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Autore: Hitsuki    19/04/2014    2 recensioni
{ Belgium, Belarus, Ukraine + Hungary, Liechtenstein, Seychelles | fluff, slice of life, comico?, introspettivo? | accenni shoujo-ai e NedBel; Olanda/Belgio • perché in questo fandom c'è bisogno di Hetagirls }
Di nuovo; mani che spingevano persone timide, sorrisi e saluti sinceri. Come se quel giorno fosse stato una ruota ricolma di emozioni. ×
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Belgio, Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Ucraina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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|| La Creperia della stregatta Tòh [Hitsuki] ||
belgique Credo proprio che sia doveroso spiegare brevemente la fanfiction, ma ancor più riempire questo spazietto di sani scleri. Non credo che frequenterò assiduamente il fandom - detto schiettamente, se non fosse per qualche meraviglia sparsa qua e là non lo apprezzerei per niente - ma… ci dovevo scrivere. Almeno una misera shoujo-ai, o una fanfiction storica triste e struggente (credo riapparirò con una Elizabeth I/Arthur, per dire). Ed eccomi quindi qui, a presentare questa fanfiction senza pretese, avvisandovi che sono negata per il fluff ma incappo sempre all'interno di cose semi/pseudo dolci. Damn. Ebbene, è ambientata nella colorata casa di Belgio, personaggio che apprezzo moltissimo, e ad affiancarla le sorelle di Ivan: Bielorussia - altro personaggio che amo alla follia - e la dolcissima ma sottovalutatissima Ucraina. Poi certo, appariranno Ungheria, Liechtenstein e Seychelles: non ne ho inserite tutte, perché gestirle avrebbe dato vita a un vero… bordello. Non donna di provincia, ma bordello! [cit.] La storia si suddividerà in ora del pranzo, pomeriggio e sera. Come già scritto la trama non è nulla di nuovo, colossale, né tantomeno "l'innovazione dell'anno": è fluff, semplicemente. E basta. Un filino shoujo-ai, proprio poco, ma tanto se si conta che il fandom è infestato dallo yaoi (che per l'amor del Cielo, per me è sullo stesso piano dello yuri ed inoltre parteggio per molte coppie yaoi, ma qui si parla di esagerazione!). Poi vabbè, lo scrivo in quasi ogni fanfiction, ma cambierò la grafica in un futuro possibilmente vicino //si spera// (e no di certo quando gli scarafaggi Bavaresi avranno conquistato il mondo, privando noi italiani della nostra linfa primaria //la pasta// e sostituendola con degli stranissimi Krauti. No, non è vero, a me il cibo tedesco non dispiace, se si parla di cioccolato poi.), puzzo un casino, sono impedita in tipo tutto e blablabla. Devo ammettere però che come fanfiction mi piace, nonostante le slice of life che scrivo le ritengo banalissime ma ok (no). Vi saluto, donandovi - per una volta - non cupcakes, bensì waffles. Dato che siamo a tema. <3 E, naturalmente, un augurio a tutte le femmine che leggono, perché noi valiamo. <3 //fa swishare i capelli// Che poi quest'angolo si sta riempiendo di tantissime, dannatissime righette rosse perché Word è ignorante, ma pace. Edits in fondo alla pagina.
Uit lov e buona lettura ~ 
s t r e g a t t o
 
 
Waffles { al cioccolato e alla marmellata }
 
«Ti piacciono?» Belgio era seduta in una posizione eretta ed eccitata sulla sedia di legno intarsiata, mentre gli occhi smeraldini straripavano d'energia al pari dello Schelda[1] in piena.
Bielorussia stava addentando il waffle - un'esplosione e tripudio di gusti che esplodevano danzanti ammiccando al palato, proprio come Belgio stessa - con delle note represse d'esitazione, incerta sull'essere fiduciosa od abbandonarsi alla diffidenza; le sue iridi puntavano sul freddo pavimento di marmo, poiché lo sguardo dell'altra l'avrebbe spinta a mangiare immediatamente - lei era così carina, con i ciuffi d'oro ad incoronarle il volto niveo. La sua espressione non variò, mentre i denti affondavano lentamente nel prelibato impasto croccante, facendo riemergere la stanza precedentemente affondata nel silenzio in una nuova atmosfera; poi, dopo aver gustato l'intero dolce, espresse il suo giudizio a riguardo, mentre le labbra sottili si muovevano impercettibilmente.
