Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: _Trilly_    15/04/2014    15 recensioni
Trascorse le vacanze estive lontana dall’Argentina con il suo papà, Violetta è pronta ad affrontare un nuovo anno in piena libertà allo Studio 21, ma ritornata a casa, si rende conto che troppe cose sono cambiate: durante il suo periodo di assenza ha capito di non provare più nulla per Thomas, ritornato in Spagna, e di sentire invece la mancanza di Leon, per cui ha scoperto di provare ancora un sentimento molto forte. Quest’ultimo, dopo aver chiuso con lei ha cambiato vita, ritrovandosi ad essere una persona completamente diversa da quella che era. Le vacanze estive hanno cambiato anche Pablo e German, che hanno preso importanti decisioni che li porteranno lontano da Angie, che seppur ferita avrà modo di fare finalmente chiarezza nel suo cuore. Nuovi personaggi nel frattempo giungeranno a Buenos Aires con le loro vicende e con i loro inconfessabili segreti. Ci saranno amici e rivali, nuovi insegnanti e nuovi amori, che movimenteranno la vita nell’accademia più famosa di Buenos Aires e che porteranno dei profondi e irreparabili cambiamenti, tanto che le cose per i nostri amati personaggi non saranno più le stesse…
Leonetta e Pangie
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Angie, Diego, Leon, Pablo, Violetta
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



“Su diavoletti, fate i bravi,” mormorò Diego divertito, trascinando all’interno della chiesa due bambini, un maschietto e una femminuccia di circa quattro anni, che sarebbero volentieri rimasti all’aperto a giocare. “Martin, Sol, se non la smettete di opporre resistenza dico al mostro che vive nell’armadio di rapirvi.” I piccoli sobbalzarono di colpo, aggrappandosi alle sue gambe e facendolo sogghignare. Adorava spaventarli, anche perché poi bastava veramente poco. Martin e Sol erano i gemellini di Pablo e Angie, nati pochi mesi dopo il loro matrimonio. Entrambi avevano ereditato gli occhi verdi della madre, solo che Sol era la fotocopia di Pablo e Martin era biondo come Angie. Diego si divertiva un sacco a giocare con i suoi fratellini e insieme a Miguel, l’altro suo fratello ormai maggiorenne, organizzava un sacco di scherzi per spaventarli, tanto che Pablo e Angie erano il più delle volte costretti ad intervenire, accusandoli di essere infantili. Il moro in effetti non lo negava, era molto infantile, soprattutto quando non aveva nulla da fare o quando litigava con Camilla e si ritrovava a trascorrere le serate in casa, cosa che con i loro caratterini accadeva molto spesso e così tormentava i suoi impressionabili fratellini. Quel giorno però Pablo e Angie glieli avevano affidati, dato che era il giorno del battesimo di Jorge, il loro terzo figlio. Quanti mocciosi avevano ancora intenzione di sfornare Diego non sapeva dirlo, ma se continuavano così poi avrebbero dovuto andare a vivere in una reggia.
“Hai finito di terrorizzare quei poveri bambini?” Un divertito Leon lo raggiunse accanto alla panca, dove aveva fatto sedere i piccoli. “Leon!” Esclamarono felici, abbracciandolo, mentre Diego li fissò con un sopracciglio inarcato. “Non sono innocenti come sembrano, sono dei diavoli.”
“Chissà da chi avranno preso,” ribatté Vargas, ironico, sedendosi accanto ai piccoli Galindo. “Dov’è Camilla?” Aggiunse, guardandosi intorno.
Diego scrollò le spalle, sedendosi a sua volta. “È con Angie insieme a Francesca, quel povero bambino lo stanno riempiendo di baci e coccole.”
Leon scoppiò a ridere. “Anche Vilu è andata da loro, povero Jorgito, mi fa quasi pena.”
