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Autore: Akami92    13/07/2008    15 recensioni
«Hai barato!»
Un’esclamazione adirata si leva dalla mia bocca, incolpando il ragazzo che ho di fronte, puntandolo con l’indice inquisitore.
«Come, prego?» risponde Shikamaru, addentando un biscotto al cioccolato – uno di quelli che mi ha tirato giusto pochi minuti fa – sotto il mio naso, facendomi venire l’acquolina in bocca.
«Tu hai barato! Hai usato uno stratagemma!»
«Io non credo. Sei tu quella che è rimasta imbambolata senza spiccicare una sola parola! Sei proprio vuoi incolpare qualcuno, incolpa te stessa!»

[ShikaIno's day] [The Night is White] [Augh, sorelle Mosche Bianche]
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A/N

Gloria allo ShikaIno’s day, sorelle Mosche Bianche e non!

So che non sono molto presente nel sito… scusatemi! Ma per tutte le Mosche Bianche ci sarò sempre! SEMPRE!

 

Dedico questa fic alle Mosche Bianche, con un particolare ringraziamento ad Eleanor. Perché? Perché è Eleanor ed è un mito ù_ù. E anche perché è la mia sensei-sama.

 

The Night is White!

 

Enjoy!

 

Akami/AtegeV

 

 

 

 

~ Infatuation ~

 

Infatuazione: è un complesso di sentimenti e di comportamenti proprio degli esseri umani (ma presente, secondo alcuni, anche in individui di altre specie animali) caratterizzato dal forte coinvolgimento emotivo associato a un'intensa attrazione sessuale.

[da Wikipedia]

~

 

La pioggia batte sul selciato, scuote le fronde degli alberi, bagna i vetri, colma gli stagni. Lava, bagna e distrugge.

Il vento soffia su cose e persone, sprovveduti che si sono avventurati nella tempesta ignari della sua forza distruttrice.

È bello osservare tutto ciò dalla finestra di una casa, dentro, al calduccio di un caminetto acceso che rinchiude un bel fuoco scoppiettante, durante una divertente serata di rimpatriata delle famiglie.

Il vecchio e il nuovo trio InoShikaCho riunito per l’ennesima volta durante un sabato sera di giochi da tavola, padri e figli si scontrano per aggiudicarsi la vittoria e il succulento premio: una crostata di mele cucinata dall’abilissima signora Akimichi.

Al momento stanno fronteggiandosi i Nara contro gli Akimichi, ed io mi sono presa una pausa con papà, per evitare di surclassare tutti. Siamo in vantaggio.

Siamo sempre stati superiori alle altre famiglie, ma siamo Yamanaka: è logico vincere per noi! In quattro anni abbiamo sempre sconfitto Shikamaru e Shikaku al primo turno, mentre con Choza e Choji era un’acerrima battaglia all’ultimo sangue che prevedeva per gli sconfitti la flagellazione con i biscotti al cioccolato utilizzati per la sfida a poker.

Ogni volta era terribilmente divertente vederli cadere in combattimento, sommersi dal cioccolato.

Quest’anno, però, i Nara si sono difesi molto bene e ormai siamo arrivati alla resa dei conti! I vincitori della sfida a Memory si batteranno contro di noi. Papà dice che, se vincessero Shikamaru e Shikaku, sarebbe un evento da segnare sul calendario, dato che erano anni che non accadeva.

«Elettrizzata per la sfida imminente?» domanda mio padre, coi nervi a fior di pelle.

Si eccita sempre troppo quando si tratta di queste cose.

«Beh… diciamo che provo una certa euforia…» gli rispondo, per non deludere le sue aspettative nei miei confronti, che sono sempre troppo alte.

«Fantastico! Mi raccomando, Ino-chan, surclassiamoli!» esclama infine, alzando il palmo della mano ed invitandomi a battere il cinque con lui.

«Papà!» riluttante, acconsento alla sua richiesta, accontentandolo ed avvicinandomi al tavolo da gioco. Siamo alle ultime battute: i Nara sono in vantaggio.

Ad un tratto, Shikamaru mi lancia un’occhiatina soddisfatta, alzando due carte insieme e scoprendo la coppia di Jolly che concede loro la vittoria.

Hanno vinto! Meno male! Sono fin troppo contenta! Quest’anno vincere sarà un gioco da ragazzi!

Abbraccio mio padre, fuori di me dalla felicità, mostrando poi la linguaccia ai nostri sfidanti: li calpesteremo con la forza degli Yamanaka!

 

 

Due contro due.

La prova finale è, da sempre, la sfida delle rime. Papà ed io deteniamo il record di non aver mai sbagliato una sola parola. Ormai abbiamo la vittoria in pugno.

«Conoscete le regole. Uno dei Nara dovrà dire una parola, mentre uno Yamanaka rispondere con una rima; nel turno successivo i ruoli saranno invertiti. Cominciate!» esclama Choji, con una certa solennità, scappando poi per prendere la scatola di biscotti con i quali i Nara – ovviamente – sarebbero stati sommersi.

