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Autore: Megan Alomon    19/04/2014    1 recensioni
Credimi completamente folle, Lou. Lo sono.
Chi non lo è?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-A Lou-


7 Aprile 2014
 
Caro Lou,
ho paura. Di cosa? Di papà. Papà beve troppo, ultimamente, non si controlla, non riesce.
L’altra sera ha picchiato mamma. Non è la prima volta che capita, ormai io e Fred siamo assolutamente abituati. No, sto mentendo, non siamo abituati affatto, nessuno si abitua alla violenza, Lou.
Ma ora ti spiego: come sai, mamma è un po’ pazza, ogni tanto si impunta su delle cose e non la si smuove nemmeno con le minacce.
Be’, è successo che si era arrabbiata perché aveva trovato un piatto lavato male e aveva cominciato a sbraitarmi contro.
Papà è arrivato, era rosso in viso, digrignava i denti. L’ha maledetta e ha detto che doveva smettere di portare i suoi problemi dentro la nostra casa.
Ringhiava, era completamente fuori di testa, ha alzato il braccio e l’ha colpita. Mamma ha detto “Smettila, mi fai male!”. Io ho gridato, uno di quei gridi acuti che conosci e papà si è voltato nella mia direzione, ha gridato verso di me e mi ha minacciato con un pugno. Non mi sono mossa, l’ho fissato e non mi ha toccato.
È tornato a infierire su mamma strattonandola per casa.
Ho preso Fred, lo sai, è piccolo, e gli ho detto di chiudersi in camera e di non uscire fino a quando non glielo avessi detto.
Ha obbedito. Strano no? Fred non obbedisce mai ma stavolta sì. Aveva paura, Lou, glielo leggevo negli occhi.
Avevo paura anche io ma ho fatto finta di nulla, sguardo fisso e testa alta, come faccio sempre.
Tremavo mentre tornavo in cucina per finire di preparare il pranzo. Ecco, hai presente quando alcune volte mi tremano le mani e non riesco nemmeno a girare le sigarette? Bene, tremavano molto più forte.
Mamma e papà erano in camera, li sentivo urlare. Non sono intervenuta, non ce l’ho fatta, me la stavo facendo addosso.
Fred era ancora chiuso in camera, non so esattamente cosa stesse facendo.
Forse leggeva qualche numero di Topolino, forse se ne stava seduto sul letto ad aspettarmi o forse si era nascosto dentro l’armadio come fa di solito.
Io cucinavo, o almeno ci stavo provando.
Ho sentito il rumore dei ceffoni, mamma ha detto ancora “Smettila! Smettila ho detto! Mi fai male!”
Poi ho sentito papà piangere. Non mi ha fatto pena, non mi fa mai pena.
Tutto si è concluso con Fred che usciva da camera sua con gli occhi di chi si trattiene dal piangere, mamma che faceva finta di nulla ma sulla sua guancia c’erano i segni delle percosse e papà seduto a capotavola che piangeva.
Io non ho detto una parola, mi tremavano ancora le mani ma le ho tenute sotto al tavolo. Non ho mangiato ma non credo che nessuno se ne sia accorto.
Fissavo il piatto e ti pensavo. Sai, Lou, ti penso veramente spesso e questo molto probabilmente mi rende infantile e ridicola.  Pensavo a quella volta in cui mi hai fatto ascoltare “Hey Jude” e abbiamo cominciato a cantarla a squarciagola anche se eravamo in centro e la gente ci guardava male. Dio, mi sono sentita viva come non mai. Mi sono sentita bene, Lou.
Mentre pensavo a questo ho incrociato lo sguardo di mia madre. Piangeva anche lei. Non ho provato compassione, ho provato rabbia.
E ho preso una decisione.
Ucciderò papà.
Ho già programmato tutto: il come, il dove e il quando.
Mamma e Fred vivranno bene, papà ha in banca dei risparmi che andranno direttamente a loro, non ci saranno problemi di questo genere.
Questa, Lou, è l’ultima lettera che ti scrivo, ti arriverà quando ormai sarà già tutto compiuto e tu non potrai nemmeno cercare di fermarmi.
La polizia probabilmente mi starà cercando ma sarò lontana, non posso dirti dove andrò, sia mai che la lettera capiti in mani sbagliate.
Non credo che sentirai mai più parlare di me e sarà un bene.
Tu che hai fede prega per la mia dannatissima anima, Lou.
Se vedi Fred digli che gli voglio davvero tanto bene perché io non gliel’ho detto così tante volte quante avrei dovuto.
Se vedi mamma dille di non preoccuparsi, starò bene.
Credimi completamente folle, Lou. Lo sono.
Chi non lo è?
 
 
 
Ti amo,
Tua Marion.
  
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