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Autore: Vichy90    16/04/2014    8 recensioni
Isabella ed Edward vengono promessi sposi alla loro nascita.
All’età di 7 anni per aumentare il prestigio delle proprie famiglie convolano a nozze senza però comprendere nulla di ciò che in realtà accade, ed essendo ancora giovani ritornano successivamente a vivere ognuno con i propri genitori nell’attesa dell’arrivo dell’età matura.
Isabella, dopo lungo tempo, raggiunge i 17 anni ed è venuto il tempo per lei per cominciare la propria vita con suo marito che però non vede dal giorno delle nozze.
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ch. One
-Tin Wedding-




<< Isabella! Isabella!! Muoviti, il Duca attende!! >>
<< Arrivo madre, pazientate ancora un minuto vi prego! >> mormorò affannata Isabella mentre la sua dama personale le tirava con forza i lacci del corpetto.
Era agitata e sperava solo che quel momento non arrivasse mai. O in alternativa arrivasse e passasse in fretta.
Edward era il suo sposo da ormai 10 anni, eppure non rammentava di lui nemmeno il viso. Aveva visto alcuni ritratti inviatogli appositamente dalla duchessa di Somerset, la madre di Edward, ma lei sapeva che quei ritratti erano sempre lontani dalla realtà e abbelliti.
Temeva di scoprire come fosse. Temeva di sentire la sua voce… vedere il suo viso. E se non gli fosse piaciuto? Se fosse stato storpio, strabico o con le gambe distorte?
E se fosse stato maligno? Era pur sempre un Duca che era stato obbligatoriamente imparentato con la figlia di un mercante che aveva acquisito un titolo nobiliare comprandolo e non per diritto. E se l’avesse picchiata? Se l’avesse svergognata ignorandola e concedendosi al piacere delle amanti?
Troppi dubbi e troppe paure che non si dileguarono nemmeno quando la serva terminò di prepararla e la madre tornò nelle sue stanze per accompagnarla da colui che ormai da anni era suo marito a tutti gli effetti.
<< Cammina piano Isabella, come si conviene ad una nobile. >> la redarguì la donna trattenendola per il braccio con forza, notando la figlia scalpitare in preda all’ansia.
<< Com’è madre, voi lo avete visto? >>
<< Non ancora, c’è tuo padre ad intrattenerlo e parlare d’affari. >>
Si fermarono di fronte alle porte dello studio e Isabella istintivamente controllò che l’abito non avesse pieghe antiestetiche e i capelli fossero ancora in ordine.
<< Come mi devo comportare? >> domando in tensione prima che fosse annunciato il suo arrivo.
<< Tieni gli occhi bassi e non incrociali con i suoi finchè non sarà lui a chiedertelo espressamente. Non parlare se non è lui ad esigerlo e non fare nulla di sciocco o sprovveduto. Devi dimostrarti una moglie pia, devota e modesta, siamo intesi? >>
<< Si madre .>>
La vide prendere un bel respiro ed aprire con eleganza le porta intagliate di legno.
Gli occhi di Isabella vennero calamitati immediatamente verso le sue stesse scarpine ed avanzò titubante di qualche passo finche non vide di essere al limitare del tappeto.
Intorno a lei solo degli aloni in movimento. Uno era suo padre, una era sua madre e uno era il suo sposo.
La curiosità di vederlo in viso le fece venir voglia di alzare per un attimo gli occhi, ma il timore –di lui, di sua madre, di ciò che avrebbe visto- la obbligarono a restare immobile.
<< Quindi è lei. >> sentì pronunciare da una voce profonda. Dei passi riecheggiare nella stanza e quell’alone che era il suo sposo si avvicinò a lei per poi camminarle attorno per osservarla meglio.
<< Ha i fianchi stretti. Siete sicuro che sia fertile? >>
In quel momento Isabella si sentì mancare dalla vergogna e le guancie si imporporarono per quella frase così indelicata. Certe questioni non era uso analizzarle davanti alle donne.. e ora aveva capito il perché.
