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Autore: YOUSHOULDLETMEBE    18/04/2014    1 recensioni
Il mondo di glee trasferito in quello di Hunger games.
La storia d'amore tra Brittana e Santana proiettata nell'arena.
***
Dal testo: «Faremo capire a Capitol City che non possono trattarci come se fossimo loro, noi siamo nostre, e di nessun altro.»
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Cerco di pensare come Sebastian: lui ha senz’altro optato per l’attacco.
Decido che può essere solo in due posti: alla cornucopia o lungo il torrente, è lì che i tributi sono costretti ad andare; alla cornucopia per armi o forse provviste, e al torrente per l’acqua.
Decido che lo cercherò prima vicino al torrente, forse non rischierò di incontrare i favoriti, non credo che Sam mi difenderebbe, se scoprisse che ho abbandonato Brittany.
Mi incammino subito, non ho intenzione di perdere tempo e di ritrovarmi a patire la fame, o la sete.
Raggiungo il punto in cui mi sono separata da Brittany, so raggiungere il fiume, da lì.
Resto immobilizzata e i ricordi di poco meno di un’ora fa raffiorano insistenti.
Mi immagino la corazza di Brittany spezzarsi nel vedere il mio corpo andare verso gli alberi e le lacrime scendere sul suo volto.
Me la immagino indecisa, non convinta di voler andare via senza di me.
E poi la immagino mentre si asciuga le lacrime con una manica e prende lo zaino da terra, dirigendosi verso il lato opposto a quello che ho scelto io.
Chiudo gli occhi anche se non dovrei, perché significa abbassare la guardia, permettere a qualcuno di farmi del male.
Mi abbasso e stringo la neve tra le mani, senza muovere le palpebre.
Non avrei dovuto lasciarla, non avrei dovuto farlo, adesso morirò, o morirà lei, insieme eravamo indistruttibili, da sole, siamo dei bersagli pronti per essere colpiti.
E all’improvviso tutti i bei ricordi che ho con lei mi travolgono; quando ci siamo conosciute sul tetto, quando ci siamo allenate insieme, quando ci siamo baciate.
Ed è troppo.
Mi lascio cadere sulla neve di peso e finalmente apro gli occhi, rivolgendoli nella direzione in cui è andata lei.
Forse è cambiata, forse non è più la ragazza che amo, ma la ragazza che amo mi manca da morire, e non avrei dovuto abbandonare ciò che è diventata, non avrei dovuto.
Faccio per andare verso la direzione che deve aver seguito lei ma quando mi alzo in piedi mi blocco.
Si, la amo, ma non esiste più.
Mi volto di scatto serrando la presa attorno al manico del mio pugnale e mi dirigo silenziosa verso il torrente.
Cammino per un paio d’ore seguendo la forma stravagante dell’acqua senza imbattermi in nessuno, eccetto qualche uccellino di tanto in tanto.
Mi rassegno all’idea che non troverò mai Sebastian così, e mi costringo a cercare un’alternativa.
Potrei percorrere il lato del torrente chiamando il suo nome e se è qui vicino verrà da sé.
No, attirerei l’attenzione dei tributi su di me, e non è esattamente ciò che voglio adesso.
Potrei cercare dall’alto, passerei tra un albero e un altro per avere una visuale più completa; userei le complicate intersecazioni dei rami come ponti, sarei veloce, sarei al sicuro perché nessuno riuscirebbe a prendermi, sono cresciuta tra gli alberi e la cosa non smette di sembrarmi sempre più utile, qui dentro.
Nel giro di un secondo sono sulla cima del primo albero che mi è sembrato adatto.
Salto da un tronco a un altro, nascosta alla vista di tutti dalle foglie e dalla neve e dai rami.
Mi sento leggiadra, libera, felice.
La mia casa è la natura, sono gli alberi, e non posso fare altro che sentirmi a mio agio qui su.
Mi rendo conto che anche per Sebastian il nascondiglio migliore è qui, tra le foglie, alche lui è nato e cresciuto nei boschi.
E poi, in una frazione di secondo, gli cado addosso.
Su un albero simile a quelli che io e Brittany usavamo come tana, Sebastian mi fissa incredulo.
Lui è sdraiato a terra sotto il peso del mio corpo.
Come ho fatto a cadere così?
Divento imbarazzata e mi sento avvampare, il mio viso diventa rosso, lo so.
Mi alzo frettolosamente e faccio per pulirmi i vestiti con le mani, nonostante non siano sporchi.
Ci sediamo a terra, una difronte all’altro.
«Ci ho ripensato, se la tua offerta è ancora valida, ci terrei ad essere tua alleata.»
Lo guardo dritto negli occhi e questa volta non mi spaventano, sembrano quasi…felici?
«La tua ragazza è già morta? Era per lei il cannone di questa mattina?»
Scuoto la testa.
«Allora perché sei qui?»
«Questa non è una risposta alla mia domanda»
Sospira cercando di apparire rassegnato.
«Se non ti volessi come alleata, saresti già morta Lopez, congratulazioni, fai parte della mia squadra.»
Un peso mi libera le spalle, forse posso ancora farcela, forse posso ancora tornare a casa, forse non tutto è perduto.
«E adesso rispondi tu, alla mia domanda.»
Faccio un respiro profondo e decido che non gli mentirò.
«Brittany è cambiata…Non è più la stessa e non riuscivo più a stare con lei.»
