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Autore: nathalia97    17/04/2014    1 recensioni
"No-non so... L'unica cosa che posso dirti è che quando ci sei tu, tutto è migliore, tutto è più bello. È come se tornassi quel ragazzino spensierato, che non vedeva sua madre, ogni sera, picchiata, che non veniva picchiato... è come se tu riuscissi con un solo sorriso, un semplice 'ciao' a togliere tutto il male che c'è in me... è come se il mostro che ho dentro si fosse legato al tuo angelo con un filo indistruttibile... come se il mio demone avesse trovato la propria casa con la tua creatura celestiale... non so perché ti voglio lì con me, ma so che starei molto meglio sapendo che stai sotto le mie ali e che sei al sicuro... è tutto più bello quando ci sei tu, Summer." -JUSTIN.
"Gli occhi sono l'anima delle persone: non mentono mai, Summer." -BRIAN.
"Quando avrai l'onere di conoscerlo, sentirai il bisogno di averlo sempre vicino a te!" -JAZMYN.
"Quando avrai il privilegio di conoscerla, non riuscirai mai più a chiudere gli occhi e a non vederla nella sua bellezza!" -JAZMYN.
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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"Cosa provi quando ti abbraccia?"
"Hai presente quando ti svegli alle 2 di notte, pensi che siano le 7 e di essere in ritardo per la scuola,
e invece hai ancora tempo per dormire?
O quando pensi che non ci sia nulla da mangiare, e nello scaffale c'è un ultimo pacchetto di patatine?
O quando il professore interroga e tu non hai studiato e non esce il tuo numero?
Ecco, sono pochi e semplici esempi. Ma sono piccoli, leggerissimi attimi, che ti sollevano.
Ti fanno sentire un attimo meglio, ti danno l'illusione che li, in quell'istante, tutto sia perfetto, tutto vada bene.
Solo che poi le 7 del mattino arrivano. Il cibo finisce. E prima o poi ti interrogano.
Ed è cosi che mi sento ogni volta che le sue braccia si allontanano dal mio corpo.
"


-Cit.




 
CAPITOLO DODICI.
 
 
 
Si dice che con il tempo tutto passa, che ogni ferita si rimargina, che tutto torna come prima, o almeno in parte. Non si può essere felice per la perdita di una persona, principalmente se quella ti è cara. Gli anni possono anche passare, ma la cicatrice rimane lì e ogni anno, quando arriverà quella precisa data, quella della perdita, i ricordi torneranno, da quelli felici a quelli brutti, ai momenti di difficoltà passati insieme... alle cazzate fatte insieme perché, anche dopo la morte, un amico rimane. Rimane nel nostro cuore, come se il suo nome fosse stato scritto con dell'inchiostro, quello che si usa per i tatuaggi, quello indelebile, incancellabile proprio come è il migliore amico.
Spesso ci si piange addosso, si dà la colpa a qualcuno, pur di non star male. Ci si tormenta, si passano le notte in bianco, si piange e tutto per un qualcuno che non c'è più, che ci ha abbandonato da un momento all'altro, senza un preavviso, che neanche lui ha avuto.

 
 
Seth era tutto per Tyler. Rappresentava la sua famiglia e adesso lui non c'era più. L'aveva abbandonato, come avevano fatto tutti gli altri. Non aveva più nessuno. Si sentiva solo e, per quanto egoista potesse sembrare, avrebbe preferito che fosse stata  Summer a morire. L'odiava. Era tutta colpa sua se il suo migliore amico era morto. Se solo non fossero andati ad aiutare gli altri alla ricerca di quella stupida lurida puttana, probabilmente lui e Seth starebbero giocando a una partita di Fifa con la play, che lui gli lo aveva regalato il natale scorso.
Si sentiva ferito, perso, distrutto, arrabbiato, stanco, a pezzi. Rivoleva il suo amico indietro. Voleva prenderlo in giro per quanto sdolcinato diventava davanti a Allison.... Cazzo! Chi le avrebbe detto che suo il fidanzato era morto? Chi avrebbe chiamato la sua famiglia e avrebbe dato la triste notizia? Principalmente alla piccola Jessica, la sorellina di 5 anni, che Seth tanto amava?
Gli sembrava di trovarsi in un incubo, di cui non riusciva ad svegliarsi. E la colpa era tutta di Summer. Gli era più facile dare la colpa a lei. Non gli importava se chiamarla 'puttana', 'troia', 'sgualdrina', la potesse ferire.
Le aveva urlato in faccia che, se Seth non era più lì con loro, era colpa sua.
Si ricordava di averle detto: “Tu! è tutta colpa tua! Se non fossimo venuti qui a salvarti, lui non sarebbe mai morto..... Dovevi morire tu! Tu lurida puttana troia!” poi era venuto a suo soccorro Justin, che la difese con denti e unghie.
 
