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Autore: telesette    17/04/2014    1 recensioni
[ Questa fanfiction è scritta da mano anonima! ]
Bulma era preoccupata che, incapace di controllarsi, Vegeta desse libero sfogo a tutta la propria brutalità. Cosicché era rimasta fuori della porta ad ascoltare l'intera conversazione, pronta a fermare la furia del Saiyan in qualsiasi momento.
Fortunatamente non era accaduto nulla del genere.
Anzi, la scena cui aveva avuto modo di assistere, origliando dietro l'uscio, l'aveva talmente commossa che rimase letteralmente senza parole.
Vegeta che esprimeva in modo così chiaro ed appassionato quello che provava per la sua famiglia?
Era più raro che vedere un asino volante, tenendo conto del carattere chiuso e scorbutico del suddetto...
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Autori & Autrici anonimi/e'
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PREMESSA

Più o meno dalla prima metà del 2013, sulla mail di "telesette", già cominciavano ad arrivare un bel mucchio di: idee, suggerimenti e consigli per nuove storie.
Fino ad oggi, ho sempre cercato di accontentare tutti/e, dando vita e corpo alle storie che molti/e spesso incontrano un po' troppa difficoltà a scrivere personalmente.
Purtroppo neanch'io posso tenere il ritmo con tutte le singole mail che mi vengono recapitate ogni mese - con la conseguenza che molte long-fic sono indietro coi tempi dell'aggiornamento e le nuove attendono tuttora di comparire su codeste pagine - e questo è forse UNO dei motivi che mi rendono tanto "scostumato" agli occhi della civile e rispettabile comunità.
Ovviamente ce ne sono altri ma, visto che non riguardano tale contesto, lasciamo perdere...
Dal momento che una persona si è offerta gentilmente di aiutarmi con alcune bozze, scrivendo in concreto la storia che state appunto per leggere, approfitto di questo spazio per ringraziare la sua grande cortesìa e specificare appunto che la storia qui di seguito NON è sostanzialmente farina del mio sacco.
La persona che ha scritto quanto segue, onde scongiurare pesanti e fastidiose polemiche, preferisce infatti mantenere l'anonimato e regalarci il frutto del suo impegno senza chiedere nulla in cambio: niente commenti, niente approvazioni, né critiche, elogi... niente di niente, insomma!
La storia è qui, pure se NON l'ho scritta io, ed in totale accordo con la persona che l'ha scritta.
Questo è un libero omaggio a tutti i veri appassionati, che non richiede nulla all'infuori della semplice condivisione, e nessun regolamento lo vieta.

In Fede

DAVID BIZZARRI

 

Vegeta - il Principe dei Padri
( immagini tratte da internet )

 

Vegeta seguiva sua moglie passo passo come un cagnolino, entrambi diretti alla scuola di Trunks, tuttavìa il volto del Principe dei Saiyan era molto più corrucciàto del solito.
Del resto, per essere così nervoso, aveva i suoi buoni e validi motivi.

- Perché cavolo sono qui, invece di allenarmi per battere Kakaroth... Accidenti a te, donna, me la pagherai anche per questa!

Bulma sembrò non accorgersi del sommesso brontolare del marito, allorché Vegeta ripensò con calma a quanto era successo la sera precedente...

***

Erano più o meno le 18 e mezza di sera.
Vegeta si era concesso una buona doccia rinfrescante, dopo il suo allenamento nella Gravity-Room, ed era appena uscito in pantaloni e con l'asciugamano buttato sulle spalle. Dal momento che Bulma non era ancora tornata, decise di mettersi a guardare un po' di TV. Lui e il mondo terrestre erano su due versanti pressoché opposti ma, almeno per stavolta, si sarebbe rassegnato a spendere qualche minuto nel vedere qualche programma a caso.
C'erano solamente tre cose che il testardo e orgoglioso Principe dei Saiyan apprezzava di quel "pianetucolo" ai confini del cosmo, sul quale aveva avuto la malaugurata idea di finirci per colpa di quella zucca vuota di Goku.
Il primo era indubbiamente il cibo cucinato dalla madre di Bulma, nonché suocera del Saiyan; le Sfere del Drago, per ogni evenienza; e ultimo, ma non meno importante, la sua bellissima moglie.

