DID YOU MISS ME?

Ti sono mancato?

Perché, perché, perché, quella frase gli rimbombava nella testa. Perché? Moriarty non gli era mancato affatto. E ora lo disturbava anche nel suo palazzo mentale.
<< Sheeerlock, ammettilo, ti sono mancato. Sei così felice di rivedermi. Te lo leggo in faccia, Sherlock. >>
<< Vai via da qui. Non ho bisogno di te. >>
<< Al contrario Sherlock, e lo sai bene. >>
Ed eccolo lì, davanti a lui, in un completo gessato blu scuro e un sorriso trionfante stampato in volto.
<< James Moriarty, fuori dal mio palazzo mentale. Ora. >>
Jim Moriarty rise. Rise e si avvicinò tanto da sussurrare all’orecchio del proprietario di quel posto immaginario.
<< Sai, è molto più eccitante sentirti pronunciare il mio nome intero. Ma soprattutto, Sherlock Holmes, io non posso andarmene. Sono parte di te, come tu lo sei di me. Mi hai fatto visita, ricordi?, quando eri sul punto di morte. Non puoi semplicemente mandarmi via! >>
Un brivido di repulsione e, cosa alquanto incredibile per un uomo freddo e calcolatore come Sherlock Holmes, di eccitazione risalì la schiena dell’investigatore. Sapeva che tutto quello stava succedendo nella sua mente, ma era così dannatamente reale: il corpo di quell’uomo spregevole vicino al proprio, la sua voce nell’orecchio. Cosa gli stava succedendo? Provava forse attrazione per Jim Moriarty? Impossibile.
<< Menti. Sei solo un incubo che la mia mente non riesce ancora a rimuovere. Ma verrà il giorno in cui verrai rimpiazzato da qualcosa di più utile. >>
Doveva allontanarsi da lì, e doveva farlo in fretta. Aveva il battito accelerato ed era sicuro che, se si fosse guardato allo specchio, avrebbe visto le sue pupille dilatarsi, tutto per colpa di quel diavolo. Si voltò, se ne andò a passi lenti, misurati; sentiva lo sguardo dell’avversario fisso su di lui e in quel momento la consapevolezza di non potergli fuggire lo colpì in pieno. E lo colpì anche la consapevolezza che quell’uomo probabilmente era morto, e non lo avrebbe mai più rivisto. Mai. E la sensazione di vuoto che provò, così inaspettata e nuova, lo fece fermare. Ovviamente Jim Moriarty era dietro di lui, a pochi passi, con la mani infilate nelle tasche dei pantaloni. Deglutì in silenzio, per la prima volta non aveva parole da pronunciare. Cosa fare, cosa fare, cosa fare? C’era una cosa possibile, per far finire quel tormento:  annullò la distanza tra lui e l’altro in tre lunghi passi, e lo baciò. Certo, non fu così facile come aveva programmato, avvicinarsi, circondare la nuca di Moriarty con le mani e posare le labbra su quelle di lui. Fu aiutato dallo stesso, che si aggrappò con tale forza alla sciarpa blu dell’investigatore che quest’ultimo temette di star soffocando.  Quanto rimasero così? Due, cinque, dieci minuti? Tre secondi? Chi lo può dire. Una cosa sola è da dire: non si staccarono di loro spontanea volontà.

Sherlock Holmes fu distratto dalla fastidiosa vocetta della Signora Hudson. Aprì un occhio, alzò appena la testa e disse:
<< Cosa. Cosa c’è? >>
<< Un uomo ti vuole vedere, Sherlock. Lo faccio salire? >>
Sherlock fece un cenno del capo e richiuse gli occhi, in attesa. Quei passi… Li conosceva. Ancora pochi attimi e avrebbe dovuto affrontare la minaccia. Tre… Fece un sospiro profondo, imponendosi di calmarsi. Due… Il cuore gli batteva all’impazzata, e non poteva fermarlo. Uno… Congiunse le dita davanti al viso, rilassando le spalle.

Knock Knock

Era il momento di aprire gli occhi. Un lieve sorriso gli si dipinse sul viso, mentre osservava James Moriarty, in un completo gessato blu scuro, esattamente come se lo era immaginato, con una mano ancora alzata per bussare una terza volta.

<< Ti sono mancato, Sherlock? >>

<< Non puoi sapere quanto, Jim. >>



Spero voi abbiate gradito questa fanfic! Sono aperta a consigli e critiche, a tuuuutto, giuro che non vi mangio <3
Comunque, quanto sono belli questi due?! Li adoro, sul serio, e se Moffat non fa tornare Moriarty nella quarta stagione, vado a protestare sotto casa sua.
E ho detto tutto.
Good bye <3