La mente di Tyler venne pervasa dagli avvenimenti di quella giornata, uno dopo l'altro: Bieber che uccideva Gustavo; loro che correvano alla casa di Lucas, a salvare Summer; loro che la trovano con il cazzo di Peter in bocca, contro la sua volontà; Justin che lo massacrava di botte; Summer che scappava da quella camera; lei e Justin abbracciati; uno sparo: il suo migliore amico per terra; secondo sparo: Peter morto; la polizia, le ambulanze; il corpo di Seth che veniva portato via; l'interrogatorio; il loro ritorno all'albergo; lui che entrava infuriato in camera di Bieber e che se la prendeva con Summer; che le dava uno schiaffo; che le augurava la morte; che la chiamava con nomignoli orribili e osceni; lui che prendeva la macchina e partiva via, lontano il più possibile per poter respirare un po' d'aria; lui in un bar, con la terza bottiglia di birra in mano.
Non si rendeva conto che, tutto quello che accade in quella giornata, non era stato per volere di Jones e che era lei la vittima e non la colpevole... non se ne accorgeva perché pensavo solo ad una cosa: vendetta... voleva vendicare l'amico e, per farlo, avrebbe fatto qualcosa di orribile che avrebbe cambiato la vita di tutti.

 
 
SUMMER P.O.V.

 
 
Alzai gli occhi al cielo per l'ennesima volta da quando quella conversazione aveva iniziato. “No!” ridissi.
Ed io ti dico di sì. Non puoi stare qui da sola, Summer. Lo capisci?” ed ecco che Justin me lo ripeteva per la centesima volta. “Sei ancora in grave pericolo.. Hanno cercato di ucciderti anche dopo la morte di Seth, in hotel. Te lo sei dimenticata?!
 
Oddio, lo strozzo se non la finisce, pensai
 
Justin, smettila!” esclamai disperata “Io non vengo a stare da te e da Brian. Punto. Fine discussione” mi girai e me ne andai dalla mia camera da letto per dirigermi in cucina. Passarono pochi secondi prima che sentissi dei passi avvicinarsi.
Ti prego, Summer. Non voglio costringerti, ma non voglio neanche che tu stia qui. Non sei al sicuro, lo vuoi capire?” mi stava praticamente supplicando, ma avevo troppa paura. Paura che riaccadesse tutto di nuovo. Se uno era già morto, per colpa mia, perché non poteva succedere di nuovamente?
Scossi la testa.
Summer!!” si passò la mano fra i capelli, frustrato “Prova a capire. Stando qui non possiamo proteggerti” provava a farmi ragionare, con scarsi risultati.
E se io non voglio essere protetta?” la frase uscì dalla mia bocca prima che passasse per il cervello. Mi sentii subito male, perché dirlo a voce alta era tutto un'altra cosa: rendeva tutto più reale e la paura più toccabile.
Summer...
No, Justin” lo fermai in partenza “Non voglio che si ripeta quello che è successo in Brasile. Non voglio che qualcuno di voi muoia per colpa mia, per proteggere me. Io non sono il Papa o il presidente degli Stati Uniti o la Regina Elisabetta, non sono una persona famosa che deve avere 20 guardie del corpo, come gli One Direction quando escono di casa, che rischiano la propria vita per salvare la loro... Tyler ha ragione: Seth è morto per colpa mia e mi sentirei morire se vedessi per terra te o Brian con una pallottola al petto, ricoperti di sangue” quel immagine mi fece rizzare i capelli e le lacrime scendevano sul viso, come pioggia “Non voglio sapere che sei morto per me, perché non riuscirei a sopravvivere...” feci una pausa per prendere fiato “secondo me è meglio finirla qui, prima che tutto si complichi. Penso che sarebbe meglio se ogni uno prenda strade diverse” ma chi era che stava parlando?! Non ci credetti neanche io alle mie stesse parole. Era come se qualcun altro fosse entrato nel mio corpo e avesse parlato al posto mio.
 
