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Autore: Xecestel    16/04/2014    1 recensioni
Dopo i primi mesi, nonostante ancora nessuna vittima era stata contata, passò un decreto legge in Parlamento che rendeva ufficialmente la presunta maledizione che incombeva su quella povera città una questione di Stato. I più grandi scienziati, fisici, meteorologi si mobilitarono da tutto il mondo in una folle corsa nel tentativo di risolvere quell’oscuro problema.
Ma per quanti giorni passassero, ancora nessuno poteva vedere il Sole.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche quella mattina, nessuno vide il Sole.
Il cielo era coperto da ampie nubi piovose ormai da giorni e, per quanta acqua potesse cadere e per quanto vento potesse colpire le facciate degli alti palazzi della città, le nubi restavano ferme nella loro posizione. Molte persone erano convinte che qualcuno avesse maledetto la città, che era solo l’inizio e che nessuno sarebbe mai uscito vivo da ciò che stava per arrivare. Erano solo superstizioni, ovvio, ma come sempre in questi casi, un folto numero di persone aveva già lasciato la propria casa e i propri familiari per mettersi al sicuro. Sembrava la fine.

Le persone più pragmatiche, lontane da idee metafisiche e astratte quali maledizioni e furia di divinità di vario genere e origine, cominciarono a studiare questo caso così singolare, per capire le cause meteorologiche che si celavano dietro questa presunta maledizione. Un ciclone? Un misterioso picco di pressione? L’inquinamento? Per quanto provassero ad esaminare la situazione sembrava che nulla potesse spiegare la presenza di quelle nubi.

Dopo i primi mesi, nonostante ancora nessuna vittima era stata contata, passò un decreto legge in Parlamento che rendeva ufficialmente la presunta maledizione che incombeva su quella povera città una questione di Stato. I più grandi scienziati, fisici, meteorologi si mobilitarono da tutto il mondo in una folle corsa nel tentativo di risolvere quell’oscuro problema.
Ma per quanti giorni passassero, ancora nessuno poteva vedere il Sole.

Un giorno un uomo qualsiasi uscì dal suo palazzo, in una giornata particolarmente piovosa. Nonostante la tempesta in corso non promettesse nulla di buono, con lunghi passi l’uomo attraversò la strada e si avvicinò ad un soldato che, come tanti altri suoi colleghi, era stato incaricato di controllare eventuali sviluppi pericolosi della situazione, che ormai sempre di più sembrava un presagio di terribili sciagure.

Il soldato ascoltò con attenzione la denuncia che voleva rilasciare l’uomo, che affermava di sentire molto spesso un bambino piangere nella casa accanto alla sua. Probabilmente piangeva perché temeva la pioggia e le grandi nubi, ma col passare del tempo si era reso conto che nessuno andava a calmarlo, come se nessuno fosse in casa con lui.

Il soldato decise che era il caso di dare un’occhiata e invitò l’uomo a fargli strada verso l’appartamento citato per cercare di capire quale fosse la situazione. Bussarono una, due, dieci, cento volte alla porta chiusa, ma nessuno sembrava voler aprire la porta. Nonostante ciò, il soldato riuscì ad udire chiaramente i lamenti del bambino.

Preoccupato per la salute del piccolo, decise che non poteva continuare a bussare senza fare nulla e cominciò a calciare e sparare alla porta nel tentativo di sfondarla, ma essa era blindata e qualsiasi tentativo fallì miseramente. L’onesto uomo, anch’egli preoccupato, propose al soldato di entrare dalla finestra, che poteva essere facilmente raggiunta dal suo appartamento.

Con un po’ di agilità e rispolverando alcune lezioni dell’addestramento militare, finalmente il domicilio fu violato e il bambino era al sicuro. La casa era completamente vuota, nessuna traccia dei genitori del bambino né di molte suppellettili apparentemente basilari, quasi a voler dire che i genitori avevano ormai abbandonato la città per sfuggire alla maledizione. L’unica cosa in cui ancora era conservato qualcosa era il frigorifero, anche se anche quello ormai era semivuoto.

Seguendo i lamenti e i singhiozzi, il soldato giunse di fronte alla porta di una cameretta, che aprì con cautela e silenziosamente per non spaventare il bambino. Questo, appena vide il soldato, corse verso di lui e istintivamente lo abbracciò. L’uomo ricambiò l’abbraccio e lo rassicurò con parole dolci e leggere, dicendogli che tutto si sarebbe risolto e avrebbero trovato i suoi genitori. Lo prese in braccio che ancora singhiozzava.

Nello scendere le scale dell’edificio verso la strada, il bambino, stanco del tanto piangere, alla fine, si addormentò, beato tra le braccia dell’uomo che lo aveva salvato. Quando il soldato aprì la porta di ingresso del palazzo, notò subito qualcosa di strano.

Il Sole splendeva alto nel cielo.

   
 
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