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Autore: Trafalgar Norah    19/04/2014    5 recensioni
“Mal di testa?” chiese scettico.
“Sì Sabo. Hai mai provato questa sensazione? Circa un miliardo di omini invisibili iniziano a martellarti il cranio e non la smettono finché non trovi un antidolorifico che li faccia smettere” spiegò irritata, rovistando nei cassetti della scrivania.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Sabo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Perché te ne sei andata?” si informò lui, appoggiato alla porta.

“Te l’ho detto, ho mal di testa”

“Mal di testa?” chiese scettico.

“Sì Sabo. Hai mai provato questa sensazione? Circa un miliardo di omini invisibili iniziano a martellarti il cranio e non la smettono finché non trovi un antidolorifico che li faccia smettere” spiegò irritata, rovistando nei cassetti della scrivania.

“So cosa vuol dire. Non c’è bisogno di prendersela tanto” disse avvicinandosi a lei.

“Me la prendo perché sto veramente male. Voglio solo trovare questa medicina e mettermi a dormire”

Sabo rise piano e l’avvolse in un tenero abbraccio. “Povera piccola Koala”

Lei appoggiò il viso al suo petto, sbuffando: “Non c’è niente da ridere”

“Aspettami qui, vado in infermeria a prenderti quella medicina… e magari una camomilla”

 

“La camomilla non era necessaria” fece notare Koala. Mentre aspettava il ritorno di Sabo si era cambiata, indossando la vecchia tuta che usava di solito per dormire e si era messa sotto le coperte.

“Perché? Magari bevendola ti calmi” disse, appoggiando la tazza fumante sul comodino.

Koala gli lanciò un’occhiata fulminante, di quelle così cariche che riservava solo a lui, e mandò giù la pastiglia che le aveva portato.

“Non ho bisogno di calmarmi”

“Se quella non la pianta di starnazzare le stacco il collo” disse Sabo, imitando la voce della ragazza.

“Non è colpa mia se Jenny ha un tono di voce irritante. In circostanze normali l’avrei sopportato, ma il mio mal di testa non me l’ha permesso” spiegò Koala tranquilla.

Bevve un sorso di camomilla, lasciandosi sfuggire una smorfia poiché era troppo calda.

“Va bene, chiuso il discorso”

Koala colse subito la nota derisoria nella sua voce.

“Piantala”

“Non devi essere gelosa, io ho occhi solo per te ora” affermò, dandole un bacio in fronte.

“Non lo sono. Ma tanto posso ripeterlo all’infinito, non mi crederai comunque. Ora, grazie per la camomilla e la medicina, sei libero di andare, buonanotte” disse, tirando le coperte fin sotto il mento.

Sabo la fissò: “Andare dove?”

“A dormire in camera tua, ovviamente”

“Ah no, resto qui” disse lui con un sorriso candido.

Koala si mise nuovamente a sedere, chiudendo gli occhi per qualche secondo a causa del giramento di testa.

“Tu non puoi dormire qui”

“Perché? Stai poco bene, ti faccio compagnia”

“Non ce n’è bisogno”

“Io resto lo stesso” affermò Sabo, incrociando le braccia.

Koala sospirò: “Non puoi Sabo, vattene”

“Perché non posso?” protestò lui.

“Russi, parli nel sonno e il letto è troppo piccolo”

Sabo esibì un ghigno: “Grazie per avermi invitato a dormire nel tuo letto”

Koala arrossì: “No io...”

“A dire la verità pensavo di dormire sul pavimento, ma potrei anche accettare l’offerta”

“Non puoi dormire sul pavimento, prenderesti freddo, ti ammaleresti e ti metteresti a fare il moribondo per un semplice raffreddore”

“Quindi posso dormire nel tuo letto?” la provocò ancora, sorridendo.

Koala scosse la testa e tornò a stendersi: “Buonanotte Sabo”

“Lo prenderò per un sì” affermò, stendendosi accanto a lei.

Koala sbuffò, ma non protestò ulteriormente, Sabo non se ne sarebbe andato di certo. Lanciandogli un’ultima occhiataccia spense la luce e gli diede le spalle.

Prendere sonno non fu un’impresa semplice: la testa, seppur meno rispetto a prima, le doleva ancora.

Inoltre, trovare una posizione adatta per dormire non era semplice, data la presenza del suo ragazzo: in quel letto ci stavano a malapena e lei non riusciva proprio a dormire sdraiata su un fianco.

“Dì la verità, questa cosa ti imbarazza terribilmente” sussurrò lui, ridacchiando.

“No Sabo, ora dormi”

“Non c’è niente di male, sai? Tra l’altro, abbiamo già dormito insieme una volta”

“Sì certo, ma non è la stessa cosa. Eravamo in campeggio, tu e Bunny Joe russavate in modo indecente e io non ho chiuso occhio. Ora dormi, non vorrei ripetere l’esperienza”

“Non è la stessa cosa? Quindi ammetti che è importante?”

