Deith aen minne
Yennefer
di Vengeberg era sterile; a differenza delle molte altre maghe
condannate a
questo destino, però, lei voleva un figlio, lo voleva
disperatamente e più
intensamente di quanto una persona, umano, non-umano o strigo, avesse
mai
desiderato qualcosa.
Geralt
di Rivia, il Lupo Bianco, voleva semplicemente
“Yen”. Voleva quei capelli neri,
quegli occhi violetti e quel profumo di lillà e uva spinta;
voleva stringerla
tra le braccia e amarla e sapere che, ovunque fossero andati, si
sarebbero
sempre ritrovati.
E
Triss Merigold, invece? Triss cosa voleva?
«Un
tempo non componevi in versi?»
Dandelion
fece vibrare una corda del liuto. «Lo faccio
tutt’ora. Ma prima volevo
racimolare tutte le informazioni.»
«Hai
già scritto miriadi di ballate su Geralt e Yennefer, che
altre informazioni ti
servono?»
«Ma
questa sarà una ballata su Triss Merigold, la
Quattordicesima del Colle.»
La
maga storse la bocca, riprendendo a trafficare con le pozioni e dando
le spalle
al bardo che suonava stravaccato sul suo letto. Portò una
boccetta trasparente
davanti agli occhi e ne scrutò attentamente il liquido
smeraldino. «Questo gli
sarà utile.»
Dandelion
allungò il collo per vedere cosa stava tenendo in mano.
«Salice?»
«Bufera
di neve. Lo aiuterà a schivare gli avversari; ne aveva
finite le scorte e ora è
impossibile trovare qualcuno che gli venda gli ingredienti, a
Vizima.»
«Sei
una donna adorabile, Triss Merigold.»
La
maga sbuffò divertita. «Di tutti gli insulti che
mi hanno rivolto nella mia
lunga vita, questo è il più fuori
luogo.»
«Neghi
forse di essere un aiuto prezioso per Geralt?»
«No,
so di esserlo, come lui lo è per me. E in questo momento non
agisco per Geralt,
ma per il bene di Vizima.»
«Nobili
parole.» Dandelion tirò un’altra corda.
«È vero che ti ha confessato di
amarti?»
Le
guance di Triss si tinsero di rosso e il bardo se ne accorse quando lei
si
voltò per cercare altre pozioni. «Non sono affari
tuoi.»
«L’amore
è la miglior materia per un bardo. E non arrossire, questo appare fuori luogo con i tuoi
abiti» aggiunse, indicando con
un cenno del capo il vestito scollato della maga. «Non vuoi
sapere come questa
splendida notizia è giunta alle mie orecchie?»
Triss
tenne lo sguardo basso, rivolto al contenuto del baule mentre frugava
tra le
boccette di vetro. «Geralt ha avuto l’avventatezza
di dirmelo di fronte all’intera
corte di re Foltest; mi avrebbe stupito apprendere che non ti fosse
arrivata
alcuna voce.»
«Cos’hai
provato?»
Dandelion
notò che le spalle di Triss furono scosse da un leggero
brivido. La maga non
rispose.
«È
vero quello che Geralt mi ha detto?» riprese il bardo.
«Che vuoi fargli tornare
la memoria?»
«Sì»
rispose Triss, chiudendo il baule con un gesto secco e tornando al
tavolo da
lavoro.
«Perché?»
«Che
domanda è? Perché è giusto che lui
ricordi il suo passato, chi era, cos’ha
fatto… Deve ricordarsi di Ciri e di quanto le ha voluto
bene. Passare del tempo
con Alvin, con un’altra Fonte, gli ha fatto tornare in mente
delle sensazioni,
ne sono certa, ma niente di più.»
«Ricorderebbe
anche Yennefer.»
Un
attimo di esitazione. «Sì, lo so.»
«Perché
ti fai questo, Triss?» La voce di Dandelion arrivò
in un sussurro. Sembrava
davvero preoccupato per lei.
«Yennefer
è mia amica.»
«Yennefer
è morta.»
Stupendolo,
Triss si voltò e gli rivolse un sorriso beffardo.
«Io sono la Quattordicesima
del Colle. Eppure sono ancora qua.»
Il
bardo portò lo sguardo al soffitto, sospirando.
