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Autore: Cherolain    16/04/2014    3 recensioni
{Jeyne Poole/Ramsay Bolton}
Pregarlo di non farle del male era inutile, anzi, alimentava ancora di più il suo lucido e tremendo sadismo.
Jeyne poteva solo subire notte dopo notte, singhiozzando, tutto quel tremendo rosso che continuava incessantemente a colare nelle lenzuola candide del loro letto.
Perfino quando Bolton la baciava rabbiosamente, strattonandola per il collo delicato, la piccola lady sentiva il sapore metallico del sangue.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeyne, Poole, Ramsay, Bolton, Sansa, Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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jeyne/ramsay Rosso



Jeyne, da bambina, sognava come marito un principe azzurro su un cavallo bianco.
Un uomo, possibilmente biondo, e questo particolare era stato concordato con Sansa, che l'amasse e la proteggesse.
Quando era piccola le piaceva sognare romanticamente ad occhi aperti, e per questo Sempta Mordane durante l'ora di cucito la rimproverava aspramente.
Nella sua mente, infatti, il bellissimo Jaime Lannister, calzando una armatura rossa e dorata, la rapiva e la portava lontano dal grigiore di Grande Inverno.
Era una bambina talmente fantasiosa, la piccola Jeyne. E anche un'ottima amica.
 Quando Sansa fece undici anni, passò intere notti a cucirle una rosa rossa di stoffa, interamente fatta a mano.
"Con l'augurio, che un giorno, il nostro principe te ne regali una vera" le disse, sorridendo.
A Jeyne piaceva molto il rosso, come colore. Molto più dei patetici blu, bianco e grigio che delineavano lo stemma della famiglia Poole.
A Jeyne il rosso la faceva sentire viva.
Eppure, quando la bambina assistette al suo primo torneo ad Approdo del Re, il rosso che sgorgava incessantemente dal corpo senza vita di un cavaliere iniziò a spaventarla.
E quel tremendo colore viscoso continuò a fluire, per giorni e giorni, fin quando Jeyne non venne portata via con la forza lontano dagli Stark, lontano da Sansa.
Era questo sentirsi vivi? Vivere nuove avventure?
La piccola Jeyne voleva essere coraggiosa.
E, quando la informarono del fatto che presto avrebbe preso marito, si impose di esserlo.
La sua debole determinazione crollò quando lo conobbe, in quanto Ramsay Bolton non era esattamente l'uomo galante e gentile che ogni giovane lady sognava.
La ragazzina non aveva mai avuto così tanta paura di una persona, questo non era determinato dall'età dell'uomo, che si avvicinava più all'essere un ragazzo, visto che non superava i ventriquattro o i ventisei anni d'età.
Era qualcosa che emanava la sua figura, qualcosa di bestiale, di feroce.
Dal momento in cui Ramsay le pose sulle spalle il mantello dei Bolton, le sue paure si rivelarono più che concrete.
Pregarlo di non farle del male era inutile, anzi, alimentava ancora di più il suo lucido e tremendo sadismo.
Jeyne poteva solo subire notte dopo notte, singhiozzando, tutto quel tremendo rosso che continuava incessantemente a colare nelle lenzuola candide del loro letto.
Perfino quando Bolton la baciava rabbiosamente, strattonandola per il collo delicato, la piccola lady sentiva il sapore metallico del sangue.
Era principalmente quando Ramsay la inchiodava al loro letto, bloccandole in una morsa ferrea i polsi, che Jeyne pregava disperatamente gli Antichi Dei di colorare una volta per tutte le sue giornate con tinte patetiche come il blu, il bianco e il grigio.
Alla lady non piaceva più il rosso, voleva tornare ad essere una bambina, voleva tornare dalla sua migliore amica, da sua sorella, da Sansa.
Era questo sentirsi vivi? Essere malmenati? Violentati,fisicamente e psicologicamente, giorno dopo giorno?
La piccola Jeyne, alla fine, voleva solamente realizzare i suoi sogni.
Voleva solo essere amata ma, alla fine, Ramsay era un Lord marito incredibilmente esigente, impietoso e folle.
Quando svolgevano il loro dovere di marito e moglie, infatti, spesso andava a finire che la piccola lady piangeva.
Jeyne sperava inutilmente che lacrime potessero farla sentire bene, lavarla e purificarla da tutta la sporcizia che sentiva dentro il suo corpo. 
Non ottenne mai nessun beneficio interiore, solo la complessiva rottura di quattro dita della mano sinistra e del mignolo della mano destra, più tanti, tantissimi lividi e morsi sparsi per il suo esile e piccolo corpicino.
Lady Bolton non ricordava con precisione quando aveva preso la tremenda decisione di sfuggire dal rosso buttandosi nelle fauci del nero, del nulla.
