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Autore: Haz_boo    17/04/2014    0 recensioni
“Perché”, solo questa domanda. Una parola, sei lettere. E’ facile, no? No che non lo è. Zayn è sempre stato bravo con i monosillabi, con il mettere in difficoltà la gente usando solo quelli. Per questo, la voce calma e calda a pronunciarla, un sorriso tremante nel volto e dentro di sé mille sensazioni mischiate tra di loro.
Lui e la persona gli sta di fronte sanno benissimo che quello non è un perché come gli altri, a cui serve solo una risposta breve e basta. Lì dietro ci sono tanti sotterfugi, tante paure ed incertezze. C’è rancore, rabbia e sensi di colpa. Un labirinto di sensazioni di cui si deve trovare il punto, il perché di questi.
E Louis ci sta provando, davvero. Spreme le meringi, perché sa che Zayn è sempre stato un tipo strano, complicato, complesso, in cui una sua domanda vuole una risposta difficile, conclusiva, come i dubbi che si porge.
Louis invece non è come lui. E’ semplice, non si fa mai tanti problemi, quindi “Perché cosa, Zayn?”, chiede, la mano ad accarezzare il marmo della piastrella sotto il suo palmo, e il piede a sbattere rumorosamente ma silenzioso nel pavimento di legno.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perchè?




Un sussurro, appena udibile. Un soffio di voce, che somiglia più che altro ad una brezza leggera di inizio estate: calda, vellutata, soffice.
“Perché”, solo questa domanda. Una parola, sei lettere. E’ facile, no? No che non lo è. Zayn è sempre stato bravo con i monosillabi, con il mettere in difficoltà la gente usando solo quelli. Per questo, la voce calma e calda a pronunciarla, un sorriso tremante nel volto e dentro di sé mille sensazioni mischiate tra di loro.
Lui e la persona gli sta di fronte sanno benissimo che quello non è un perché come gli altri, a cui serve solo una risposta breve e basta. Lì dietro ci sono tanti sotterfugi, tante paure ed incertezze. C’è rancore, rabbia e sensi di colpa. Un labirinto di sensazioni di cui si deve trovare il punto, il perché di questi.
E Louis ci sta provando, davvero. Spreme le meringi, perché sa che Zayn è sempre stato un tipo strano, complicato, complesso, in cui una sua domanda vuole una risposta difficile, conclusiva, come i dubbi che si porge.
Louis invece non è come lui. E’ semplice, non si fa mai tanti problemi, quindi “Perché cosa, Zayn?”, chiede, la mano ad accarezzare il marmo della piastrella sotto il suo palmo, e il piede a sbattere rumorosamente ma silenzioso nel pavimento di legno.
“Perché lui, perché ora, perché a me.”. Se la voce di Zayn fosse quello che lui ha dentro, se essa fosse la sua anima, probabilmente starebbe piangendo, starebbe cadendo lungo quel muro e si starebbe prendendo la faccia tra le mani, starebbe prendendo tutto a pugni e starebbe picchiando Louis, il suo amico e se stesso, ma non lo fa. Ma non lo fa perché Zayn sembra così dannatamente sicuro e forte come il ferro, ma è tutt’altro. Lui è carta velata, è un rametto debole di un albero dopo la pioggia, che se lo tocchi eccessivamente, si distrugge. Lui, dentro è così, ma fuori è tutt’altro. Fuori è calmo, anche se le sue mani che tremano dicono altro. E questo lo rende ancora più debole, più fragile, più inutile..
Zay, posso giurartelo.. tu sei perfetto, ogni persona nella faccia dell-“, ed ecco che Louis comincia, con quel suo modo perfetto di saper far innamorare le persone; le labbra dischiuse, gli occhi azzurri, i capelli scompigliati, le guance piazzate di rosso per il freddo. Bello, da morire.
“Non lo dire, cazzo!”, calma spezzata in due. Quello di cui ha cercato di fermare si sta frantumando, diventando cenere. Le sue sensazioni, i suoi sentimenti e le sue emozioni lo stanno divorando, come se fosse una preda per delle tigri affamate.
Sta cadendo a pezzi, ad ogni respiro, ad ogni sguardo di Louis, ad ogni sua parola.
  “Non dire che io sono perfetto e che tutti si innamorerebbero di me, perché se io lo fossi, Lou..”, mani intrecciate tra loro, labbra che si mordono per cercare di non piangere, occhi aperti per il troppo dolore. “.. se io fossi davvero perfetto, tu non avresti cercato un altro, tu non ti saresti innamorato di un altro..”
Dolore che li sta rincorrendo come dei bambini che giocano nel cortile della loro casa.
Salvami, Lou. Fallo.
Dimmi che è uno scherzo.
Dì che ami solo me.
“Se fossi perfetto io ti sarei bastato.”
Fino ad un’ora fa Zayn pensava che la sua barriera non sarebbe mai crollata. Ma solo sette semplici parole l’hanno fatta cedere, perché ancora troppo deboli, perché ancora non costruita bene.
Zayn è caduto, perché le sue basi sono crollate. Le sue basi sono crollate, perché le sue basi sono sempre state Louis, dall’età dei 6 anni.
Ed adesso che tu non ci sei, io come farò, Lou?
Cadrò, mi ridurrò a pezzi, Lou. Lo so.
Potresti salvarmi?  Sto scomparendo.
