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Autore: Cocol_Sasso_97    20/04/2014    3 recensioni
{Elfever Week 2014}
* - * - *
Elfman rimase a osservarlo rapito, le labbra appena dischiuse per la forza d'animo che quella donna dimostrava. Così fiera, così elegante, così aggraziata...
Sembrava il suo esatto opposto.
Subito gli venne in mente una fiaba che sua madre raccontava alle sue sorelle (non a lui, lui era un maschio, a lui non importava sentire quelle favole. Se poi, mentre era a letto nelle coperte, le sentiva perché la madre le raccontava seduta sul letto accanto al suo era un altro discorso).
La fiaba della Bella e della Bestia.
Ci si vedeva bene, nei panni della Bestia.
Grosso, forzuto e goffo lui.
Esile, bella e aggraziata lei.
Sorrise appena, a quel paragone e vide che Evergreen spostò lo sguardo da lui, tornando a parlare col generale.
Da quando aveva sentito quella fiaba per la prima volta, si era sempre chiesto se anche lui fosse destinato a trovare la sua bella, nonostante i suoi molteplici difetti.
Che l'avesse trovata?
{Dal Capitolo 1: Sentry - Sentinella (Bonus Day #1)}
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elfman, Evergreen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Sentry and the Countess




Sentry - Sentinella
(Bonus Day #1)


 

