Tempeste estive

“Tu sei la mia tempesta estiva.”
“Perchè?”

Perchè?
In questo momento non lo posso vedere il sorriso furbo che affiora sulle tue labbra rosee e piene, ma lo sento.
So benissimo che sai la risposta, ma siccome “amo la tua voce” hai detto una volta, vuoi che sia io a dartela. E sono più che disposta ad accontentarti, perchè la tua espressione non contenta ma felice è la cosa più bella dell'intero mondo, e poi cazzo, il tuo sorriso fa invidia alla luna.
E inizio a parlare, parlare e parlare.
Sei dall'altro lato del mondo ed è tardi, più o meno le quattro di mattina, e scusa se ti ho chiamato quando so perfettamente che ami dormire, ma proprio non sono riuscita a trattenermi ed ho dovuto avviare la chiamata.
Inizio a parlare e riesco a sentire il tuo sorriso dolce dall'altro capo del telefono.
Ti parlo di quando ci siamo conosciuti.
Te lo ricordi?
Io sì, è stato questo pensiero che mi ha dato il coraggio di chiamarti per dirti qualcosa che a voce, purtroppo, non riesco a dirti, perchè, diciamocelo, i tuoi occhi sono la mia più grande distrazione.
Quel sei agosto di due anni fa non lo dimenticherò mai.
Era una giornata afosa, nonostante le nubi grige che riempivano il cielo, ed io avevo da poco abbandonato l'idea di poter correre.
Ero poi entrata nel parco, il nostro parco, e ti avevo visto.
Quel parco era spettacolare, lo è ancora oggi, ma quel giorno un altro un spettacolo mi aveva affascinata, a tal punto che nonostante la mia incredibile timidezza mi ci ero avvicinata.
Eri tu lo spettacolo.
Te ne stavi seduto su una panchina rossa sbiadita, con la testa leggermente china su un album da disegno, tracciando con una matita, rossa a sua volta, delle linee sottili.
Eri tutto concentrato a rappresentare il paesaggio di fronte a te.
Nulla sembrava scalfirti: né i ragazzi che litigavano per chi doveva bere per primo alla fontana, né le urla dei bambini che giocavano a pallone e nemmeno io, che mi ero avvicinata ulteriormente per ammirarti meglio.
Ti ho fatto la radiografia completa, ti ho osservato da capo a piedi per poi soffermarmi nuovamente sui lineamenti dolci del viso.
La linea dritta del naso, la fronte spaziosa, le labbra carnose e le sopracciglia leggermente inarcate, tutto mi appariva tutto così irreale.
Tu eri irreale.
Poi finalmente hai alzato gli occhi, i tuoi meravigliosi occhi, dal foglio bianco e lo hai puntato nel mio.
Mai ho visto degli occhi più belli, Zayn. Lo giuro.
Erano oro fuso, cioccolato o caramello? Due anni fa non lo sapevo.
Ma ora.. so che loro colore cambia in base a quello che provi, me lo hai confessato tu.
Quando sei arrabbiato sono color cioccolato, quando sei felice oro fuso e quando facciamo l'amore color caramello.
Ricordi che un attimo dopo aver posato i tuoi occhi nei miei ha iniziato a piovere, a dirotto?
Tu ti sei affrettato a richiudere tutto e poi hai preso l'ombrello dal tuo zaino, ti sei alzato dalla panchina e sei venuto verso di me, oramai tutta bagnata, e mi hai protetto da quella che sembrava una tempesta in piena estate.
Da quel giorno siamo diventati una cosa sola.
Torno alla realtà, chiudo gli occhi per qualche secondo e li riapro, prendendo un grande respiro.
Speak now.

“Hai presente quando hai troppo caldo, come in quella giornata di agosto, e desideri solo qualche goccia di pioggia che sia in grado di rinfrescarti e migliorarti la giornata? Ecco, Zayn.
Tu sei la mia tempesta estiva ed hai rinfrescato la mia vita tremendamente afosa.”

Silenzio.
Sento solo i suoi ed i miei respiri accelerati, poi, il suo “dammi poche ore e sono da te” mi fa sorridere, e mi migliora la nottata.
Domani non avrò più paura dell'afa.

EHYYY!
E' la prima one-shot che pubblico, e nulla, spero vi piaccia!
Alla prossima.