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Autore: Pearlice    19/04/2014    9 recensioni
Prima classificata al contest "Mettersi insieme" indetto da Slanif sul forum di EFP.
È nel momento che precede l’ultimo scontro che emerge tutto il coraggio che ciascuno possiede. Il coraggio di ascoltare il proprio cuore, di prendere in mano il proprio destino e di fare scelte fino a quel momento ritenute impossibili. Perché nell’ultima notte tutto può cambiare.
Songfic ispirata dalla canzone “May it be” scritta da Enya per i titoli di coda del film “La compagnia dell’anello” e di cui consiglio vivamente l’ascolto prima/durante la lettura… ma anche a prescindere da essa.
AragornxLegolas
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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È scesa la sera, o almeno credo. Nel luogo dove siamo non vi è differenza tra notte e giorno: sopra di noi si spandono dense nuvole grigie, sotto di noi una terra nera ed arida, tutt’intorno il nulla più assoluto, solo in lontananza si intravede il nero cancello ed il sinistro bagliore del Grande Occhio che svetta sulla torre.
La Desolazione del Morannon: un luogo tanto angusto da far fuggir via con la coda tra le gambe molti tra i nostri uomini. L’essenza stessa del male impregna l’aria che respiriamo e nonostante ci siamo accampati nessuno è riuscito davvero a prender sonno, non qui dove sembra che la Morte possa coglierci di sorpresa in qualunque momento e la terra stessa possa spaccarsi sotto i nostri piedi per inghiottirci tutti tra le sue viscere. O forse è il pensiero di quanto accadrà tra poche ore a far passare a chiunque la voglia di dormire, forse è la consapevolezza di dover sfidare apertamente l’Oscuro Signore che terrorizza gli animi, gravando di una tensione insopportabile quest’atmosfera già eccessivamente cupa.
Domani la mia vita potrebbe finire. Domani la Terra di Mezzo potrebbe precipitare definitivamente nell’oblio. Anzi, a dirla tutta, il nostro netto svantaggio numerico in realtà non ci lascia molte speranze circa l’esito della battaglia. Forse è per questo che sento molti piangere e disperarsi, forse è per questo che ora tutto mi appare più chiaro.
 

 

May it be an evening star
Shines down upon you
May it be when darkness falls
Your heart will be true
You walk a lonely road
Oh! How far you are from home

 


