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Autore: Eris Hon    18/04/2014    4 recensioni
Fratello,
ricordi la neve, a Grande Inverno? Ricordi come cielo e terra si fondevano in un gelido abbraccio, come quello che ci scambiammo prima che partissi?

Lettera ad un fratello morto.
{ Jon & Robb | Bromance | 676 parole | ACHTUNG! La parte del sogno raccontata non potrebbe essere ben accolta dagli stomaci deboli. }
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jon Snow, Robb Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AutoreLiesel
Titolo: Fratelli
Genere: triste, malinconico, introspettivo
PersonaggiRobb Stark, Jon Snow
Warnings: bromance, tematiche delicate (relativamente al sogno)
Note: Zan zan zaaaaaan! Ed eccomi qua con una piccola dose d'allegria di estrema malinconia bc of reasons, if you know what I mean. Avevo un po' di nostalgia di EFP, così sono tornata sul mio fandom preferito solo per distruggermi/vi i feels. Giusto per ricordarvi cos'è successo a Robb e spazzare via tutta quest'attenzione verso Joffrey (e da questa frase in poi: spoiler alert!), la cui morte mi ha portato una tale gioia che ho pianto. E' la prima volta che GoT mi fa piangere di gioia, è una sensazione tutta nuova! ♥
E... niente. Godetevi i vostri feels, carissimi! 
P.S. La poesia qui sotto è Fratelli, di Giuseppe Ungaretti (♥).

 

Fratelli

Di che reggimento siete,
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli


Fratello,
ricordi la neve, a Grande Inverno? Ricordi come cielo e terra si fondevano in un gelido abbraccio, come quello che ci scambiammo prima che partissi?

(Ricordi, fratello?)

E' una lettera d'addio, questa, una lettera d'addio a tutto quello a cui sono stato costretto ad abbandonare: te, il lord nostro padre, i nostri fratelli e sorelle, Grande Inverno, il me bambino che è marcito all'interno di queste vesti nere, il me onesto e giusto, cancellato da queste mani sporche di sangue.
Mentre scrivo, le memorie dei bei giorni ormai passati mi opprimono fastidiosamente il petto, ma non riesco a mandarle via. Incredibile: ho ucciso uomini e Estranei, ma non riesco a seppellire questa sensazione dolorosa. I nemici più forti sono quelli che non si possono percepire, a quanto pare.

Da quando ho appreso la notizia della tua morte, c'è un incubo che mi perseguita, notte e giorno.
Siedi nei pressi di un Albero del Cuore e culli un neonato morto tra le braccia, cantandogli le canzoni che la lady tua madre ti ha insegnato. E, accanto a te, in piedi, il volto giovane e radioso d'un tempo, lady Catelyn poggia una mano sulla tua spalla e guarda il bambino con occhi da madre. Un'altra figura femminile senza volto, la lady tua moglie, con il grembo ancora gonfio, ride e balla soave vicino a voi. Il fruscio delle foglie si unisce alle vostre voci che chiamano il bambino.
Eddard... Eddard...
Poi vi accorgete della mia presenza e accade una metamorfosi brutale e disturbante, che ogni volta mi fa svegliare col fiato mozzo e la nausea.
Tu mi guardi con gli occhi gialli di Vento Grigio, la cui testa ha sostituito la tua; lady Catelyn raggrinzisce improvvisamente e, nonostante le labbra siano serrate, il suo urlo sgorga dal taglio sul collo, infetto e, ora, riaperto . Sul ventre di tua moglie si apre uno squarcio da cui sgorga un fiotto di sangue. Il neonato, immobile e livido fino a prima, inizia a piangere, finché i grumi di sangue non lo soffocano e i rivoli fuoriescono dalle labbra ritornate cianotiche.
E il volto dell'Albero del Cuore è quello di Eddard Stark, decomposto e marcio.

(Soffri ancora, fratello?)

Era da così tanto che non pensavo a te come amico, come fratello. Mentre ero al di là della Barriera, in mezzo ai bruti, non eri altro che l'ennesimo re in lotta per il trono, per loro e per me.
Ti ho dimenticato, fratello. Ho dimenticato tutto, ho dimenticato da dove provengo, ho dimenticato la mia famiglia, ho dimenticato il mio giuramento.

(Mi perdonerai, fratello?)

Siamo sempre stati avversari, Robb, in qualunque cosa; dal duello con la spada, alle gare con i cavalli, fino al rispetto di nostro padre. Io ero in quell'età in cui non mi rendevo conto del mio ruolo nella gerarchia, pensavo che non ci fosse nessuna differenza tra essere figli legittimi o illegittimi. Volevo aggiudicarmi il titolo di erede di Grande Inverno e lo esprimevo ad alta voce. Solo dopo capii il motivo delle conseguenti risate e, da allora, sono diventato il diffidente Jon Snow che sono ora.
Ma tu eri l'unico a non ridere.

(Tregua, fratello?)

Saresti stato il migliore re che Westeros avrebbe mai potuto avere, Robb, e soffro perché non lo sarai mai.
Saresti stato un buon marito, fedele come nemmeno il lord nostro padre lo è stato verso lady Catelyn. So che pur di far felice la tua donna ti saresti messo in ridicolo davanti a tutti, perché tu sei – eri – così: un uomo che amava e non se ne vergognava.
Saresti stato un ottimo padre, un grande insegnante, un esempio. Avrei voluto che uno dei tuoi figli avesse il nome del tuo fratello in nero e che concedessi loro di chiamarmi zio. E tu mi avresti preso in giro per questo, chiamandomi donnetta.

(Lo avresti fatto, fratello?)

Ti saluto con meno tristezza, Robb, perché forse questa non è più una lettera d'addio. Voglio sperare in un nostro ultimo incontro, un ultimo saluto, un ultimo gelido abbraccio che congiunga la vita e la morte.
Voglio sperare.

(Mi aspetterai, fratello?)

 

   
 
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