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Autore: KeyLimner    17/04/2014    1 recensioni
"Mi manca l'essenziale
per riempire il vuoto esistenziale.
E non esiste cura.
L'armatura
non ti salva finché dura.
Le sue maglie
sfavillano al sole lucente,
e il cielo mente,
e non ti resta che aspettare
e fare ancora finta di niente"
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi manca l'essenziale
per riempire il vuoto esistenziale.
E non esiste cura.
L'armatura
non ti salva finché dura.
Le sue maglie
sfavillano al sole lucente,
e il cielo mente,
e non ti resta che aspettare
e fare ancora finta di niente.
 
Il fumo sale,
si aggroviglia in mille nodi
che mi stringono fino a strozzare
quel poco di buono ch'è rimasto
qui a stagnare.
E se mi sentirai gridare,
so che resterai a guardare.
Poco male.
Starò qui a intrecciare
peli d'angelo e catrame
e lame.
 
Superficiale.
Il pelo dell'acqua,
vestito dai raggi d'argento
del sole al tramonto,
resta un disco piatto
che non puoi sondare.
Allora chiudi gli occhi
e conta fino a cento.
Ascolta il suono del mare.
Lascia che ti scorra dentro
fino a farti affogare...
 
Il corpo continua a dibattersi,
continua a lottare.
Insiste a nuotare.
Anche se tutto il resto si è arreso,
resta lì appeso,
come un macabro pendolo,
a dondolare
dove l'acqua non sale,
dove il tempo da secoli è fermo a un istante...
un istante vagante,
che inquina la mente,
che sparge i suoi germi e poi resta distante
a guardare...
 
Sotto questo velo
c'è una fogna,
e se ora l'alzo scappa in fretta,
dove l'aria non è infetta
e non c'è odore di carogna.
La vergogna
non la puoi spazzare via
di notte
mentre il mondo sogna
e non ti somministra più
la sua menzogna.
 
Su, da bravo,
prendi la tua medicina
anche se è amara e brucia la gola.
Sorridi mentre
lentamente
ti corrode le gengive.
Segui alla lettera
tutte le mie direttive.
Vedrai. Farai presto a guarire.
E poi t'insegnerò tutte le regole
per non morire.
 
Pesce d'aprile. C'avevi creduto?
Povero illuso.
La tua anima ora è già mia.
L'ho portata via
in catene
ed ora ne faccio quello che voglio.
Datemi un foglio.
Comincio a riscriverla oggi.
Domani mentre la sfogli,
fammi uno squillo.
Dimmi se adesso va meglio...
 
Il corpo continua a dibattersi,
continua a lottare.
Insiste a nuotare.
Anche se tutto il resto si è arreso,
resta lì appeso,
come un macabro pendolo,
a dondolare
dove l'acqua non sale,
dove il tempo da secoli è fermo a un istante...
un istante vagante,
che inquina la mente,
che sparge i suoi germi
e poi resta distante
a guardare...
 
Stringimi forte! Chiudi le porte!
Sbarra la strada alla morte!
La sorte
ci ha condannato
a vivere soli dentro una botte.
Picchiaci forte
su quella grata,
anche se è dorata, e il sole che penetra
è luce sprecata.
L'oro non brilla
sotto una stella che illumina
il suolo
di una lurida cella.
 
Non voglio un diamante.
Né tantomeno un nome importante. O peggio un amante.
Vorrei che da questo sole d'inchiostro
sbucasse la luna
in mezzo al buio pesto.
Meglio un bagliore sinistro
del buio
o del sole accecante,
che brucia ogni passante
al suo fuoco,
e ride davanti al tuo rogo.
Sei già nel suo giogo.
 
Credevi di essere salvo?
 
ll corpo continua a dibattersi,
continua a lottare.
Insiste a nuotare.
Anche se tutto il resto si è arreso,
resta lì appeso,
come un macabro pendolo,
a dondolare
dove l'acqua non sale,
dove il tempo da secoli è fermo a un istante...
un istante vagante,
che inquina la mente,
che sparge i suoi germi
e poi resta distante
a guardare...
 
Mi manca l'essenziale
per riempire il vuoto esistenziale.
E non esiste cura.
L'armatura
non ti salva finché dura.
  
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