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Autore: PK ShowdowN    18/04/2014    3 recensioni
(su richiesta, mi impegnerò ad ultimare questa storia, che ho deciso sarà la mia ultima fanfiction)
Il tempo passa, si sa. Dieci anni non durano una vita e col crescere sogni e speranza vengono meno. Tocca rientrare e riaffrontare la dura realtà, ma come può uno come Ash ambientarsi in una città viziata dagli eccessi e dal denaro?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ash, N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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La luce fioca rischiarava appena il liquido ambrato di un calice di vino, sulla cui superficie vitrea luccicavano irrequieti due grandi occhi.
E quel vino tremava, sussulti disomogenei increspavano il rosso fluido.
Ash si stropicciò il volto, stanco e confuso. No, non c’era alcun terremoto, solo un frastuono assordante.
Sprofondato su un divano scostò lo sguardo verso destra.
Una grossa cassa nera era a pochi metri da lui, ed era proprio lei la fonte di quel caos che tanto rallegrava quel centinaio di ragazzi presenti a quella dannatissima festa.
Si alzò, infastidito, alla ricerca di un angolino dove poter ragionare un attimo in tranquillità, in pace con se stesso.
Il balcone poteva essere un’idea.
Pochi passi, quindi afferrò la maniglia, tirando la porta verso di sé. E finalmente solo prese un profondo respiro fissando la luna piena.
Sedici anni appena compiuti… sorrise, il tempo passa per tutti, era finita l’età dei sogni, dei miti e delle speranze.
Pokemon Master… si, come no! Sicuramente era diventato un valido allenatore, aveva pure vinto qualcosa d’importante ma quel poco non era bastato a lanciarlo in quel mondo delle sfide Pokemon dove ben pochi riescono a guadagnarsi da vivere.
Cioè, aveva avuto la possibilità di diventare capo palestra, o asso del parco, o ricercatore… ma nessuna di queste tre strade realmente lo affascinava.
Pochi mesi fa aveva quindi optato per riprendere gli studi, dopo anni che ne stava a cauta distanza. Si era così trasferito a Zafferanopoli, unica città degna di nota del Kanto, ed aveva preso un monolocale in affitto.
Era il più grande dei suoi compagni nella sua nuova scuola, un liceo di orientamento classico. Una cosa italiana, su consiglio della mamma che continuamente ripeteva “Gli italiani hanno fatto la storia. Adesso saranno in crisi, ma la loro educazione è la migliore”.
Sarà vero? Difficile stabilirlo, anche se Ash non riusciva a capire per quale motivo doveva studiare materie morte come il latino o il greco…
In tutto ciò il moro aveva perso completamente le tracce dei suoi ex compagni di viaggio, era solo, scolasticamente in difficoltà, ed estraneo a quel mondo adolescenziale con cui, quella sera, aveva provato a diventare amico.
Musica a palla, alcol, fumo… non riusciva proprio a capire cosa la gente ci trovasse di divertente.
“Ketchum! Cazzo fai in balcone?”
Ecco, il dire in continuazione parolacce. Un’altra cosa che odiava. Si girò lentamente cercando di capire da dove fosse venuta quella voce.
Era Kevin, il playboy della scuola. 70 kili di muscoli, capelli a cresta, canottiera ed occhiali da sole. Sempre, pure la notte.
Ash aggrottò le sopracciglia, sdegnato dalla vista di quel tipo.
“Prendevo una boccata d’aria. Sono un po’ stanco” rispose freddo.
“Ahahahha ma se non hai ballato un attimo?”
“Devo abituarmi ancora a questi ritmi. Nel senso, per uno che per tutta la vita alle nove di sera dormiva in sacco a pelo e si svegliava all’alba non è facile superare, così, all’improvviso, le undici di sera.”
Kevin scoppiò in una fragorosa risata.
“Vivi, campagnolo! Che finora hai buttato nel cesso, o quasi, sedici anni.”
Ash deglutì, stordito da quell’accusa.
“Non cambierei una virgola di quello che ho fatto sino ad ora, caro Kevin, perché vedi” continuò poggiandogli una mano sulla spalla. “non mi interessa diventare uno come te”.
Kevin ghignò, dandogli una spallata.
“Faccio finta di non aver sentito, verme. Per quel che mi riguarda sei solo uno sfigato. Adesso esci prima che ti alzi le mani sul serio.”
TO BE CONTINUED… (forse. Allora, da quanto tempo non scrivevo in questo sito? Un sacco. E’ che sono un nostalgico del passato, difficilmente dimentico qualcosa che per la mia infanzia è stato importante, come i Pokemon. oggi c’era tempo, interesse, ed ho scritto. Chissà, un’ accoglienza calorosa potrebbe farmi scrivere ancora, forse finire questa storia che non intendo fare troppo lunga. Buonagiornata a tutti!)

 
  
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