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Autore: Inspired_girl    18/04/2014    6 recensioni
Cosa puoi fare quando l'insicurezza ti blocca? Cosa puoi dire quando la timidezza ti opprime la gola? Come puoi vivere quando attualmente vivi solo di malinconia e depressione?
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«Non abbiamo bisogno di psicopatici appena usciti da istituti per depressi, tornatene a casa Howen»
(N.d.A: tematiche delicate trattate con estrema cura e cautela, realismo)
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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 'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, ne offenderla in al uno modo.'
             

    The Night: time to think


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“Nobody has understood, 
so I've created my own world”
{cit-M.S}





Un arcobaleno costituito da colori assai vivaci ed accesi, si stava generando da una cavità nera pece, che stava risucchiando tutta l'armonia e l'incanto di quel paesaggio così ameno, seccandone la linfa vitale che costituiva la natura, e rendendo di conseguenza il creato morto.
Quello straordinario fenomeno di ottica atmosferica però, si stava ingrandendo sempre di più, chiudendo lo squarcio nero ed illuminando nuovamente tutto lo sfondo meraviglioso, facendolo tornare alla normalità. 

«Ehi» un debole sussurro giunse al mio orecchio con una tale dolcezza, che sorrisi  incoscientemente, gustandone in qualche modo la risonanza. Una lampadina si accese nel mio cervello, e mi accorsi tristemente di aver interrotto il sogno che in qualche modo identificai come rivelatore. Quel fenomeno onirico molto  probabilmente mi aveva illustrato un qualcosa di specifico, che stava succedendo nella mia vita: Io ero il buco nero e l'arcobaleno chi sarà? Da che cosa sarà rappresentato?

Vogliosa di trovare risposte alle mie domande m'impegnai a ricostruire il  contesto del sogno, ricostruendo tramite la percezione visiva gli elementi che costituivano il paesaggio. Arcobaleno, squarcio nero e... Non ricordavo più nulla. Sforzai i meccanismi cognitivi nel cercare informazioni utili, ma con scarso risultati. L'oblio celebrale aveva già cancellato tutto, lasciandomi sconsolata e rassegnata.

«Bella addormentata» un ennesimo bisbiglio echeggiò nella mia mente, e confusa sul se fosse stato esclamato realmente o se fosse solo un'illusione acustica, decisi di aprire leggermente gli occhi per accertarmi del mondo esterno.


«Caren!» questa volta un'esclamazione decisamente rumorosa mi costrinse a mugolare, seccata e spaventata dal tono elevato con il quale qualcuno mi aveva nominata. Una risata però attivò il  mio meccanismo omentale ancora assopito, e di scatto i miei occhi si spalancarono, provocando un ennesimo risolino molto familiare, che identificai come il suo; i ricordi si radunarono immediatamente come se fosse stato eseguito un appello, e nell'arco di un nano secondo mi alzai dal petto sulla quale ero appoggiata.  



«Ti sei addormentata» disse Justin guardandomi divertito, dedussi dalla mia espressione spaesata e scombussolata. 


 «Da quanto tempo?» riuscii a biascicare imbarazzata dalla situazione
«Quaranta minuti» rispose lui dopo aver controllato il suo cellulare e risposto ad un messaggio. Non risposi sedendomi in modo più composto e notando che la pioggia fosse cessata. Abbassai lo sguardo sui miei vestiti e toccandoli percepii l'umidità lasciata dall'acqua, seccata mi staccai il maglione dal busto e i jeans dalle gambe. Restai muta come un pesce e completamente travolta da questa giornata così piena di avvenimenti in contrasto tra loro per positività e negatività, fissai il terreno fangoso del parco. 

«Siamo amici ora, vero?» chiese improvvisamente Justin che smanettava con il cellulare. Aggrottai le sopracciglia cercando di riformulare la sua frase all'interno della mia mente, ed una volta capito tutto, esitai sulla risposta da dargli. 
Insomma, forse lui non sapeva di ciò che mi aveva fatto passare e solo riportando alla mente i ricordi, l'istinto mi suggerì di alzarmi e andarmene a casa, tornandomene definitivamente all'istituto S.Bernard. Però dopo quel suo gesto di prima, aveva voluto dimostrarmi qualcosa, e mi sentii tremendamente carica al ricordo dell'abbraccio. Decisi di rispondere incerta.
«Sì, siamo amici» dissi assottigliando la voce durante la pronuncia dell'ultima parola, nuova per me.

Mi girai per leggere la sua espressione, che parve sollevata e riconoscente. Gli angoli della bocca erano curvati verso l'alto, il naso seguiva la curva del sorriso ed i suoi occhi erano sinceri. Volsi lo sguardo verso il suo corpo captandone il linguaggio imparato mnemonicamente nell'istituto, e osservando le sue gesta dedussi che il ragazzo fosse estremamente schietto e franco. 

