Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: kamony    17/04/2014    4 recensioni
Accadde una notte da qualche parte in una piccola città
[...]Aveva occhi grandi, ambrati e liquidi, come quelli di un cerbiatto.
Bellissimi e pieni di una dolcezza malinconica[...]
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

OCCHI DI CERBIATTO

 

Il rumore dei suoi tacchi riecheggiava sui sampietrini.
Il cielo era troppo chiaro per essere notte e troppo scuro per essere giorno.
Il centro di quella piccola città era inumidito dalla pioggia appena scrosciata, il silenzio era avvolgente e placido.
Non c’era anima viva.
Solo i rintocchi dei suoi passi.

L’uomo era in attesa da ore che il destino gli offrisse il suo cibo.
La vide e sorrise beffardo, già ingolosito, pregustando l’odore della paura che di lì a poco avrebbe respirato. Gli piaceva così tanto che la bocca gli si inumidì di saliva.
Godeva nel sentire la preda fremente, lo faceva sentire forte, onnipotente, si cibava della debolezza altrui, dato che disprezzava la propria.

La donna percepì qualcosa, come un’ombra furtiva alle spalle.
Affondò le mani nell’impermeabile e allungò il passo decisa.
La stazione era vicina, bastava poco per raggiungerla e dileguarsi.
La notte lentamente stava morendo e lei voleva solo andare a casa per riposare.

Il boia la raggiunse e diede vita al suo rituale. L’aggredì da dietro. Immobilizzandola e puntandole un coltello alla gola.
“Shhhh” le alitò nell’orecchio “Non un fiato, o ti sgozzo”.
La sentì irrigidirsi e capì che era in suo potere.
La paura stava facendo il suo buon lavoro. Come sempre.

“Lasciami andare ti prego…” lo supplicò la donna.
Lui si sentì un dio. Era questo che gli piaceva.
Erano i suoi preliminari.
Poi ci sarebbe stato il sangue e la carne lacerata. La vita che esalava e il
climax finale.

“Girati!” le intimò.
Gli piaceva guardarle in faccia, leggere nei loro visi distorti dal terrore, la consapevolezza che stavano per morire.
La loro morte era la linfa della sua vita.

Lei si voltò.
Aveva occhi grandi, ambrati e liquidi, come quelli di un cerbiatto.
Bellissimi e pieni di una dolcezza malinconica.

L’uomo vi ci si perse appena, spiazzato da questa visione così inaspettata, pensava di leggervi terrore e non quella che lui percepì come mansuetudine.

Qualcosa cambiò di colpo.
Un lampo animò quegli occhi.

La donna spalancò la bocca.
Un ruggito disumano squarciò la notte.

Erano zanne di lupo quelle che staccarono di netto la trachea dell’uomo con un solo morso.
La sputò immediatamente sul selciato umido, mentre lui, con un’espressione incredula e  stupida, si accasciava a terra, morente, in un lago di sangue.
Non ne mangiò.
Non si cibava di putredine.
Si pulì la bocca con un clinex e suoi passi veloci tornarono a riecheggiare sui sampietrini.
Poco dopo, in lontananza, le apparvero tremolanti le luci della stazione.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: kamony