Titolo: Open up your heart and just let it begin
Personaggi: Tobio Kageyama, Shoyou Hinata
Genere: introspettivo, fluuuuff
Avvisi: NN
Rating: verde
Note:
Niente da dichiarare se non: di nuovo, il primo bacio, ma rivisto e corretto XD
il titolo viene da Unconditionally di Katy Perry
Open up your heart and just let it begin
Non sa dire come succede, ma Tobio si ritrova a smettere di
strillare e a minacciarlo, le mani che s’infilano nei suoi capelli chiari e la
bocca che si chiude sulla sua mentre ancora è impegnato a urlargli addosso un
insulto. Non sa come succeda, se c’è dell’intenzionalità che fa capolino nella
sua mente, sa solo che accade e, anche se Hinata non reagisce, il puro e
semplice contatto gli trasmette una scarica di adrenalina in tutto il corpo.
Quando la ragione torna a lampeggiare al suo cervello e si costringe a lasciarlo andare e a fare un passo indietro per respirare, Shouyou è peggio di una statua, rigido e immobile con gli occhi spalancati come piattini, la bocca ancora aperta che pare incapace di serrare la mandibola. Tobio deglutisce, tanti, troppi pensieri che iniziano ad agitarsi dal fondo della nuca e un urlo che si forma in gola senza raggiungere l’esterno. Deglutisce, abbassando lo sguardo, e indietreggia.
-Io... ecco... non...-
-No- bisbiglia Hinata, interrompendo il suo scoordinato balbettio, e anche se ha ancora quell’espressione stralunata inizia a scuotere convulsamente il capo –No- ribadisce, e fa un passo avanti, afferrandolo per la maglietta sudata, e per un secondo Kageyama teme voglia tirargli una craniata o prenderlo a pugni e allora cerca ancora di svicolare –No!- esclama, strattonandolo verso di lui, e finiscono per essere premuti l’uno all’altro.
-Possiamo...- e Hinata deglutisce, finalmente, le labbra che si chiudono, e ha un che di affamato, quel semplice gesto, che Tobio si spaventa per l’ondata di desiderio che gli monta nel petto –Possiamo rifarlo?- chiede, e i suoi occhi castani danzano per tutto il suo viso, dalla bocca al naso agli zigomi, prima di tuffarsi nelle sue iridi nere, e Tobio sente le ginocchia scioglierglisi e prima che se ne accorga ha già annuito e ha di nuovo le dita sul suo cranio. Hinata si slancia, letteralmente, sulle punte dei piedi, e per qualche minuto il mondo diventa la sua bocca e la sua lingua e la sua saliva e il suo palato e il suo calore e tutto il suo corpo.
-Dio- ansima l’altro, quando si lasciano andare, il fiato mozzo e le membra in fiamme –è anche meglio di quel che pensavo-
Kageyama sbuffa, e ringhia un insulto sui suoi denti, ma lo bacia un’altra volta, perché Hinata è un idiota, così stupido e goffo, ma è uno stupido di cui ha bisogno e non ha intenzione di lasciarlo andare.
Quando la ragione torna a lampeggiare al suo cervello e si costringe a lasciarlo andare e a fare un passo indietro per respirare, Shouyou è peggio di una statua, rigido e immobile con gli occhi spalancati come piattini, la bocca ancora aperta che pare incapace di serrare la mandibola. Tobio deglutisce, tanti, troppi pensieri che iniziano ad agitarsi dal fondo della nuca e un urlo che si forma in gola senza raggiungere l’esterno. Deglutisce, abbassando lo sguardo, e indietreggia.
-Io... ecco... non...-
-No- bisbiglia Hinata, interrompendo il suo scoordinato balbettio, e anche se ha ancora quell’espressione stralunata inizia a scuotere convulsamente il capo –No- ribadisce, e fa un passo avanti, afferrandolo per la maglietta sudata, e per un secondo Kageyama teme voglia tirargli una craniata o prenderlo a pugni e allora cerca ancora di svicolare –No!- esclama, strattonandolo verso di lui, e finiscono per essere premuti l’uno all’altro.
-Possiamo...- e Hinata deglutisce, finalmente, le labbra che si chiudono, e ha un che di affamato, quel semplice gesto, che Tobio si spaventa per l’ondata di desiderio che gli monta nel petto –Possiamo rifarlo?- chiede, e i suoi occhi castani danzano per tutto il suo viso, dalla bocca al naso agli zigomi, prima di tuffarsi nelle sue iridi nere, e Tobio sente le ginocchia scioglierglisi e prima che se ne accorga ha già annuito e ha di nuovo le dita sul suo cranio. Hinata si slancia, letteralmente, sulle punte dei piedi, e per qualche minuto il mondo diventa la sua bocca e la sua lingua e la sua saliva e il suo palato e il suo calore e tutto il suo corpo.
-Dio- ansima l’altro, quando si lasciano andare, il fiato mozzo e le membra in fiamme –è anche meglio di quel che pensavo-
Kageyama sbuffa, e ringhia un insulto sui suoi denti, ma lo bacia un’altra volta, perché Hinata è un idiota, così stupido e goffo, ma è uno stupido di cui ha bisogno e non ha intenzione di lasciarlo andare.