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Autore: Liabele_swag1D    15/04/2014    3 recensioni
"Che stai leggendo?" chiese lui sporgendosi come se stesse cercando di sbirciare le parole scritte su quella pagina ruvida di libro.
"Macbeth" risposi in tono secco, un po' infastidita da quell'indiscreta vicinanza.
"Chi è l'autore?" chiese in tono incuriosito. Chiusi di scatto il libro, stavolta irritata.
"Sai dovresti leggere di più. E' Shakespeare." Alzai i tacchi per cercare un luogo più tranquillo in cui leggere.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovavo nell'enorme libreria della scuola intenta a leggere una delle opere più famose di Shakespeare: Macbeth. La professoressa di letteratura ci aveva assegnato come compito per le vacanze natalizie la lettura di un libro, a nostro piacere, di uno dei più citati autori inglesi. La cosa non mi dispiaceva affatto, anche perché, sin da bambina, avevo una passione assurda per la lettura. Fra Angeli e demoniThe Vampire Diaries e l'intera saga de Innamorata di un angelo, la mia fantasia aveva spiccato il volo. Grazie ad essa, ero la prima della classe in scrittura creativa. Ma non per questo ero la classica "secchiona di turno", sia ben chiaro. Sapevo il fatto mio. Ero una ragazza silenziosa di fronte agli altri, ma schietta e simpatica con gli amici. Non facevo parte di nessuna cerchia. Non ero né cheerleader, né sportiva, né nerd.
Ero... normale.
Immersa ormai nel mio libro, con gli occhiali scuri che scivolavano lentamente lungo il naso, non mi ero accorta del fatto che la campanella era suonata e che alunni e prof erano piombati a prendere i tavoli migliori nell'aula mensa. In tutta la Biblioteca eravamo si e no, ad occhio, una decina di ragazzi. Forse erano lì per recuperare qualche compito andato male, o magari per sniffarsi qualcosa visto che a quell'ora anche la bibliotecaria era in pausa e fuori non si poteva uscire per il freddo terrificante che padroneggiava, insieme alla neve, ad Holmes Chapel. C'era un brusio leggero che pervadeva nelle mie orecchie il che rendeva la mia lettura ancor più stressante. Avrei urlato a tutti quei drogati di fare un po' di silenzio o per lo meno gli avrei indicato il cartello con su scritto "Shut up.", ma per evitare discussioni indesiderate, lasciai perdere. Sentii la porta sbattere leggermente, chiusi il libro, tenendo il pollice fra le pagine, come se fosse stato un segna libro, un po' incuriosita inclinandomi per vedere attraverso gli scaffali chi fosse entrato. Un ragazzo. Ottimo, ora anche lui si sarebbe messo a parlare, fantastico! Mentre passava lungo il corridoio principale si trovò di fronte il settore in cui mi trovavo io, il genere drammatico-storico. Si fermò a guardare uno scaffale in particolare e mentre stava per afferrare un libro gli passò affianco una ragazza bruna con in mano un paio di libri e qualche cartella. Per sbaglio ci andò a sbattere procurando così la caduta della mora e di tutti i suoi libri. Non potei a fare a meno di portarmi una mano sulle labbra e ridere sommessamente per l'impacciataggine del giovane. Quest'ultimo però se ne rese conto e mi lanciò uno sguardo di sfuggita dopodiché porse ancora le sue scuse  alla ragazza bruna grattandosi la nuca imbarazzato.  Ma lei con sguardo di sufficienza se ne andò sculettando. Scossi la testa e mi precipitai a capofitto nel libro riprendendo dal punto in cui ero rimasta. Troppo dostratta, non mi ero accorta che qualcuno si stesse avvicinando. 
"Ehy"
Quel "ehy", che mi fece sobbalzare come se fossi stata punta da un' ape, detto così raucamente... non lo potrò mai scordare. Mi voltai un po' troppo bruscamente tant'era che persi l'equilibrio ma delle forti e muscolose braccia mi afferrarono giusto in tempo. Lo guardai in volto: beeh sì, era un maschio. Lo stesso ragazzo ch aveva fatto cadere tutti quei libri e la signorina che li trasportava con una movenza da ochetta. Aveva gli occhi verdi e ,da quanto si poteva dedurre, per via del cappellino di lana blu scuro che gli copriva la testa, i capelli ricci e castani. Le labbra gli si curvarono in un timido sorriso, mostrando una meravigliosa dentatura bianca e ben curata. Le guance erano solcate da due morbide fossette. 
"Scusami se ti ho spaventata- disse lasciandomi la vita- mi chiamo Harry" 
Sorrise, di nuovo.
"Io invece sono Shelby, e ora, se non ti dispiace, dovrei finire!" esclamai, sembrando un po' un'isterica, indicando il libro.