E Trunks?
Beh, in quanto erede della razza reale dei Saiyan, un posto lo aveva certo anche lui nelle sue considerazioni... pure se Vegeta non lo avrebbe mai ammesso, per non farlo venire su uno smidollato al pari di Kakaroth e famiglia.
Vegeta accese la TV con il telecomando.
L'ultima volta che aveva provato a farlo senza, infuriato perché non riusciva a capire come accidenti funzionasse quel "coso", l'apparecchio era andato logicamente in pezzi. Neppure un televisore ultimo modello, per quanto di qualità e in garanzia, può dirsi resistere ad un Ki-Blast da distanza ravvicinata.
Comunque, qualche minuto dopo, il Principe dei Saiyan stava tranquillamente sciroppàndosi uno di quei barbosi documentari di sociologìa.
Bulma rincasò in quel momento, dopo essere stata fuori tutto il giorno a curare la supervisione dei progetti e delle invenzioni riguardanti la Capsule Corporation.

Dal momento che ormai conosceva bene suo marito e suo figlio, e di conseguenza adattando le proprie abitudini alle loro esigenze, si diresse tranquillamente in cucina a preparare la cena per i suoi due maschi di famiglia.

- Accidenti - mormorò tra sé. - Non mi aspettavo che Trunks si beccasse un richiamo da parte dei professori... Mi chiedo che sia successo!

Mentre lei tagliuzzàva le verdure, Vegeta si alzò lasciando la televisione accesa  e, silenzioso come un ombra, si fermò proprio sullo stipite della porta di cucina.
Lì poteva vedere la sua dolce metà girata di spalle, pensierosa e concentrata allo stesso tempo, e si soffermò ad osservare il fisico sensuale di lei che neppure gli anni riuscivano più di tanto a scalfìre. Il fondoschiena ad esempio, seppure coperto dai jeans, Vegeta non faceva fatica a vederlo com'era sotto: morbido e rotondetto, come piaceva a lui, da farlo letteralmente impazzire.
Vegeta adorava quel lato di sua moglie, e non solo.

Partendo, ovviamente, dall'attrazione fisica, vi era anche e soprattutto quel suo caratterino pepato col quale soltanto lei riusciva a tenergli testa. Quello, senza dubbio, era stato la causa scatenante dell'amore di Vegeta nei suoi confronti. Un amore maledettamente difficile da esprimere, visto il suo carattere di Saiyan, e tuttavia costui aveva sempre un modo per dimostrarle di tenere tantissimo a lei.
Non sempre occorrono le parole, in effetti...

- Vegeta ?!?

Bulma scattò improvvisamente, nel sentirsi abbracciare da dietro, e vide le mani del marito avvolgerle i fianchi per poi chiudersi sul suo ventre piatto e sodo.
Quella sera Vegeta aveva finito un po' prima l'allenamento, in modo da conservare le forze necessarie per il dopocena.

- Vegeta... Sei così caro... - sorrise Bulma, gustandosi ogni dolce attenzione che il rude Saiyan le andava offrendo.
- Bulma, sei bellissima - sussurrò l'altro, quasi mordicchiandole l'orecchio.

Il cuore del principe si infiammò.
Costui aveva tutta l'intenzione di stringerla tra le braccia ed appartarsi il prima possibile con lei in quel loro piccolo angolo di intimità marimoniale... meglio noto come "Camera da Letto".

- Papà, lo sai che domani tu e mamma dovete andare a scuola a parlare con il preside?

Il piccolo Trunks aveva colto proprio il momento giusto, per sbucare sulla porta della cucina. Senza poi minimamente accorgersi del fatto che entrambi volessero un po' di riservatezza, fece notare ai genitori che il forno, dove un succulento pollo stava arrostendo, levava già un sottile filo di fumo denso e scuro.

- Mio Dio, Vegeta - strillò la donna, affrettandosi a salvare il salvàbile. - A momenti, tu e Trunks rischiavate di andare a letto senza cena!

Fortunatamente la cena era salva, con grande soddisfazione del piccolo Brief... e un po' meno da parte di Vegeta, il quale fulminò il figlio con un'occhiataccia delle sue.

