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Autore: jeanny991    15/04/2014    6 recensioni
E se Akane, dopo il matrimonio fallito, in preda allo sconforto finisce per pensare che sarebbe stato meglio non aver mai incontrato Ranma? E se Akane si ritrova improvvisamente in una realtà, nella quale questo suo pensiero si realizza, dove vi sono tutti i personaggi che Ranma ha portato a Nerima ma nessuno di questi ha mai conosciuto il ragazzo col codino e lei è l'unica che ne conserva il ricordo? Come potrebbe reagire la nostra protagonista?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Mousse, Ranma Saotome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo 2

- La stanza degli ospiti è vuota. Qui non vive nessun Ranma Saotome. –

Ascoltando quelle parole Akane aveva sentito un brivido percorrerle la schiena. D’impulso corse su per le scale, raggiungendo la camera di Ranma. Spinse con forza il fusuma*, rischiando quasi di romperlo e la scena che si ritrovò davanti incarnava perfettamente ciò che Kasumi aveva affermato: il vuoto. Non c’era alcun segno che dimostrasse la presenza di una persona. Sui mobili c’era un sottile strato di polvere e l’ambiente sapeva di chiuso. Nell’armadio non c’era traccia di futon. Quella stanza non era mai stata abitata. Quando, nella mente della sedicenne si affermò questa consapevolezza una strana inquietudine la colse: che fine aveva fatto il suo ragazzo?
- Akane, che stai facendo qui? – la voce di Nabiki arrivava lontana alle orecchie della ragazza.
Nel momento in cui la Tendo mezzana le toccò una spalla per ridestarla da quello stato di shock, un pensiero la scosse. Se fosse stato un trucco escogitato dalla sua famiglia per obbligarla a far pace con Ranma e per farle ammettere i suoi sentimenti? Di scherzi del genere suo padre, con la complicità di tutti gli abitanti di casa Tendo, gliene aveva già fatti. Così si voltò con sguardo truce verso la sorella e con tono duro le rispose:
- Non so come ci siate riusciti in una sola notte ad organizzare tutta questa messa in scena, sappiate che questa volta non ci casco! –
- Akane, non ho idea di cosa tu stia parlando. –
-  Dimmi immediatamente dove si è cacciato quel baka del mio fidanzato o giuro che non risponderò di me stessa!!!-
Nbiki si rese conto che la sorella stava facendo sul serio e la minaccia la fece vacillare, ma solo per un attimo.  Poi riprese il suo atteggiamento distaccato, decidendo di ricambiare l’aggressività con l’arma migliore che Nabiki Tendo possiedeva: il ricatto.
- Se ho ben capito, hai detto… fidanzato! Questa mi è nuova! Da quando tu, che dici di odiare tutti i ragazzi, ne hai trovato uno?! È proprio una bella notizia, se non vuoi che tutti i tuoi spasimanti lo vengano a sapere dovresti pagarmi un indennizzo per la maniera sgarbata con la quale mi hai appena trattata. - 
- Cos… -
- Sono 1000 yen, - con un sorrisetto ironico la Tendo mezzana allungò la mano per ottenere i soldi.
La furia di Akane si bloccò immediatamente. Prima che potesse ribattere, vide Kasumi, con aria spaventata, raggiungerle.
- Sorellina mi stai davvero preoccupando… stai dicendo cose senza senso… non è che ieri hai sbattuto la testa da qualche parte e hai la memoria un po’ confusa?  Forse dovresti far visita al dottor Tofu. – disse con tono grave.
La minore delle sorelle non sapeva più come reagire. Poteva aspettarsi una recita perfetta da Nabiki, ma che Kasumi, la persona più pura del Giappone, arrivasse a mentirle fino a quel punto, non se lo sarebbe mai aspettato. I suoi ragionamenti furono interrotti dalla voce contrariata di Nabiki.
- E no! Oggi inizia il mio ultimo anno di liceo e tutto deve filare liscio. Se voglio ottenere dal Furinkan un’ottima lettera di presentazione per entrare alla Todai**, Akane deve fare la sua parte. Oggi non può essere assente, quindi verrà a scuola e si comporterà normalmente. Alla fine delle lezioni l’accompagnerò da Tofu. Intesi? E sorellina datti una sistemata a quei capelli, sembri una pazza! –
Akane si portò istintivamente una mano sulla nuca e si accorse di qualcosa che le era totalmente sfuggita: i capelli le erano ricresciuti. Arrivavano nuovamente alle scapole. Corse immediatamente in bagno per specchiarsi e la sua immagine riflessa confermava la lunghezza dei suoi capelli. Come diavolo era stato possibile? In una notte, non avrebbero potuto crescere così rapidamente, inoltre da quando a causa di Ranma e Ryoga era stata costretta a tagliarli, aveva deciso di mantenerli corti. Qualcosa non quadrava. Sicuramente la crescita dei capelli era legata alla scomparsa di Ranma e l’atteggiamento delle sue sorelle le faceva presumere che non fossero responsabili di tutto ciò. Allora chi poteva esserci dietro a quella situazione? Un nome si affermò con forza nella mente: Shan-pu. L’inganno e la manipolazione erano la specialità dell’amazzone cinese. Già una volta le aveva fatto perdere la memoria sull’esistenza di Ranma. Poteva aver usato un trucco simile nei confronti dei Kasumi e Nabiki, al fine di farla sembrare matta. Magari aveva drogato Ranma e l’aveva portato via con sé, cancellando ogni traccia della sua residenza in casa Tendo. Quella le sembrava la spiegazione più plausibile. Si ripropose di far visita al Neko Haten e di far emergere la verità a suon di pugni. Ma prima avrebbe assecondato le sorelle per non turbarle ulteriormente. Dopo essersi scusata con entrambe per lo strano comportamento, si recò a scuola in silenzio, elaborando mentalmente un piano per convincere la cinese a parlare.

