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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    19/04/2014    3 recensioni
Law and Order S.V.U.
Olivia/Elliot
Olivia si trova di fronte ad una scelta: uccidere un assassino e perdere Elliot o salvare il suo partner e lasciar fuggire un criminale ignorando il suo dovere di poliziotto?
Per compiere il suo dovere sarebbe disposta a perdere la persona che più ama al mondo?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elliot Stabler, John Munch, Olivia Benson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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AND YOU KNOW MY HEART BY HEART

 
«Spara, Olivia. Spara.» pronuncia quelle parole con tanta leggerezza da farmi venire i brividi. «Avanti, spara. Non commettere il mio stesso errore. Uccidilo.»
No. Non posso. Non ce la faccio. Vorrei dirglielo ma le parole mi muoiono in gola, così mi limito a scuotere il capo.
«Abbassa la pistola!» mi grida l’altro. Quel maledetto assassino che ha tagliato la gola ad un bambino. Quello che sta tenendo sotto tiro il mio compagno.
Il cuore mi martella nelle orecchie e in ogni fibra del corpo: è l’adrenalina, l’adrenalina che mi aiuta a non crollare qui, ora.
Cosa posso fare?
Osservo Elliot, immobile con un’arma puntata alla testa. Incateno i miei occhi ai suoi, scintillanti e lucidi di lacrime.
Non posso sparare. Potrei colpire lui, potrei fargli del male e il solo pensiero mi uccide. Non potrei mai uccidere Elliot. Piuttosto lascerò che uccida me.
Una lacrima solca la mia guancia, silenziosa e solitaria.
Anche sul suo viso scorre una lacrima. Ha capito. Sa che non lo farò. Conosce il mio cuore a memoria. Lo conosce più di quanto lo conosca io.
Allento la presa sulla pistola, chiudo gli occhi per un secondo e poi abbasso l’arma. Le braccia mi ricadono lungo i fianchi. Che mi spari. Che mi uccida. L’importante è che Elliot sopravviva.
Vedo il mio partner scuotere il capo e sussurrare: «No, Olivia.»
Poi il rumore di uno sparo fende l’aria. Sento un dolore lancinante al fianco destro e poi un grido.
«NO!» è Elliot.
Cado a terra, sulla schiena, sento il sangue fluire dalla ferita; tento di tamponarla con una mano. Una sensazione di gelo mi pervade, sento l’adrenalina abbandonarmi e il dolore aumentare sempre di più. Sento il proiettile lacerarmi la carne. Se non lo estrarrò al più presto la mia morte sarà ancora più dolorosa.
Un altro sparo.
Un corpo cade a terra.
Silenzio.
No, Elliot… Oh, mio Dio…
L’ha ucciso? Come ha potuto farlo? Non può essere… Lui non può essere…
«Polizia di New York!» i miei colleghi fanno irruzione nel capannone. Se fossero arrivati qualche secondo prima, Elliot sarebbe ancora vivo. Se non morirò per la ferita morirò senza Elliot. Lo so. Non posso farcela senza di lui.
Qualcuno si avvicina. Se mi ucciderà, spero che lo faccia in fretta. Voglio raggiungere Elliot. Voglio rivederlo, chiedergli scusa per non avere avuto il coraggio di…
«Olivia!» dice e mi solleva tra le braccia inginocchiandosi accanto a me.
È Elliot. È vivo. Le lacrime mi bagnano le guance e mi appannano la vista. Sta bene… «Elliot…» sussurro con voce strozzata.
«Shh. È tutto finito.» mi rassicura. Anche i suoi occhi sono colmi di lacrime. «Andrà tutto bene. Stanno arrivando i paramedici.» mi rassicura e mi sfiora i capelli e la guancia con una mano. Annuisco anche se mi provoca un dolore terribile alla testa.
«Elliot…» dico «La bambina…»
«La stanno cercando.» ribatte.
«Trovala. Sarà spaventata…» sussurro «Ti prego…» non voglio che mi veda così. Non voglio che mi veda morire.
Lui esita, poi vedendo arrivare Finn e Munch si allontana sfiorando la mia fronte con le labbra. I miei due colleghi si avvicinano e si inginocchiano accanto a me.
«Olivia.» sussurra Finn. «Sta’ tranquilla. I paramedici sono qui.» mi prende per le spalle e mi fa poggiare la schiena contro il suo petto. Sento il suo respiro caldo sul mio collo e il suo petto sollevarsi e abbassarsi insieme al mio. Sento freddo, ma sto sudando, la febbre sta salendo.
Munch preme con una mano sul mio fianco, tentando di tamponare la ferita. Io poggio la mia mano sopra la sua e lo vedo sorridere mestamente. Sa che morirò.
E anche io so che morirò, ma stranamente non mi importa. Elliot è vivo, questo è importante. Questo mi importa.
Poi tutto si fa buio.
 