<< Sua madre tra maschi e femmine ha partorito 8 figli e guardatela! Non ha néi fianchi larghi nè un seno prospero >> ripose bonario suo padre. Chissà se anche sua madre si sentiva umiliata come lei per quei commenti sconvenienti.. chissà se anche i suoi fratelli si erano comportati così quando avevano preso moglie.
Edward non ripose ma riprese a girarle attorno come un leone intento a studiare la preda finchè Isabella non vide i suoi stivali di cuoio lucido fermarsi proprio di fronte alle sue scarpette di seta.
<< Alzate il viso. >>
E così fece senza però incontrare il suo sguardo. Edward infatti era alto. Molto alto. Tanto alto che Isabella davanti a sé vide solo il suo petto ampio e muscoloso. E le braccia forti e robuste.
Non lo immaginava così vigoroso e aitante. Temeva sarebbe stato basso e grasso ma ciò che aveva davanti agli occhi era ben altra cosa. La curiosità di osservargli il viso fù forte ma lei la trattenne con caparbietà.
<< Siete diventata molto bella. >> mormorò soffiandole l’aria sulla pelle e riempiendola di brividi, per poi voltarsi veloce << Mi concedete di rimanere solo con lei per qualche momento? >>
La stanza ritornò nel silenzio.
<< Ecco.. >> balbettò suo padre preso in contropiede << Non credo sia molto consono. >>
<< Siamo sposati. >> ribattè Edward con ovvietà.
<< Ma l’avete incontrata solo da pochi minuti, e siete in casa mia e… >>
<< Ed è mia moglie. >> lo interrupe lui caparbio. << Ho dei diritti su di lei sanciti su carta e davanti a Dio quindi è mio diritto poter stare solo con Isabella in una stanza, ed è vostro dovere concedermelo. >>
Il cuore della ragazza prese a battere furioso nel petto mentre suo padre e sua madre abbandonavano lo studio mormorando parole incomprensibili e lasciandola sola con quell’uomo sconosciuto.
Quando la porta pesante si chiuse in un tonfo sordo la sua voce bassa e vibrante echeggiò.
<< Guardami >>
E così fece. E ciò che vide la sorprese perché era proprio vero che i ritratti non erano veritieri. Il suo sposo era ben più bello di come l’avevano rappresentato i pittori.
Gli occhi erano piccoli e scuri ma talmente fermi che sembravano poter vedere e carpire tutto, persino il suo animo, e la mascella volitiva sormontata da un naso dritto come un giunco mostravano senza dubbio le sue origini dalle più nobili famiglie inglesi.
Era bellissimo… ma la sua espressione dura sembrava cozzare con il suo aspetto esteriore.
<< Sai anche parlare? >> chiese mordace.
Isabella si umettò le labbra e prese coraggio.
<< Sì, mio Signore >>
<< Non chiamarmi Signore quando siamo soli, siamo sposati .>> la bacchettò. << Non so quali castronerie ti abbia raccontato mia madre per favorire la nostra unione ma la maggior parte erano sciocchezze. Non mi piace leggere e non mi piace la musica. Non conosco le poesie di nessuno se non le filastrocche volgari che raccontano i soldati. Non sono un uomo affabile. Sono burbero, scostaste e chiuso. Ma sono anche generoso e fidato con chi merita la mia fiducia, e se sarai devota, fedele e soprattutto non ti impiccerai nei miei affari andremo d’accordo. So bene che non sei così taciturna e morigerata nella vita quotidiana quindi possiamo smetterla con questa ridicola farsa. >>
Isabella rimase di ghiaccio e la sorpresa le tolse la voce.
<< Parla, maledizione, da quando sono qui non ho sentito se non una sillaba proferire dalla tua bocca! >>
<< I-io… ho capito. >> non sapeva proprio cos’altro dire.
