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Autore: Fink    16/04/2014    5 recensioni
Dalla storia:
"Lei è lì in piedi accanto al quarto tavolo, le mani appoggiate sul bordo liscio e grigio e gli occhi fissi sui tre corpi davanti a lei. Nudi contenitori di anime perdute.
Lui si avvicina a lei con passo lento. Una domanda a cui non riesce a dare voce si muta in un abbozzo di sorriso sulle sue labbra. "
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donald Mallard, Jennifer Shepard, Leroy Jethro Gibbs
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Armati di carta, penna e fantasia'
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Storia senza nessunissima pretesa. Solo l'ennesimo pensiero che mi sono fatta durante una puntata, osservando il comportamento di quei due (chi sono quei due? Jen e Jethro, ovviamente!). Perchè anche se spesso non si dicono nulla, gli sguardi parlano e i loro pensieri mi sembrano più veri delle loro parole




Pensieri a fior di labbra 

  



Titolo
: pensieri a fior di labbra
Challenge: sfida dei duecento prompt
Prompt: 102. Labbra 
Fandom: NCIS 
Personaggi: Leroy Jethro Gibbs, Jennifer Shepard, dott. Mallard 
Raiting: verde 
Tipologia: one-shot
Parole: 578 
  



La sala autopsie è illuminata da luci bianche e fredde come i tre cadaveri distesi sopra i tavoli d’acciaio. Due appartengono ai fratelli Dampsey, il terzo, più vicino all’ingresso, ad un agente NCIS, l’autista del direttore Shepard. Duky è seduto alla sua scrivania, indossa ancora il camicie verde e una cuffietta dello stesso colore. Gibbs sente i passi di Palmer alle sue spalle e lo vede entrare nella sala e avvicinarsi al dottore. 
Lei è lì in piedi accanto al quarto tavolo, le mani appoggiate sul bordo liscio e grigio e gli occhi fissi sui tre corpi davanti a lei. Nudi contenitori di anime perdute. 
Lui si avvicina a lei con passo lento. Una domanda a cui non riesce a dare voce si muta in un abbozzo di sorriso sulle sue labbra. 
“Sto bene, Jethro, davvero!*” gli risponde con voce pacata, senza alcuna esitazione. 
La paura, per un attimo, inchioda Gibbs ai suoi pensieri. Credeva che non avrebbe udito mai più alcun suono uscire da quelle labbra morbide. 
Lui beve un sorso di caffè e si allontana di pochi passi, avvicinandosi al primo dei cadaveri. Lei sta continuando a parlare, ma le sue parole non giungono a lui con chiarezza. La mente di Gibbs è ingombra di altri pensieri. Ha rischiato di perderla e ha permesso ai suoi sentimenti di riemergere, improvvisi e impetuosi come un temporale in mare. Un attimo prima navigava al largo con il timone ben stretto tra le mani, padrone del mare e dell’orizzonte e un attimo dopo era in balia della tempesta, incapace di manovrare la nave squassata dalle onde. 
Gibbs prende un altro sorso di caffè, nella speranza che quel liquido caldo e amaro che scandisce la sua giornata riporti regolarità nel suo animo. Poi si gira, pronto per affrontarla. 
“Pensi di dire qualcosa, prima o poi*?” le sue labbra si muovono appena, ma attirano la sua attenzione. Deve tornare in sé, pensa.    
“Un po’ di caffè?*” chiede mentre le porge il suo bicchiere. Lei lo prende senza esitazione e lo avvicina alle labbra, bevendo un sorso. Lui invidia quel bicchiere, vorrebbe essere al suo posto.    
“Ho i risultati degli esami del neuropatologo…*” la voce di Ducky arriva da lontano. Si era dimenticato della sua presenza in quella stanza. 
Gibbs lo ascolta mentre dice qualcosa a proposito di una malattia congenita e gli risponde a tono, ma non sa nemmeno lui che cosa sta dicendo. Sembra quasi che Gibbs voglia accanirsi sull’errore commesso dall’agente David. 
“A me sembra un caso di morte naturale.*” Afferma Jen con una nota di ovvietà. 
“È esattamente la mia diagnosi.*” conclude Ducky abbozzando un sorriso, poi se ne va. Gibbs lo osserva appoggiare la cartellina sopra il tavolo e fare un cenno al suo assistente. Le porte della sala autopsie si aprono con uno sbuffo, Duky e Palmer escono. Li guarda sparire dentro l’ascensore, dovrebbe seguirli. Seguirli gli sembra la cosa più sensata da fare. Jen è ancora appoggiata al tavolo d’acciaio, ha gli occhi chiusi e le sue labbra rilassate gli sembrano ancora più invitanti. 
Gibbs le si avvicina di un passo, esitante. La vede contrarre la mascella e deglutire pesantemente, si ferma. Scuote la testa - non è il momento giusto, pensa - e prima di lasciarsi sopraffare dalla emozioni fa un mezzo giro su se stesso ed esce. 
Jen sente lo sbuffo delle porte, riapre gli occhi e sospira. Le labbra di Jethro erano una tentazione troppo grande, non avrebbe resistito ancora a lungo.    
  
 
* Dialoghi tratti dalla puntata 3x 22 "Un pugno pericoloso"
   
 
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