Elfman Strauss non amava la violenza.
Fin da quando era un bambino era sempre stato più grosso dei suoi coetanei, più forte.
Il suo fisico era quasi il doppio dei figli del macellaio o del panettiere.
Elfman aveva sempre cercato di essere amico di tutti, di non essere d'impiccio a nessuno col suo corpo e con la sua forza, tuttavia, a chiunque volesse cedere una mano, la risposta era sempre no.
Perché Elfman era anche goffo oltre che grosso.
Da sempre odiava la sua forza, forza che spaventava più i genitori dei suoi coetanei che i bambini.
Dopotutto, si sa, i bambini non hanno paura di un altro bambino. 
Possono avere paura del buio, dei cani grossi, dell'uomo nero o di andare a letto senza cena, ma un bambino, per quanto ingombrante e forzuto, era pur sempre un bambino.
Poteva essere loro simpatico o antipatico, ma mai ne avrebbero avuto paura.
Era capitato che Elfman, in una di quelle rare volte in cui riusciva ad inserirsi in un gruppo, spintonasse un suo compagno mentre si rincorrevano e questo cadesse a terra.
Era capitato molte volte, ma ogni volta il malcapitato di turno scoppiava a ridere e si rialzava, gli toccava il braccio e gli urlava "C'è l'hai!" per poi tornare a correre.
Ed Elfman era felice di poter continuare a giocare, finché non arrivavano i genitori dei suoi compagni che li prendevano con loro, mormorandogli frasi come « Non devi giocare con lui, può farti male »
Può farti male.
Quante volte Elfman si era allontanato dal gruppo di sua spontanea volontà, dopo l'ennesimo bambino caduto a terra, con quelle parole che gli rimbombavano nella mente?
Troppe per non rendere malinconico anche un bambino che aveva solo voglia di farsi amici.
Quando tornava a casa, il volto contratto in un'espressione di tristezza, sua madre si affacciava dalla cucina e sorrideva, porgendogli uno dei biscotti appena sfornati dalle sue sorelle.
« Guarda come sono venuti bene questa volta! » esclamava sorridendo, mettendogli il biscotto tra le mani e regalandogli una dolce carezza che aveva il potere di fargli tornare il sorriso.
« Sono bruciati... » piagnucolava spesso Lisana, osservando il fratello dispiaciuto « Mi spiace... E' stata colpa di Mira! »
« Non è vero, sei tu che non li hai tenuti d'occhio! »
E a quel punto il sorriso tornava sul volto di Elfman, felice di avere una famiglia così allegra che era sempre pronta a cercare di farlo sentire accettato nonostante la sua forza.
Quando aveva all'incirca sei anni, era suo padre a giocare con lui, quando i bambini venivano portati via dai loro genitori.
Giocavano a qualunque cosa, dai giochi più movimentati come la corsa a quelli più statici come le biglie. Suo padre passava davvero molto tempo coi figli, ogni minuto libero che aveva, ogni secondo che il suo lavoro di soldato gli permetteva di passare con la sua famiglia.
Elfman, Mirajane e Lisana, anche se quest'ultima crollava sempre addormentata, ancora piccola, aspettavano con ansia il ritorno del padre, tutte le sere, guardando la porta, pronti a scattare in piedi quando quella si sarebbe aperta e il sorriso del padre sarebbe entrato in quella casa, rendendo l'aria più allegra.
Una sera, tuttavia, non ci fu sorriso a rallegrare la serata.
Quella notte, solo le lacrime regnavano in casa Strauss.
Le lacrime di una donna rimasta vedova e tre bambini diventati orfani di padre.
Da quel momento Elfman, che era sempre stato orgoglioso del lavoro del padre, cambiò idea sul suo futuro, non sarebbe mai diventato un soldato come suo padre.
Doveva proteggere sua madre e le sue sorelle, ma se moriva, come poteva farlo?
Riuscì a mantenere la sua promessa per ben diciannove anni. Appena compiuti i sedici, Elfman iniziò a fare qualche lavoretto da muratore in giro per la città, mentre le sorelle aiutavano la madre nella sua boutique.
Gli affari non erano granché, ma consentivano a tutti di vivere senza saltare un solo pasto.
Poi, una malattia portò via anche la madre e insieme a lei sparirono molti clienti della boutique, convinti che senza di lei i vestiti commissionati sarebbero stati meno elaborati.
I pasti cominciarono a diventare sempre meno frequenti e i lavori che gli Strauss facevano non bastarono più.
E Elfman fu costretto a fare richiesta di arruolamento per mantenere le spese che la sua famiglia aveva in quel  periodo.
Elfman divenne una sentinella, assegnata alla guardia del palazzo dei Conti Raijinshu.
Il ragazzo si sistemò la divisa davanti al piccolo specchio della sua stanza che condivideva con altri quattro sentinelle, da molto più tempo di lui in servizio e sospirò.
Erano già sei mesi che faceva quel lavoro e, per sua fortuna, non aveva mai dovuto alzare un dito contro qualcuno.
La sua giornata era divisa in pochi semplici momenti.
Colazione.
Elfman guardava quasi come un miraggio quel pezzo di pane duro che era la sua colazione, specie se ripensava alla cena della sera prima.
Allenamenti per la parata.
Elfman e una buona parte delle sentinelle passava la mattinata ad esercitarsi per la parata in onore dei Conti, che si teneva una volta all'anno, verso la fine dell'inverno.
Pranzo.
Elfman non aveva mai pensato di fare sforzi del genere per mangiare la carne, di qualunque tipo, di cui era sempre andato ghiotto. Forse era quella strana patina bianca e molto poco invitante a chiudergli lo stomaco?
Turno di guardia.