«Sto massaggiando con i ragazzi, sono dispiaciuti» disse Justin riponendo il suo aggeggio di ultima generazione nella tasca interna al giacchino in pelle nera.
Io annuii incapace di fare altro e vogliosa di dialogare con lui, mi spinsi dopo esitazioni e litigi mentali a porgli una domanda.

«Perché mi hai abbracciata?» domandai stringendo gli occhi e serrando i pugni. Mi pentii all'istante e cercai di sviare l'argomento in qualsiasi maniera possibile.
«Belle scarpe!» esclamai indicandole con l'indice della mano destra congelata dal freddo pungente.

«Peccato si siano riempite di fango» ammise Justin ridendo e scuotendo i piedi.

«E comunque perché me lo sentivo e volevo scusarmi, non sono così insensibile come purtroppo sembra» rispose tenendo lo sguardo fisso su di un tronco di un albero gigantesco, che notai solo dopo essere una quercia.
«Non lo sembri tanto» dissi io cercando di rimettergli la coscienza apposto. 
«Sì invece, a primo impatto tutti mi attribuiscono questo aggettivo»
«Perché?» domandai stupidamente.
«Perché è vero» rispose lui con decisione e sicurezza.
«No, invece» replicai testardamente.
«Ricordi di quando ti chiamai 'psicopatica'?» chiese lui guardandomi in pieno viso. Il ricordo dell'aggettivo mi rabbuiò l'espressione ed annuii lentamente.
«Come hai fatto a saperlo, tu e tutta la scuola?» domandai interessatissima, troncando il discorso di prima.
«Lo disse la direttrice il secondo giorno scolastico, prima che arrivassi a scuola tu» rispose Justin; sentii il cuore ghiacciarsi, lei, quella vecchia megera traditrice.
«Ah» esclamai per fargli capire di aver inteso le sue parole.


«Non è stato un male, almeno adesso sappiamo di doverci andare piano» disse lui mordendosi il labbro inferiore e sospirando lievemente.
 La sua frase in un certo senso mi fece arrabbiare, detestavo essere trattata diversamente. Le parole non si dovevano misurare solo con le persone affette da disturbi dell'umore, ma con tutti; eravamo esseri umani ed il rispetto reciproco indipendentemente dalle diverse situazione ci doveva essere sempre e comunque.
«Portami a casa» sussurrai stanca ed improvvisamente seccata da tutto, volevo solo avvolgermi nelle coperte nel buio della mia stanza ed esternare tutto ciò che sentivo adesso. 

Lui alzò il viso e scosse il capo sussurrando qualcosa a se stesso, una specie di rimprovero. 
Non mi soffermai più di tanto a cercare di capirlo, volevo solo casa mia, tornarmene lì e non uscire per la prossima settimana. 
In più gli indumenti bagnati mi stavano facendo sentire a disagio con me stessa ed in quel momento desiderai come non mai una doccia calda e vestiti nuovi. 
Justin si alzò e mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi da quella panchina gelida come il clima, che mi aveva ghiacciato il corpo. L'afferrai senza esitare e nel momento in cui i miei piedi si poggiarono a  terra per dover sostenere il mio corpo mi sentii una statuina glaciale. 
Tuttavia bastò il calore della sua mano a riscaldarmi un po' e zoppicando finché non riacquistai i movimenti del corpo, superai il ragazzo improvvisamente silenzioso. 

«Dove abiti?» Justin ruppe il silenzio con la sua domanda legittima e mi seccai a rispondergli, aprire la bocca per parlare era diventato ormai un sacrificio.
«Reynold street» sussurrai cupa. Lui annuì impercettibilmente ed iniziammo a camminare per quella che finalmente sarebbe stata casa mia.

Nel silenzio che ci circondava si potevano udire solo i nostri respiri regolari, il mio era difficilmente mascherato. Ero a disagio, improvvisamente m'innervosii e pregai Dio di farmi arrivare alla mia abitazione il più velocemente possibile.  
«Tranquillizzati, non ti mangerò» esclamò improvvisamente Justin, facendomi perdere circa dieci anni di vita dallo spavento.
«Sono tranquilla» mentii come d'abitudine.
«Come vuoi tu» troncò il discorso e tornò a guardare la strada davanti a lui. Inizia a riconoscere casa mia ed un sospiro di sollievo scappò dalla mia bocca.
«Credevo fosse tutto apposto» mi canzonò il ragazza ridendo di gusto. 
«Lo è» risposi io stanca di tutto, per davvero. Avvertivo un senso di stanchezza, di stand-by, un esaurimento vicino. Mi toccai la fronte e non mi meravigliai della sua temperatura, la febbre era incombente , meglio, avrei avuto la giusta scusa per non presentarmi a scuola. 
«Hai preso l'influenza?» chiese Justin non appena mi vide toccarmi la fronte. 
«Sì, colpa della pioggia» sospirai iniziando un nuovo dialogo con lui.
«Verrai domani a scuola?» chiese il ragazzo.
«No, non credo» ammisi sincera, avevo peraltro l'estremo bisogno di riflettere e di riordinare tutti i miei pensieri accalcati tra di loro. Lui non mi rispose e dopo averlo guidato a casa mia, mi girai per salutarlo, era stato carino ad accompagnarmi e mi preoccupai per lui,  tornare a casa da solo in questo buio sarebbe stato pericolosissimo. 
«Come fai a tornare a casa con questo buio?» chiesi indecisa sul da farsi.
«Per uno che se la cava alla grande con box e mma, che rischio ci sarà?» rispose lui dandosi delle arie, dopotutto poteva permetterselo, era un ragazzo speciale.
Ricordai mma e decisi su due piedi che avrei frequentato il corso, sarebbe stato utilissimo. 

