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Autore: ciredefa    17/04/2014    4 recensioni
"Sbadigliando, aprì la porta del cucinotto, e si trovò a sgranare gli occhi, alla vista di Caitlyn seduta al suo tavolo intenta a bere una tazza di té. Notò che sul fuoco c'era la moca del caffé e sul tavolo una scatola rosa.
"Buongiorno" pronunciò lo sceriffo, con il suo particolare accento.
" ... 'giorno. Non ricordavo di aver lasciato la porta aperta-" rispose solamente l'Enforcer, osservandola.
"Non era aperta, infatti. Ho le chiavi del tuo appartamento" proferì Cait, prendendo un altra sorsata di té.
Vi alzò un sopracciglio, ma in quel momento era troppo addormentata per chiedere spiegazioni.
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Ezreal, Un po' tutti, Vi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E con un sottofondo di buon old rock, ho buttato giù questo piccolo prologo. In questa storia sono inserite mie particolari headcanon sui campioni di Piltover, oltre agli altri che appariranno in seguito. Mi premurerò di scriverle tutte nelle note finali, quando ci saranno.
Ricordo che questo è solo un prologo, e che quindi gli avvenimenti cominceranno dal prossimo capitolo. Questo è un piccolo stralcio per introdurre il tipo di narrazione.
E che dire, buona lettura. c:

 

 

Save the last dance

 

 

1. Prologo - Under pressure

 

 

Se c'era una cosa che Vi non riusciva proprio a comprendere, erano le persone che amavano la mattina. Quelle che si vedono sulle pubblicità in tv, che appena alzati cantavano e ballavano e sorseggiavano caffé e latte tutti allegri e contenti.
Il contrario dei risvegli dell'Enforcer, insomma. Detestava uscire dal calore delle coperte, odiava il sole che filtrava dalle tapparelle mezze rotte della sua camera. Odiava il fatto di vivere in un uno dei quartieri più affollati della città: alle sette del mattino c'era già il vicino che urlava, o il neonato degli abitanti del piano superiore che frignava come un ossesso.
Anche quella mattina non era esclusa. La sveglia di  Vi era già suonata da una buona mezz'oretta, ma lei non accennava a lasciare il letto. Sgusciò dal piumone solo quando sentì un odore delizioso provenire dal cucinotto del suo appartamento.
Si trascinò per il piccolo corridoio, grattandosi la nuca con fare assonnato. Aveva un leggero freddolino, dovette notare, indosso aveva solo degli shorts e una maglietta nera con su scritto "Pentakill", usurata e con qualche buco. Non ricordava di aver mai avuto un pigiama.
Sbadigliando, aprì la porta del cucinotto, e si trovò a sgranare gli occhi, alla vista di Caitlyn seduta al suo tavolo intenta a bere una tazza di té. Notò che sul fuoco c'era la moca del caffé e sul tavolo una scatola rosa.
"Buongiorno" pronunciò lo sceriffo, con il suo particolare accento.
" ... 'giorno. Non ricordavo di aver lasciato la porta aperta-" rispose solamente l'Enforcer, osservandola.
"Non era aperta, infatti. Ho le chiavi del tuo appartamento" proferì Cait, prendendo un altra sorsata di té.
Vi alzò un sopracciglio, ma in quel momento era troppo addormentata per chiedere spiegazioni. Si avvicinò alla moca e la aprì, prendendo un profondo respiro intriso di odore di caffé amaro, il suo preferito.
Afferrò un tazza dal lavello e ci verso dentro il liquido nero, spostò una delle sedie e ci si sedette con poca grazia.
Caitlyn era vestita con la sua divisa da sceriffo: abito viola, guanti, colletto e stivali, con tanto di cappello già sistemato. Solo in quell'istante Vi si rese conto di non essere presentabile, sopratutto per la collega.
Per cinque buoni minuti regnò un silezio tombale nella cucina. Intanto Vi scoprì che nella scatola rosa conteneva una decina di doughnut con glassa colorata. "Oh, Cait, mi conosci troppo bene" pensò tra se e se l'Enforcer.
A rompere il silezio fu lo sceriffo, "Sai oggi che dovremmo fare, vero?" chiese, poggiando la tazza vuota di porcellana bianca sul tavolo.
"Boh, andare in pattuglia per il centro? Oh, ti prego, non vado in pattuglia da giorni" ipotizzò la rosa. Adorava andare in pattuglia con la sua moto, adorava stare a contatto con gli abitanti, le strade. Infondo ci era cresciuta tra quei vicoli, e li conosceva come le sue tasche, quindi le era più facile stanare qualche ladruncolo lì.
Caitlyn non lasciava spesso da sola, però. Per il semplice fatto che Vi è un terremoto ambulante, capace di spaccare qualsiasi cosa se non ci fosse qualcuno a ricordagli che era in servizio.
"No, oggi devi restare in ufficio" cominciò seria l'altra "Oggi in città torna Ezreal da Demacia. Porta informazioni dalla Lega e due ambasciatori Demaciani. E, essendo mio vice, devi restare con me e accogliere gli ospiti e il resto" finì.
L'Enforcer sbuffò "Che palle. Perché non puoi farli tu questi lavori noiosi, Cupcake? Non è da me rimanere a fissare scartoffie incomprensibili-".
"Sono scartoffie della Lega, e sono importanti, quindi tu devi essere presente. Intesi? E se sgattaioli via poi te la vedi con me." minacciò lo sceriffo.
Vi mugugnò qualcosa con fare contrariato, ma si limitò a risponderle con un "Sissignore", e dopodichè si alzò per andarsi a preparare.
Eh sì, anche quella mattina non aveva fatto eccezzione. "Maledette mattine" imprecò a bassa voce, per poi chiedersi la porta della sua camera alle spalle.

   
 
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