Continuarono a sghignazzare, raggiunti poi dagli amici tutti eleganti e raggianti. C’erano Miguel e la sua fidanzata, Maxi e Nata, Federico, Marco e Lena, Andres e Libi e Luca e Ludmilla. In quei quattro anni erano cambiate tante cose, dopo aver scoperto il piano della Ferro, Andrea e Lara, infatti, Andres aveva messo fine alla relazione con la sua ragazza di allora e circa due anni prima, aveva conosciuto Libi, colei che gli aveva fatto perdere la testa e che soprattutto lo amava davvero. Per quanto riguardava Luca e Ludmilla, l’italiano aveva reagito malissimo nello scoprire di essere stato manipolato dalla bionda e sembrava che per loro due non ci potesse essere futuro, nonostante le lacrime di Ludmilla che implorava il suo perdono, dato che alla fine si era davvero innamorata del ragazzo. Luca era però riuscito a chiarirsi quasi subito con Francesca e Federico, ammettendo che la sua reazione fosse stata eccessiva e promettendo che non si sarebbe mai più messo tra loro. Proprio Fran e Fede avevano poi fatto da cupido tra lui e Ludmilla, intuendo che fossero ancora innamorati, ma ciò solo dopo che la Ferro avesse ampiamente dato dimostrazione di essere pentita delle sue azioni. All’inizio Luca non ne aveva voluto sapere, era troppo deluso, ma poi alla fine l’amore aveva trionfato e la stessa Ludmilla era cambiata davvero tanto, ora era una persona completamente diversa rispetto a quella subdola e crudele che era prima ed era riuscita a farsi accettare da tutti coloro che un tempo l’avevano odiata.
Ben presto giunsero in chiesa anche German ed Esmeralda, che si erano sposati poco dopo Pablo e Angie, insieme alla piccola Melanie, la loro bimba di due anni e presero posto in una delle prime file, con la bambina che stringeva forte le braccine intorno al collo del padre.
“Questa camicia mi stringe,” si lamentò Gregorio, entrando in chiesa alle spalle di Antonio, Beto e Jackie. Questi ultimi si tenevano a distanza di sicurezza, anche se ormai girava voce che stessero insieme.
“Smettila di lamentarti Gregorio, oggi è un giorno importante,” ribatté Antonio, ostentando un grande sorriso. “È il battesimo del mio figlioccio,” aggiunse, raggiungendo una raggiante Angelica, che intratteneva gli invitati e il sacerdote con aneddoti sul suo nipotino.
Gregorio borbottò qualcosa tra i denti, poi andò a sedersi in fondo alla chiesa e Beto lo seguì, mentre Jackie andò a salutare Diego. “Ehi mamma,” ghignò il giovane, abbracciandola. Solo da poco aveva iniziato a chiamare lei e Pablo mamma e papà e la bionda era così felice che non si stancava mai di sentirglielo dire. “Ma quanto sei elegante, non sono abituata a vederti così.” Diego sorrise, scrutandola ammirato. “Mai quanto te mamma, sei uno schianto.”
“Stanno arrivando.” Violetta, Francesca e Camilla si affrettarono a prendere posto accanto ai loro fidanzati, mentre Pablo e Angie facevano il loro ingresso in chiesa, tenendo tra le braccia un piccolo fagottino vestito di bianco, Jorge Galindo. I due consorti sorridendo agli invitati, raggiunsero il parroco, che subito diede inizio al sacramento del battesimo, con Angelica e i genitori di Pablo che nonostante avessero assistito già a quello dei gemelli, si commossero lo stesso fino alle lacrime.
Alla fine del battesimo, tutti si recarono nel grande ristorante prenotato dai Galindo e mentre il piccolo Jorge passava tra le braccia di un numero spropositato di amici e parenti, Pablo e Angie si concessero un momento per sedersi e recuperare energie. “È una mia impressione o è stato ancora più stancante di quello dei gemelli?” Sussurrò la bionda, guardando di tanto in tanto Martin e Sol che giocavano allegramente con Melanie e che venivano tenuti d’occhio da Francesca e Camilla. Pablo scrollò le spalle, poggiando una mano sulla sua. “Se non avessi la mania della perfezione ora non saresti così stanca, mia dolce perfezionista.”
Angie sorrise, sollevando un sopracciglio. “Mi hai detto in maniera gentile che sono una maniaca del controllo come mio cognato? Ti sembra una cosa carina da dire a tua moglie?” Aggiunse, fingendosi offesa.
Galindo scoppiò a ridere, intrecciando le loro dita. “Almeno sono stato gentile, lo devi ammettere. Ahia...” soffiò, quando lei lo colpì con uno scappellotto dietro al capo. “Sei manesca.”
“Lo sapevi anche quando mi hai chiesto di sposarti, caro il mio Galindo, perciò non lamentarti.”
