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Autore: karlsonn    17/04/2014    0 recensioni
10, 9, 8… la relazione tra Mycroft e Lestrade in 10 passi… dal punto di vista di Mycroft Holmes. (implica Johnlock)
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.  Cinque: i cinque sensi.
 
Chiude la porta di casa e si appoggia allo stipite, ansimando. “Muoio”, pensa, “ora muoio”. Si porta una mano al petto, invaso da qualcosa di così strano e intenso che sembra potergli scoppiare dentro.
 Certo la sua reazione non è stata un granché, e di quel bacio non ha sentito praticamente nulla, sopraffatto dalle proprie emozioni. Appena Lestrade ha avvicinato le labbra alle sue, appena ve le ha appoggiate, lui ha sentito tutto il suo corpo bloccarsi e irrigidirsi, ha distolto il viso e, borbottando un frettoloso “Buonanotte”, si è rifugiato in casa... Ed ora è lì, incredulo e ansimante.
E ora sente bussare alla porta. Vorrebbe far finta di niente, fingere di non averlo sentito, ma Lestrade lo chiama e la sua voce suona quasi disperata: apre, e si ritrovano in piedi uno di fronte all’altro, Lestrade evidentemente confuso e imbarazzato, lui che cerca di controllarsi e ritrovare la propria impassibilità... “Mycroft… mi dispiace… ho frainteso tutto… volevo solo chiederti scusa. Credevo che tu… comunque spero che questo non rovini il rapporto tra noi…”. Lui rimane in silenzio, chiedendosi che fine possa aver fatto tutta la sua intelligenza visto che non riesce a pensare nemmeno a una frase sensata... “Hai il mio numero di telefono Mycroft, se pensi che possiamo continuare a frequentarci, per lavoro, almeno, mi puoi chiamare. Non ti importunerò più”.
 No, non riesce a parlare, ma riesce almeno a fermarlo, prima che se ne vada, appoggiandogli una mano sul braccio. Lestrade si blocca e lo guarda con intensità, dritto negli occhi, prima di riprendere a parlare “Tu sapevi che mi piacciono gli uomini, Mycroft?” Lui annuisce, la mano sempre intorno all’avambraccio del poliziotto. “E avevi capito di piacermi?” scuote la testa: certo che no, come avrebbe mai potuto anche solo immaginarlo? Lestrade sorride. “Io credevo che tu lo sapessi e pensavo di piacerti anche io, per questo ti ho baciato”.
 Si rende conto di stringergli il braccio quasi in uno spasmo, per trattenerlo, forse, ma molto di più perché si sente precipitare nel vuoto, senza fine, senza paracadute… Poi lo tira, con lentezza, verso di sé.
 Sono così vicini da confondere quasi i loro respiri quando Lestrade porta due dita a sfiorargli le labbra. “Posso?” sussurra piano, e la voce roca dell’ispettore gli arriva dritta dentro alla pancia... Lui annuisce appena, prima di perdersi in quei grandi occhi scuri come laghi di montagna, prima di abbassare le palpebre...
Inspira il profumo di Lestrade, che è muschio e legno fruttato, mischiati all’odore lontano dell’ultima sigaretta fumata... e la sente, questa volta, la bocca di Lestrade sopra alla sua, le sue labbra calde e umide contro le sue, due labbra morbide che lo baciano, e una lingua più morbida ancora che entra dentro di lui.
Gli ricambia il bacio, leccandogli la lingua e la bocca, ed è sopraffatto dal sapore di Lestrade: sapore di caffè, di birra, e poi di qualcosa di più profondo e indecifrabile, che deve essere il suo sapore, il sapore buono di Gregory Lestrade. 
  
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