Arrivata a scuola l’attesero altre sorprese. Non appena mise piede nel cortile del Furinkan, un orda di ragazzi, provenienti dai diversi club sportivi, l’assalirono con lo scopo di ottenere un appuntamento. Akane li sconfisse in poco tempo come accadeva prima dell’arrivo di Ranma. Si chiese se anche quella sceneggiata facesse parte del piano di Shan-pu per disorientarla. L’ultimo ragazzo che le si parò davanti fu Kuno.
- Dolce Akane Tendo, un nuovo anno scolastico è iniziato. Tu, splendente come sempre, illumini il mio cammino, come potrò vivere senza di te il prossimo anno?! Il destino crudele vuole impedire al nostro sogno d’amore di continuare a fiorire, per questo mia cara Akane, permettimi di sconfiggerti al fine di uscire con te e di regalarti quel bacio che tanto desideri! –
La ragazza era più disgustata che mai da quel melenso monologo ma aveva poca voglia di impegnarsi in un altro scontro con quello svitato, così pensò di sviare il discorso.
- Non è proprio il momento Sempai. Perché non rivolgi tutte queste belle parole alla ragazza col codino, scommetto che sarebbe felicissima. – replicò ironicamente. Tuttavia, la risposta di Kuno la lasciò interdetta.
- Ragazza con il codino? Akane Tendo, stai insinuando che il mio cuore palpiti per un’altra?! Sicuramente tutte le ragazze della scuola vorrebbero occupare un posto speciale nel mio cuore ma per me esisti solo…-
Tatewaki Kuno non poté finire perché venne mandato in orbita dalla minore delle Tendo. Anche al sempai era stata cancellata la memoria circa l’esistenza di Ranma. E non solo lui, tutti i compagni di scuola non sembravano ricordarsi di Saotome Ranma. Quella situazione stava facendo impazzire Akane, era arrivata addirittura a pensare che fosse lei nel torto.
Ovviamente non riuscì a seguire minimamente le lezioni e appena la campanella suonò, annunciando la pausa pranzo, decise di non poter più aspettare. Uscì di nascosto dal Furinkan e si diresse verso il ristorante cinese.

Entrata nel locale venne accolta cordialmente da una Shan-pu intenta a servire ai tavoli.
- Buon giolno Akane-chan! Se vuoi accomodalti a quel tavolo laggiù ti polto subito il menù! –
Akane-chan?! Da quando Shan-pu le dava così tanta confidenza? Inoltre non sembrava neanche un po’ intimorita dal suo arrivo. Continuava a comportarsi naturalmente, come se non avesse nulla da nascondere. Certo, Shan-pu era sempre stata molto brava a fingere. Quindi, Akane decise di stare al gioco. Si accomodò al tavolo come le aveva suggerito. Quando la cinese appoggiò il menù, la giapponese le bloccò velocemente il polso.
- Che cosa stai tramando?!- le si rivolse collerica.
- Eh? – lo sguardo dell’amazzone era confuso. 
- Non fare la finta tonta! Ci siete sicuramente voi dietro la scomparsa di Ranma! Dimmi dove l’avete nascosto e come avete fatto a cancellare la memoria a tutti gli altri!!-
Akane non si accorse di stare urlando e di aver attirato l’attenzione di tutti i clienti del ristorante.
- Non capisco davvelo. Chi è Lanma? E pelché dovlei nascondele qualcuno che non conosco. Ti plego di smettela altlimenti la bisnonna ti caccelà a bastonate! –
- Non la smetto assolutamente e sono disposta a combattere se non mi dite la verità! – dicendo questo Akane si alzò e si mise in posizione di guardia. Sentiva la rabbia rifluire in tutto il corpo. Non solo quella gatta morta aveva architettato tutta quella farsa per rubarle il suo Ranma, stava pure continuando a prenderla in giro. Senza pensarci due volte scagliò un pugno in direzione di Shan-pu che lo schivò abilmente. Tentò poi di colpirla con un calcio, anche quello non andò a segno. Stava per attaccarla nuovamente quando venne bastonata sulla schiena.
Obaba era entrata in scena, seguita da un titubante Mouss.
- Ora basta! Questo è un ristorante e una zuffa all’ora di apertura non è consentita! – tuonò l’amazzone centenaria con voce gracchiante.
- Allora ditemi dov’è Ranma! Voi siete le uniche a tentare inganni miserevoli, come cancellare la memoria, per costringerlo a diventare il consorte di Shan-pu! – ribatté la Tendo.
- Io non ho un consolte! Nessun uomo ha mai battuto Shan-pu! – disse trionfante l’amazzone giovane.