<< Cosa hai capito? >>
<< Che non devo impicciarmi nei vostri affari. >> le veniva da piangere e il Duca se ne rese conto senza però tuttavia modificare il suo tono di voce scontroso.
<< Ti ho detto anche un’altra cosa prima. Rammentalo. >>
Cosa le aveva detto? Che era scorbutico? Che non gli piacevano le poesie? Ah sì.. che erano sposati!
<< Che non devo impicciarmi nei tuoi affari. >> ripeté veloce dandogli questa volta del tu.
<< Bene. Stanotte la trascorreremo in questa casa in modo che io possa rifocillarmi dal viaggio e domani alla buon ora partiremo per il mio palazzo che d’ora in poi sarà casa tua. Hai domande? >>
Isabella tentò di riflettere, ancora troppo sconvolta per ragionare in modo lucido.
<< Posso portare con me la mia dama di compagnia? >> domandò timidamente.
<< Là avrai tutte le dame che desideri. >> la liquidò lui. Isabella però era una ragazza dallo spirito forte e lui se ne accorse quando lei invece di accettare passivamente il suo ordine, rispose nuovamente.
<< Ma è la mia dama personale e mi serve da cinque anni. Sono cresciuta assieme a lei e senza la sua presenza non sarà la stessa cosa. Non desidero tante dame, a me basta solo lei. >>
Lui la osservò curioso cercando di capire se quel suo ardire fosse un comportamento battagliero o solo capriccioso.
<< Non chiederò nient’altro, concedimelo come dono di nozze! >>
Sapeva battere sul tasto giusto e ad Edward questo piacque.. significava che non era stupida e anche se lui era un sostenitore del pensiero che le donne fossero meglio stupide perché quelle intelligenti erano solo fonte di grattacapi, una donna sveglia era un dolce stimolo per i suoi sensi.
Almeno avrebbero avuto qualcosa di cui parlare.
<< Essia. >> borbottò annoiato mentre andava verso la porta per richiamare la famiglia di lei.
<< E stanotte dormirai con me. Non ha più senso non condividere il giaciglio ora che siamo entrambi adulti. >>


<< Non dire nulla. Non fare nulla. Lascia che sia lui ad agire e non provare a piangere o lamentarti. Ti farà male, ma è un dolore che non ha mai ucciso nessuno quindi sì stoica e non comportarti da ragazzina. Ricordati che quello è tuo marito e ha il potere di renderti la vita un inferno >>
Sua madre le stava acconciando i capelli per la notte e nell’intanto le dava quelli che a suo dire erano preziosi consigli ma che in realtà rappresentavano solo ulteriore fonte di tormento per la giovane Isabella.
Edward aveva espresso i desiderio –o meglio lo aveva ordinato- di condividere lo stesso giaciglio con lei per la prima volta da quando erano sposati. Era ovvio a tutti che il suo intento era quello di consumare il matrimonio visto e considerato che un matrimonio non consumato era anche legalmente annullabile e a lei quell’idea felicitava e spaventava allo stesso tempo. Sì, perché se lui voleva unirsi a lei significava che aveva accettato lo sposalizio e voleva garantirlo da una possibile rottura ma dall’altra parte si erano appena conosciuti e tutta questa velocità la spaventava e turbava.
Oltretutto suo padre non era stato per nulla favorevole a tale incontro notturno e sapere che obbedendo a suo marito stava facendo un torto a lui la faceva sentire in colpa.
Il bussare della porta fece fermare i suoi pensieri e quando avanzo la sua serva con una brocca colma d’acqua e del pane capì che era stato lui ad ordinarglielo e che quella notte lei non avrebbero dormito.
<< Il Duca sarà tra poco qui… termino io di acconciarle i capelli Ma’am. >> disse con un inchino mentre la madre usciva dalla stanza lasciando sola la figlia.
La dama aspettò che la porta fosse chiusa per prendere la parola.
<< non abbiate paura mia Signora, vedrete che sarà come togliere una scheggia >> e le carezzò dolcemente i capelli come solo una amica sapeva fare.