“Se lo ammetto mi lascerai almeno provare a dormire?” chiese la ragazza esasperata.

“Sì”

“Allora ok, dormire insieme dà una certa importanza al nostro rapporto. Adesso per piacere, chiudi gli occhi, conta le pecore, le mucche, le galline, conta quello che vuoi ma cerca di addormentarti”

“Ricevuto. Buonanotte”

Per un po’ tutto sembrò filare liscio: Koala sentì le palpebre che iniziavano ad appesantirsi e di certo si sarebbe addormentata entro poco tempo. Accanto a lei, Sabo sembrava già essere partito per il mondo dei sogni, cosa strana visto che fino a pochi minuti prima non aveva fatto altro che dare aria alla bocca.

Sentendo il suo respiro leggero sorrise, pensando che avrebbe potuto bearsi per sempre di quel momento: intorno a loro regnava il silenzio, interrotto solo dai loro respiri. Si era creata un’atmosfera così… così…

“No. No Sabo ti prego, non…”

Le sue suppliche purtroppo non servirono a nulla: Sabo continuò a russare, il rumore del suo respiro che diventava sempre più pesante dando vita a un concerto del quale lei era l’unica sfortunata spettatrice.

“Ma perché Sabo?!” mormorò afflitta. “Mi è quasi passato il mal di testa, vuoi farmi stare male ancora?”

Gli diede un pugno sul braccio, ma il ragazzo non si scompose minimamente. Koala sapeva che sarebbe stato inutile svegliarlo, perché non appena si fosse riaddormentato avrebbe iniziato di nuovo a russare.

C’era un’unica soluzione al suo problema e per fortuna era a portata di mano.

Con un sospiro, allungò la mano verso il comodino: se non li aveva spostati da un’altra parte, i suoi tappi per le orecchie dovevano essere ancora lì. Andare a tentoni nel buio però non era così semplice, soprattutto con il suo ragazzo accanto, che si trovava involontariamente a fare da ostacolo tra lei e il mobile diventando, sempre involontariamente, vittima di uno spiacevole incidente.

“Oh cavolo” esclamò la ragazza, accendendo la luce.

“Io posso capire che non volevi berla” disse Sabo a denti stretti.

“Non l’ho fatto apposta” si giustificò Koala, cercando di trattenere le risate.

“Ma rovesciarmela addosso non è il modo corretto di farmelo capire… E nemmeno far cadere la tazza sul mio naso!”

Koala scoppiò a ridere: “Mi dispiace!”

“Oh, lo vedo come ti dispiace!” disse lui offeso.

“Te lo giuro Sabo! Ti eri messo a russare, io volevo solo prendere i tappi per le orecchie, ma al buio non ci vedevo e ho urtato la tazza per sbaglio”

Sabo prese un lembo di lenzuolo e si asciugò il viso.

“Guarda cos’hai combinato, sono tutto bagnato”

“Non esagerare, è solo un po’ di camomilla” replicò Koala.

Sabo si fermò all’improvviso, voltando lentamente la testa verso la sua ragazza: “Sei finita”

Prima che Koala potesse rendersene conto, si ritrovò stretta tra le braccia del biondo.

“Ma che cosa…” chiese, quando il ragazzo raggiunse la porta del bagno.

“Sai che quella tazza avrebbe potuto rompermi il naso? Questo tuo gesto si può considerare insubordinazione a tutti gli effetti” spiegò, piazzandosi davanti alla doccia.

“Sabo non osare!”

Ma era troppo tardi: il ragazzo aveva già messo in funzione il getto della doccia e in pochi secondi Koala si ritrovò sotto l’acqua fredda, mentre il ragazzo la squadrava divertito e soddisfatto.

“Sei un idiota”

“Hai iniziato tu mia cara” replicò tranquillamente Sabo.

Koala uscì dal box doccia sbuffando: “Fila via prima che ti prenda a calci”

Ridendo, il ragazzo l’afferrò per un fianco e la strinse in un abbraccio.

“Adesso siamo pari, no?” chiese, riempiendole il collo di baci.

La ragazza non rispose subito, godendosi quel contatto che la faceva rabbrividire.

“Non esattamente. Ma dovremo rimandare il prossimo round credo… abbiamo qualcosa di molto importante da fare domani”

Un lampo di eccitazione balenò negli occhi di Sabo, che annuì con un gran sorriso.

“Già… qualcosa di molto importante”

Raggiunsero la porta della stanza senza mai staccarsi l’uno dall’altra: nessuno dei due avrebbe voluto interrompere quel contatto, quella danza in cui le rispettive bocche si cercavano avidamente.

Dopo qualche minuto, a malincuore, furono costretti a sospendere quel bacio, che aveva provocato brividi di piacere in entrambi.

Sabo le posò una mano su una guancia, accarezzandola e perdendosi in quei profondi occhi neri.

“Buonanotte attentatrice”

“Buonanotte, vicecomandante dei miei stivali”

  
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