"Che stai leggendo?" chiese lui sporgendosi come se stesse cercando di sbirciare le parole scritte su quella pagina ruvida di libro.
"Macbeth" risposi in tono secco, un po' infastidita da quell'indiscreta vicinanza.
"Chi è l'autore?" chiese con il suo tono incuriosito. Chiusi di scatto il libro, stavolta irritata.
"Sai, dovresti leggere di più. E' Shakespeare." 
Alzai i tacchi per cercare un luogo più tranquillo in cui leggere.
"Ehy, io leggo molto invece!" la sua voce era un po' più colorita ma sempre calma e profonda.
"Ah, davvero? Sentiamo, dimmi una citazione famosa!" le parole mi erano uscite spontaneamente ma ormai c'ero dentro. Non che la cosa mi dispiacesse, anzi, incominciava a farsi interessante.
"Essere o non essere questo è il problema" canzonò lui usando un tono aristocratico quasi imperiale. Gli stavo per ridere in faccia ma cercai di esser abbastanza seria.
"Ti prego, questa la conoscono tutti. Hai rispecchiato a pieno la teoria del tutto muscoli e niente cervello. Ci si vede, Harry" un po' civettuola, me ne andai.
"I più bei versi, le più belle scene a teatro riguardano sempre la morte perché il più grande messaggio dell'artista..."
"E' farci comprendere la bellezza della disfatta- sussurrai pensierosa la frase che aveva cominciato Harry- Il Ritratto di Dorian Grey" conclusi usando nella mia voce un pizzico di soddisfazione. Il castano si avvicinò lentamente con le mani in tasca.
"Credi ancora che sia tutto muscoli e niente cervello?"
Beh dire che era vicino era un eufemismo.
"Oh."
Era difficile persino guardarlo negli occhi. Era così... Sembrava un bellissimo principe azzurro uscito da una favola che era venuto a prendermi per portarmi via nel regno di Fantàsia irritante.
Mi scostai sotto il suo sguardo perquisitore. 
"Niente male Styles"
"Come conosci il mio cognome?"
"Trucchi del mestiere." Non era vero, ce l'aveva scritto su un portachiavi che gli cadeva dalla tasca.
"Le faccio i miei complimenti signorina Collins." disse facendo un finto inchino.
"E tu? Come conosci il mio?"
"Trucchi del mestiere" rispose profondamente strizzando l'occhio destro.
Ridemmo e scherzammo facendo il giro di tutta la biblioteca. Il tempo passava passava ma era troppo bello per accorgersi che si era fatta sera, erano le sei.
"Che ci fa un ragazzo come te qui?" gli chiesi improvvisamente.
"Cosa intendi con uno come me?" disse inarcando un sopracciglio.
"Beh non sembri uno studioso voglio dire... senza offesa, ma dai più l'impressione di un... playboy" conclusi un po' imbarazzata.
"Quindi stai dicendo che sono figo" rise.
"Non ho detto questo!" gli strillai in faccia sentendo le guancie che andavano a fuoco.
"Ma l'hai pensato" mi accusò con un indice puntato al petto. 
Risi nel colmo dell'assurdo. 
"Beh, in poche parole, sono qui per via della mia prof di grammatica, sai, dice che non studio molto la sua materia e quindi mi ha 'punito' mandandomi in biblioteca senza darmi neanche il tempo di pranzare..." sullìultimo fece una faccia schifata talmente buffa che mi dovetti trattenere dal ridergli in faccia.
"Che genere ti piace di più?" chiese lui tenendo le mani congiunte dietro la schiena. Ora ci facevo caso della mia altezza inconfronto alla sua: Gulliver e la Lillipuzziana. Roba da matti. 
"Horror." risposi sicura.
"Ci avrei scommesso."
"Perché?" chiesi curiosa.
"Non hai l'aria di una tutta fate e unicorni, si vede che sei una tipa tosta"
"Lo prenderò come un complimento" risi.
"Infatti lo è" lo disse a bassa voce, a stento riuscii a sentirlo. Di scatto alzò la testa e incatenò il suo sguardo nel mio. Dio, che batticuore.
I nostri nasi si sfioravano, eravamo troppo vicini. Mi voltai improvvisamente facendo svolazzare la mia treccia bionda in faccia a lui, poveretto.
"Mi piace tanto questo libro.." dissi alzandomi sulle punte per prenderne uno a caso. Era solo per cambiare discorso. Se per discorso intendiamo quella battaglia di sguardi. Sentii poggiarsi qualcosa sulla mia spalla: era la sua fronte. Il suo naso strofinò leggermente il tessuto delicato del vestito floreale a gonna che indossavo. Mi girai e lui alzò la testa. Osservai le sue mani che si avvicinavano alle tempie della mia testa. Sfilò lentamente i miei occhiali. Tutto ora appariva più chiaro. Si lasciò scivolare il braccio che manteneva la montatura nera e con l'altro mi avvicinò a lui stringendomi il fianco. Il punto della vita in cui mi toccava bruciava, le tempie pompavano sangue a volontà e il mio cuore... beh, il mio cuore sembrava una turbina a gas. Ci conoscevamo da qualche ora eppure... eppure sentivo di potergli dichiarare sinceramente amore eterno. Sì vi sembrerà smielato e impossibile, ma... lo sentivo. Fino a quel momento non l'avrei mai pensato. Forse era semplicemente attrazione, era un bel ragazzo. Si poteva paragonare ad una torta alla banana: dolce,ma a modo suo. Quella che ti frena sempre sul più bello è la ragione. E se le persone agissero solo col cuore? Forse si sarebbe più veri o magari irresponsabili?
