e riverire un marito che non amava.
 Il matrimonio, come i bambini, faceva parte di quella lista di cose a cui non aveva mai pensato e che non desiderava proprio. Lei avrebbe voluto fare la vita dei suoi fratelli, che si occupavano di commercio e giravano per il mondo. Quando, a volte, passavano da quelle parti e si fermavano per salutare lei e sua madre, le raccontavano sempre dei luoghi che avevano visto, delle persone che avevano conosciuto e delle storie che avevano ascoltato. Viaggiare doveva essere bellissimo, pensò, e con il viso affondato tra le braccia e il naso che sfiorava la terra, iniziò ad immaginarsi cresciuta, sola in una città molto lontana dalla sua, con gente diversa da quella che conosceva, senza sua madre tra i piedi a dirle cosa dovesse fare né la ragazzina con il naso storto e le sue amiche a prenderla in giro, e quella fantasia, di trovarsi in un luogo così estraneo, sola, libera, la fece sentire meglio.
 Sollevò il viso da terra e appoggiò il mento sui palmi delle mani. Il giorno prima del suo matrimonio le era venuto da piangere, ma si era trattenuta perché detestava farlo, anche quando era da sola. Era terrorizzata, voleva andarsene e scappare via, e di certo lo avrebbe fatto se non fosse stata incinta – per quanto fosse impulsiva, si era resa conto che da sola non sarebbe andata tanto lontano, e alla nascita del bambino non avrebbe proprio saputo cosa fare. Comunque, quando il mattino era arrivato, l’ansia era cresciuta sempre di più, fino a che non lo aveva visto.
 Se lo aspettava diverso, suo marito. Diciamo che lo immaginava molto simile a suo padre: barba luna e grigia grigia, gli occhi piccoli e lo sguardo severo, marcato dalle rughe della fronte perennemente aggrottata. Suo marito aveva la barba, ma era rossiccia e non ancora grigia; gli occhi erano grandi, dolci e rassicuranti, e sulla fronte c’erano solo poche rughe, invece ne aveva molte ai lati della bocca, e questo le fece pensare che fosse perché rideva molto. Le era stato simpatico, insomma, e questo aveva alleggerito un po’ la cerimonia. Ma sapeva che tra loro non ci sarebbe stato mai amore, al massimo affetto, amicizia. La prima notte non si era azzardato a toccarla, e lei era sicura che non lo avrebbe mai fatto. La guardava come si guarda una figlia, non una moglie.
 Chissà come avrebbe reagito, quando avrebbe scoperto che lei era incinta e che il bambino, ovviamente, non era suo. Si sarebbe arrabbiato? Sperava davvero di no. Non aveva l’aria di uno violento, ma era comunque un uomo grosso, e se non avesse avuto quello sguardo rilassato avrebbe potuto incutere molto timore. Come gli avrebbe spiegato quel che era successo? Come gli avrebbe raccontato del ragazzo, di ciò che lui le aveva detto e di come lei gli aveva detto di sì senza nemmeno pensarci? Una parte di sé ancora voleva scappare lontano per evitare che quel momento arrivasse, ma l’altra parte non vedeva l’ora che la pancia si gonfiasse, così da togliersi di dosso quel segreto opprimente.
 L’unica persona che conosceva tutta la verità era sua cugina. Erano molto legate, quand’erano più piccole giocavano sempre insieme e anche adesso, che vivevano lontano da quando i suoi zii si erano trasferiti, ogni volta che potevano, l’una andava a trovare l’altra. Erano molte diverse, ma si volevano un bene dell’anima. E a sua cugina avrebbe detto tutto, anche un segreto così grande. Lei l’aveva abbracciata e le aveva detto: - Andrà tutto bene. Se Dio ha voluto così, andrà tutto bene.
 Dio. Lei nemmeno era stata mai sicura di crederci, in questo Dio, fino a poco meno di un mese prima. E anche adesso, nonostante tutto, le sembrava assurdo che sopra le loro teste, intorno a loro, ovunque, ci fosse qualcuno o qualcosa che conosceva tutto di ciascun essere umano, che era pronto a punire, a perdonare a giudicare. Ma tastandosi la pancia considerò che, per quanto assurdo le sembrasse, forse questo qualcuno c’era.
 - Se tu lo hai voluto andrà tutto bene – disse ad alta voce. – Ma se va male, la colpa è solo tua.
 Stava calando il sole. Maria si alzò e si diresse verso la casa di Giuseppe, alla fine del prato.
 
 
 
  
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