“Infatti non mi lamento,” sorrise Pablo, sfiorandole una guancia con una dolce carezza. “Sei manesca, nevrotica, lunatica e… e tante altre cose, ma non potrei vivere un singolo istante senza te e i nostri angeli.” Quelle parole commossero Angie, che subito lo strinse in un forte abbraccio, lasciandosi andare a un pianto silenzioso. “Oh Pablo, un giorno di questi mi farai sciogliere come neve al sole. Ti amo così tanto!”
Un grande sorriso si formò sul volto di Pablo, che strinse teneramente a se la donna della sua vita. Dirle “ti amo anch’io” gli sembrava così banale, lui non solo l’amava, ma la considerava insieme ai suoi figli ciò che dava un senso alla sua vita, erano loro che gli permettevano di svegliarsi ogni giorno, di respirare, di vivere, loro erano tutto ciò che contava, il resto non aveva importanza. Prese il volto di Angie tra le mani e le lasciò un dolce bacio sulle labbra. “Tu non hai idea di quanto ti amo, Angie Saramego.”
“Ehi genitori sdolcinati,” li richiamò un divertito Diego, facendoli sussultare. “Jorgito richiama le attenzioni della sua mamma.” Angie scattò immediatamente in piedi, andando nella direzione indicata dal ragazzo, dove il piccolo Jorge piangeva disperato tra le braccia di Angelica.
“Come stai?” Sorrise Pablo, facendo cenno al moro di sedersi accanto a lui.
“Semmai dovrei chiederlo io a te, papà,” ribatté divertito. “Sono sempre i festeggiati che si stancano di più, no?”
Galindo annuì, fissandolo emozionato. Si sarebbe mai abituato al fatto che il figlio che aveva scoperto di avere più di quattro anni prima avesse iniziato a chiamarlo papà? Onestamente non sapeva dirlo. Era così bello passare del tempo con lui, vederlo finalmente felice, cosa che quando viveva con i Ramirez non era. Ora i suoi genitori adottivi e lo stesso Joaquin erano in carcere e incredibilmente le testimonianze determinanti erano state proprio quelle di Diego, Miguel e Jackie, coloro che a prima vista sembravano quelli che non avrebbero mai parlato, il primo perché non sembrava voler cercare vendetta, il secondo perché si trattava comunque dei suoi genitori e la terza perché era appunto la figlia spesso sottomessa di Joaquin. Pablo che nutriva una grande rabbia verso quei tre individui, era stato quindi anticipato e la sua testimonianza si era rivelata solo una conferma a quelle degli altri. Tutto sommato non poteva lamentarsi, anche se era convinto che nulla potesse cancellare le sofferenze che Diego e Miguel erano stati costretti a sopportare, si poteva andare avanti, ma non si poteva dimenticare.
“A cosa pensi?” Chiese Diego, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Pablo sorrise, dandogli una pacca sulla spalla. “Penso che sono felice, ho avuto tutto ciò che ho sempre desiderato. Tu sei felice, Diego?”
Il giovane sorrise a sua volta e annuì. “Si papà, ora dopo tanto tempo lo sono davvero,” mormorò, guardando Camilla, che parlava allegramente con Francesca e Ludmilla.
“Siete una bella coppia,” commentò Galindo, guardando nella sua stessa direzione. “Perché non vai ad invitarla a ballare?”
“Papà,” provò a protestare Diego, ma lui praticamente lo spinse verso la Torres e così il giovane non poté fare altro che condurla sulla pista con il solito sorrisetto stampato in faccia, mentre lei gli rivolgeva un grande e luminoso sorriso. “Per fortuna che Pablo ti ha spinto, se no chissà quando ti saresti deciso,” lo punzecchiò Camilla, mentre ballavano un lento stretti l’uno tra le braccia dell’altra.
Lo spagnolo sogghignò, accostando le labbra al suo orecchio. “Ma come siamo polemiche, se ci appartiamo da qualche parte te lo faccio tornare io il buon umore,” aggiunse maliziosamente.
Di tutta risposta Camilla avvampò di colpo e gli pestò un piede, facendogli fare una smorfia di dolore. “Ma quanto sei volgare, non hai nemmeno un po’ di tatto. A cosa pensavo quando ti ho preferito a Broadway non lo so.”