- Per domani, doppio allenamento dopo la scuola - sentenziò mentalmente il burbero genitore.

La cena fu consumata perlopiù da padre e figlio, nel modo più selvaggio possibile, sotto lo sguardo rassegnato della donna... ormai abituata a quel loro modo barbaro di avventarsi sul cibo. Vegeta sarà stato anche un principe ma, almeno nei modi, di regale mostrava davvero ben poco.

Dopo cena, i coniugi si spostarono nella loro alcova matrimoniale.
Vegeta si era già steso sul letto, deciso a dare il meglio della propria virilità, e aspettava impaziente che la moglie finisse di lavarsi.
Non dovette aspettare molto.
Bulma si allentò maliziosamente la vestaglia sui fianchi, nell'accostarsi al marito, mormorandogli con fare astuto la richiesta che più le premeva...
Il giorno dopo, Bulma svegliò il marito con un dolcissimo bacio a fior di labbra. Lui apprezzò molto il gesto, anche se non lo diede molto a vedere, ma subito s'insospettì non poco.

- Donna, c'è qualcosa che non so ma che sicuramente NON mi piacerà? - domandò Vegeta, fissando seriamente la moglie, le braccia incrociate sul petto nudo.
- Beh, te l'ho detto ieri sera e hai pure accettato - rispose lei convinta.

A tale affermazione, Vegeta sgranò gli occhi emettendo un grugnito assai poco garbato, nello sforzarsi di rammentare certi particolari della notte precedente.

- "Domani mi accompagnerai dal preside di Trunks?" - aveva chiesto Bulma, prima che Vegeta si lasciasse travolgere dalla passione di abbracciarla e baciarla ovunque. - "Ecco, Trunks ha ricevuto stamattina un richiamo dal consiglio-docenti e"...

Purtroppo la donna non fece in tempo a finire di parlare che, eccitato com'era, Vegeta le rese non poco difficile continuare sull'argomento.
Ciononostante, prima di abbandonarsi completamente ai fuochi d'artificio sotto le coperte, Bulma era certa di avergli strappato almeno un "sì" di risposta.

- Beh, sì... credo... mi sembra di ricordare qualcosa di simile ma...
- Lo so che sarà un grosso sacrificio per te, visto che non fai altro che allenarti e i soldi li porto io - aggiunse ironicamente Bulma, allacciandosi la vestaglia sui fianchi.
- Tsk... è una cosa che puoi fare benissimo solo tu - sbottò l'altro per tutta risposta, con tutta l'intenzione di rimettersi sotto le coperte a dormire.
- VEGETA - la voce di Bulma cambiò tono e si fece tuttaltro che dolce e romantica.

Meno di mezz'ora dopo, entrambi erano seduti in macchina con Bulma alla guida.
Tutto quello che il Saiyan ricordava suonava pressapoco come: "O vieni con me senza discutere, in quanto padre di NOSTRO figlio, oppure ti taglio i viveri, la Gravity-Room, e dormi sul divano!"
Il resto, ovviamente, era muta accondiscendenza...

***

Bulma, per l'occasione, si era vestita in modo un po' più impegnato del solito: elegante, per non dare l'idea di una donna sciàtta e trasandata, ma al contempo mettendo chiaramente in risalto tutto il fascino provocante e sensuale delle sue curve voluttuòse... come sottolineavano le gambe affusolate e le calze autoreggenti, da sotto la minigonna classica con uno spacco piuttosto audace sul retro.
Vegeta invece, con ragioni più che ovvie per lei e un po' meno per lui, non poteva certo presentarsi davanti ai professori di Trunks con indosso la solita battle suit o una tuta da allenamento. Ma anche lui faceva la sua figura, pure se il vestito lo aveva scelto la moglie, ottenendo come compromesso il colore nero sia per il sopra che per il sotto... in modo da non doversi vergognare troppo di farsi vedere in giro con quei ridicoli "stracci" da terrestre sottosviluppato.
Forse non era il genere di abiti più indicato, per presentarsi davanti al consiglio-docenti dell'istituto, ma era già tanto averlo convinto a venire.
Il preside della scuola era un tipo alto e sobrio, vestito rigorosamente in giacca e cravatta, ma risultava oltremodo sgradevole già dalla prima occhiata. Vegeta lo aveva già catalogato come essere "insignificante" ed inutile, con un livello di importanza biologica pari a quello di un'ameba... anzi, forse addirittura più sotto.