«Mh, sì» disse. Una lunga pausa, di nuovo il silenzio. Poi di nuovo, delle parole pronunciate dalle labbra esili di Bielorussia. «Non è male».
Sebbene il parere della Nazione non esaltò appieno i waffles, e sorvolando il fatto che dalle parole traspariva un entusiasmo vuoto - quasi sciatto -, Belgio sorrise soddisfatta, con quelle sue labbra che si curvavano leggermente all'insù nella zona centrale, quasi a far sembrare il suo sorriso di origine felina. Compiaciuta dal commento che tanto aveva desiderato per lungo tempo - finalmente Bielorussia aveva deciso di assaggiare il piatto di cui ella andava più fiera! -, non resistette dal buttare le braccia al collo dell'amica, avvinghiando le mani sulla sua schiena calda e rassicurante, tanto forte che l'ammirava - tentava di essere sempre diritta, come lei, ma i suoi tentativi erano spesso vani. Bielorussia rimase impassibile, con il volto pallido un po' crucciato, mentre il trillante suono del campanello annunciò l'arrivo di…
«Ucraina!» esclamò Belgio, mentre l'altra si sciolse con poca gentilezza dall'abbraccio. «Dev'essere arrivata». 
Con un aggraziato balzo che fece gonfiare per un istante l'ampia gonna verde chiaro si diresse alla porta in olivo, poggiando le esili dita sul pomello lucido e brillante - Olanda la aiutava sempre a pulire la sua casa, e nonostante non sembrasse si volevano molto bene. La girò leggermente, provocando un meccanico scatto che fece aprire lentamente la porta, lasciando spazio ad una fanciulla dalle generose curve e il sorriso ingenuo ripieno - come i waffles - dall'imbarazzo. 
Le mani, all'altezza del prosperoso seno, tenevano fra le dita un piccolo sacchetto di plastica che faceva intravedere ciò che si trovava al suo interno. Marmellata, deliziosa marmellata al mirtillo, che risplendeva nel suo blu vicino ad un futuro viola, e che Belgio - e tutte le altre Nazioni femmine - amavano alla follia. La marmellata era simbolo del loro affetto, della loro complicità, ciò che univa la loro indissolubile amicizia nonostante le differenze che l'attanagliavano.
Subito Ucraina venne accolta con un gesto gentile e concitato nella pittoresca casa di Belgio, mentre la porta veniva richiusa per mano della padrona sorridente. 
Bielorussia alzò il capo, mentre le lacrime le punzecchiavano fastidiosamente gli occhi, di fronte a quella figura a lei tanto familiare - il sorriso dolce, le mani calorose e forti, gli occhi vivaci ma soprattutto il suo grande cuore che s'ergeva sul suo petto, nascosto dalle sue forme e dalla malizia degli uomini.  
Si limitò quindi a chinare nuovamente il capo, fingendo un forte interesse per il pavimento che pareva vivido di luce propria e bei ricordi tra fratelli.[2] 
«Natalia![3]». Non s'avvicinò alla sorella e né tantomeno l'abbracciò, conscia che ella non apprezzasse i gesti d'affetto - se non quelli di Ivan, che aveva sempre bramato. Rimase poco oltre la soglia, con Belgio che la spingeva premendo contro la sua schiena i palmi, mostrando un sorriso bonario e cordiale. 
«Dai, entra, mica disturbi!» mugugnò la bionda, continuando a premere le mani dietro ad Ucraina, mentre Bielorussia era ritornata la Nazione impassibile che appariva. Passò qualche secondo, poi la nuova ospite si decise ad avvicinarsi al tavolo al centro della cucina mormorando un "Suvvia, adesso mi siedo" a Belgio. Natalia, dopo aver ingoiato con malavoglia il waffle, invitò la sorella a sedersi accanto a lei, prendendo una sedia e avvicinandola alla sua e a quella ove si trovava poco prima una Belga soddisfatta. 
***
«E allora Olanda mi disse…» la Nazione proseguì il resto del discorso sempre più concitata, con la voce temperata di inesauribile entusiasmo e le mani che si spostavano nell'aria gesticolando velocemente. Bielorussia aveva le braccia incrociate poggiate sul tavolo, mentre la testa sprofondava tra le pieghe delle maniche e gli occhi parevano due scintille scure. Ucraina invece, le mani poggiate dolcemente sulle gambe incrociate, ascoltava con interesse la storia di Belgio. 