«Marmaglia!» comincia Shikaku, guardando mio padre con aria di sfida. Tsk, troppo facile.

«Quaglia!» risponde lui, mentre io gli batto una mano sulla spalla, elogiandolo.

È il turno di Shikamaru. Lo osservo mentre pensa alla parola, ma noto che c’è qualcosa nella sua espressione, una luce strana gli brilla nelle iridi color terra.

Possibile che me ne accorga solo adesso?

All’improvviso, i nostri sguardi si incrociano, rimango fulminata.

Quella luce è competizione?

Mi sudano le mani.

È voglia di vincere?

Il cuore batte all’impazzata.

Non capisco cosa sia quel brillio tetro nei suoi occhi, quello sfavillio soddisfatto, quel gioco di chiaroscuri mai visti.

È una tattica?

«… agna!»

Le gambe prendono a tremarmi.

«Ino!» ricevo inaspettatamente una gomitata da parte di mio padre. «Shikamaru ha detto “montagna”!»

«M-montagna? Oh… sì… scusate!» è difficile riprendersi da questa marea di emozioni dirompenti. «Castagna!»

Bene, se questa è una tattica, non ci cadrò! Ci vuole ben altro per sconfiggere Ino Yamanaka!

Ora è il nostro turno e mio padre sta per perdere la cognizione con la realtà: è troppo su di giri per questa sfida epocale.

«Mandragola!» esclama, soddisfatto della difficile parola che ha proposto al padre di Shikamaru. Deve essere proprio voglioso di vincere se ha sfoderato fin dal secondo turno l’arma vincente della parola difficile! Ma non deve sottovalutare le capacità dei Nara… sono tutti troppo intelligenti!

«Tsk! Tutto qui quello che sai fare, Inoichi? Fragola!» sbuffa Shikaku, lanciando un’occhiatina complice a suo figlio, che in risposta gli strizza un occhio. Si volta a guardare me, attendendo la mia parola.

Sento improvvisamente le guance troppo calde. Tutto il sangue ha svuotato il cervello e si è riversato sul mio viso, donandogli una estremamente fastidiosa tonalità vivace. Comincio a respirare, affannata.

«…» apro la bocca, ma da essa non esce che un lamento soffocato e stiracchiato da una voce inesistente.

«Come? Potresti ripetere?» dice Shikamaru, avvicinando l’orecchio a me, ridacchiando divertito dalle mie disgrazie. Istintivamente muovo un passo indietro.

«… matita…» mormoro, con un tono leggermente più alto del precedente, ma ancora troppo poco per farmi sentire dal mio avversario.

«Ino? Hai la laringite? Vuoi tirar fuori quella voce?» mi incita mio padre, dandomi una spintarella in avanti, facendomi quasi cadere addosso al mio amico. Porto automaticamente le mani avanti a me, per evitare di colpirlo con tutto il peso del mio corpo, ma al solo contatto con una spalla sobbalzo, terribilmente a disagio.

«M-matita!» ripeto. Finalmente la mia voce si è alzata, diventando comprensibile ad ogni essere umano.

«Nervosa?» chiede Shikamaru, sorridendo, ancora più divertito di prima. «Partita! Ovvero quella che vinceremo!» risponde, con una certa sicurezza.

Cosa devo fare? Sono scossa da fremiti, quasi avessi la febbre; le guance mi bruciano e non riesco a connettere il mio cervello… che sta facendo quello che ha voglia.

Mio padre si sfrega le mani, compiaciuto. Quando si muove in quel modo significa che ha un asso nella manica: la famosa parola segreta. Nemmeno io conosco quale sia, soltanto lui la tiene per il momento migliore della partita, così da surclassare l’avversario.

«Cerimonia» sibila, negli occhi la luce della competizione. «la stessa alla quale parteciperete quando noi Yamanaka avremo vinto e voi Nara sarete ricoperti di cioccolato!» continua, maligno.

Accidenti… mio padre ha raggiunto la soglia massima! Mi fa quasi paura…

Come se niente fosse, nonostante ciò, Shikaku Nara lancia un’occhiata d’intesa al figlio e schiocca più volte le dita, prima di cominciare a ridacchiare: credo che l’arma segreta di mio padre sia abbastanza inutile.

«Parsimonia. Ed ora che mi ci fai pensare… l’anno scorso Chouza aveva usato la stessa ed identica parola, e l’aveva chiamata “arma segreta”.» dice Shikaku, scatenando le risa di scherno da parte delle madri e degli Akimichi: unici – fortunatamente! – spettatori di questa disgrazia.

