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Autore: Hiems_Animae_    17/04/2014    1 recensioni
Non esistono abbastanza parole per descrivere il cosmo infinito e il carosello di stelle che albergano in ognuno di noi. Questo scritto parla di una preghiera di un meditabondo, il quale si rivolge all'universo attraverso le sue ultime disperate parole, intento a liberarsi del fardello della vita che da tante incombe sulla sua anima.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ne li meandri del pensiero lo mio giaccio 
elucubrante sur d'una soglia siderea 
ammutolito.

Albeggia nella distanza fioca solinga 
la fiamma che dell'esilio calura è la fonte.

Livido il cardiaco muscolo scuote le sue membra,
sole nero di un desueto sistema, 
palpitante scintilla ignara.

Almanacco cereo e interpello l'universo :

Padre mio mi sono perso
del mio pensiero vi è eccesso
nel mio cuore vi è dolore.

Osserva la mia sanità celermente svanire
ogni mio incubo lentamente apparire.
Sveglia il mio cuore da questo sonno eterno,
portami via con un tuo abbraccio paterno.

Lentamente smembra il mio fusto ignaro,
da questo dolore io non conosco riparo.
Accendi nel mio essere una fiamma ardente,
distruggi il mio pensiero con un soffio rovente.

Illumina il mio individuo d' un' ignea conoscenza
dona al mio uomo un' infima coscienza.

Pregando incessante canto a te questi versi,
nell'universo siamo tutti degli esseri persi.
  
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