Ero veramente io? Volevo veramente quello che, a quanto pare, avevo detto?
 
Justin, in un primo momento, non fiatò. Restò fermo a fissarmi come se stesse provando a trovare qualcosa nei miei movimenti, nel mio sguardo, che contraddicesse quello che gli avevo appena detto. Avevo paura, ancora una volta. Volevo allontanarlo ma avevo paura di riuscirci per davvero. In quel breve periodo di tempo che passai con Bieber, avevo imparato a conoscerlo, sapevo come prenderlo, anche se a volte il mio carattere impulsivo mi portava a dire o fare cazzate che lo facevano incazzare, ma io non potevo farci niente. Non volevo toglierlo della mia vita adesso che ci era entrato, ma sapevo che era la cosa più giusta. Volevo proteggerlo insieme a Brian, Jazzy, Jaxon e gli altri ragazzi. Loro mi avevano salvato la vita e adesso toccava a me salvare la loro... finché mio padre sarebbe stato libero e pronto a volermi uccidere, nessuno di loro era al sicuro. Con me in giro ci potevano solo essere guai.
Eppure, anche sapendo di dovergli stare lontano, avevo terrore che lui fosse d'accordo con me. Non volevo stare lontano da quelle braccia che mi circondavano ogni qual che ne avevo bisogno, che mi consolavano come nessuno sapeva farlo; da quegli occhi dove mi perdevo mentre li fissavo... di un colore così normale: non erano di un azzurro ghiaccio o di un verde smeraldo o di un blu notte.. erano castani, dei semplici, banalissimi occhi castani, con delle sfumature dorate e verde, che però contenevano un nuovo mondo, un nuovo universo. Quegli occhi mi mandavo fuori testa, sapevano leggermi dentro, anche se io facevo di tutto per non lasciarli fare. Quelle due palline mi trasmettevano calore, affetto e... e amore. Ero conscia che era un amore d'amicizia, al massimo un amore fraterno, in fin dei conti ero più piccola di lui ed ero la sorella del suo migliore amico ed anche la psicologa di Jazmyn.
Volevo allontanarlo dal disastro di persona che ero, ma desideravo anche che mi dicesse che non mi avrebbe abbandonato neanche per tutto l'oro al mondo e sembrò, che per una volta, qualcuno la su mi avesse sentito, perché subito dopo disse quello che la parte che più detestavo in quel momento, voleva sentirsi dire:
Cazzo, no! Te lo scordi!” okay, forse non erano le parole esatte che avrei usato anche io, ma il concetto era chiaro: non voleva lasciarmi andare. Nonostante le sue parole, mi sentivo male lo stesso e mi sentii un'egoista perché preferivo che lui mi stesse accanto, rischiando la sua vita ogni giorno per me, più tosto che lasciarlo libero.
 
Presi un lungo respiro, elaborando i miei pensieri. Stavo cercando la soluzione equa.
Chiusi gli occhi per riaprili dopo un paio di minuti, mentre prendevo dei lunghi respiri “No, Justin. Non voglio! Voglio solo che tu te ne vada e mi lasci sola.” era la decisione giusta da prendere, mi auto convinsi.
Bieber mi guardò per un istante e sembrò che stesse cercando di leggermi dentro. “No, non ti lascerò qui da sola, sapendo che ci sono persone lì fuori pronti a volerti fuori. Non voglio portarti a forza da me, ma se sarà necessario sappi che lo farò. Andrò contro tutto e tutti pur di sapere che sei al sicuro! Hai capito, Summer?” chiese avvicinandosi e prendendo il mio viso fra le mani “Contro tutto e tutti...” la intensità con cui lo ripeté  mi mise i brividi di piacere e mi venne la pelle d'oca.
 
Quel ragazzo era tutto ciò che volevo, ma che non potevo avere... non potevo neanche immaginare di volerlo e questo era un grandissimo problema, perché nella mia vita c'era già un altro uomo, con cui mi sarei sposata fra pochi giorni.
 
