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Autore: Hermit_    18/04/2014    2 recensioni
-Cosa vuoi esattamente?- Chiese il signor Swan,ancora terrorizzato di fronte a Edward che sghignazzò impercettibilmente.
-Tua figlia.- 

Bella non è una ragazza normale,è speciale.Ha dei poteri soprannaturali molto utili ad una banda di Vampiri.
Il signor Swan ,nonchè padre di Bella ,dopo un contratto con questi vampiri è costretto a cedere la propria figlia nelle mani dei Vampiri,capitanati da Edward Cullen.
Cosa nascerà tra i due esseri immortali? Sarà l'inizio di una grande storia d'amore ?
...
REVISIONATO FINO CAPITOLO 3
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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             LOVE CONTRACT


               Capitolo nono (parte prima)


Ciao ragazze!! Finalmente ho pubblicato direte! Beh,non avete tutti i torti, ma non ho avuto proprio tempo. Ho scritto un bel pezzettino un mercoledì ma poi non ho ricominciato a scrivere per quasi due settimane. E poi ho scritto tutto d'un fiato il resto. E mi sento felice,e soddisfatta. Probabilmente sta storia non starà piacendo a nessuno ma... voglio resistere,magari qualcuno si aggiunge alle recensioni,la cosa che mi fa star più male è aver perso le poche persone che con costanza leggevano e recensivano questa storia,forse non piace più e questo mi dispiace un casino :( .sangue freddo,mi ripeto sempre,ahaha ^//^ comunque c'è una buonAIssima notiziaa!! Ho scritto già un gran bella parte del prossimo capitolo,quindi pubblicherò a breve! E stavolta sarò di parola giuro!! Ho lasciato anche lo spoiler a fondo pagina...!! Comunque,ringrazio tutti come sempre. Spero vi piacerà questo corto capitolo che in realtà è solo una prima-parte di quello vero,ma vabbè. Ciao e a presto!!
Un grazie speciale va a:
vio_twilight
trillwer
Vale2000










Quella mattina l'aria era afosa e stranamente umida. Sembrava voler annunciare brutto tempo. Edward se ne era andato via quella notte,mentre lei dormiva;da quel momento lei si era senita terribilmente sola anche se non si era resa nemmeno realmente conto della sua presenza. Bella si sporse per vedere fuori dalla finestrella della camera sua,constantando quanto le sue supposizioni del tempo per quella giornata fossero vere. Quella camera le ricordava vagamente il vagone di un treno,se non fosse stato per l'ampiezza delle pareti che dividevano le stanze. Era salita poche volte in treno,tuttavia le ricordava tutte: a partire dalla sua infanzia, ai periodi dell'adolescienza; adorava i treni. Scieglieva sempre il letto posto più in alto della cabina per il semplice gusto di sentire le vibrazioni del treno scuoterle il corpo. Era solita muoversi di notte ,una volta era pure caduta senza accorgersene, tuttavia non poteva rimanere con le barrerie al letto per sempre, quelle erano per i bambini.
Un lampo tuonò nel buio della notte riscuotendo Bella dai suoi pensieri,si strinse le coperte al petto intimidita e fissò fuori,il cielo era coperto interamente di nuvole ma non stava piovendo,ed era strano considerato il rombo del tuono.
La ragazza deglutì fissando l'immenso buio attorno a sè, aveva fatto un incubo con le persone a lei più care come protagoniste e si era svegliata nel pieno della notte sopraffatta da spasmi violenti di respiro. Era ancora sudata dietro il collo e la maglia aderiva completamente al suo seno e al torace. Le mani le tremavano ,e moriva dal freddo causato dalle gocce del sudore freddo. Spostò i capelli dietro le orecchie e ancora più indietro alle spalle,poi ricadde nel letto con un tonfo.
Si posò una mano sugli occhi massaggiandoli lentamente,nella testa rivide le immagini del suo sogno che prendevano vita davanti ai suoi occhi. C'era sua madre,come la ricordava ancora Bella, giovane e allegra, tendeva le mani verso una bambina incoraggiandola a sentire le acque del mare,quella bambina era lei,ed aveva un costumino striminzito con i bordi a fiorellini, i capelli lunghi mossi dal vento.
Bella fissò la donna sorridendole calorosamente e poi si fece afferrare dalle sue braccia pronta per correre tra le onde del mare. Immerse la sua testa bruna nell'incavo del collo della madre,e chiuse gli occhi ispirando il suo profumo; la brezza del mare le accarezava il viso e le scompigliava i capelli. Sorrise felicemente.
Quando riaprì gli occhi davanti a sè vide il mare farsi di un colore tetro, dapprima blu e poi di un colore nero. Le onde erano alte e il mare era in tempesta.
Bella si allontanò confusa da sua madre che ancora la cingeva, appena la guardò fu colta da un fremito di paura e terrore. Quella non era sua madre,era diabolica, sorrideva cattiva e aveva gli occhi venati dal sangue. Era un mostro.
Bella fece appena in tempo a scappare da quella donna ,che ora non riconosceva più, che si sentì afferrare da dietro. La figura della madre la portò in mezzo al mare,e con estremo terrore Isabella comprese che il rosso del mare non era dovuto solo a un colore,era sangue. La donna la immerse dentro e ogni volta che lei cercava di respirare si vedeva braccia,gambe e mani piene di sangue sommato alle lacrime che versava.
Nel suo letto,Bella incominciò a dimenarsi come un ossessa in quel momento. Solo alcune lacrime le scesero dal viso a testimoniare come si sentisse dentro quel sogno,o meglio,incubo.


