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Autore: Yami16    17/04/2014    0 recensioni
{RinxSesshomaru} [ex titolo: L'etá di Rin]
Rin ha ormai quindici anni.
Se ne ricorderà il suo "signore" della promessa che le aveva fatto da piccola?
Genere: Comico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hakudoshi, Kanna, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV RIN------------ Mentre passeggiavo per la spiaggia con Sesshomaru sentii un grido proveniente dalle coste. -Aiutooo! -Ehi Sesshomaru hai sentito anche tu? -Che cosa? -Il grido. -No. -. -Aiutooo!- la voce gridó ancora. -Credo di averla sentita ora. -Dobbiamo dargli una mano. Presto!- corsi sfinita fino al punto in cui si trovava un uomo in mezzo alla foresta. -Vi prego aiutatemi!!! Non so piú chi sono e dove mi trovo! Mi sono ritrovato svenuto qui e... -Si calmi. Lei probabilmente ha perso la memoria. Non si ricorda proprio cone si chiama? -No assolutamente. -Rin, sbrigati. Non possiamo perdere tempo con lui. -. Per la prima volta mi arrabbiai di brutto con Sesshomaru. Ma come si permetteva di lasciare solo un uomo che soffriva di amnesia!? -Venga con noi. -. Il ragazzo si calmó un po'. -Grazie. Lei è molto gentile. -Oh si figuri! Mi dispiace per il comportamento del mio compagno. -Siete sposati? -Sì,ma solo da un anno. Lo sa che domani è Natale? -Davvero? Auguri. -Auguri anche a Lei, signor... -Adesso ricordo il mio nome! Io mi chiano Okushi Kazenawa. E Lei? -Io sono Rin e lui è Sesshomaru. -Piacere. -Quando torniamo a casa se vuole le preparo qualcosa da mangiare. -Sì. Lei è molto gentile. -. Quando tornammo a casa Sesshomaru non disse una parola. Io ero arrabbiata con lui, poichè si era comportato male con Okushi. Si presentó ai ragazzini e fortunatamente tutti l'avevano preso in simpatia.Dopo cena andammo a dormire. -Ecco. Quella è la stanza degli ospiti. Si accomodi. -Grazie. ----------POV MIZUKI------ Durante la notte mi alzai per andare in bagno, ma mentre camminavo la luce della luna mi fece vedere una figura tutta bianca che attraversava il corridoio. Mi misi cosí tanta paura che tornai indietro. Ero pallida come quella sagoma bianca. La sua immagine mi rimase impressa nella mente così tanto che mi vennero i brividi per la schiena. Dalla troppa paura andai nella camera di Hakudoshi, dato che era la più vicina, perchè quella di mamma era lontana. -Hakudoshi! -Cosa c'è? Non vedi che siamo nel bel mezzo della notte? -Ho visto qualcuno che attraversava il corridoio. -Sará Babbo Natale. -No! Era tutto di bianco! -Allora era Kanna che andava in bagno. -No! Aveva una tela bianca addosso. -Allora non lo so. -Posso dormire insieme a te? -Ok, ma fammi dormire.-.Mi raggomitolai fra le sue braccia per sentirmi piú sicura, ma dopo un po' rividi la figura bianca che attraversava il corridoio. Mi stinsi ancor di più su di lui che lo svegliai. -Perchè tremi così? -Ho rivisto la figura... -Stai tranquilla, ora dormi. -. Mise una mano sulla mia nuca e mi fece una carezza. Chinai la testa,cercando di non pensare alla figura, e chiusi gli occhi, finalmente addormentandomi. Il mattino seguente sotto l'albero di Natale trovai una scatola lunga, dove probabilmente c'era la mia spada. La aprii e infatti c'era proprio quello che volevo io! Daya aprí una scatola dove c'erano le sue scarpe nuove. Kanna guardó fuori e stava nevicando. Okushi non si era ancora svegliato. -Ho avuto un'idea. Dopo andiamo fuori e giochiamo a tirarci le palle di neve, ok?- disse mamma. Lei era una persona così dolce e gentile che la ammiravo molto. ----------------POV HAKUDOSHI--------------- Quando vidi che tutti i regali erano stati scartati, mi accorsi di una scatolina di legno con scritto: "Per Hakudoshi''. Mi pareva di non aver chiesto nulla per Natale. -Oh guarda Hakudoshi, quello è per te. - disse Rin. Lo aprii e c'era una pergamena con una scritta: "Aishiteru" firmato da Mizuki. -Ma sei stata tu a scrivermi questo? -No. -Eppure c'è la tua firma. -Mh...Non credo di averlo mai scritto. -Ok, chi ha scritto questo con la sua firma? -. Tutti mi guardarono stranamente. Era chiaro che non era stato nessuno di loro. Poi si sveglió Okushi. -Ah! Sei stato tu a scrivere questo! -Hakudoshi