Taglio corto anche se ci sarebbe molto di più da dire.
Sebastian scuote la testa.
«Ti prego, continua, sarò il tuo psicologo gratuito!»
Entrambi scoppiamo a ridere e mi sembra di rivivere quegli ultimi giorni al centro di addestramento, quando credevo di aver trovato un amico in lui.
Decido che confidarmi non potrà farmi del male, dopotutto, l’ho già fatto prima.
E così gli racconto tutto, dall’ultima sera sul tetto al bagno di sangue, al bacio, ai litigi, a Sam, a Mike…
E lui ascolta, ascolta sempre, non ho mai trovato ascoltatore migliore.
«Quindi, che ne pensi?»
Dico titubante, una volta finito.
Temo che possa iniziare a ridermi in faccia, a dire che i miei problemi sono davvero stupidi, se si considera che siamo nell’arena, e avrebbe anche ragione, ma non lo fa.
Ma il suo giudizio è molto, molto, molto peggio.
Il suo giudizio non mi farà dormire per giorni, mi farà restare sveglia a chiedermi se ho fatto la scelta giusta questa mattina, e alla fine, troverà anche una risposta: no.
«Io penso che lei abbia ragione, ho ucciso quella ragazza, Marley, e tu non immagini nemmeno quanto possa essere doloroso. Certo, forse all’inizio mi sono fatto prendere dalla gioia di un nemico in meno, ma a quale prezzo? Ho ucciso una persona, e con lei tutte le persone che amava, tutta la loro speranza, tutto.»
Guarda per un attimo in basso, sulle sue gambe incrociate sul legno asciutto.
«Io stesso mi sono ritrovato davanti a quella scelta, e quando ti ci ritroverai anche tu capirai che in realtà non c’è un bel niente da scegliere: devi andare avanti, e non puoi lasciare che il dolore ti corroda, così decidi che non gli darai la possibilità di farlo.»
Faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi.
Per l’ennesima volta immagino Brittany che riprende lo zaino, se lo mette in spalla asciugando le lacrime e si addentra nella pineta.
Spalanco gli occhi spaventata dai ricordi.
«E così aveva ragione lei, ha sempre avuto ragione lei, e io l’ho lasciata andare, l’ho mandata a morire.»
Faccio una pausa e mi ritrovo a costringere le lacrime a non uscire, mi guardo le mani e tremano visibilmente, le stringo tra loro perché Sebastian non lo noti.
«Dovevamo passare i nostri ultimi giorni insieme, era la nostra sola promessa, e io l’ho rotta. L’ho rotta.»
In questo momento vorrei tanto che qualcuno mi stringesse tra le sue braccia e mi dicesse che quella non è stata l’ultima volta che ho visto Brittany nella mia vita, e non m’importa, quel qualcuno potrebbe anche essere Sebastian.
Però lui non mi stringe tra le sue braccia e non mi rassicura, non è il genere di cose che fa.
Si alza in piedi e raggiunge il bordo dei rami che ci fanno da base.
«Come hai fatto a trovarmi?»
Cambia argomento con una velocità sovraumana, e vorrei ringraziarlo per questo, ovviamente, non lo faccio.
«Ho cercato di pensare come te, e ho capito che potevi essere solo qui, qui o alla cornucopia.»
 Mi alzo anch’io asciugandomi velocemente le lacrime che non mi ero accorta di aver versato.
Affianco Sebastian e guardo giù.
Sono sopraffatta dal terrore e dalla tristezza.
«Da quanto tempo stai qui?»
«Da subito, in realtà. L’acqua è stata la prima cosa che ho cercato, e così dopo un paio d’ore dal bagno di sangue avevo già trovato la mia tana.»
Il sangue diventa ghiaccio nelle mie vene.
«E lo sapevi che noi eravamo così vicine?»
Indico l’albero uguale a questo proprio di fronte a noi, l’albero in cui io e Brittany siamo state scoperte da Sam.
Lui annuisce.
«Ti ho sentita gridare questa mattina, e anche ieri, quando cercavi Brittany. Ho visto quello del 4 entrare nella vostra tana e ho temuto il peggio, ma quello vi ha coperte.»
Annuisco.
«Già, vuole molto bene a Brittany.»
E’ stato qui tutto questo tempo e noi non ne abbiamo mai nemmeno sospettato.
«Non c’è nessun altro qui intorno?»
Lui scuote la testa.
«Solo tu ed io sappiamo riconoscere un albero di questo tipo, da terra non si vede questa piattaforma.»
Già, anche lui è del 7, anche lui ha tutti i vantaggi che ho io.
«E per tutto questo tempo non hai mai pensato di attaccarci?»
Alza le spalle.
«Ho ancora il rimorso per aver ucciso quella ragazza, non avrei mai voluto aggiungere anche quello per aver ucciso voi due.»
Fa una pausa e mi sembra quasi imbarazzato.
«E poi non mi andava di ucciderti…
Ti rivelo un segreto: se io non dovessi vincere, mi piacerebbe che lo facessi tu.»
Gli sorrido dolcemente e poggio una mano sulla sua spalla.
Lui si volta e va dall’altro lato dell’intreccio di rami.
«Beh ma tanto non accadrà, vincerò io, lo sappiamo tutti!»
Scoppiamo a ridere ma io in quella risata ci vedo un po’ di disperazione.
 
   
 
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