“Sì che mi basti Zay,”, ed eccolo ancora quel sorriso tranquillo e sfacciato! “ma..”
Di nuovo lo interrompe ridendo “Come amico, giusto?”, schiocca la lingua tra i denti e “Magari  che ne dici di fare una cena a tre, con il tuo ragazzo, com’è che si chiama.. Harry? E fare finta che tutti i cinque anni in cui noi siamo stati insieme non contino niente, eh?”, sarcasmo nella voce, ma dolore. Dolore che al solo pensiero fa contorcere lo stomaco in una morsa mortale.
Louis abbassa la testa, gli occhi azzurri diventano tristi.
Sorridi, Lou. Sorridi.
Poi, è un attimo: Louis, un po’ più basso di Zayn, si butta tra le tue braccia. Zayn dovrebbe sbatterlo al muro e mandarlo a quel paese, dovrebbe scostarsi, ma non lo fa, perché quando lui una cosa vuole farla, semplicemente la fa. Non ci può rinunciare.
Perciò si lascia abbracciare. La sua testa è attaccata ai capelli color biondo cenere di Louis, e piange. Non si accorge nemmeno quando ha cominciato a farlo, ma sta piangendo. Un nodo in gola, la bocca in fiamme, e lacrime a scorrergli lungo il viso come se fossero sangue.
“Sei perfetto, Zay”, sibila tra le sue braccia, con le mani incastrate intorno alla sua vita. “Meriti il mondo. Te lo giuro, Zay..”
Zayn vorrebbe davvero gridare e dirgli perché merita il mondo e non può meritare lui.  Si chiede di cosa possa interessargli del resto della Terra, se non può avere Louis, che è l’unica persona che può meritarlo, anche se lo sta facendo cadere in pezzi.
Se io non posso meritarti, è perché tu sei troppo per me e per il mondo.
Il profumo di Louis è buonissimo, e continua a piangere, rendendosi conto che non lo sentirà più in quella casa, in quel letto, nel corpo fatto di lui. Ma sa che una parte di Louis sarà sempre una parte di lui.
“Non piangere”, sibila Louis, i loro corpi stretti come se volessero fondersi “non sono nessuno per meritare le tue lacrime.”
Silenzio.
Zayn vorrebbe dire tutto, ma sa che non può. Ora, non può.
Cuori che scalpitano, amore distrutto, sangue che si trasforma in acqua e lacrime che si trasformano in sangue.
Con la coda dell’occhio Zayn riesce ancora a vedere quelle tre valigie di fronte alla  loro casa, e l’idea che, quello che è sempre stato l’amore della sua vita, quella che è stata la persona per cui era convinto valere l’appena lottare, se ne va, l’idea che sarà tra le braccia di un altro, che sarà cullato da altri arti muscolosi dopo aver fatto l’amore, che qualcuno lo vedrà girare per casa con quella sua parlantina mattutina e che qualcuno lo sentirà cantare sotto la doccia e bearsi, lo distrugge. Lo fa a mille pezzi.
Ma la cosa peggiore è che non riesce e dire addio a questi. Non è ancora pronto a dire addio a Louis. Di dimenticarlo, di non poterlo avere la notte, di non poterlo abbracciare la mattina. Semplicemente, questa idea gli tartassa il cuore.
Louis si stacca, e sempre improvvisamente un freddo gelido assalirlo.
“Devo andare”. Un’altra consapevolezza, un’altra frase a distruggerti l’anima.
Non dice niente, perché semplicemente i suoi movimenti non sono collegati col suo cervello.
Il più grande, così, si gira e prende tra le dita affusolate le tre valigie arancioni.
Non lasciarmi.
Lou, non andartene. Ti prego.
Groppo in gola, respiro mozzato, cuore che si frantuma ad ogni passo avanzato.
“Ciao, Zay”, voce tremante, lacrime che vogliono uscire da quegli occhi color turchese. “Non dimenticarmi.”
Come potrei farlo, Lou?
Come potrei dimenticarti, sognando i tuoi occhi  la notte e pensarli nel giorno? Come potrei dimenticarti se sarai sempre il centro dei miei pensieri? Come posso, Lou? Come? Lo vorrei, vorrei dimenticarti, ma so che sarà impossibile.
Occhi color nocciola contro occhi azzurri, ancora. Zayn sa che è l’ultima volta tra quell’incrocio di colori opposti, lo sa bene. Ma vuole bearsi di quella bella sensazione di sentire lo sguardo di Louis su di sé.
“Ti amo, Lou.”
Niente di pensato. La voce ha dato parola ai pensieri.
Per un’ultima volta, devi sapere che ti amo.
Ti amo tanto, Lou. Tanto da star male, tanto che mi sento morire.
..ma tu non potrai mai amarmi, perché ami lui.
Louis sorride, con gli occhi lucidi e le gambe tremanti, perché vedere Zayn in quello stato è doloroso.
Un ultimo cenno con la mano, e Louis si dirige verso la sua Porsche.
Zayn tira su con il naso, quando l’altro sale sulla sua macchina.
“Ti amo, Lou..”, sussurra ancora, quando l’automobile mette a moto, e dopo interminabili secondi, parte.
Qui, Zayn, fragile come carta velata, cade a terra, lungo il muro.
“Ti amo Lou. Ti amo tantissimo..”, sibila, tra le lacrime ad inebriargli l’anima. 
  
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