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Autore: Death_    18/04/2014    1 recensioni
Una magica notte. L'orgoglio messo da parte, e la nascita di un atteso amore. Passano 50 anni, Sesshomaru ha due splendidi figli ma Rin, essendo un'umana, è morta da ormai 6 anni... O forse no?
Salve a tutti! Sono una ragazza di 15 anni che sogna sempre ad occhi aperti e ho deciso finalmente di condividere con voi il mio mondo! Ho appena iniziato a scrivere quindi non sono molto brava a descrivere trame contorte, paesaggi perfetti e quant'altro... quindi abbiate pietà di una povera babbana!
Divertitevi!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10: La battaglia
 
 
Dopo aver sentito odore di demoni, Nathan e Gaya si fiondarono a palazzo, sperando di arrivare in tempo per dare l’allarme. Sfrecciavano veloci nella foresta, saltando radici, evitando buche nel terreno. Arrivarono giusto in tempo per permettere a tutti di prepararsi. Homura e Gaya presero Tenseiga e Tessaiga, mentre Sesshomaru tirò fuori la sua tanto amata Bakusaiga, che gli aveva gentilmente ridato il  braccio. Dalle schiere dei soldati si udivano lamentele, gridolini di terrore, chi si chiedeva se sarebbe tornato a casa dalla sua famiglia e i più coraggiosi, che si domandavano solo se il loro avversario sarebbe stato degno di essere chiamato nemico. L’odore di demoni si stava avvicinando sempre di più fino a quando una massa informe violacea spuntò da dietro la montagna. Erano avvolti da una nube verdognola, che probabilmente era miasma. L’esercito di Sesshomaru sfoderò simultaneamente la spada, dando prova di grande coordinazione. Homura aveva creato una barriera intorno al castello, per evitare danni materiali. Il puzzo del veleno del miasma arrivò al naso dei nostri combattenti. Lo scontro ebbe inizio. Molti soldati vennero brutalmente uccisi e divorati dai demoni. Ma in confronto alle vittime che le tre spade mietevano, non era nulla. Tessaiga con un colpo poteva spazzare cento demoni, Tenseiga alternava il Meidou Zangetsuha al taglio curativo per riportare in vita alcuni elementi fondamentali per l’esercito. Bakusaiga con un colpo dimezzava la quantità di demoni, dato che distruggeva ogni cosa fosse stata a contatto con il fendente inflitto. Takishima e Nathan, non avendo spade demoniache particolari, uccidevano senza sosta a destra e a manca. Gaya si ritrovò circondata e la quantità di miasma le impediva di respirare. Ai demoni completi non faceva nulla respirare quel veleno e Homura lo purificava con Tenseiga ma lei, essendo una semplice mezzodemone, risentiva del miasma. Riuscì a crearsi uno spazio con una Cicatrice del vento, ma non servì a molto. Provò con il Bakuriuha ma niente da fare. Congo-soha sembrò aver fatto il solletico ai demoni. Ormai non riusciva più a tenersi in piedi e i suoi sensi si affievolirono tanto che non sentì un demone che, da dietro, la trapassò da parte a parte nel petto con un tentacolo. Gaya si accasciò a terra, riuscendo a sentire le urla dei soldati, l’odore di morte e il sangue che colava sulla sua armatura. Quel particolare odore dolciastro e metallico arrivò al naso di Sesshomaru, che sgranò gli occhi. Lasciò il combattimento seguendo quella traccia, sperando con tutto il cuore che fosse solo un taglio su un braccio o sulla gamba. Quando arrivò però, la figlia giaceva esamine a terra, un rivolo rosso che usciva dalla bocca, gli occhi spalancati e il petto completamente squarciato. Il demone cane si trasformò immediatamente, lanciando un latrato di dolore e di rabbia che riecheggiò in quello scenario di morte. Tutti i soldati si