Diego sorrise, stringendola ancora di più a se. “Te lo dico io tesoro, il fatto che sono uno stronzo ti piace un sacco e non negarlo,” proseguì con voce calda, accostando le labbra a un soffio dalle sue. “Sei pazza di me come io lo sono di te, bambolina.” Si sorrisero, poi si scambiarono uno di quei baci che di solito erano privati, quelli carichi di passione che erano capaci di imbarazzare chi vi assisteva, ma in quel momento ai due non importava e continuarono ancora e ancora. Seguendo il loro esempio, anche Maxi e Nata e Federico e Francesca scesero in pista, seguiti poi da Marco e Lena, Luca e Ludmilla, Andres e Libi, German ed Esmeralda, Pablo e Angie e ovviamente Leon e Violetta. Questi ultimi non aspettavano altro che stringersi l’uno all’altra, anche se lo sguardo vigile di German li seguiva perennemente. In ogni caso si sforzarono di ignorarlo, sorridendosi e sussurrandosi dolci parole. “Ti ho già detto che sei stupenda?” Mormorò Leon dolcemente, facendola arrossire. “Tante volte, ma mi piace sentirtelo dire,” ammise con un filo di voce. “E io ti ho detto che anche tu lo sei?”
Il messicano sorrise, accostando la fronte alla sua e specchiandosi nei dolcissimi occhi nocciola della ragazza che amava. “Un giorno questo sarà il battesimo del nostro bambino.”
Violetta avvampò, imbarazzata. “Se ti sente mio padre, ti ammazza e poi muore.” Nella sua mente si era però già fatta strada la scena di loro due con una creaturina stupenda dagli occhi verdi e non poté fare a meno di sorridere sognante. “Sarebbe stupendo,” ammise, mentre Leon faceva sfiorare i loro nasi e al contempo continuava a condurla in un romanticissimo lento.
“Un giorno accadrà Amore, vedrai.” La baciò dolcemente, venendo immediatamente corrisposto dalla giovane, che gli intrecciò le dita dietro al collo. In lontananza avvertirono la voce di German borbottare qualcosa e proprio per questo, Violetta prese per mano il fidanzato e lo condusse fuori al piccolo terrazzo del ristorante. Pochi metri e già si stavano di nuovo baciando, stavolta con maggiore trasporto. Leon la fece indietreggiare spalle al muro, continuando a baciarla. Con una leggera pressione della lingua, le fece schiudere le labbra, così che le loro lingue s’intrecciarono, dando vita a una danza sensuale e appassionata. Le sue mani nel frattempo le percorrevano la schiena, mentre quelle della ragazza s’intrecciavano nei suoi capelli.
“Amore,” sussurrò Leon, quando si staccarono per mancanza di fiato. “Sono stato sul punto di chiamare mio padre,” ammise, facendola fare di colpo seria. Dopo che il ragazzo aveva scoperto che Fernando tradiva Miranda con la madre di Ludmilla, il rapporto già precario tra di loro si era definitivamente spezzato e quando la madre era stata dimessa dall’ospedale, era rimasto a vivere con lei nella loro casa, mentre l’uomo aveva fatto le valigie. Violetta allora non rimase sorpresa, Fernando si era comportato malissimo con il figlio, attribuendogli la colpa dell’incidente di Miranda e mettendo quindi a rischio il suo equilibrio mentale. Ricordava ancora l’ombra che vedeva nei suoi occhi verdi, gli incubi che lo tenevano sveglio per notti intere. Pensava che Leon non si sarebbe mai ripreso, soprattutto perché chi lo tormentava psicologicamente era il suo stesso padre, che mai si era comportato come tale e la sua amata madre era bloccata in un letto d’ospedale in stato di incoscienza. Sapere che avesse pensato di chiamarlo l’aveva colta di sorpresa, anche perché era tanto che non sentiva né vedeva l’uomo.
“Davvero?” Riuscì a sussurrare. “Come mai?”
Leon scrollò le spalle, avvicinandosi alla ringhiera del piccolo terrazzino e guardando distrattamente il panorama oltre di essa. “Nessun motivo in particolare,” iniziò, mentre con pochi passi la ragazza lo raggiungeva e gli poggiava una mano sul braccio. “Oggi è il suo compleanno e bè… anche se non gli ho risposto, lui mi ha chiamato per il mio e pensavo che se non avessi ricambiato mi sarei dimostrato peggio di lui.”
Violetta annuì, poggiando la guancia contro la sua spalla. “Sei migliore di lui in ogni caso e lo sai.”