E Dylan? Cosa gli dico?” chiesi ancora vicina a lui. Non capii neanche come riuscii a elaborare quella domanda visto che quella vicinanza dei nostri corpi mi metteva in confusione e quel contato delle sue mani sul mio viso mi mandava in estasi: erano così calde, morbide, grandi, piacevoli...
Non sa che sei tornata dal tuo viaggio 'anti-stress improvviso' perciò non gli lo devi per forza dire che sei a Strantford, ma se proprio vuoi farlo, basta che gli dici che vuoi recuperare il tempo perduto con tuo fratello e, che modo migliore,  se non andare a stare da lui fino al matrimonio?” quel sorrisino con cui pronunciò quel lungo periodo senza neanche prendere fiato, mi fece capire che aveva capito tutto: aveva capito che avevo alzato bandiera bianca e che lui era il vincitore, ma ero troppo orgogliosa per ammetterlo: non volevo dargli quella soddisfazione, o almeno non subito. Feci lavorare il più possibile il mio cervello per cercare di trovare qualcosa che mi avrebbe potuto salvare da quella situazione.. in fondo in gioco c'era la mia dignità: non si doveva mai, e dico MAI, far vincere una battaglia ad un uomo, perché poi te lo rinfaccerebbero per tutta la vita, anche dopo la morte.
Cosa dico a mia madre però? A lei non andrà a genio che stia da mio fratello, sapendo che la causa dell'abbandono da parte di mio padre, fu per colpa di Brian e di sua madre vediamo come a rispondi a questa, Bieber. pensai lanciandoli uno sguardo di sfida.
“Semplice” alzò le spalle e sorrise ancor di più. Sapeva a che gioco stavo giocando “Le dici che ti dispiace ma che vuoi conoscere il fratello che lei ti ha negato.
Sì, ma così la farei soffrire.” come se mi importasse, mi dissi mentalmente.
So che non ti importa niente. Non inventare scuse con me, Jones!” voleva apparire serio, ma vedevo benissimo che stava cercando di non sorridere davanti ai miei scarsi tentativi di non dargliela vinta.
Feci un passo indietro, allontanandomi da lui e dalle sue mani, per riuscir a ragionare a mente lucida.
Io non mi sto inventando scuse, Bieber.” bugiarda. “E comunque la mia damigella d'onore, Katherine, arriva domani e le avevo promesso che poteva stare da me, ma se io sto da te, lei... dove starà?
Qui. Avrà la casa tutta per sé!

Eh no Bieber. Non puoi farmi quello sguardo da infarto, da “non mi freghi, piccola.”.

“Non la posso lasciare sola. Viene per me ed io l'abbandono?” uffi, mi stavo arrampicando sugli specchi, lo notai pure io.
Justin mi sorrise e fece un passo in avanti, mettendosi le mani in tasca, mentre io, a mia volta, ne facevo un indietro. “Allora vorrà dire che anche lei sarà mia ospite!” stavo seriamente pensando di prendere quel cucchiaio di legno, che avevo lì sopra al piano di lavoro della cucina, e daglielo in testa, come avrebbe fatto mia nonna, almeno ero sicura che avrei tolto quel sorriso da “sono figo solo io” che, però, di più bello al mondo non c'era: così luminoso, aperto, con denti così bianchi da far invidia alla neve, così espressivo...
 
I piccoli -Lucia e Ryan- vengono da me tutti i mercoledì, cioè dopo domani, e non posso proprio dirli di no... Ci rimarrebbero male!” era l'ultima carta che avevo da giocare.
Lui scosse la testa quasi divertito “Vorrà dire che verranno da me, anzi, da noi, perché sarà anche casa tua per i prossimi 4 giorni!” ed il sorriso di vittoria si impossessò del suo viso. Aveva vinto, nonostante io avesse cercato tutte le scuse possibili, sarei dovuta andare a stare da lui e Brian... sapevo già che mi sarei dovuta portare quella sconfitta per il resto della mia vita.
Le mie spalle si rilassarono, non avevo neppure notato che erano rigide come se fossero state delle asse di legno “Okay... vado a preparare le valigie” lo guardai un'ultima volta e vidi il suo viso illuminarsi ed una domanda mi sorse spontanea “Lo sapevi già dall'inizio che saresti riuscito a convincermi, vero?” chiesi curiosa.
No, però ci speravo!” sorrise e le mie ovaie esplosero.

