Quando si era svegliato quella mattina, tutto avrebbe pensato meno che la giornata avrebbe avuto sviluppi come quelli.
Ormai da tanti anni era letteralmente bloccato lì, in quell'angolo della strada. Era bastato pochissimo perché perdesse tutto quel poco che era riuscito ad accumulare in tanti anni di lavoro. Un litigio un po' troppo esagerato con la moglie, un divorzio, ed ora era lì, senza una cosa, la crisi gli aveva impedito di trovarne una.
Ma lui sapeva
che sarebbe successo, tra lui e sua moglie non scorreva buon sangue
fin dai tempi del matrimonio, la convivenza era risultata più
complicata del previsto, ma, diavolo, i suoi suoceri super-religiosi
non avevano avuto intenzione di farli convivere prima del matrimonio
e quello era il risultato.
Cacciato dalla sua stessa casa.
Ma quella mattina, era proprio il caso di dirlo, era stato chiamato dalla Fortuna. E non è un modo di dire, era davvero giunta una donna a chiamarlo, aveva l'aspetto di una veggente e diceva di essere la Fortuna, il Destino. Non era il tipo che si fida del primo che incontra, ma in fondo cosa gli restava da perdere? La vita? Quale vita?
E così
l'aveva seguita in una tenda, una classica tenda da cartomante da
strada. Gli aveva offerto di parlare gratuitamente, gli aveva dato
dell'acqua per saziare la sete accumulata da giorni e poter parlare
con maggiore calma.
Io ho tanti nomi, gli aveva detto, i Romani mi
chiamavano Fortuna, i moderni mi chiamano Fate, Destino, Schicksal,
Destin. Sembrava fin troppo seria mentre diceva queste parole. La
cosa davvero strana però fu la sua offerta. Gli disse che sapeva
cosa gli era capitato e aveva avuto pena di lui e voleva concedergli
di mutare il proprio destino.
Non concedo mai quest'occasione a nessuno, ma con te voglio fare un'eccezione. Gli chiese dunque cosa voleva cambiare della sua vita, qualsiasi cosa. L'uomo ci pensò un po', poi comincio a fare delle domande. Voleva sapere come sarebbe stata la sua vita se non avesse sposato sua moglie, che ne era stato di quelle possibilità che aveva escluso.
Il Vuoto,
rispose. Sono piombate nel Vuoto, nel Nulla cosmico, e ciò che
piomba laggiù non può mai uscirne fuori. Il suo Destino era stato
scritto in quel modo.
Ma adesso aveva un'occasione, cominciò a
pensare il pover'uomo, è vero che poteva cambiare il suo futuro, ma
anche il suo passato!
Senza pensarci due volte diede una risposta precisa alla donna, che ancora lo osservava incuriosita. Le chiese di permettergli di cambiare il suo matrimonio, di non sposare sua moglie. La veggente gli chiese più volte se era sicuro di essere pronto ad accettare le conseguenze, poiché non poteva tornare indietro, ma l'uomo acconsentì con tutte le sue forze, convinto che tutti i suoi mali erano iniziati quel giorno.
E così fu. La
strada della sua vita subì una brusca virata, come un treno che
improvvisamente deraglia, lasciando i binari su cui fino a quel
momento aveva corso verso il tramonto e si spostò. Ma lo fece dove
già la strada era stata segnata, dove non c'erano incroci di binari,
dove ormai tutto era stato scritto dalle scelte del macchinista. Dove
ormai attorno ai binari c'era solo il deserto, il Nulla cosmico. E in
una frazione di secondo, prima ancora che l'uomo si accorgesse del
suo errore, tutta la sua vita svanì.
E il Nulla fu.
La Fortuna
cominciò a smontare la sua tenda. Ancora una volta aveva offerto una
scelta a quell'uomo e lui si era rifiutato di prendersi le
responsabilità sulle proprie azioni.
Ma quella era l'ultima
volta.