Il giovane Vargas le circondò la vita con un braccio, attirandola maggiormente a se, lo sguardo ancora perso nel vuoto. “So che non hai mai voluto mettere voce nelle mie decisioni e questa è una delle cose che amo di te, ma… secondo te è sbagliato se non riesco a perdonarlo? Non voglio vederlo, non voglio sentirlo… lo odio ancora. Tu non pensi che questo mi renda come lui e…”
La mora scosse la testa con decisione. “Tu non sei come lui, tu sei migliore.” Gli prese il volto tra le mani, accarezzandoglielo dolcemente. “Guardami Leon,” quando lui lo fece, proseguì. “Siamo persone, non santi. Nemmeno io al tuo posto lo perdonerei, lo odio per tutto il male che ha fatto a te e a tua madre,” aggiunse, con una traccia di risentimento. Forse sbagliava a parlare così di quello che comunque restava il padre del suo ragazzo, ma era anche vero che si era ripromessa di essere sempre sincera e perciò non se ne pentiva.
Leon annuì. “Anche io la penso così, è mia madre che nell’ultimo periodo si è messa in testa che dovremmo parlare.”
“Tu vuoi farlo?” Insistette Violetta. “Vuoi parlare con lui?”
“Per niente,” sbottò il messicano, storcendo il naso. “Da quando non ho più a che fare con lui, sto finalmente bene.”
La Castillo si specchiò nei suoi occhi verdi e quando vi lesse le stesse identiche emozioni che le aveva espresso a parole, sorrise e annuì. “Allora non farlo.”
Leon sorrise, prendendole la mano sinistra, dove faceva bella mostra di se un anello con un piccolo brillante e lasciandole un bacio sul dorso. Tale gesto, così dolce e romantico, la fece diventare rossa come un peperone. “Cosa ne pensano le tue amiche del tuo anello di fidanzamento?”
Violetta si aprì in un grande sorriso, intrecciandogli le braccia al collo. “Lo adorano e dicono che i loro ragazzi dovrebbero prendere spunto da te, ma io gliel’ho detto,” aggiunse a un soffio dalle sue labbra. “Il mio ragazzo è unico e per questo straordinario.” Si sollevò poi sulle punte e gli diede un bacio a fior di labbra. “Ti amo, Leon.”
Il giovane le sfiorò una guancia con una leggera carezza, scendendo poi a lasciarle piccoli baci sotto l’orecchio. “Anche la mia ragazza è straordinaria, è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita”, soffiò con voce roca, per poi risalire con le labbra fino a raggiungere le sue. “Ti amo tanto, Amore.” Dopodiché la baciò con passione, facendo aderire i loro corpi, consapevole che sarebbe stato sempre così, lui e Violetta insieme, per sempre. Lei era il suo passato, il suo presente e il suo futuro, il destino aveva deciso così e lui non era di certo uno che si opponeva al destino, soprattutto se lo rendeva tanto felice. “Mi prenderò cura di te, per sempre.”
“Ed io farò lo stesso con te Leon, sempre,” sorrise lei, coinvolgendolo in un nuovo e appassionato bacio.







Ciao a tutti!
Ancora non mi sembra vero che questo è l'epilogo, ogni volta che lo rileggo mi viene da piangere, sembra ieri che ho postato il primo capitolo e invece è già passato tanto tempo. Insieme abbiamo riso, scherzato, imprecato contro gli scocciatori (Si Lara, parlo di te XD) e tante volte, leggendo le vostre meravigliose recensioni con le quali mi avete sostenuta e incoraggiata in questo lungo cammino, mi sono emozionata e per questo volevo ringraziarvi. Se ho portato a termine questa storia con entusiasmo e buon umore, è soprattutto grazie a voi e per questo vi voglio ancora una volta ringraziare e dirvi che mi avete fatto provare delle emozioni uniche *_______*
In particolare volevo ringraziare DulceVoz, Syontai, Ary_6400, Rio50, Shinebright e Leonettapersempre, che mi hanno sostenuta sin dal primo capitolo e con cui ho condiviso tanti scleri e risate :3 senza dimenticare ChibiRoby, JorgistaForever, Leonetta99, DWHO, Storieleonette, Morgana1994, Leonettissimapersempre, Fra_piano for ever, Dola_Kiss, DaniLeonetta, Kacy13, Vilu23, Arturina, Directioner_Niall4ever, Giuly sapientona 2000, Federica_2209, Simonuccia_98__, Leonetta4ever, JortinosamenteLeonetta.
Grazie di cuore, in questo fandom mi avete fatto sentire come a casa, siete dolcissimi!! :3
Un bacio e un forte abbraccio!
Trilly <3
  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: _Trilly_