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Autore: Nazuhi    17/04/2014    2 recensioni
"Una scarica elettrica percorse il corpo del Code:01, costringendolo ad accasciarsi in terra, in preda ad un dolore che non aveva mai provato. [...] Quel ragazzo non è cambiato proprio per niente… Nessuno di loro è cambiato… E in fondo, nemmeno io. Volevo essere vivo e volevo che anche coloro che erano già andati fossero vivi, almeno nella memoria della gente. Ma non mi sono mai reso conto che, proprio grazie alla mia condizione di “non esistenza”, avevo conosciuto persone che mi avevano fatto sentire più vivo di chiunque altro. [...] “Non sei solo…” Forse Ogami ha ragione. Forse l’importante non è essere ricordati da tutti, ma dalle persone che ci circondano, quelle a cui vogliamo bene. L’ho capito troppo tardi."
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Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hitomi, Masaomi Heike, Rei Ogami, Toki Fujiwara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Non sei solo"

Una scarica elettrica percorse il corpo del Code:01, costringendolo ad accasciarsi in terra, in preda ad un dolore che non aveva mai provato.
“Dovevo immaginarmi che non sarei vissuto ancora per molto. Nonostante tutto sono felice. Anche se corta, ho avuto una vita intensa. E in fin dei conti, non credo che cambierei qualcosa della mia vita; nemmeno il fatto di essere un Code:Breaker. E’ buffo accorgersene solo adesso… Per tutto questo tempo, ho sempre pensato che sarei morto da solo, dimenticato dal resto del mondo, magari in un vicolo puzzolente di qualche quartiere malfamato di Tokyo. Ho sempre creduto di non essere nemmeno vivo, dato che non potevo rivelare la mia esistenza a nessuno e che nessuno poteva conoscere la mia vera identità. Credevo di essere solo un fantasma, un mero fantasma che vagava solo in questo vasto mondo. Non ho mai capito che non ero poi così solo come pensavo. In fondo, avevo dei compagni, colleghi di un lavoro che ho sempre odiato, ma che continuavo a svolgere. Quegli stessi compagni che adesso mi stanno fissando increduli. Quegli stessi compagni che si sono spinti fino a tentare di uccidermi, solo per salvarmi. Che cosa strana… Vogliono salvarmi uccidendomi… Tipico ragionamento da Code:Breaker. Soprattutto, tipico ragionamento di Ogami. Quel ragazzo non è cambiato proprio per niente… Nessuno di loro è cambiato… E in fondo, nemmeno io. Volevo essere vivo e volevo che anche coloro che erano già andati fossero vivi, almeno nella memoria della gente. Ma non mi sono mai reso conto che, proprio grazie alla mia condizione di “non esistenza”, avevo conosciuto persone che mi avevano fatto sentire più vivo di chiunque altro.”
Le scariche si fecero più intense.
-Sei arrivato al tuo Code: End, eh Hitomi? 

***

 
Alzai lo sguardo e vidi l’espressione severa di Heike. Stava fingendo e anche abbastanza palesemente. Voleva farmi credere che la cosa non lo riguardava. Voleva far credere che non gliene importasse proprio niente. Però le sue mani lo tradivano. Erano serrate intorno a uno di quei libri sconci che si portava sempre dietro. Erano così serrate che le nocche erano diventate bianche.
Accennai un sorriso malinconico. Mi sarebbe mancato il Code-senza sopracciglia, sempre pronto a farmi la predica sul tempo che sprecavo dormendo.
Toki, invece, era visibilmente preoccupato. Non riusciva a nascondere i suoi sentimenti. Non c’era mai riuscito. Si faceva sempre trasportare dalle emozioni, nonostante si vantasse di essere quello più razionale. Neanche in quel momento ci stava riuscendo. Il labbro inferiore stava tremando per la tensione. Cercando di nascondere la sua preoccupazione, si accese una sigaretta e si voltò dalla parte opposta.
Sakurakoji aveva i lucciconi agli occhi. Nonostante tutto quello che avevo fatto, era ancora intenzionata a perdonarmi. Aveva capito che se avevo ucciso tutte quelle persone era solo per rendere la vita migliore a quei ragazzi. Però, non si può perdonare un pluriomicida, solo perché voleva proteggere qualcuno di caro. I fini non giustificano mai i mezzi. Mai. Soprattutto se di mezzo ci sono le vite di innocenti.
A vederla seduta in terra, quasi in lacrime, mi tornò in mente l’immagine di lei da piccola. Era davvero cresciuta. Chissà se sarebbe riuscita a cambiare tutto questo? Avrei tanto voluto guardarla ancora, avrei voluto guardarla all’opera, sia lei, sia Ogami. Ma quella era l’ultima volta che li vedevo, che vedevo tutti loro. Non li avrei più rivisti. Non da vivo, almeno.
Ogami… Chissà quanto gli dispiacerà! Non avrà mai più occasioni per cercare di sconfiggermi. Non è mai riuscito a battermi nel corpo a corpo… Chissà quanto gli brucerà! Ha sempre quella maschera, quel volto totalmente inespressivo; nemmeno io riesco a capirlo a volte. Forse stando accanto a Sakurakoji riuscirà a cambiare e forse potrà capire il valore della vita. Mi sento un po’ responsabile, però. In fondo, sono stato io a insegnargli come fare il suo lavoro di Code:Breaker.
Oh, come vorrei che imparasse qualcosa da quest’esperienza... E vorrei anche che la smettesse con questa idea dell’essere cattivo. Se solo fosse meno orgoglioso, sarebbe anche un ragazzo simpatico! Però…mi mancherà.
Mi mancheranno tutti loro. Anche Kanda! Soprattutto Kanda…
Anche lei è cresciuta. E’ diventata una brava agente, però avrei preferito che non entrasse a far parte di questo mondo. Avrei voluto che ne restasse fuori. Almeno lei…
A pensarci bene, ci sono tante cose che vorrei fare e dire, prima di morire. Anche se sembra un pensiero sciocco, adesso vorrei vivere, lo vorrei più di ogni altra cosa. Vorrei vivere quel tanto che basta per ringraziarli tutti.
Non piangere Kanda… Non voglio morire con l’immagine di te in lacrime. Non voglio morire in questo modo. Non voglio spezzarti il cuore. Voglio che tu sorrida, come quella volta che ti donai l’orologio. Voglio farti sorridere di nuovo. Voglio che tu viva una vita felice, come l’ho vissuta io grazie a te. Non voglio che tu pianga per della feccia come me…
 