Mi spostai, ancora. Dio se ci rimase male. Sembrava un cane bastonato con tanto di raffreddore. Mi restituì gli occhiali, mise le mani in tasca e con un soffio disse:"Scusa". Se ne stava andando ed io non potevo far nulla per fermarlo. Era strano, mi dispiaceva. Mi dispiaceva non aver baciato uno sconosciuto. C'era da aggiungere che però io lo consideravo già la mia anima gemella. Una frase mi balenò nella mente, forse letta da qualche parte o  forse proveniente dal mio cuore.
La vita è fatta di attimi, se si sprecano quelli si spreca una vita.
Nel momento in cui stava svoltando l'angolo dello scaffale mi butti verso di lui prendendolo per l'angolo della maglia. Velocemente mise le mani sulle mie guance e mi baciò. La sensazione più bella della mia vita. Era un bacio casto. Io gli stringevo le maglia. Poi nel momento stesso in cui fece scivolare le mani lungo il mio bacino approfondì il bacio. Sentivo la sua lingua pizzicare nella mia bocca. Tutto era amplificato, ecco allora cosa provavano gli scrittori alla vista della loro amata. Dante con Beatrice, Petrarca con Laura, Harry con Shelby. Sentimmo dei passi e senza interrompere il nostro contatto Harry prese un libro a tastoni e lo mise di fonte a noi per coprirci. Il rumore dei passi si fece sempre più lontano fin quando non scomparve definitivamente con lo sbattito di una porta. Finalmente ci dividemmo. S.ì ho usato finalmente perché non ce la facevo senz'aria.
"Leggere serva a qualcosa, no?"
"E' la miglior cosa che mi sia capitata in tutta la mia vita"
Guardai l'orologio da polso che indossava. Era argentato e non sembrava adatto ad un ragazzo più che altro ad un uom- ODDIO MIO, PORCA CAROTA CHE ORE ERANO?
Gli lasciai il braccio un po' bruscamente e presi lo zaino e il giubbotto dalla scrivania su cui erano poggiati.
"E' tardissimo devo correre altrimenti mia madre m'ammazza!" urlai gesticolando nervosamente.
"Aspetta!" mi urlò di rimando mentre correvo di tutta furia fuori scuola. Era sera il sole era tramontato, e c'era solo qualche raggio a illuminare l'rizzonte. D'improvviso incominciò a piovere.
Mi bagnai tutta in pochi secondi. Una delle cattive abitudini che avevo nel periodo invernale era quella di non portare un ombrello appresso.
"Che c'è?" chiesi voltandomi tutta bagnata ed infreddolita. Non avevo neanche avuto il tempo di infilarmi il cappotto.
"Gli occhiali. Ti sei scordata gli occhiali" disse porgendomeli nella sua grande mano. Li presi velocemente e mi rigirai.
"Aspetta!"
"Si?" cercai di essere il più gentile possibile ma mi era difficile in quelle condizioni e quello che mi uscì dalla bocca fu un esasperato ed irritato"Si?".
"Ti sei scordata anche questo" Frazione di secondi e le mie labbra erano di nuovo sue. Tutte le mie preoccupazione si erano sciolte in quel bacio, ancor più tenero e dolce del primo. La pioggia, il vento, mia madre, il ritardo, i libri, gli occhiali, lo zaino... non c'erno più. Eravamo solo io e lui. Bagnati come due pulcini.
Forse anche se ai confini del mondo, quando due persone sono destinate a stare insieme, si raggiungerann in un modo o nell'altro. Io la mia anima gemella l'avevo incontrata in una biblioteca nel piccolo paesino di Holmes Chapel. Ed ero contenta così.



 

 
 

***




 
Non chiedetemi perché ma mi è venuta quest'ispirazione e vi prego lo so che è una cagata spaziale ma me la lasciate una piccola recensione?? Anche piccola piccola vi preeeeego :'( Se amate Harry fatelo pleaseeee ahahah okay ora chiedo troppo. AHAHAHAH
rispondo chiunque mi faccia una domanda o un chiarimento ah e se passate vi prego vi prego vi prego andate a leggere "Odiami Pure" è una FF su Zayn che però è poco cagata(?) Un bacione a tutte SCIAUUU BELEEE
La vostra imbranata autrice:
Lia_1D69
Ps. dovrei cambiare nick :/
  
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