Vorrei poter sprofondare. Tutti stanno ridendo di noi, soprattutto Shikamaru! E quel che è peggio è che questa risata, per lui, è la cosa più faticosa che abbia mai fatto da quando è nato! Quanto mi fa arrabbiare! Ora si è persino girato a guardarmi, per ridermi in faccia…

Ora che ci penso… vestito con quella felpa color verdone senza cappuccio sta proprio bene. Mette in risalto la sua carnagione abbronzata…

Ma… Shikamaru ha sempre avuto quella deliziosa fossetta sul mento?

«Ce l’ho da sempre!» sento rispondere il diretto interessato.

Ed è per questo motivo che odio pensare troppo: finisco sempre per rendere tutti partecipi di ciò che mi sta attraversando l’anticamera del cervello.

«E davvero trovi che sia “deliziosa”?» mi provoca, con voce sottile, cercando di prendermi in contropiede. Nuovamente il mio cuore esegue una capovolta all’indietro, mentre tutti i muscoli del mio corpo si tirano ed un brivido freddo mi attraversa la schiena. Quella voce era così… sensuale.

Scuoto la testa: sta semplicemente cercando di deviare la mia attenzione, così da ottenere una facile vittoria! Mi sottovaluta, odioso pantofolaio!

«Porrò fine a questa sfida, Ino-chan.» esclama tutt’un tratto.

«Ah sì? E come pensi di fare?»

«Con questa parola: fagiolo.»

tu-tum, tu-tum, tu-tum.

«”F-fagiolo” hai detto ?»

«Esattamente.»

tu-tum, tu-tum, tu-tum.

I secondi trascorrono veloci, il mio cuore batte all’impazzata, preso alla sprovvista da una parola così semplice eppure così complicata da poter rimare.

Il silenzio che ci circonda e la palpabile tensione stanno mandando i miei nervi a fior di pelle, mentre scannerizzo il mio cervello alla ricerca di una possibile rima… ma è tutto inutile.

Rivolgo uno sguardo intristito verso mio padre.

«Eh sì! Questo sabato, per la prima volta nella storia del trio InoShikaCho… i vincitori sono i Nara! Congratulazioni!» gridano gli Akimichi, mentre Chouza e Choji si lanciano ad abbracciare Shikaku e Shikamaru e la signora Akimichi offre una fetta di torta al cioccolato a noi «per lenire il dolore della sconfitta.»

Io chiudo gli occhi, e attendo la flagellazione dei biscotti al cioccolato.

 

 

«Hai barato!»

Un’esclamazione adirata si leva dalla mia bocca, incolpando il ragazzo che ho di fronte, puntandolo con l’indice inquisitore.

«Come, prego?» risponde Shikamaru, addentando un biscotto al cioccolato – uno di quelli che mi ha tirato giusto pochi minuti fa – sotto il mio naso, facendomi venire l’acquolina in bocca.

«Tu hai barato! Hai usato uno stratagemma!»

«Io non credo. Sei tu quella che è rimasta imbambolata senza spiccicare una sola parola! Sei proprio vuoi incolpare qualcuno, incolpa te stessa!»

«Ma…». Colpita e affondata. «… ma non è possibile! Tu… tu mi hai fatto qualcosa! Hai barato in qualche modo!»

La sua mano si alza repentinamente, quasi non me ne accorgo, immersa come sono nei miei pensieri furiosi e rapita dal suo sguardo quasi preoccupato.

«Sicura di stare bene?» mi tasta la fronte, cercando di percepire un anche impercettibile cambio di temperatura.

È una tattica! È tutta una tattica! Mi ha fatto qualcosa!

«S-sì!» il groppo in gola mi blocca le parole per una manciata di secondi, mentre con sforzo immane mi allontano da quel contatto. «Sto benissimo!»

«Beh… comunque hai le guance rosse, magari hai un po’ di febbre! Tieni.» mi porge, evitando accuratamente il mio sguardo, un biscotto. «E non farti vedere da mio padre, che poi mi accusa di “fraternizzare col nemico”!»

Si sposta verso il tavolo da gioco, raggiungendo Choji e famiglia, cominciando ad ascoltare i discorsi con attenzione passiva, lanciando di tanto in tanto delle occhiate verso di me.

Rimango attonita e perplessa. Non avevo mai provato emozioni così forti.

E Shikamaru non mi era mai sembrato tanto attraente quanto oggi.

E non ho mai odiato Choji così tanto quanto ora, mentre mi mostra la definizione di “infatuazione” presente sul dizionario.

 

 

A/N – il ritorno

D’accordo. Ora che la leggo e la comparo a quegli splendori scritti dalle altre mie sorelle mosche bianche mi vien da dire: “Ma cosa ho scritto?”

Non è angst, non è introspettiva, non è una cosa elaborata. Sono stata semplice, ho cercato di mantenermi sul leggero…

Ho trattato un tema fatto e rifatto…

Ma comunque io sono ipercritica riguardo le mie fic. Oh, beh, prendetela per come è venuta! Spero vi piaccia! ^^

 

ShikaIno!!! **

 

Akami/AtegeV

   
 
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