Apro gli occhi e devo chiuderli e riaprili più volte per mettere a fuoco ciò che mi circonda. Sono in un ospedale. Sono sdraiata su un letto e sento qualcosa pungermi il braccio, una flebo. Osservo la finestra alla mia sinistra. C’è il sole. Uno dei suoi raggi sfiora le mie gambe riscaldando la coperta.
Mi volto e vedo che sulla sedia accanto a me c’è Munch. Sta dormendo, forse ha passato la notte qui. Ha la testa poggiata ad una mano e lo sento respirare lievemente, con il modo tranquillo e pacato che usa anche per svolgere il suo lavoro.
«John?» lo chiamo. Odia essere chiamato per nome, anche se non capisco perché, John è un nome molto bello.
Lui si muove e poi apre gli occhi. «Liv…» sorride «Grazie al cielo. Come ti senti?» domanda.
«Bene…» rispondo «Elliot ha trovato…?»
«Sì.» risponde, riferendosi alla bambina «Sta bene.»
Sospiro di sollievo. «Bene.»
Lui sorride.
«Da quanto sono qui?» chiedo, mettendomi a sedere.
«Due giorni.» mi dice e mi aiuta a sollevarmi e ad appoggiarmi ai cuscini.
«Così tanto?» chiedo di rimando.
«Non preoccuparti. Non è successo nulla di interessante.» mi rassicura e si siede sul letto accanto a me. Mi prende la mano e la stringe tra le sue. Ricambio la stretta, sento il suo calore pervadermi. «Perché hai lasciato che ti sparasse?» chiede alla fine.
Abbasso lo sguardo. «Non potevo sparargli. Avrei ucciso Elliot.» credo che come spiegazione possa bastare.
A quanto pare, no. «Olivia…» mi dice.
«Non sacrificherei mai il mio compagno. Mai.» dico decisa.
«Lo so, nemmeno io, ma…»
«Non c’è nessun ma, John.» lo interrompo.
Lui annuisce. Non c’è nulla da dire. Non sacrificherei mai Elliot, mai. Mi farei ammazzare piuttosto.
 
Dopo un altro giorno in ospedale mi dimettono. Mentre sto preparando la borsa sento la porta aprirsi alle mie spalle. Mi volto e vedo Elliot fermo sulla soglia.
Gli sorrido, ma subito sento gli occhi inumidirsi.
Anche i suoi occhi sono lucidi. Tenta sempre di nasconderlo, tranne quando è con me. Sa che non lo giudicherei mai.
«Elliot…» sussurro.
Senza dire nient’altro si avvicina e mi stringe tra le braccia. Mi sfiora la fronte con le labbra e sento il suo petto tremare a contatto con il mio. Sta piangendo.
«Elliot…» ripete accarezzandogli i capelli.
«Liv.» dice «Mi hai spaventato a morte.»
«Scusami, io…» tento di spiegare.
«Avresti dovuto sparare.» mi interrompe.
«Non potevo. Avrei fatto del male a te.» ribatto.
«Ti ha quasi uccisa.» insiste.
«Non mi importa.»
«A me sì.» esclama allontanandomi.
«Elliot…» tento di interromperlo.
Ma lui riprende. «Non capisci che se ti avessi persa non me lo sarei mai perdonato?»
Abbasso lo sguardo. No. Non dirlo, Elliot. È già abbastanza difficile così.
Solleva il mio mento con due dita. «Liv, guardami.»
«No, Elliot. Non posso.»
«Sì, invece. Sei importante per me, se ti perdessi… non avrei più nulla.»
«Elliot.» lo fermo. «Fermati. Ti prego.»
«Olivia…»
«No, non ce la farei, lo sai.» spiego e mi volto, in modo da dargli le spalle e ricacciare indietro le lacrime. Lui mi poggia una mano sulla spalla.
Basta… Perché dev’essere tutto così complicato?
«Liv...» sussurra.
Io mi volto. Lui mi sfiora la guancia con una mano e poi avvicina il suo volto al mio.
Vorrei dirgli di fermarsi, che non voglio, che non deve. Ma non è così.
Io lo voglio. Voglio che lo faccia più di qualsiasi altra cosa al mondo. E mi odio per questo.
Poggia le sue labbra sue mie e le sfiora delicatamente.
Rabbrividisco sotto il suo tocco dolce e delicato; non mi muovo, l’unico rumore udibile è quello dei nostri respiri.
Senza aggiungere altro si allontana da me, mi sfiora la fronte con le labbra ed esce lasciandomi sola.
Perché ho lasciato che lo facesse? Sono un mostro. Ha una famiglia, una moglie che lo aspetta e io ho lasciato che mi baciasse. E la cosa terribile e che lo volevo anch’io… Desideravo le sue labbra.
Perché devo soffrire in questo modo? Perché dev’essere così complicato?
Perché mi innamoro sempre dell’uomo sbagliato?
 
Quando torno al dipartimento vengo accolta da abbracci e strette di mano. Io sorrido. Sorrido e basta. Quando vedo Elliot, gli sorrido e lui fa lo stesso. Non so se sarà così tra cinque minuti. Non so se riuscirà a perdonarmi per quello che sto per fare.
Aspetto che tutti i miei colleghi mi abbiano salutato e poi mi dirigo verso l’ufficio del capo. Inspiro profondamente prima di bussare. Ciò che sto per fare è definitivo. Non potrò più tornare indietro.
Busso.
«Avanti.» sento la sua voce risuonare dall’interno. Entro e chiudo la porta. «Oh, Olivia. Bentornata.» mi dice. È seduto alla scrivania.
«Grazie, capo.» dico sorridendo.
«Hai bisogno di qualcosa?» chiede poggiando i gomiti sulla scrivania in legno.
Sì, avrei bisogno di dimenticare. Dimenticare cosa provo. Dimenticare quel bacio.
Oppure dovrei comportarmi da egoista? Lasciarmi andare al sentimento che provo per lui e non curarmi della sua famiglia?
Annuisco e poi inspiro profondamente. Ho deciso. «Voglio cambiare compagno.» dico tutto d’un fiato.
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti! Questa è la mia prima One-shot e prima ff su Law and Order S.V.U.!
Si ispira ad uno degli episodi anche se non ricordo il numero -.-“ (memoria corta).
L’inizio e il finale sono uguali, ma cambia il corpo della storia, come avete potuto leggere.
Spero tanto che vi piaccia, fatemi sapere! ;D
A presto, Izzy, xX__Eli_Sev__Xx
 
 
   
 
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