'Fanculo, Bieber.
 
Perché?” ancora una volta la mia boccaccia parlava al posto mio.
Quasi non ci credetti appena vidi quello che vidi: Signore e Signori, Justin Bieber, il porta guai, il teppista, il trafficante di droghe, il 'sono più figo io', si era imbarazzato.
Si grattò il collo e ci pensò bene prima di darmi una risposta “No-non so... L'unica cosa che posso dirti è che quando ci sei tu, tutto è migliore, tutto è più bello. È come se tornassi quel ragazzino spensierato, che non vedeva sua madre, ogni sera, picchiata, che non veniva picchiato... è come se tu riuscisse con un solo sorriso, un semplice 'ciao' a togliere tutto il male che c'è in me... è come se il mostro che ho dentro si fosse legato al tuo angelo con un filo indistruttibile... come se il mio demone avesse trovato la propria casa con la tua creatura celestiale... non so perché ti voglio lì con me, ma so che starei molto meglio sapendo che stai sotto le mie ali e che sei al sicuro... è tutto più bello quando ci sei tu, Summer!” il mio cuore si fermò, lo zoo che avevo nello stomaco tornò a far il suo dovere, altro che farfalle... smisi addirittura di respirare... L'unica cosa che feci fu sorridere...
Sorrisi come una bambina che aveva appena ricevuto la barbie che tanto aveva desiderato per natale, come quando si va sulle altalene e ci si sente liberi, che quando sei là su e il terreno là giù, nessun male ti può raggiungere, nessun problema ti può sfiorare per la testa, nessun pensiero può entrare nella tua mente se non quello di essere liberi, una volta tanto liberi... Sorrisi come una adolescente che vede passare davanti a sé il ragazzo che le piace... Sorrisi come quando una madre vede suo figlio per la prima volta... Sorrisi come quando un padre sente la propria piccolina dirgli “Ti amo, papà”, oppure quando glie viene detto “Sei l'unico uomo nella mia vita e lo sarai sempre... Sarò sempre la tua bambina, papà”... Sorrisi come quando si sale su una giostra, oppure come quando si mangia lo zucchero filato.. Sorrisi come quando tuo fratello ti abbraccia e ti dice che ti vuole bene... Sorrisi come quando si ricorda i bei momenti... Sorrisi come quando sei sull'altare e il prete dice "Vi dichiaro marito e moglie. Adesso puoi baciare la sposa"... 
Sorrisi perché lui sorrise, perché avrei passato i prossimi 4 giorni a stremo contatto con lui, perché sapevo che lui c'era e che non voleva andarsene, perché non voleva abbandonarmi, perché mi voleva proteggere, perché avevo capito che avrei potuto sempre contare su di lui, ma soprattutto perché... perché, nonostante non ero pronta ad ammetterlo a me stessa, stava nascendo qualcosa dentro di me più forte di un sentimento d'amicizia, un sentimento simile... all'amore. Un amore tormentato, disgraziato, senza fondamenta, impossibile, immaginabile... eppure tutto mi sembrava più bello, più divertente, più luminoso, più positivo, con lui al mio fianco, ma il nostro amore era destinato a non durare ed io sapevo bene che avrei fatto bene ad allontanare il più in fretta possibile quel sentimento dalla mia testa, perché io amavo Dylan, il mio futuro marito con cui avrei passato il resto della vita... o almeno lo speravo.



 
Non sarebbe stato difficile concentrarmi solo su Dylan anche se stavo da Justin per i prossimi 4 giorni, vero?
 
Non sapevo però quanto mi stavo illudendo quel giorno... non sarebbe stato per niente facile.







LA VERA STORIA, INIZIA QUI......


 
 DA NON PERDERE:
Nel prossimo capitolo capiremo meglio come si sente Summer riguardo
a quello che le è successo in Brasile.
Nuovi personaggi faranno il loro "ingresso".
Vedremo un Justin Bieber diverso da quello che abbiamo visto fin'ora.
Ahh.. e ci saranno nuovi colpi di scena.

Vi aspetto!
kiss kiss :3
 
  
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