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Autore: Tsuyuko    13/07/2008    10 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato usare il tag b se non in casi particolari.
Rinoa81, assistente amministratrice.

Un ragazzo dalla carnagione scura e gli occhi color pece uscì dal piccolo bagno di una discreta casa a Suna, legandosi i capelli in un codino alto e sbuffando come suo solito.
Faceva maledettamente caldo al villaggio della sabbia, e la doccia era l’unico modo per contrastare il clima afoso del posto. Si avviò verso la lunga scala che portava al piano terra, preparandosi mentalmente ad un’altra serata in sua compagnia. Che incubo.
Lui, il rappresentante del villaggio segreto della foglia, lo shinobi più pigro ed intelligente, costretto a convivere con la sorella del kazekage. Tutto per l’alleanza, tutto per konoha.
Che seccatura.
D’un tratto il telefono suonò. Era lei.
The night is white - ShikaIno Day
Genere: Romantico, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Uno: mi vergogno per la canzone scelta, ma per quanto mi possa vergognare mi sono troppo divertita a scriverla.

Due: What if per la presenza di un telefono, e per la vicinanza tra Konoha e Suna.

Un ragazzo dalla carnagione scura e gli occhi color pece uscì dal piccolo bagno di una discreta casa a Suna, legandosi i capelli in un codino alto e sbuffando come suo solito.

Faceva maledettamente caldo al villaggio della sabbia, e la doccia era l’unico modo per contrastare il clima afoso del posto. Si avviò verso la lunga scala che portava al piano terra, preparandosi mentalmente ad un’altra serata in sua compagnia. Che incubo.

Lui, il rappresentante del villaggio segreto della foglia, lo shinobi più pigro ed intelligente, costretto a convivere con la sorella del kazekage. Tutto per l’alleanza, tutto per konoha.

Che seccatura.

D’un tratto il telefono suonò. Era lei.

Saltando gli ultimi tre gradini afferrò la cornetta un attimo prima che Temari riuscisse anche solo a sfiorarla, ed ansimante la portò all’orecchio.

Una ragazzina dall’altissima coda bionda scese i gradini a due alla volta, la gonna viola che svolazzava sulle gambe scoperte, il consistente ciuffo sfuggito all’acconciatura che le copriva l’occhio.

I suoi genitori erano appena usciti per una gita che li avrebbe tenuti fuori alcuni giorni, e lei non avrebbe assolutamente perso quell’unica occasione di sentirlo.

Odiava quella situazione con tutta se stessa, sentiva che se entro poco non si fosse trovata una soluzione, sarebbe scoppiata.

Sospirò, rassegnata al crudele ricatto in cui era stato coinvolto il suo Shika, e prese la cornetta, componendo il numero di quella casa che tanto odiava.

“Sì?”

Sentire la sua voce calda la rasserenò più di ogni altra cosa, e senza più preoccupazioni lo salutò.

“Ciao, sono io.”

“Buonasera dottore”

Riscaldato dal suono suadente che proveniva dalla cornetta, improvvisò una scusa con cui illudere la compagna, che lì di fianco ascoltava la conversazione.

“Amore mio.”

“Sì, mi dica.”

“Non resistevo più, pensavo a te.”

Ed era vero, lo pensava giorno e notte, senza pause. Doveva sentirlo, sarebbe impazzita, altrimenti.

“Ah, bene. Direi che è importante.”

La sua Ino aveva bisogno di lui, e lui non aspettava altro che farsi sentire, farle capire che le era vicino in ogni momento della giornata. Sempre

“Quando verrai?”

Ino attorcigliava il filo del telefono attorno al dito curato. Sentirlo non bastava, non più, desiderava vederlo, toccarlo, parlargli guardandolo negli occhi. Era tanto, decisamente troppo che non lo faceva.

“Mah, adesso non so… dipende.”

Dannata sorella del kazekage! Era la seccatura più grande e brutta che gli fosse mai capitata!

“Non parlare se lì c'è lei, lascia parlare me, dì sì o no.”

“Certo.”

Sospirò. Decisamente odiava quella situazione. La sua Ino…

“Vieni appena puoi. Anche tardi, se tu vuoi. Io intanto non dormirei, quanto mi manchi non sai…”

Ma certo che lo sapeva… non era lei l’unica a rimanere sveglia la notte, alla ricerca di un ricordo tanto nitido da tenergli compagnia.

“Mi ami o no?”

“Ci può giurare dottore.”

Che domande, ovvio che la amava. Altrimenti non avrebbe mai rischiato la pelle (e l’alleanza) tradendo la pazza.

“Io di più”

Ino ridacchiò, le piaceva stuzzicarlo in quel modo ridicolo, l’unico modo che avesse di lasciarsi alle spalle i problemi, comportandosi come una bambina.

“No, non credo.”

Sorrise, di quei sorrisi meravigliosi che regalava solo a lei, certo che lei lo avrebbe sentito come fosse stata lì.

“Ma lei adesso dov'è? Vicino a te?”

Inutile anche chiederlo, ovvio che fosse lì, peggio di una parassita, attaccata al suo Shika. Quanto la odiava.

“Sì, senz'altro.”

Il sospiro della sua splendida amante arrivò forte e chiaro, con tutta la rassegnazione di cui era stato provvisto.

Dannata seccatura di Suna. Non che Ino fosse calma e pacata, poi…

“Ho sciolto tutti i capelli giù ed ho il profumo che mi hai dato tu.”

“Ah, sì?”

La sua espressione sognante gli cancellò dalla mente ogni pensiero negativo su Ino, la ragazza più bella e sorridente del paese del fuoco. Chi aveva mai detto che a lui non piacevano le ragazze troppo belle? Ino andava più che bene…

“Vieni almeno per un po', non ho sonno non mi sveglierai. Di’ quello che vuoi, però stasera non dirmi no.”

No, non avrebbe resistito oltre. Aveva il disperato bisogno sentire il suo corpo sotto il suo tocco, di accarezzargli i capelli, di baciarlo, di stare con lui…

“D'accordo dottore. Se è proprio necessario, vengo.”

Le sopracciglia aggrottate della sua convivente gli ricordarono in che squallida compagnia si trovava, facendogli riprendere la sua solita espressione svogliata. Avrebbe viaggiato, ma a fin di bene.

“Adesso chiudo, non vorrei fare insospettire lei. Amore io sono qui e potrei anche morire.”

Come se fosse stata lì, Ino decise che era ora di attaccare, ribadendo al suo amato quanto soffrisse in sua assenza, quanto stesse male senza di lui, quanto avesse bisogno semplicemente di stendersi accanto a lui e tormentarlo con le sue chiacchiere.

“No, no, stia tranquillo. Adesso farò un salto da lei. Buonasera dottore”

Tranquilla, Ino. Sto per arrivare.

“Chi era?” La voce roca della convivente lo fece riprendere ancora una volta. Si voltò a guardarla, i capelli sparati in aria.

“Il dottore, Temari. Ha detto che il fumo mi sta eliminando i polmoni e vuole immediatamente vedermi. Tornerò presto.

E buttandosi la giacca su di una spalla, uscì ghignando.

Probabilmente Shikamaru è fin troppo ooc, ma pazienza! L’ho scritta di getto, senza nemmeno riguardarla, ma spero che come prima ShikaIno non sia stata pessima!

Fatemi sapere, ciao!

  
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