Forse lo decise quel mattino in cui, alzandosi con la testa che pulsava dolorosamente, aveva urtato uno stivale del marito.
Ramsay, furioso, l'aveva schiaffeggiata con forza, facendola crollare per l'ennesima volta sul freddo pavimento, intimandole poi di scendere velocemente a fare colazione.
"Non farmi perdere la pazienza già di prima mattino, mio piccolo amore. Non vuoi arrecare un dispiacere al tuo Lord marito, non è vero?" le disse con voce falsamente dispiaciuta, meliflua, gelandola con i due pezzi di ghiaccio che aveva al posto degli occhi.
Jeyne scosse talmente tanto veloce la testa che, per un instante, le sembrò che stesse per prendere il volo.
Quando dopo colazione suo marito andò a caccia, portandosi dietro quella povera anima di Reek, la piccola lady si precipitò al balconcino della loro camera da letto.
Inizialmente sporse solo la testa, poi l'intero collo, fino ad arrivare a sporgere l'intero busto.
L'aria era maledettamente fredda, ma preferiva quest'ultima al rabbioso calore di Ramsay.
Jeyne prese un grande respiro ma, pronta a lanciarsi nel vuoto, un attimo prima di saltare, rimase paralizzata dalla visione del suolo molti metri più sotto.
Una rosa.
Una sola, insignificante rosa rossa era riuscita a sopravvivere alle intemperie e al turbine di distruzione portato da Bolton e dai suoi scagnozzi.
Proprio nel punto prediletto in cui, un tempo che sembrava assai lontano, lei e Sansa avevano preso l'abitudine di giocare insieme
Quel piccolo fiore stava resistendo, e fu in quel minuscolo istante che Jeyne si rese conto che, nonostante tutto, stava resistendo anche lei, insieme al profondo affetto che la legava alla piccola lupa.
Infatti, se quella rosa che sorgeva in un terreno arido e sporco riusciva ancora a vivere, figurarsi la rosa di stoffa che aveva donato alla sua migliore amica.
Sansa, la splendida ragazzina dai capelli baciati dal fuoco, non l'aveva mai lasciata, Sansa non l'avrebbe mai lasciata.
Jeyne Poole rientrò nella sua stanza da letto, con passi particolarmente lenti e misurati, e andò a farsi un lungo bagno.
Quella stessa sera, quando suo marito rientrò, la lady era già sotto le coperte con i lunghi capelli castano chiaro che le ricadevano sulle esili spalle.
Non riuscì a capire se la leggera quiete,causata da una intera giornata dedicata a ricordare i momenti più felici con Sansa e con la sua famiglia, avesse irritato il marito.
L'uomo si limitò a scrutarla dalla testa ai piedi, e poi iniziò a svestirsi dandole le spalle.
Jeyne si girò su un fianco, tentando di respirare lentamente, e cercando di non tremare.
Doveva essere coraggiosa, doveva farlo per Sansa. Doveva vivere per lei, doveva rivederla un giorno.
Quando sentì il materasso cigolare sotto il peso di Ramsay, serrò gli occhi, pronta al regolare fluire di rosso che avrebbe tinto l'intera stanza facendola soffrire.
 Non fu peggio delle altre volte.
Fu doloroso, certo, ma Jeyne si sforzò di non piangere. E il suo terribile marito ne fu visibilmente compiaciuto.
Quando finì di divertirsi, Ramsay le accarezzò lascivamente la coscia destra, girandosi sul fianco opposto al suo.
" Ora sono stanco, piccola moglie. Dormi"
" Va bene, mio signore...io..."
" Sei sorda?Devo forse tagliarti le orecchie? Mettiti a dormire, ho detto, e non farmi perdere la pazienza"
" No, no mio signore....p-perdonami. Buonanotte " mormorò, rannicchiandosi sotto le coperte.
Jeyne si addormentò ricordando il profumo di pesca che emanavano i capelli rossi della giovane Stark.
Perchè, alla fine, non tutto il rosso è terrificante.
E forse, proprio per questo, vale la pena continuare ad andare avanti, custodendo sempre un bagliore di speranza.

Sansa, da qualche parte, le sorrideva.




ANGOLO AUTRICE
Questa volta non so davvero cosa sia questa shot. Ho iniziato a scriverla titubante, finendola di getto.
Ho sentito il disperato bisogno di completarla e, in particolare, di dare una voce a Jeyne Poole, vittima di Ramsay spesso messa in ombra da Reek.
 Penso che sia anche lei un personaggio degno di nota, e su cui spendere qualche parola.
Per il resto, spero di avere mantenuto IC Ramsay, in quanto non è facile.
Spero vivamente di ricevere qualche parere a questo lavoro, è la prima shot che scrivo di impulso, ci tengo davvero tanto.
E, per concludere, ringrazio davvero tanto Ireide, che è sempre disponibile a darmi un parere sui miei scritti. <3
A presto,
Carol























   
 
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