«Poi Zack e gli altri mi aspettano in un altro locale qui vicino, si ballerà e si festeggerà alla grande. Per i vestiti mi cambierò lì, ho già chiesto a Lizzie di prepararmi indumenti della mia taglia ordinandoli dall'albergo in cui alloggeremo questa sera» aggiunse Justin facendomi l'occhiolino e sorridendo autenticamente felice e carico di adrenalina; 

All'improvviso tutto si spense, e i passi che credevo di aver fatto oggi con lui, Zack, Lizzie e gli altri, si azzerarono completamente, si ritornava da capo. Percepii la luce dei miei occhi spegnersi ed il fiato fermarsi in gola; Avevano bisogno della loro privacy, tra amici e fidanzati, io non facevo parte di loro, e benché avessero tentato in tutti modi di inserirmi nel gruppo, ora mi stavano sputando in pieno viso il contrario. 


 .

Cercai di farmi forza e rimandare l'avvenirsi istantaneo in camera mia, ignorando le voci dentro di me e le sensazioni di delusione giocherellare al mio interno.
«Sì, ciao» biascicai sollevando le sopracciglia e dirigendomi all'entrata di casa mia, suonando il citofono e voltandomi per contemplarlo un ultima volta.
Un'espressione indecifrabile si fece spazio sul suo volto e gesticolando a mo' di vittima, esclamò spaesato «Cos'ho combinato adesso?».
Io risi tra me e me, lui non poteva capire, nessuno sul pianeta terra lo faceva, non per niente mi ero creata un mondo tutto mio, in cui regnava la malinconia che in qualche modo era in grado di capirmi.
«Nulla» dissi prima che il cancello si aprì con un rumore scattante, lo chiusi dietro di me e lo guardai nuovamente. 
Lui sospirò e sorridendo dolcemente mimò un lieve 'buonanotte', per poi girarsi e camminare verso il famoso locale nel quale lui e la compagnia bella avrebbero festeggiato fino a diventare ubriachi marci, tutti e cinque: Alex, Zack, Chris, Lizzie e Justin. Nomi che mi avevano segnato la vita, inclinando negativamente la linea che ne tracciava il grafico. Entrai a casa, pronta a dare sfogo a tutto ciò che sentivo..






SPAZIO AUTRICE
Hei ragazze!
Scusate il ritardo, questo capitolo non è intenso e pieno di sviluppi, l'ultima parte l'ho cambiata, facilitare le cose tra i protagonisti manderà in fumo tutti i miei piani :). Tuttavia ho grandi idee per la fiction, tra cui sport, intrighi scolastici eccetera eccetera lol. Scusate anche possibili errori che lentamente correggerò, intanto vi lascio con gif dei protagonisti e una foto di Lizzie. (Chris e Alex nel prossimo capitolo, promesso).
Comunque, guardando le recensioni della fiction potrete notare che c'è ne una 'negativa', che però non esiste. Si tratta di un avviso lasciatomi da una ragazza che segue la fiction e cancellando un capitolo dove aveva recensito, mi sono ritrovata questa 'recensione negativa' inesistente; sinceramente? la cosa mi continua a far girare le scatole, non so nemmeno perché io lo stia dicendo, ma passiamo ad altro. Aggiornerò non appena qualuno si faccia vivo a recensire, e mi dia un parere sul capitolo, ne ho bisogno per incentivarmi a scrivere di più in queste vacanze, scusate se io stia sembrando antipatica lol.

Colgo l'occasione per ringraziare: ManoNera, ___Mery, Mrssyep, Emma_savo98, letusbehappy, Kidrauhlswaag, hugmedrew, Shaira79, crazybelieberintown e Valexx__Bieber❤️ Grazie delle bellissime recensioni vi amo :)
Anzi, sappiate che adoro chiunque stia seguendo questa fiction, mi fate felice :)
Baci,
Sarah
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Justin





Caren

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Zack
  
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