«Ora che so che posso parlare
con i defunti, devo andare a trovare una mia vecchia amante, potrebbe
essere
adirata per le mie rare visite alla sua tomba!»
ridacchiò. «Devo darti ragione,
amica mia: non sappiamo se la nostra potente Yennefer sia persa per
sempre. Ma
non illudere Geralt, te ne prego.»
«Non
lo farò. Eviterò di parlargli di lei
finché non avrò la certezza che è
ancora
in vita.»
«E
intanto ne approfitterai per farti amare. Non fraintendermi, non ti sto
biasimando. La ritengo la scelta migliore; d’altronde, Geralt
è incapace di
legarsi a una sola donna. Tu stai…» Si interruppe,
mordendosi la lingua.
«Colmando
i vuoti» concluse la maga per lui. «Dillo pure,
è così. Sai cos’è
strano?» Si appoggiò
con le mani al tavolo, dando le spalle alle pozioni.
«Yennefer è sempre stata
alla disperata ricerca di una cura per la sterilità, Geralt
non ha desiderato
una donna più di lei, che non è mai stata capace
di mantenere il loro rapporto
senza fuggire o deteriorarlo nei più diversi modi
possibili… E, nonostante ciò,
mi sembra che l’unica impresa impossibile sia la
mia.»
«Geralt
ti ama, adesso.»
Triss
sbuffò. «Hai detto bene: adesso.
Adesso che non ricorda l’esistenza di un’altra
donna, adesso che non si ricorda
di Yennefer. Vorrei che Geralt fosse capace di amare solo me. Ecco la
risposta
alla tua domanda, ora puoi scrivere la ballata.»
«La
chiamerò Deith aen minne»
dichiarò
Dandelion, strimpellando una melodia con il liuto.
«“Fiamma
d’amore”: suona bene.»
«Non
trovi che la lingua antica sia la migliore per esprimere certi
concetti?»
«E
tu non trovi che sia meglio non parlare di lingua elfica in questo
momento?»
Dandelion
si portò una mano alla bocca e saltò
giù dal letto. «Hai ragione. Forse è
meglio uscire dal castello di Foltest.»
«Fa’
pure, ma te la vedrai da solo con gli Scoia’tael.»
«Triss.»
Si fermò poco prima della porta, voltandosi a guardare la
maga un’ultima volta.
«Sai cosa sentii dire da Yennefer, una volta?
“Vorrei credere che non ci siano
limiti al possibile. O almeno che siano ancora troppo
lontani.”»
«Se
per incoraggiarmi stai citando Yennefer, devo deluderti, non hai fatto
un bel
lavoro» commentò Triss, ridendo. Prese una
boccetta e la lanciò al bardo.
«Tieni, portala a Geralt.»
Dandelion
afferrò la pozione al volo. «La tua non
è un'impresa impossibile, Triss.»
Quando
fu rimasta sola, la maga con un sospiro si concentrò di
nuovo sulle pozioni. «Come
lo vorrei, Dandelion. Come lo vorrei…»
Buonciao a tutti!
Questa storia partecipata all'iniziativa Easter Egg Days del forum di scrittura creativa Pseudopolis Yard e si basa sul prompt del secondo giorno, "imprese impossibili".
Cosa posso dirvi in relazione alla storia? Prima di tutto che non mi piace chiamare Ranuncolo "Dandelion", perché ho conosciuto prima i libri, ma effettivamente dal nome "Ranuncolo" non mi aspettavo quel... ehm... bel ragazzo mostrato nei videogame (colpa mia che non sono molto attenta alle descrizioni, vero!). Poi che questa storia è ambientata nel punto del videogame a cui sono al momento (capitolo V del primo gioco, Vizima in fiamme, Triss nel palazzo di re Foltest...) e che non ho ancora finito di leggere i libri, anche perché non tutti sono stati ancora tradotti in italiano, e che quindi non ho idea di che fine faccia Yennefer, non so davvero se lei sia viva o morta. Detto ciò, amo Triss!
Penso che basti così e - sì, ho scritto il titolo nella Parlata Antica. Ho usato l'elfico. Shame on me (chi mi conosce sa quanto mi stanno simpatici gli elfi...).
Spero che la storia vi sia piaciuta!
Medusa, a Lannister