A passo svelto esco dalla nostra tenda, con l’intento ed il bisogno di vedere un’unica persona, persona che trovo subito lì fuori, coi capelli mossi da un leggero alito di vento freddo e lo sguardo, fiero ed indecifrabile come sempre, volto verso Barad-dûr.
Legolas, il Principe di Bosco Atro, l’Elfo dei Nove Viandanti, mio amico da tempo immemore.
«Quali sono i pensieri di un Elfo in procinto di affrontare la morte?» domando lugubre affiancandolo e fermandomi ad osservare la mestizia dei nostri commilitoni, riuniti attorno a dei fuochi, intenti ad affilare inutilmente le armi, ad abbracciarsi, ad entrare ed uscire dalle loro tende, senza riuscire a trovar pace.
Lui continua a volgermi il suo impeccabile profilo, inamovibile, come se la sua mente si trovi in qualche era e terra molto distante da quella in cui siamo.
«Ho accettato l’idea di dover affrontare la morte da molto tempo ormai» risponde infine in un sussurro deciso. «Ora sto solo pensando di voler trascorrere quest’ultima notte con te» aggiunge schietto, prima di voltarsi, finalmente, verso di me ed incatenarmi ai suoi profondi occhi azzurri.
Legolas, il Principe di Bosco Atro, l’Elfo dei Nove Viandanti, mio amico da tempo immemore, mio amante dall’inizio di questa missione.
Non so esattamente come sia potuto accadere, ma nel momento in cui lo rividi al Consiglio di Elrond scoprii di desiderarlo ardentemente, proprio come fanno tutti coloro che posano gli occhi su di lui, tutti coloro dai quali avevo giurato che mi sarei distinto.
Non so assolutamente come sia potuto accadere, ma quando, annebbiato dall’alcol, osai mettere le mani su di lui, scoprii che mi bramava a sua volta con la stessa intensità.
Da quel momento non siamo più riusciti a tornare indietro. Deboli e inermi in questo clima di incertezza in cui Sauron ci ha gettato, nella disillusa attesa di un esito che si prospetta sempre più infausto, non abbiamo saputo far altro che continuare a trarre conforto da proibiti momenti strappati alle tenebre.
Amici di giorno, amanti di notte. Amici davanti a Sire Elrond, davanti ad Arwen, davanti alla compagnia, amanti nei bugigattoli del palazzo, al chiuso di una caverna e nei più nascosti anfratti che la nostra missione ci ha posto davanti.
Abbiamo proseguito giorno dopo giorno unendoci con una disperazione sempre crescente, sporcando la nostra anima di peccati innominabili, consumandoci in un amore di cui sentivamo inesorabilmente avvicinarsi il termine e che, altrettanto inesorabilmente, cresceva dentro di noi come un meraviglioso e terribile peso. Ci siamo scambiati sudore, sangue e saliva nell’angosciosa foga di queste notti, consapevoli che, se a questa guerra fossimo sopravvissuti, avremmo dovuto fingere di non aver mai trascorso questi attimi, che avremmo dovuto salutarci rivolgendoci nient’altro che formali inchini, accompagnando ai nostri nomi non più lussuriosi gemiti, ma freddi titoli nobiliari.
Non abbiamo mai avuto il coraggio di parlarne, ma l’ombra di malinconia che scovavo nel suo sguardo quando lo sorprendevo ad osservarmi mi diceva chiaramente che non era possibile farsi illusioni su un futuro diverso da questo per noi.
Perché lui è un Elfo, io un mortale.
Perché abbiamo entrambi dei doveri verso i nostri popoli.
Perché io sono già legato ad un’altra persona.
E perché nessuno accetterà mai due re a governare, né su Gondor, né su Bosco Atro.
In questo momento però, in questa desolazione, in quest’ultima terribile notte qualcosa è cambiato. Ora, queste stesse motivazioni mi appaiono blande, paragonate all’atrocità della battaglia che ci attende ed irrisori mi sembrano gli ostacoli che ho sempre creduto insormontabili, davanti alla prospettiva della nostra morte imminente.
Ci ho riflettuto a lungo prima, nella tenda, ed ora che sono riuscito finalmente a dare il giusto valore a tutti questi fattori, voglio solo rimediare. Non è ancora troppo tardi, abbiamo ancora una notte davanti, una notte che vale più di quanto sembri, una notte in cui tutto può ancora cambiare.
Per troppo tempo ho lasciato che quelle ragioni mi frenassero dal trattenerlo per mano, quando lo sentivo scivolare silenziosamente via dal mio giaciglio alle prime luci del mattino per non farci scoprire, per troppo tempo mi sono morso le labbra fino a farle sanguinare, pur di non confessargli di essermi innamorato di lui, per troppo tempo ho impedito al mio cuore di essere del tutto sincero.
Ora so che, se riusciremo a scampare alla morte che Sauron ha predisposto per noi, allora né Arwen, né Thranduil, né i nostri popoli saranno in grado di fermarci.

 

May it be the shadow’s call
Will fly away
May it be your journey on
To light the day
When the night is overcome
You may rise to find the sun