<< Jessica voi credete che sarà violento? >>
<< perché pensate questo? >>
<< avete visto anche voi quanto sia sgarbato e burbero. Non sembra un uomo molto dedito alle carezze e all’amore e io.. non sono sicura di essere pronta. >>
<< mia Signora, siete una sposa già da molti anni e oggi lo diventerete davvero. E’ una cosa bella di cui dovreste gioire. Oltretutto vostro marito è cresciuto meglio di quanto potessimo aspettarci, dico bene? >> scherzò facendola sorridere << Fidatevi di lui e vedrete che andrà tutto per il meglio. >>
Isabella aspetto molto tempo l’arrivo del suo sposo, e quando le braci del camino si dimezzarono decise di mettersi a letto pensando che forse Edward avesse cambiato idea.
Si risveglio quando sentì il rumore di stivali che cadevano con un tonfo sul pavimento di legno.
Edward era seduto sulla poltrona vicino al camino e si stava togliendo gli stivali e il pugnale che portava affisso alla cintola.
Non la guardava ma continuava solerte il suo lavoro di denudazione levandosi successivamente la casacca pensate blu, il fazzoletto bianco al collo e i calzoni.
Anche se in imbarazzo Isabella non riuscì a spostare lo sguardo, curiosa nel vedere per la prima volta da vicino un uomo senza gli abiti formali, e continuò a seguirlo con lo sguardo quando lui, con indosso solo la larga camicia di lino e i mutandoni, si piegò per prendere un bicchiere vuoto e una bottiglia di vino dal pavimento e inizio a camminare a passi morigerati verso la sua direzione.
Le si sedette al fianco e lei a quella vicinanza si sedette a sua volta poggiando la schiena sulla testiera intagliata del letto.
Edward silenzioso riempì il calice quasi fino all’orlo e poi glielo porse con modi spicci.
<< Bevi. Tutto quanto. >>
Le stava dando da bere del vino e Isabella non capì. Era ora di dormire.. perché le stava dando da bere?
Edward notò il suo tentennamento così avvicinò ancora di più il calice per spronarla, tanto che lei, confusa, fece come detto.
Quando inghiottì fin l’ultima goccia lui riprese il calice e glielo riempì un’altra volta.
<< Di nuovo, bevi. >>
Ma questa volta Isabella non riuscì a trattenere i suoi pensieri.
<< Ma perché mi stai dando da bere? >>
<< Il vino ti renderà più a tuo agio e permetterà me di parlare senza vederti imbarazzare come una fanciulla. Ora bevi. >>
E lo fece di nuovo, tanto che dopo quel secondo calice sentì la testa vorticare lievemente.
<< Non posso berne più. >> mormorò così per fare capire al suo sposo che non era avvezza a tanto alcool.
Lui annuì e appoggio il calice sul comò tornando a fissarla insistentemente. E Isabella lo ringraziò mentalmente perché ora la sua testa era un baluginio di pensieri confusi e la paura provata prima di coricarsi era persa nei meandri di quella confusione.
<< Tua madre ti ha insegnato qualcosa al riguardo? >>
Isabella capì di cosa stava parlando e fece segno di diniego con la testa.
<< Ha detto che le donne devono essere educate dai mariti. >>
Edward annuì in accordo con quanto detto.
<< Ma conosci la differenza tra il corpo di un uomo e di una donna, giusto? >>
Ecco, il rossore stava iniziando a colorarle le gote.
<< I-io non ho.. non ho mai visto.. >>
<< non hai mai visto il corpo di un uomo? >>
Fece di no con la testa.
<< tutto il corpo o solo in basso? >>
Beh, aveva avuto dei fratelli e sapeva come in generale fosse fatto un uomo ma la sotto, dentro i calzoni per essere precisi, non lo sapeva proprio.
Era immorale che una ragazza virtuosa lo sapesse.