***

 
Facendo appello a tutta la sua volontà, l’uomo riuscì, in qualche modo, a mettersi in piedi.
“Non voglio vederli piangere e soffrire; non voglio che il Primo Ministro continui a sfruttare dei ragazzi diversi dagli altri. Voglio che quando moriranno, tutti loro, abbiano una tomba e qualcuno che li vada a visitare, ogni tanto, portando un mazzo di fiori. Voglio creare un mondo migliore per quei ragazzi. Anche a costo di essere la peggior feccia di questo mondo.”
Così, con questi desideri nel cuore, il miglior Code:Breaker di Eden si lanciò in un ultimo, disperato attacco.
“Se proprio devo morire, almeno il Primo Ministro verrà con me!”
Era questo il suo ultimo desiderio. Un desiderio, però, che non riuscì a esaudire.
La sua mano si fermò a pochi millimetri dal volto di Fujiwara. All’ultimo secondo, riuscirono a fermarlo. La sua volontà vacillò proprio alla fine. Proprio di fronte a quei ragazzi che voleva proteggere. Alla fine, riuscirono a fermarlo… E a salvarlo…
-Hitomi, tu non sei solo… Ci siamo noi con te.-sussurrò Ogami all’avversario.
Hitomi sorrise dolcemente.
“Alla fine una cosa sono riuscito a ottenerla. Sono finalmente riuscito a carpire un po’ i sentimenti di Ogami. Per un attimo, sono riuscito a vedere oltre la sua solita maschera. Proprio nel mio ultimo secondo di vita. Ironico, no? … “Non sei solo…” Forse Ogami ha ragione. Forse l’importante non è essere ricordati da tutti, ma dalle persone che ci circondano, quelle a cui vogliamo bene. L’ho capito troppo tardi. Ma se fosse realmente così, allora anch’io vorrei essere ricordato. Almeno da loro. E da Kanda…”
L’ex-Code:01 si accasciò a terra privo di forze. Steso sul pavimento, chiuse per sempre gli occhi. 
 

***

 
“Ripensandoci, è stato un combattimento davvero interessante… E non avrei mai immaginato che alla fine mi sarei fatto degli scrupoli contro di loro! Ma ormai è andata… Non posso farci più nulla. Però, avrei davvero voluto vivere un altro po’! Ogami, ragazzi, dato che mi avete salvato, ricambierò il favore, continuando a guardarvi da qui, da questo posto che non è fatto per coloro che vivono ancora. Code:Breaker… Ricordatevi che non siete soli. Ci sono io con voi, insieme a tutti coloro che moriranno nella guerra che fra non molto dovrete affrontare. Non potete più tirarvi indietro. Io continuerò a guardarvi dall’inferno. Sono sicuro che potrete farcela. Io ho fiducia in voi! E poi, un giorno ci rincontreremo. E a quel punto, Ogami, potrai sfidarmi tutte le volte che vorrai.”
Un’ombra mi si avvicinò, lentamente, distogliendomi dai miei pensieri. Si trattava di sicuro di una persona appena morta. Dopotutto questo posto non è fatto per i vivi. A loro non è concesso stare qui. Nella penombra scorsi una cicatrice familiare. Sorrisi, quasi divertito dalla sorpresa. Non mi sarei mai aspettato di vederlo così presto.
-E così, alla fine la fiamma blu ha bruciato persino tu… eh, amico mio?

  
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