- Dunque è questo il pirla che ha dato il via a tutte queste grane di inutilità trascurabile? - pensò il Saiyan tra sé, mentre si componevano le solite formalità.

Vegeta nemmeno gli strinse la mano, tanto puzzava di un disgustoso profumo per uomini. Dentro di lui anzi, pregava che tale buffonata finisse presto, in modo da ritornare quanto prima ai suoi allenamenti... senza dubbio, molto più seri che stare lì a discutere con quell'attaccapanni vestito a festa di un funzionario scolastico.

- Bene, bene - cominciò il preside, con voce severa e anche piuttosto graffiante. - Dunque signora, anche se mi rincresce, devo dirle purtroppo che suo figlio è un vero teppista!
- Ma... Trunks è un bravo ragazzo - provò a dire Bulma. - Non so cosa...
- La prego, mi lasci dire, signora Brief: è pigro, svogliàto, non segue le lezioni... Inoltre, mi volete far capire, come fa ad avere tutti quei lìvidi e quei muscoli da delinquentello di strada?

L'uomo fece una piccola pausa, prima di proseguire.

- Signora, con tutto il rispetto dovuto alla vostra utilità pubblica, come direttrice della più famosa ditta di capsule esistente, ma il consiglio del nostro istituto si aspetta che voi prendiate seri provvedimenti in merito!

Bulma si voltò verso Vegeta, il quale era ritto e in piedi, poggiato di spalle al muro e con le braccia incrociate. Trunks aveva preso da Vegeta, non c'era dubbio, ma era una cosa di cui andare assolutamente fieri.
Altroché!
Bulma ne era sicurissima.

- Non c'era bisogno di portare qui il suo body-guard, signora - fece notare il preside con chiaro riferimento e sarcasmo verso l'abbigliamento e la stazza imponente di Vegeta. - Siamo in una scuola, non in una banca!
- Tsk - soffiò Vegeta chiaramente infastidito.

Più che altro, le parole di quell'ometto erano un grave insulto personale, oltre che pesanti ed ingiustificate verso suo figlio.
Quel piccolo marmocchio che lo aveva salvato dagli attacchi del mostro rosa, quando lui si era lasciato possedere da Babidy, aveva dimostrato molto più coraggio di qualunque guerriero Vegeta avesse mai conosciuto.
Il coraggio di un vero Saiyan!
E Vegeta era sì orgoglioso e freddo ma, a dispetto del suo carattere ombroso, vi erano comunque due cose che teneva nella massima considerazione: l'onore in battaglia e la forza di vincere la paura.
Dunque, chi cavolo era quel vermetto insolente, per permettersi di criticare in modo così aspro sua moglie e suo figlio?

- Voi siete sempre stata piuttosto strana, sapete? - proseguì impertèrrito il preside. - Ho sentito dire che, da giovane, vi eravate messa in testa di cercare degli strani amuleti, anziché comportarvi come una ragazza normale!

Il preside era un conoscente del padre di Bulma, il dottor Brief, e aveva sentito di queste cose non molto tempo fa.

- Ehm, sì è vero ma...

Bulma si pentì subito di aver risposto.

- Ahahahahah! E immagino che abbiate finito per sposarvi con un alieno, dico bene? - rise l'altro sguaiatamente.

Era il colmo.

- Bulma, vai fuori - esclamò secco Vegeta.

La donna eseguì immediatamente.
Quando suo marito usava chiamarla per nome a quel modo, in un tono che non ammetteva repliche di sorta, significava che era ben lucido e perfettamente in grado di risolvere la questione alla sua maniera senza troppe scene. Vegeta tranquillizzò piano la moglie, assicurandole tacitamente di lasciare in piedi sia il preside che l'istituto e, quando Bulma si fu chiusa la porta alle spalle, i suoi occhi color pece si puntarono ritti sull'uomo incravattàto dinanzi a lui.

- Non... Non penserà di aggredirmi - rabbrividì questi. - Gua... Guardi che io ho molti avvocati, sa?