<< Sotto.. >> mormorò basso, ed Edward a quelle parole agì di conseguenza sciogliendosi con tranquillità i lacci che tenevano chiusi i suoi mutandoni e aprendoli poi leggermente, facendo andare il cuore in gola ad Isabella che prontamente ruotò il capo nella direzione opposta per celare la sua vista.
<< Oh Santo Cielo.. >> mormorò sentendosi andare a fuoco il viso e respirando pesantemente.
<< Voltati Isabella. E’ solo un corpo. Nulla di pericoloso. >>
Ma lei si sentiva troppo in imbarazzo in quel momento tanto da passarsi le mani sul viso nel tentativo di rinfrescarlo.
<< Voltati. Rammenta che sono tuo marito, è giusto che tu mi possa vedere così... >>
E così si volto veloce, diede un'occhiata furtiva e prima di riuscire ad osservare davvero qualcosa distolse lo sguardo piantandolo dall’altra parte della stanza.
In realtà non aveva capito molto di ciò che aveva visto ma ne era rimasta comunque turbata.
Il suo comportamento fece ridacchiare il Duca che le si avvicinò un pò di più prendendole il viso tra le mani e guidandoglielo verso il proprio.
Posò le labbra sulle sue e cominciò a muoverle in modo strano mentre Isabella, ancora agitata da ciò che era appena successo, rimase ferma e immobile.
<< Sei passionale come un ceppo di legno lasciato seccare al sole. >> le mormorò sulle labbra Edward lievemente divertito da tutta quella immobilità << Apri un po’ le labbra.. lascia che ti assaggi.. >> continuò tornando a baciarle le labbra.
E Isabella, memore delle lezioni di sua madre e timorosa di far indispettire il Duca al loro primo incontro, fece quanto detto dischiudendo di poco le labbra e cercando di seguire il ritmo che il suo sposo le suggeriva.
Non fù facile, perché Edward non seguiva un ritmo vero e proprio. Baciava, succhiava e mordeva le labbra di Isabella seguendo solo i suoi desideri, e quando lei credeva di aver trovato l’armonia giusta, lui cambiava direzione o decideva di concentrarsi su una parte nuova della sua bocca oppure semplicemente si staccava per respirarle sulle labbra e guardarla in viso solo per carpire i suoi pensieri.
Non fù facile.. ma fu piacevole.
L’arte del bacio era una tecnica molto fine che scaldò Isabella nel corpo, facendo accorgere in tal senso Edward che le salì sopra spingendola a distendersi nuovamente sul talamo e facendola allo stesso tempo irrigidire tutta.
<< Non avere paura, non intendo comprometterti stasera. >> ridacchio l’uomo notando il ritorno alla freddezza della sua sposa << Non è costume deflorare la propria sposa nel suo letto da nubile con il padre nella stanza di fianco. >>
<< Ma io credevo che.. >>
<< Lo desideravi per caso? >>
<< No! >> disse spontanea, per poi rendersi conto dell’errore e correggersi << cioè sì.. >>
Il Duca la fissò serio << Non dire ciò che pensi io desideri sentire. Dimmi la verità. >>
Isabella si vergognò.
<< Non mi sento pronta.. >> mormorò mesta e lui le sorrise divertito senza aggiungere però niente, allontanandosi veloce da lei e stendendosi al suo fianco. Pronto a dormire.



Uomo strano questo Duca, è buono, e cattivo.. forse nessuno dei due forse entrambi... chissà!:)
L'idea mi è nata mentre facevo qualche ricerca di storia e ho letto di due nobili inglesi obbligati a sposarsi alla veneranda età di 7 e 5 anni... l'ho trovato assurdo! Talmente assurdo che ho voluto scriverci una storia, anche perchè mi sono chiesta come avevano affrontato quei due piccoli il matrimonio.
Fatemi sapere cosa ne pensate.. è la prima volta che scrivo una storia "non contemporanea" e spero di non sparare troppe idiozie!:):):)

  
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