Edward decise che era arrivato il momento di nutrirsi. Si diresse a passo svelto fuori dalla stanza della ragazza,non reggeva molto,le forze mancavano per la mancanza di sangue. E sentiva il costante sapore di Bella in quella casa,ma non poteva e nè voleva compiere genti estremi. Da una parte,però, sentiva che non avrebbe mai fatto del male a lei,neanche sotto tortura. E questo pensiero lo scombussolava parecchio,se non dire totalmente.
Arrivato al portone sentì dei rumori,i versi soffocati di qualcuno,come se stesse perdendo l'ossigeno. Edward si preoccupò subito,indipendetemente da cosa suggerisse di fare la coscienza si diresse a passo svelto verso quei rumori,che ora riconosceva come delle urla.
Poi riconosse la voce di Bella,che gridava a squarciagola. Un lampo gli passò negli occhi oscurandoli e facendogli digrignare i denti. Corse più forte che potette verso quel suono,sentiva gemiti,pianti e urla. Era normale preoccuparsi,ma in quel momento non pensò a niente,solo ad andare da lei.
Aprì la porta con tutta la sua forza facendola anche staccare,probabilmente. Poi si intenerì dalla scena che vide: Bella che si dimenava e urlava dal dolore. Non poteva andare da lei con il volto infiammato di rabbia.
Si diede una controllata e poi corse ad abbraciarla piano,facendola svegliare. Lei cercava di allontanarlo non ancora cosciente di niente. -Vattene- sussurrava piano e forse stordita con il volto coperto di lacrime. Poi si attaccò al suo braccio singhiozzando forte.
-Perchè...Edward...perchè? Non è giusto..- Continuava a dire.
-Shhh,calma Bella,ci sono io. Rilassati,respira forte e rilassati. Rilassati.- Ripetè scandendo bene le lettere.
-Non andartene.- I singhiozzi di Bella si erano mano a mano fermati,anche se singhiozzava ancora.
-Non me ne vado,rimarrò qui tutto il tempo che vorrai- E come avrebbe potuto andarsene,anche volendo? ,No,non l'avrebbe mai lasciata sola in quel momento. Aveva bisogno di conforto e lui era l'unico che poteva darglielo,almeno pensava.
E poi non riusciva a staccarsi da lei.
Si sdraiò al letto sdraiando anche lei e tenendola con la testa sul suo petto. -Dormi,vedrai che ti sentirai meglio.- La rassicurò. Poi vide che lei lo guardava con aria incerta,indecisa tra dormire o restare sveglia.
-Bella.- Le prese il viso con le mani,ancora rigato da alcune lacrime. Incredibile come fosse tenera quando era così indifesa,sembrava proprio una bambina di qualche anno. Le accarezzò piano una guancia. -Dormi,io non me ne vado. Te lo prometto,sai che io mantengo sempre le promesse,no?- Lei annuì. Poi si accovacciò contro il suo petto più lentamente.
-Me l'hai promesso,ricordalo.-