Lo sguardo intimidatorio era solo l'inizio.
Vegeta prese dunque una sedia e si accomodò tranquillo di fronte a quel mucchio di gelatina tremante.

- Sono Vegeta Brief - disse con voce molto chiara ed autorevole. - E sono il padre di Trunks!
- Le... Lei è il marito della signora Brief ?!?

La reazione composta di Vegeta lasciò di sasso il preside, il quale si aspettava di ricevere qualche cazzotto ( vincendo poi la causa in tribunale! ) oppure una cospicua mazzetta di bigliettoni fruscianti per fargli promuovere il figlio.
Di solito, funzionava così.
Vegeta piegò gli angoli delle labbra all'insù, dando forma ad una specie di ghigno sàdico, dopodiché poggiò calmo le spalle sullo schienale della sedia e incrociò le gambe e le braccia, mostrandosi completamente aperto al colloquio e al dialogo vero e proprio.

- Mi dica - sorrise. - Che lamentela vuole esporre alla mia attenzione?
- Ehm, dunque... Suo figlio, cioé... fin dai primi giorni di scuola, ha sempre mostrato una certa indifferenza verso i metodi di studio delle nostre autorevoli educatrici...

Vegeta già immaginava che razza di professoresse potevano essere costoro.
Delle giovani oche svampìte, disposte ad ogni genere di compromesso per far carriera; o peggio delle vecchie zitelle acide, con le rughe accentuàte da chili e chili di trucco, che sfogano tutta la loro frustrazione a danno degli studenti; il tutto attraverso i quattro e i due in pagella, accompagnati da una sfilza di note disciplinàri a non finire, criticando persino gli starnuti...

- Pensi che ha avuto addirittura il coraggio di rispondere in malo modo alla professoressa di ginnastica - continuò il preside. - Ha avuto la sfrontatezza di definirla una... beh, non posso ripeterlo... e l'ha criticata volgarmente, davanti a tutta la classe, assieme a quell'altro teppistello del suo compagno... un tal Son Goten, mi pare!
- Hmpf - bofonchiò Vegeta tra sé. - Quindi anche Kakaroth è coinvolto in tutto questo?

Vegeta decise che avrebbe battuto il suo rivale col cervello, difendendo così, oltre al suo orgoglio, anche la sua presunta superiorità intellettuale.

- Trunks come procede con lo studio, comunque? - domandò, mostrando ciò che sembrava un sincero interesse.
- Diciamo che se la cava in educazione fisica e anche in altre materie, come matematica e scienze - rispose l'altro, ponendo però sempre in chiaro risalto il problema della condotta. - Il problema sta nella disciplina educativa e nei rapporti con le altre persone, specialmente gli adulti, ai quali rifiuta di mostrare il rispetto previsto dalla società e dalla buona creanza!
- Tsk, tempo sprecato - osservò Vegeta. - Questo vermetto mi ha fatto perdere un'intera giornata di allenamento, per imbottirmi la testa di queste ridicole stupidaggini...

Vegeta fece dunque un respiro profondo e, anziché scatenare una pioggia di Ki-Blast e combinazioni mortali di calci e pugni, si limitò a concentrarsi su quanto intendeva rispondere in merito.

- Signor preside - disse. - Lei sa che lo scopo della scuola, in sé, è quello di valorizzàre i tratti peculiàri dei giovani senza intromissioni di varia natura? E' una regola valida da secoli, nella mia...

Tacque.
Stava per dire "razza" ma, per fortuna, si corresse in tempo e cambiò termine.

- ... Famiglia - concluse. - Cioé: educare e crescere i figli, per renderli sani, forti e capaci di prendere da soli le proprie responsabilità e scelte!

Di nuovo fece una pausa, guardando negli occhi quel timido preside indifeso, sollevando con fermezza un pugno che avrebbe potuto tranquillamente disintegrargli quel poco di materia grigia che probabilmente aveva nella scatola cranica.

