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Autore: DanielaRegnard    17/04/2014    2 recensioni
Dopo che Elliot si era addormentato, Leo era solito trattenersi nella stanza ancora un po’, chiudendo il libro che leggeva e riponendolo per terra, iniziando a parlare con il padrone, sebbene sapesse che quello non poteva sentirlo, perché già scivolato tra le braccia di Morfeo.
Gli parlava di ciò che lo tormentava, di ciò che vedeva ogni giorno e che non riusciva a capire, dei suoi dubbi, e di ciò che, evidentemente, vedeva solo lui.
«Sai, Elliot? Tempo fa, dei bambini alla Casa di Fiana sono morti… E ora sembra che tutti, compreso te, li abbiano dimenticati…»
{Lievi Accenni ElliotxLeo }
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Elliot Nightray, Leo Baskerville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If I could be with you tonight
 


If I could be with you tonight,
I would sing you to sleep,
Never let them take the light behind your eyes…
{ The Light Behind Your Eyes - My Chemical Romance }


 
Leo era solito, durante il periodo scolastico, restare nella stanza di Elliot anche dopo il coprifuoco, seduto accanto al letto a chiacchierare con il suo padrone fino a quando questo non si fosse addormentato. Occasionalmente, Leo gli leggeva dei passi di qualche libro che gli era particolarmente piaciuto, oppure, su richiesta di Elliot, recitava le sue parti preferite di Holy Knight.
Dopo che Elliot si era addormentato, Leo era solito trattenersi nella stanza ancora un po’, chiudendo il libro che leggeva e riponendolo per terra, iniziando a parlare con il padrone, sebbene sapesse che quello non poteva sentirlo, perché già scivolato tra le braccia di Morfeo.
Gli parlava di ciò che lo tormentava, di ciò che vedeva ogni giorno e che non riusciva a capire, dei suoi dubbi, di quello che sentiva nella sua testa e che non avrebbe mai potuto confessargli, di ciò che, evidentemente, vedeva solo lui.
«Sai, Elliot? Tempo fa, dei bambini alla Casa di Fiana sono morti… E ora sembra che tutti, compreso te, li abbiano dimenticati… Ti sento distante, ultimamente, Elliot… Come se non capissi quello che dico, certe volte…»
 
Leo era solito alzarsi a guardare Elliot, quando credeva di non avere più niente da dire, per quella sera, e rimboccargli le coperte, prima di andarsene. Posava il libro che avevano letto sul comodino dell’amico, ovviamente, per lasciare una traccia della sua presenza.
 
Leo era solito vivere per Elliot, con Elliot. Dirgli tutto, anche quando lui non poteva sentirlo. Gli bastava la sua presenza per sentirsi accettato, per sentire di aver trovato un posto nel mondo in cui stare. Gli bastava trovarsi al suo fianco per sentire di non essere più “quello strano”.
A Leo bastava quello, non desiderava altro, se non che quei giorni felici e sereni, nei quali erano tutti illuminati dalla gentile luce del sole, durassero per sempre.
 
E invece, che cosa era successo, per far evolvere in quel modo le cose? Perché era dovuta andare a finire in quel modo?
Adesso Leo la sera guardava il cielo notturno seduto sul davanzale. Quel cielo notturno scuro e vuoto, e il ragazzo si ritrovava a pensare che, in quel momento, l’unico con cui poteva condividere qualcosa era proprio quel cielo notturno, così vuoto, così solo.
Adesso Leo la notte piangeva, invece di parlare con Elliot dei suoi tormenti. Piangeva, chiedendo scusa ad una persona che sapeva che non avrebbe mai più rivisto. Ovvio che non l’avrebbe rivisto. Elliot era morto.
Elliot era morto.
Elliot era morto.
Ed era morto per colpa sua.

«Mi dispiace… Elliot...!»
Se lo ripeteva, Leo, con le ginocchia strette al petto e i capelli che gli ricadevano, lunghi e spettinati, sugli occhi.
«Avremmo potuto leggere ancora tante altre cose… C’erano così tante cose di cui non ti avevo parlato… Tante cose che avrei ancora voluto dirti… Elliot…»
E piangeva, Leo, mentre mille pensieri gli invadevano la mente, mentre i suoi sensi di colpa, le sue richieste di scusa e le parole colpevolizzanti e pungenti di Glen riempivano le sue orecchie quasi fino a farle scoppiare.
Era un rumoroso silenzio ogni notte, nella stanza di Leo. Era un rumoroso silenzio, perché, in mezzo all’oscurità che sembrava divorare ogni cosa, l’unico suono che rompeva il silenzio erano i singhiozzi di Leo, eppure il ragazzo sentiva come se la sua testa stesse scoppiando.
 
E voleva scappare, Leo. Voleva nascondersi sotto terra per non sentire più niente e nessuno.
Voleva tornare a quelle notti tranquille passate con Elliot, nelle quali l’uno finiva inevitabilmente per cullare l’altro.
Se avesse potuto, sarebbe tornato indietro nel tempo per impedire ad Elliot di morire. Per impedire ad Elliot di entrare in quella voragine. Per impedire a se stesso di diventare il servo di Elliot. Per cancellare le sue tracce dalla vita di Elliot. Per proteggerlo. Per donargli la vita normale che era svanita nell’esatto momento in cui aveva conosciuto Leo.
Per distruggere se stesso, in modo da salvare la vita all’unica persona a cui aveva davvero mai voluto bene.
 
 
«No, Leo, tu.. Non vuoi distruggere nulla… Stai solo cercando di distruggere te stesso…»

Si, esatto.
  
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