Nella stanza regnava ormai un silenzio innaturale. Bella faceva finta di dormire,anche se era sveglissima. Con gli occhi vagava per la stanza,anche se il buio non faceva vedere niente,le ombre degli oggetti si confondevano con il buio innaturale della stanza. Si girò su un fianco e fissò fuori dalla finestra dove intravedeva la figura di Edward in cucina. Ebbene sì,lei che lo voleva perennemente stretto a sè l'aveva mandato a portarle un bicchiere d'acqua. Ma non poteva farne a meno,la gola era secca e le labbra andavano bagnate. Ritornò alla sua posizione iniziale ma subito si ritrasse speventata. Una figura le era apparsa davanti agli occhi così vicino da confonderle il respiro con il suo e spaventarla a morte.
-Chi sei?!- Gridò forte. Fin troppo forte. Lui le mise una mano sulla bocca e la condusse in bagno chiudendo a chiave. Bella aveva gli occhi spalancati dalla paura e cercava invano di uscire aprendo la maniglia.
Si girò sconfitta e accese la luce della stanza,per vedere quel suo assalitore. Aveva dei capelli biondi chiusi in una codina di dietro e gli occhi erano scuri. Quando la guardò e sorrise malizioso vide chiaramente come i canini di quel ragazzo fossero aguzzi e lunghi. Lo guardò di nuovo negli occhi e si tenne lontana con il sospetto addosso e gli occhi impauriti.
-Sei....sei...-
-Sì,sono proprio quello tesoro,quindi adesso mi ascolterai e farai quello che ti dirò se no ti ritroverai questi bellissimi denti puntati sulla tua bellissima carne del collo.- Bella ebbe un sussulto. -Ok?
Lei annuì piano considerando tutte le sue opzioni di uscire,rassicurandosi quando pensò a Edward,lui sarebbe arrivato e l'avrebbe salvata . Giusto? Giusto?! GIUSTO?!
Quanto ci poetva mettere,infondo,per un bicchiere d'acqua?! Sarebbe arrivato sicuramente,sì,sicuramente. Pensò.
-Allora,prima di tutto finiscila di guardarti intorno in cerca di una via di fuga. Perchè non ne hai,tesoro.- Rispose coinciliante e con quel tono derisorio nella voce. Bella deglutì e prese più tempo possibile aspettando l'arrivo di Edward che sarebbe dovuto andare a salvarla.
Ad un tratto il ragazzo si guardò intorno annusando l'aria con uno sguardo improvvisamente serio. Poi scattò come una molla e afferrò dal collo Bella tenendola stretta a tal punto da farle perdere il respiro:
-Ascolta,- Le disse a denti stretti mentre lei cercava di togliergli le mani dal collo. -Adesso tu dirai a Edward che resterai qui per farti un bel bagno caldo.-
Bella scosse la testa da destra a sinistra in segno di diniego cercando di respirare meglio,la presa del biondo si fece più forte e lui si avvicinò ancora di più.
-Oh,sì,invece che lo farai. E gli dirai anche di metterci qualche oretta e di lasciarti in pace. Ci siamo capiti?- Lo sguardo di Bella era pieno di dolore,paura,disprezzo e pietà. Tutte emozioni incontrastanti.
-Bella?- Si udì la voce di Edward attutita dalla porta del bagno. -Dove sei? Non volevi bere?-
Il ragazzo la guardò minaccioso e lei deglutendo si attaccò meglio alla porta. Possibile che Edward non percisse niente di strano attorno a lui?! Col cavolo che la veniva a salvare!
-E-Edward... Mi devo fare un bagno.- Dedicò un occhiata al ragazzo, il quale le fece segno di proseguire. -Sono in bagno. Ci metterò qualche... ora.-
Poteva quasi immaginare di vederlo corrugare quelle bellissime sopraciglia folte che si ritrovava mentre guardava stranito la porta del bagno.
Sospirò forte quando sentii nuovamente la voce di Edward. -Ma... avevi sete prima,posso portati almeno il bicchiere d'acqua?-
-Edward sono nuda.- Chiarì facendolo zittire di colpo.
-Oh,beh,okay,allora io.... Va bene,ti lascio in pace. Se hai bisogno chiama. Io ci sono.-
-...Sì.-
Dopo di quel momento si sentirono alcuni attimi di silenzio,in cui Bella sperava ardentemente che lui si rendesse conto di qualcosa,che la venisse a salvare e... Niente,si sentì il tonfo di una porta che si chiudeva e poi il silenzio. Il silenzio più assoluto.





ECCO LO SPOILER DEL PROSSIMO CAPITOLO!! (ci tengo a sottolineare il fatto che pubblicherò presto entro tre o quattro giorni,perchè il capitolo è pronto ^.^):

-Lasciami andare!- Gridò non appena sentì le mani di quel viscido prenderla dai fianchi e spingere per farla uscire dalla finestra. -Edward! Edward! Aiuto! Aiutami!- Si rivolse a lui sapendo che era da poco uscito dalla sua stanza




   
 
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