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Autore: Letiziajromano    19/04/2014    0 recensioni
La mattina ti svegli, ti guardi allo specchio, e vedi qualcosa che non ti é mai appartenuto, un fisico sproporzionato, capelli arruffati, statura media e un sentimento auto distruttivo verso ciô che fai e pensi.
Non mi sono mai piaciuta, mi sono sempre guardata con quel sorriso spezzato, ho sempre pensato che forse non era mio destino essere bella, magari avrei sbancato, oppure fatto successo nel campo della scienza, l'importante era quello, avevo perso fin troppo tempo dietro ciò che non era mai stato del tuo mio, in tutti i sensi.
Quella mattina ero li, a cercare di regalare un sorriso al mio riflesso , ma nulla, uno sguardo impassibile dipingeva il mio volto.
Camilla è una ragazza di 16anni .Discreta in ogni cosa che fa.Diversa da tutti i tipi di soggetti femminili dell'universo,odia il suo riflesso, ma ogni mattina la lastra riflettente l'attira, ed ogni mattina si ritrova lacrime amare sulla candida pelle.
Camilla incontrerà qualcuno che la farà sentire unica, diversa e amata.Camilla imparerà ad amarsi e ad essere forte.Fino a quando il destino, inevitabile e sfrontato, la metterà davanti a una delle più dolorose e difficili scelte della sua vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Bondage
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E' preferibile ascoltare questo brano durante la lettura del nuovo capitolo: 

Avril Lavigne:https://www.youtube.com/watch?v=AqajUg85Ax4

 
BUONA LETTURA...
 
 
 Continuavo a leggere ogni mio singolo movimento mi piaceva accarezzare i miei capelli e vedere le mie mani delicate che scioglievano i piccoli nodi all’estremità delle punte, il biondo tenue spezzava con la carnagione delle mie piccole mani, quella mattina le occhiaia posizionate sopra i miei zigomi erano di un viola meno intenso delle scorse volte.
La camicia ricadeva delicata sopra la mia coscia, ne accarezzai il tessuto,era così semplice quasi quanto me.
Quella sera, con il permesso di mia madre, avrei partecipato ad una festa, una di quelle dove la musica martella rumorosamente nella tua testa e l’alcol rende il tuo percorso più semplice.
 
Ma io ero solo stata invitata, non avrei fatto nulla che avrebbe potuto rovinare la mia reputazione da barava ragazza.
Io ero una semplice ragazza che sapeva come comportarsi, certo mi divertivo, ma non nelle maniere “spericolate” di ogni tipo di individuo che conoscevo, compreso Michael.

 
Quella mattina si era presentata con altre 100 domande, senza risposta, ero li ferma ad osservarmi, era presto, solo le 6:30. 
Decisi di andare  a fare una leggera colazione giù.
Scesi le scale e mi recai in cucina.
 
Non ero la sola che si preparava una colazione degna.
Valentino era li, denudato.
Le sue spalle erano definite, ben piazzate, l’elastico del pantalone del pigiama gli stringeva delicatamente i fianchi, e una striscia nera ne fuoriusciva.
Cercai di fargli capire che non era solo in cucina, si volto, e si appoggiò sul pannello della cucina, le sue labbra formarono un sorriso, e i miei occhi  non smisero di guardare il pavimento, cavolo non avevo mai notato che fosse così lucido.
Mi avvicinai al frigorifero, le mie gambe nude di passo in passo si avvicinarono al mobile e con delicatezza lo aprì  togliendo dal suo interno del succo d’arancia. 
 
I suoi occhi mi scrutarono con attenzione, 
Il suo viso era fresco, sentivo una fragranza alla menta, il suo sorrivo era scintillante, lascio il lavello e si avvicino dicendo:
Buongiorno, Camilla,anche tu hai passato la notte in bianco, magari a pensare?”
Cosa ne poteva sapere lui, di cosa faccio la notte, o dei miei stupidi pensieri e domande senza risposta?
Mi avvicinai cosi tanto da far sfiorare le nostre guance, e gli sussurrai:
Ovviamente… non sono affari tuoi
Me ne andai sculettando.
Andiamo che mi sta facendo? Non riesco a riconoscermi,cosa sto diventando? 
 
 
Le lezioni iniziarono con leggero ritardo, la tematica che quest’oggi avremmo affrontato, erano abbastanza interessanti da non farmi  focalizzare quegli occhi così mostruosamente belli.
Alcuni versi di Shakespiare iniziarono a rimbombare nella mia scatola cranica:
 
Se io sapessi scrivere la bellezza dei tuoi occhi 
 e in nuovi metri misurare tutte le tue grazie,
 l’eta a venire direbbe”«Questo poeta mente,tali tocchi celesti non toccheranno mai volti terreni  » “ 
 
Dopo tre ore, iniziò l’intrepida ricerca: Cosa avrei indossato questa sera ? 
Scrutavo tutti i mi miei vestiti, nessuno di essi mi colpi una seconda volta, quella sera era opportuna  per rendermi conto che avrei potuto essere di più, la mia mamma entrò senza bussare. 
Non era opportuno.
Mi accarezzò il volto con le sue mani, così curate, 
E disse:
Amore che stai facendo?
Sto cercando un vestito per questa sera, ma non ne trovo uno opportuno” dissi con tono molto basso, quasi abbattuto.
Seguimi” 
 La mamma mi prese per mano e mi porto nella sua  “immensa” cabina armadio, io non ne avevo bisogno.
Questo potrà andare
Misi le mani sopra una stoffa così morbida e delicata, apri gli occhi, era di un color panna tenue, senza spalline. 
E’ il vestito del giorno in cui ho conosciuto tuo padre
Quelle parole inondarono un fiume ormai in piena,e un flashback parti nella mia memoria, qualcuno aveva premuto play per la centesima volta.
 
Il mio papà stava tranquillamente guidando la sua auto quando il buio pesto strappo il nastro del mio incubo più grande. 
Nessun corpo fu mai trovato, solo questo ricordo spezzato che vaga ormai da 10 anni nella mia memoria.
 
Rimasi in coma per 6 mesi, e ancora oggi le sue braccia così forti mi mancano, il mio papà ci aveva lasciato, per colpa mia.
 
 
 

SPAZIO AUTRICE*

 
 
Questo quarto capitolo svela uno dei fatti passati che tutt'oggi tormentano Camilla.
Grazie per le nuove visualizzazioni, vi ringrazio. 
Con il passare del tempo cercherò di complicare le cose con nuovi personaggi.
La vostra Writer

-Letizia 

  
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