«… Ah, tra poco arriverà Ungheria!».
«Uh?». Bielorussia si destò dalla sua sonnoveglia, ritraendo le braccia dal tavolo ed osservando incuriosita l'altra. Ella annuì, sempre con le labbra tese all'insù, scuotendo con forza la testa prima in su e poi in giù.
«Sì!» disse, «Ed ho anche invitato Liechtenstein e Seychelles». 
Ucraina divise le mani che prima posavano congiunte sulle sue gambe, sorridendo anch'ella come la padrona di casa.
«Oh, davvero?» domandò, nel limbo fra curiosità e felicità. «Più si è meglio è». 
Belgio scosse nuovamente la testa per appoggiare l'affermazione di Ucraina, poi s'alzò dalla sedia tenendo ritte come un fuso le gambe. 
«Arriveranno adesso, circa». Come per un stravagante caso del destino il campanello suonò annunciando l'arrivo di un'altra ragazza. Di nuovo la mano di Belgio si posò sulla maniglia, di nuovo il pomello dorato girò. Apparve una figura dai lunghi capelli ocra, come la sabbia del mare, il sorriso compiaciuto e un delizioso abitino sulle varie tonalità del verde a coprirla. Fra le braccia, un sacchetto contenente del cioccolato - avente qualche scritta tedesca.[4]  
Belgio sorrise, osservando il contenuto della piccola borsa di plastica: il cioccolato era simbolo della loro forza, una forza che le aveva privilegiate fin dalla nascita, una forza così sensibile che solo le donne possiedono. Sempre con un gesto soave della mano, l'ospite fu invitata dall'amica ad entrare. Immediatamente le altre ospiti la salutarono - chi cordialmente, chi un po' meno - e lei ricambiò con le labbra tese all'insù - nonostante apparissero piuttosto nervose. 
E di nuovo, una sedia in più per la nuova arrivata, racconti ed avventure di avvenimenti passati e Nazioni amiche, Nazioni forti e al contempo sensibili, Nazioni donne e mature.
***
Ormai il pomeriggio venne sospinto dolcemente dalla sera che stava prendendo il sopravvento, insieme alle luci dei lampioni che all'esterno ammiravano timidamente le finestre della casa di Belgio. Questi aveva appena finito di spiegare un suo altro avvenimento estremamente bizzarro, che strappò più di una risata a chi l'aveva ascoltata - Bielorussia inclusa. 
«Oh, Belgio! Ne combini di tutti i colori» commentò Ucraina, che nascose una ciocca dei suoi corti capelli dietro al padiglione auricolare. L'altra, come sempre, ricambiò con un ampio sorriso soddisfatto per poi affermare che presto sarebbero arrivate Liechtenstein e Seychelles. E ancora, quasi quel giorno fosse stato pervaso dalla magia, il campanello suonò con energia e il suo suono riecheggiò per la stanza mentre Belgio si alzò spostando leggermente la sedia dal tavolo - su cui sopra erano posti due sacchetti. 
«Liechtenstein! Seychelles!». Di nuovo; mani che spingevano persone timide, sorrisi e saluti sinceri. Come se quel giorno fosse stato una ruota ricolma di emozioni. 
Liechtenstein si sedette aggraziatamente accanto a Ungheria, ravviandosi i capelli e legando il fiocco laterale per evitare che si sciogliesse. Seychelles la seguì avvicinandosi a lei, poggiandosi su una sedia con una buffa allegria ed emozione. Belgio richiuse - sempre per la terza volta - la porta, accomodandosi sul - a suo parere - "trono", mentre i gomiti toccavano il legno duro del tavolo e la mani si congiungevano sotto il suo mento. Le due non avevano in mano un sacchetto, perché le altre sapevano che portavano allegria e felicità nel gruppo senza bisogno di oggetti materiali ed inorganici.
«Ci siamo tutte!» commentò, emozionata, per poi spostare lo sguardo sui sacchetti. «Avete portato marmellata, cioccolata… e poi?». Ai suoi occhi vispi non sfuggì il movimento lesto che di prima mattina Bielorussia fece per nascondere qualcosa mentre Ucraina, con le dita che tamburellavano sulle cosce, appariva nervosa. Le due sorelle si accorsero che Belgio aveva già scoperto ciò che avrebbe dovuto essere "la sorpresa", poiché le osservava, sorniona, come un'investigatore che ha risolto il caso.