Akane era allibita, neanche loro conoscevano Ranma. All’inizio era convinta che le stessero mentendo spudoratamente ma il tono tronfio col quale Shan-pu aveva dichiarato di non essere mai stata battuta da un uomo, la stava facendo ricredere. Alla domanda del perché pensasse che un certo Ranma Saotome dovesse sposare Shan-pu, Akane decise di raccontare la sua versione dei fatti. Obaba, al termine della storia, scoppiò in una fragorosa risata.
- Sembra che tu sappia molte cose sulle nostre leggi, ragazzina. Comunque niente di quello che hai detto rispecchia il motivo della nostra permanenza in Giappone. Shan-pu è candidata a diventare un membro del consiglio delle amazzoni del villaggio per le sue ottime abilità di combattente. Prima di ottenere la carica, le nostre leggi prevedono che si trattenga per un periodo all’estero per dimostrare la sua capacità di sopravvivenza al di fuori del villaggio. Qualità fondamentale per un’ amazzone di grande prestigio. Io sto supervisionando il suo lavoro mentre questo qui- indicò Mouss col bastone – ha seguito mia nipote perché è ossessionato da lei. –
- Non sono ossessionato io la…- il cinese non finì la frase perché ricevette una bastonata da Obaba.
- Taci. Mia nipote non ti sposerà mai, ti ha sconfitto a tre anni. Non sei degno. Per concludere, Tendo, ci siamo trasferite a Nerima per le ragioni sopracitate e il fatto che la tua famiglia sia nostra cliente abituale ti evita di dover ripagare i danni subiti. Adesso vattene! –

Akane si sentiva tremendamente confusa. Non capiva se stesse vivendo nella realtà o in un sogno. Era tutto sbagliato. Eppure le persone reagivano alle sue accuse con sincero stupore. Avrebbe tanto voluto che quello fosse un brutto sogno da cui svegliarsi e ritornare alla sua vita. La sua vita turbolenta e movimentata accanto a Ranma. Improvvisamente un flash le attraverso la mente:

“Sul serio avresti preferito non incontrarlo mai? “
“Forse sì! Magari adesso non mi sentirei così umiliata, insicura e debole! Avrei ancora la mia bella chioma di capelli lunghi e non rischierei di essere aggredita dalle sue fidanzate, anzi magari sarei amica di Ukyo e Shan-pu!”


Il discorso che lei e Mouss avevano fatto il giorno precedente al parco. Se lui l’avesse presa in parola? Il cinese aveva accesso agli strumenti magici di Obaba, poteva averli usati per cambiare la realtà. Doveva assolutamente parlare con lui da sola.
Fortunatamente il ragazzo la accompagnò fuori dal locale e lei colse l’occasione per lasciargli un biglietto nel quale lo invitava ad incontrarla quella sera stessa nel parco del quartiere. Mouss chiese delle spiegazioni ma Akane gli rispose che era meglio affrontare la questione lontano da orecchie indiscrete. Dopo lo scompiglio creato, la ragazza avrebbe fatto meglio a tenersi lontana dal Neko Haten. Per il momento. 

 

*fusuma=porta scorrevole fatta di una base di legno ricoperta di carta di riso e di un secondo strato di carta decorata.
*Todai= Università Imperiale di Tokyo. È una delle più prestigiose università del Giappone.
 

Angolo autrice:
Anche il secondo capitolo è andato. Spero che non ci siano errori se ne trovate ditemelo che correggo subito! Se c’è qualche parte della storia che non convince sono aperta a qualsiasi tipo di critica. Il pezzo sulla motivazione per la quale Shan-pu, Mouss e Obaba sono in Giappone è ovviamente una mia invenzione. Dovevo giustificare la loro presenza a Nerima senza che vi fosse Ranma di mezzo e l’unica idea che ho avuto è stata quella. Questa tattica dovrò utilizzarla anche con tutti gli altri personaggi spero che le prossime motivazioni risulteranno il più credibili possibile.  Ringrazio tutti coloro che hanno letto il primo capitolo e che decideranno di seguire la storia, in particolare faith84 che è stata così gentile da recensire. Buona lettura e alla prossima! Sayonara!

  
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