«Ed io sto solo pensando di voler trascorrere ogni singola notte con te, se i Valar ci faranno la grazia di sopravvivere a quest’ultima battaglia».
Nemmeno nei miei sogni più arditi ho mai sentito queste parole uscire dalla mia bocca, eppure è stato così facile pronunciarle ora, che non posso fare a meno di darmi dello sciocco da solo per non averlo fatto prima. Sarebbe stato molto meglio dirglielo tra le fronde del bosco di Lòrien, sotto il cielo coperto di stelle, di quelle che spesso lui si incanta a guardare e non qui, sotto queste nuvole buie, circondati da uomini disperati su cui la Morte ha già steso la sua avida mano.
Sento il mio cuore raddoppiare i battiti ed una scarica di adrenalina scorrermi nelle vene nel vedere i suoi occhi sgranarsi increduli. Subito dopo però, mentre torna a volgere nuovamente lo sguardo davanti a sé, sul suo volto compare un sorriso che non ha nulla di allegro e che stona in una maniera quasi crudele su una creatura meritevole della felicità più assoluta come lui.
«Sono parole che il futuro re di Gondor non può permettersi di pronunciare» mi ricorda, con un’amarezza che palesa quanto caro gli sia costato darmi questa risposta.
No, so che può sembrare la cosa giusta da fare, ma è uno sbaglio, abbiamo sbagliato entrambi finora, credendo di doverci necessariamente arrendere a ciò che ci sembrava più grande di noi, ma non è così. Ora so che ce la possiamo fare, ora so che per noi c’è ancora una speranza… permettimi di mostrartela.
«Il futuro re di Gondor può permettersi di dire le parole che ritiene giuste» ribadisco, afferrandogli un polso quasi con rabbia, costringendolo di nuovo a voltarsi ed incontrando i suoi occhi allarmati, che mi ricordano che non siamo soli, che intorno a noi c’è un intero accampamento insonne ed io mi sono già esposto fin troppo. Io però non ho nessuna intenzione di lasciare la sua mano ora che ho avuto il coraggio di prenderla, né di pronunciare sottovoce quanto ho finalmente deciso di dichiarare.
«Ed ora, il futuro re di Gondor dice che sceglie di legarsi a te, Legolas figlio di Thranduil».
Non guardarmi così, lo so che non erano questi i piani. Sorprendente quanto trovarsi ad un passo dalla morte possa cambiare il nostro punto di vista sulle cose, vero?
Lui esita, sempre più attonito, osservando con occhi sbarrati l’anello di Barahir che gli ho fatto scivolare al dito e temo che stia per dirmi a parole quanto mi ha sempre spiegato solo e soltanto con la tristezza del suo sguardo.
Non farlo Legolas ti scongiuro, fidati di me come ti sei fidato finora, seguimi anche in quest’altra folle impresa, seguimi contro tutti coloro che ci si pareranno contro, in nome dello stesso sentimento che fino ad ora ti ha spinto a venire con me ovunque, anche fin qui, sotto le mura di Mordor, quanto mai distante dalla tua gente. 
I secondi scorrono lenti, mentre ci guardiamo negli occhi, ignorando completamente i soldati che ci passano accanto, ignari a loro volta di cosa stia accadendo tra noi, ignari del fatto che, in mezzo a tanta desolazione, stia nascendo una speranza nuova, ignari del fatto che, mentre tutti disperano, noi stiamo iniziando a credere.

 

Mornië utùlië (darkness has come)
Believe and you will find your way
Mornië alantië (darkness has fallen)
A promise lives within you now




Dopo un tempo che mi è parso infinito, con un gesto deciso lo vedo sfilare uno dei suoi pugnali dal fodero e, prima che io possa chiedermi quale follia abbia in mente e fare alcunché per impedirgliela, una bionda treccina giace nel palmo della sua mano.
«Non ho gioielli con me, né altri oggetti da poterti donare, spero possa andar bene lo stesso» spiega a mo’ di scusa con un sorriso complice appena accennato sulle labbra sottili, mentre lega al mio polso quella ciocca di fili dorati, il cui valore supera di gran lunga quello dell’anello che io ho dato a lui.
«Non ce n’era bisogno… non avresti dovuto farlo…» lo rimprovero, contrariato, ma tanto sopraffatto dall’emozione da non riuscire a dire altro, mentre lui, ignorando completamente le mie fioche proteste, torna a guardarmi intensamente negli occhi, pronunciando a sua volta:
«Ed io scelgo di legarmi a te, Aragorn, figlio di Arathorn».
Ormai non importa più a nessuno dei due cosa gli altri possano dire o pensare perché, un secondo dopo, le nostre labbra sono unite in un bacio appassionato, un secondo dopo nascondersi non serve più, perché entrambi abbiamo finalmente trovato il coraggio di lottare per non doverci mai dire addio.
Solo molto tempo dopo essermi perso nell’inebriante calore di quella bocca, nella setosa morbidezza di quei capelli e nel caldo abbraccio di quel corpo esile ma forte allo stesso tempo, riesco ad allontanarmi da lui, per trovarmi dinanzi decine di occhi che ci guardano frastornati.
Tra quei soldati attoniti vi è anche Èomer che, dopo essersi schiarito la voce con palese imbarazzo, distoglie velocemente lo sguardo, imitato da tutti gli altri, riprendendo ad affilare una lama già tagliente al massimo delle sue possibilità.
Senza riuscire a trattenere una risata do un buffetto amichevole al mio Elfo, vedendolo pietrificato dalla vergogna di essersi lasciato andare ad un contegno così poco misurato di fronte ad un così ampio pubblico, prima di rientrare nella nostra tenda, seguito a ruota dai suoi passi appena percettibili.
Non so cosa accadrà domani, non so se esulteremo piangendo lacrime di gioia o periremo per mano del nemico, ma so che, se questa non sarà la nostra ultima notte insieme, allora sarà la prima di una lunga serie ed è l’unica cosa che avevo bisogno di sapere davvero.
 

A promise lives within you now



 
 

  
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