Con un cenno del capo Ucraina incitò Natalia a poggiare un sacchetto sul tavolo, per la medesima volta trasparente; fece qualche sbuffo e occhiata glaciale, ma seguì l'ordine della sorella senza ribattere o ribellarsi. 
Il contenuto appariva chiaro, nitido attraverso la plastica del sacchetto, e Belgio la osservò incuriosita - sempre con quella sua aria da detective. 
«Impasto per i waffles?» osservò.
«Sì» disse Ucraina dolcemente «volevamo prepararli stamattina assieme a Belgio, ma quando abbiamo saputo che c'erano altre invitate…».
Bielorussia la interruppe, intimandole con il solo sguardo che avrebbe continuato lei il discorso. Ucraina annuì e lei si schiarì la voce, portandosi una mano alla bocca.
«Abbiamo deciso di prepararle stasera, a sorpresa, con la marmellata ed il cioccolato». 
Belgio le osservò sorniona, un po' esuberante. «E come avreste fatto a non farcelo scoprire?» chiese.
Bielorussia si strinse nelle spalle, seccata, borbottando "Be', quello lo avremmo calcolato dopo", per poi incitare con un gesto a togliere l'impasto dal sacchetto - senza romperlo, possibilmente. Ucraina prese il contenuto di esso, poggiandolo sul tavolo, mentre le altre lo osservavano incuriosite. Immediatamente Belgio si alzò - una nuova ospite stava per arrivare? - e prese l'impasto fra le mani, muovendo veloce le gambe in direzione della cucina. Le altre la sentirono lamentarsi ed esultare fra il clangore delle padelle - che resero Ungheria, per un breve lasso di tempo, nostalgica - e scontri fra materiali culinari di vario genere. Silenzio, poi un profumo inebriante avvolse la casa. 
Belgio stava portando nella stanza un vassoio contenente la sua più amata leccornia, sempre svelta e vivace, sotto gli occhi un po' scettici delle amiche. Sul tavolo venne nuovamente poggiato qualcosa, mentre il profumo s'avvicinava sempre più invitante alle narici delle Nazioni. Seychelles era tentata dall'agguantare uno dei - probabilmente - deliziosi waffles, ma si trattenne mordicchiandosi il labbro inferiore. Liechtenstein tese le labbra all'insù, con quel sorriso dolce quanto raro. Belgio invece, ancora in piedi, poggiò con forza le mani sui fianchi, ancora più soddisfatta di quando li cucinò a pranzo per tutte le ragazze - il problema era che Bielorussia li aveva divorati tutti in silenzio e l'impasto era finito. «Potrebbero essere un altro simbolo della nostra amicizia».
«Già, ma quale?» Ungheria non ne era ampiamente sicura, ma sperava fortemente che qualcos'altro le unisse.  
«Il tempo» rispose sicura l'altra «Staremo vicine, assieme all'amicizia e dandoci forza a vicenda, nello scorrere del tempo che per noi è eterno. E non soffriremo mai, se continueremo a comportarci così; oppure i nostri dolori si affievolirebbero. Tic, tac!». Imitò le lancette dell'orologio, sempre più convinta della sua tesi. 
Anche Ungheria aveva compreso che aveva ragione, perciò si limitò ad abbracciarla. E a ruota, come sempre del resto in quel giorno, la seguirono le altre: Ucraina, Seychelles, Liechtenstein e Bielorussia. Ognuna faceva parte proprio di quella ruota-orologio infinita, e senza anche solo una di essa la ruota non avrebbe funzionato. E avrebbero girato, insieme, per l'eternità. Tic, tac.[5]

notes;
[1] importante fiume che attraversa il Belgio. 
[2] Sì, è riferito a Belgio ed Olanda. Perdonatemi, ma sono particolarmente affezionata a questi due personaggi e il loro rapporto m'ha sempre affascinato sotto ogni punto di vista. //si nasconde
[3] a mio parere, Ucraina chiama i fratelli con il loro nome proprio, quindi "Natalia" ed "Ivan". 
[4] cioccolato austriaco, sì. Ungheria non si smentisce mai! 
[5] la parola "ruota" è volutamente ripetuta, spero si comprenda; altrimenti vedrò di modificare le frasi. 

Edits ;
|| 19/04/14 ||
    ¤ cambio grafica a tempo record. 
  
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