calmati! -Esatto. Come hai fatto a scoprirmi? -Beh, non essendo stato nessuno di loro tu eri l'unico rimasto. -Credevo ti sarebbe piaciuto. -Non è un bello scherzo. -. Mizuki mi prese la pergamena dalle mani e la strappó. -Ehi! Ma cosa fai!? -Aspetta un attimo -. Successivamente prese un' altra pergamena vuota e scrisse qualcosa. -Ecco qua. Adesso ne hai una autentica. Buon Natale! - mi sorrise e me la consegnó. La lessi e c'erano scritte le stesse cose, ma con un particolare diverso da quella fasulla. C'era disegnata una ciotola di riso con le cipolle. -Ti piace? -Sì. Se vuoi oggi ti cucino il riso. -Davvero!?!? - il suo volto si riempì di gioia. -Sì, riso con le cipolle. Ma lo faccio solo perché è Natale. -. Dopo uscii fuori a giocare con le palle di neve insieme a Mizuki, Daya, Kanna e i bambini di Sango, tra i quali alcuni non mi stavano affatto simpatici. Come Ejunkotsu, il quinto fra i dieci fratelli. Miroku mi disse che era uno fra i peggiori, ma che crescendo sarebbe migliorato. -Mizuki! Vieni con me! Ti presento degli altri compagni del villaggio! -Si! Che bello! Hakudoshi, vieni anc... -No, lascialo da solo. A lui non piace socializzare. -. Mizuki mi guardó tristemente, ma poi se ne andó insieme a lui. Ma allora faceva veramente lo stronzo!!! (((Hakudoshi: scusate per la parolaccia, ma quando c'è ne bisogno è necessario))). Insomma, chi gli aveva detto che io non socializzavo!?!? E come se non bastasse le mise la mano attorno al fianco. Come se me lo facesse apposta! Tirai un sospiro e mi accorsi che dietro a un albero c'era qualcuno con una veste bianca che mi osservava. Non poteva essere Kanna. Stava facendo un pupazzo di neve. Mi distrai un attimo e poi osservai di nuovo l'albero, ma la figura bianca non c'era piú. Trascorsi il Natale con tutti gli altri come al solito. Beh, tutti tranne Mizuki. Da quando andó con Ejunkotsu non si fece vedere per qualche ora. Quando tornó aveva un occhio nero e molte ferite. Rin preoccupata le medicó subito i lividi e le chiedeva cosa era successo, ma lei non parlava. Tutti erano preoccupati. Tranne Sesshomaru. Solo lui sembrava sapere cosa stasse accadendo. -Parla. Che ti è successo?- le domandó il padre anche se in verità non si aspettava una risposta. -Scu... -Mh? -Scusa... Scusatemi... Non dovevo andare con... -Con? - domandò Rin. -Con Ejunkotsu. Lui e... E alcuni suoi compagni che non conosco mi hanno picchiato. -É per questo che non parli?- le chiesi. -No. -E allora per quale motivo? -Perchè... Loro mi disprezzano perchè sono un mezzo demone. -Capisco. -. Poi per tirarla su di morale le cucinai il riso con le cipolle, ma mangió poco e niente. Mi sorpresi tanto nel vedere che non mangiava un piatto che amava così tanto. -Non hai fame? -No. Non ne voglio piú. -. Allontanó il piatto da sè con la mano. Vidi che nel piatto erano rimasti tre quarti di tutto il riso. La notte Mizuki venne ancora da me. -Ciao Hakudoshi. -Hai visto di nuovo la tua figura bianca? -Sí. Scusami per oggi. -Non ti preoccupare. Se lo vuoi sapere l'ho vista anch'io oggi. -Davvero? -Sì. Per me non è cattiva. --------POV RIN------------- Nel bel mezzo della notte mi svegliai perchè avevo fame. Ma mentre camminavo mi accorsi della presenza di due ragazzini. -Ragazzi - dissi sottovoce. -Ciao Rin. -Che ci fate ancora in piedi? -A dir la veritá qualche ora Mizuki è venuta in camera mia perchè aveva visto un fantasma con una veste bianca, ma poco fa mi sono accorto che il letto era tutto macchiato di sangue. -Oh mio Dio! Ti sei ferito? -No, non era una ferita. Era semplicemente per il fatto che le è venuto il ciclo per la prima volta. Mi ero spaventato perchè credevo si fosse ferita. -Mizuki. -Sì? -Se qualcuno chiedesse della tua età devi dire che hai undici anni. -Ok. -Comunque aspettatemi qui vado a prenderti qualche pezzo di stoffa. Non avete paura. -. Andai in bagno e vidi lo spirito che era girato di spalle. C'era una leggenda che narrava che esiste uno spirito che protegge ogni casa, ma non bisogna mai guardarlo in faccia, altrimenti si avranno vent'anni di sventura. Molto silenziosamente, ma con moltissima paura presi i panni e corsi via di lì.
   
 
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