- La prima educazione ricevuta è quella dei genitori quindi, se mio figlio è un "teppista" come dice lei, allora è a me che dovete rivolgere le vostre accuse, non certamente a Trunks - sottolineò Vegeta convinto. - Io ho educato mio figlio, gli ho insegnato ad avere rispetto solo ed esclusivamente verso CHI il rispetto lo merita davvero, secondo sani e fondamentali criteri di valutazione basati sul carattere e sulle idee da persona a persona... E se mio figlio non rispetta nessuno in questa scuola, specialmente i professori, penso di potere affermare che un motivo ben chiaro c'è!

Ciò detto, Vegeta allargò le braccia con veemenza e aggiunse.

- Evidentemente voi stesso non siete mai stato cresciuto secondo valori morali, come la famiglia e lo spirito di iniziativa; dunque non mi stupisco che queste parole sembrino di lingua "aliena", per voi ed i vostri sottoposti...

Il preside non riusciva né a controbattere né tantomeno ad articolare nessuna frase.

- Ovviamente è impossibile che io provi ad inculcàre qualcosa di nuovo nella vostra mentalità, che ha radici troppo profonde perché io possa anche solo pensare di sradicàrle... Ergo: non chiamatemi più per criticare deliberatamente mia moglie e mio figlio, senza alcuna ragione valida se non quella di dimostrare appunto la vostra monumentale imbecillità!

Ciò detto, dopo aver letteralmente squarciato a metà la cattedra con il semplice tocco pesante della propria mano, e provocato nel preside un mezzo infarto, Vegeta si alzò e uscì ad informare la moglie che tutto era sistemato.
Bulma era preoccupata che, incapace di controllarsi, Vegeta desse libero sfogo a tutta la propria brutalità. Cosicché era rimasta fuori della porta ad ascoltare l'intera conversazione, pronta a fermare la furia del Saiyan in qualsiasi momento.
Fortunatamente non era accaduto nulla del genere.
Anzi, la scena cui aveva avuto modo di assistere, origliando dietro l'uscio, l'aveva talmente commossa che rimase letteralmente senza parole.
Vegeta che esprimeva in modo così chiaro ed appassionato quello che provava per la sua famiglia?
Era più raro che vedere un asino volante, tenendo conto del carattere chiuso e scorbutico del suddetto... ma anche del fatto che Vegeta sopportava i terrestri quasi quanto i vermi.
Infatti, non appena questi uscì dall'ufficio del preside, la donna lo abbracciò teneramente ricoprendolo di baci.

- Tsk, andiamo a casa, che ho un allenamento da fare - sbottò Vegeta, pure arrossendo in volto, chiaramente sensibile alle dolci effusioni della compagna.

Nel mentre che si avvicinarono all'automobile parcheggiata, Vegeta riconobbe un "asino" di sua conoscenza che salutava sia lui che Bulma.

- Tsk, Kakaroth, anche lui dal preside? - commentò scocciato.

Evidentemente, l'effetto pozione "Saggezza Saiyan" era già terminato.
Infatti, era tornato ad essere il solito scorbutico di sempre.

- Mi chiedo come Vegeta sapesse tutte quelle cose - si domandò Bulma perplessa, guardando il marito di sottecchi, mentre erano fermi ad un semaforo.
- Hmpf - sorrise il Principe dei Saiyan. - Kakaroth, sono proprio curioso di vedere che scuse inventerai, di fronte a quell'amorfo e inutile essere/sottospecie della razza umana... Devo ammettere che guardare la TV, ogni tanto, può servire!

Certo Bulma non poteva sapere che il documentario visto l'altra sera da Vegeta trattasse proprio come argomento l'importanza della pedagogìa e del difficile rapporto empàtico/emotivo tra genitori e scuola...
Ad ogni modo, ora che la faccenda era risolta, tutto poteva dirsi perfettamente normale.
Trunks ricevette una mezza sgridata di rimprovero dalla madre e poi, successivamente, una mezza giornata al parco giochi di Satan City in compagnia di entrambi i genitori.
Gli occhi del piccolo si illuminarono di gioia.
Era raro che suo padre lo accompagnasse di persona da qualche parte, eccezion fatta per questioni di allenamento estremo, e ancora di più che gli rivolgesse un sorriso o uno sguardo pieno di affetto.

- Pensa a divertirti, moccioso, prima che io cambi idea!

Questo fu l'unico commento di Vegeta. 

 

 

FINE

   
 
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