voltarono verso il loro re, persino Takishima e Nathan si resero conto che qualcosa di terribile era accaduto. In preda al dolore più assoluto, Sesshomaru sconfisse tutti i demoni, uno a uno, facendoli soffrire, dilaniando i loro corpi e maledicendoli mentalmente. Alla fine, dei demoni, rimasero solo le chiazze violacee dei loro corpi straziati. Ritornò nella sua forma per così dire umana, inginocchiandosi davanti al corpo freddo e gelido della figlia. Lanciò un urlo gridando il suo nome e piangendo. Si, per la prima volta Sesshomaru lasciò che le abbondati lacrime che aveva sempre trattenuto rigassero le sue guance, mostrando ai soldati e al Re del Nord e figlio la sua debolezza. Prese delicatamente in braccio Gaya e cominciò a camminare. I soldati ammutoliti dalla sorpresa di aver visto così tanto dolore negli occhi del loro re, si scansarono rispettosamente, creando un corridoio. Homura appena vide sua sorella, la sua amata sorella, ormai bagnata completamente del suo stesso sangue, si lasciò cadere a terra con gli occhi vuoti e spenti. Nathan vide quella mezzodemone, di cui si stava gradualmente e inesorabilmente innamorando, esamine. Chiamò disperatamente il suo nome, mentre il padre cercava di trattenerlo. La fissava per vedere il suo petto sollevarsi, per riuscire a vedere che respirava ancora e che era viva. Ma vedeva solo le sua rosee guance diventare sempre più marmoree e senza vita. Entrarono nel palazzo e misero Gaya sdraiata al centro della sala. Homura si avvicinò e diede Tenseiga al padre. Sesshomaru fissò il copro della figlia e vide gli emissari degl’ inferi che venivano per portare la sua anime nell’alidilà.
SESSHOMARU:…Taglio…Curativo…
Una luce blu avvolse il corpo di Gaya. Il sangue sull’armatura stava tornando lentamente nelle sua vene, per tornare a scorrere e ridare la vita. Il buco in mezzo al petto si richiuse e il miasma nel corpo in circolo, purificato. Homura, Sesshomaru, Nathan, Takishima guardavano ansiosi la mezzodemone. Gaya riaprì lentamente gli occhi ambrati.
GAYA: Porca miseria, che botta…
SESSHOMARU: Gaya! Quante volte ti ho detto di non usare un linguaggio così scurrile!
GAYA: Ciao papà, mi sei mancato.
Gaya si mise a sedere e sorrise al padre. Anche Rin gli aveva sorriso, quando l’aveva riportata indietro dopo essere stata sbranata dai lupi, quando aveva compiuto a mala pena 9 anni. Sesshomaru l’abbraccio forte, lasciando che la figlia sentisse il calore provocato dall’immenso affetto che provava nei suoi confronti. Homura rise di gioia, ma nello stesso tempo si mise a piangere. Nathan sospirò sollevato di non aver perduto la sua amata. Takishima si limitò a sorridere. Gaya si alzò a fatica ma Nathan offrì la sua spalla per accompagnarla nelle sue stanze.
GAYA: Grazie Nathan.
NATHAN: Avevo…avevo paura…paura di averti perso per sempre.
GAYA: Nathan…
I due si ritrovarono a pochi centimetri l’uno dall’altra. Gaya si avvicinò ancora un po’ e Nathan sentì il suo respiro delicato sulle sue labbra. Si unirono in un bacio, lasciando che tutto il resto uscisse dalla loro vita. Con il desiderio che quel momento non finisse mai. Senza preoccuparsi per dopo, senza domandarsi se o ma. Solo loro due, solo quel bacio. Solo quel loro immenso amore.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
 
Oddio ora piango. Spero che vi piaccia questo capitolo, l’ho scritto con amore e affetto solo per voi! Miraccomando continuate a recensire la storia! Sono ben accetti i consigli, i pareri positivi e anche negativi! Non abbandonatemi proprio sul più bello! Buona lettura!
  
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