Elfman passava tutto il pomeriggio, fino alle nove, otto ore di servizio, a fare avanti e indietro per il perimetro del palazzo. In fondo lo pagavano per quello no?
Cena.
Elfman ancora non era riuscito a capire quali fossero gli ingredienti che componevano quella sottospecie di brodaglia che servivano loro come zuppa...
Riposo.
Elfman aveva otto ore di sonno. Che puntualmente, per colpa dei suoi compagni e delle partite a carte a cui non sapeva dire di no, diventavano sei.
E puntualmente, Elfman se ne pentiva la mattina dopo.
"L'ultima volta che accetto di giocare con loro a carte" si stava ripetendo, come ogni mattina, il ragazzo, mentre infilava nel fodero la sua spada per l'allenamento.
Tanto sapeva che non sarebbe andata così.
Sapeva che la sera stessa avrebbe giocato per due ore contro il vecchio John, per cercare di batterlo e colpire così il suo orgoglio da "giocare che perde difficilmente", come diceva lui.
Perché era estremamente esilarante vederlo mandare tutto al diavolo e infilarsi nella sua branda, mentre borbottava qualcosa nella lingua di suo padre - che avevano scoperto essere stato un soldato di un altro stato.
La piazza d'armi, la mattina, era sotto il sole cocente, cosa che rendeva ancora più duri gli allenamenti delle sentinelle.
Schiena contro schiena, sfodera la spada, fai un passo avanti, girati e scontra la tua spada con quella del compagno.
Il sudore impregnava le fronti dei presenti, per il duro lavoro che stavano facendo.
Evita l'affondo facendo un passo indietro, avanza puntando la punta della tua spada contro il petto del tuo compagno, guardalo che para il tuo attacco.
La voce del generale o, come molte sentinelle lo chiamavano di nascosto, prendendosi in giro da sole, la voce dell'ammaestratore di scimmie dava ordini precisi su ogni movimento. I suoi occhi riuscivano a seguire ogni coppia di sentinelle, senza perderne di vista una e urlando per ogni minima imprecisione.
Alza la spada, verso il cielo. Avvicinati al tuo compagno. Porta la lama davanti al tuo viso, mentre guardi negli occhi la sentinella a te assegnata. Voltati. Rinfodera la spada. Mettiti sull'attenti. 
« Ancora! »
E la danza ricominciava.
E ancora, e ancora.
Solitamente trovava fine solo per l'ora di pranzo, ma non quella mattina.
« Sull'attenti! » esclamò la voce del generale O'Connor, figlio del grande eroe di guerra O'Connor, colui che aveva salvato la vita al precedente conte Raijinshu, o almeno, questo era quello che era solito raccontare durante le bevute nei suoi giorni liberi, alla locanda della città frequentata da soldati e sentinelle.
Le sentinelle si misero subito in posizione eretta, rimettendo nel fodere la loro arma, tutti simultaneamente.
« Generale O'Connor, sembrano molto sincronizzati tra loro, state facendo un buon lavoro, ne deduco? »
Quella voce apparteneva alla duchessa Raijinshu, Evergreen Raijinshu. La sua voce suonava come una carezza per le orecchie di Elfman, che ne rimase folgorato.
Alzò lo sguardo verso di lei e quasi rimase impietrito da tale bellezza.
Il lungo vestito verde ricadeva sulle sue curve, mentre i capelli castani erano raccolti in un elegante chignon da cui alcuni ciuffetti scappavano, ricadendo sulla scollatura del suo vestito e rendendo più difficile vedere il petto della giovane donna.
Il suo sguardo era fiero, il mento leggermente alzato, in modo da poter vedere i soldati davanti a lei dall'alto verso il basso.
Era certo, quella donna era fiera della superiorità che il suo ceto sociale le permetteva di avere.
« Questi animali hanno ancora molto da imparare signorina, tuttavia posso garantirle che saranno pronti per la parata, possa cadere un fulmine sulla punta del mio amato padre se non sarà così! »
Una risata leggera, ma piena di superbia, si levò nell'aria calda di settembre « Ne sono sicura generale... Vedo molti visi nuovi »
I suoi occhi scrutarono la folla di uomini davanti a lei, ma non si fermarono su nessun viso in particolare, se non uno.
Elfman rimase a osservarla rapito, le labbra appena dischiuse per la forza d'animo che quella donna dimostrava. Così fiera, così elegante, così aggraziata...
Sembrava il suo esatto opposto.
Subito gli venne in mente una fiaba che sua madre raccontava alle sue sorelle (non a lui, lui era un maschio, a lui non importava sentire quelle favole. Se poi, mentre era a letto nelle coperte, le sentiva perché la madre le raccontava seduta sul letto accanto al suo era un altro discorso).
La fiaba della Bella e della Bestia.
Ci si vedeva bene, nei panni della Bestia. 
Grosso, forzuto e goffo lui.
Esile, bella e aggraziata lei.
Sorrise appena, a quel paragone e vide che Evergreen spostò lo sguardo da lui, tornando a parlare col generale.
Da quando aveva sentito quella fiaba per la prima volta, si era sempre chiesto se anche lui fosse destinato a trovare la sua bella, nonostante i suoi molteplici difetti.
Che l'avesse trovata?
"Smettila di sognare Elfman, non ti pagano per questo" pensò mentre la contessa spariva, così come era comparsa, e gli allenamenti riprendevano...



 



Ebbene sì, per colpa di Teera partecipo alle Elfever Week con questa long! **
Allora, diversamente da come pensavo di fare, ogni capitolo NON sarà una storia a sé, ma saranno tutti collegati <3
Insomma, i prompt mi hanno ispirato talmente tanto da riuscire a creare una long solo leggendoli **
Del tipo che appena leggevo il prompt mi si creava il capitolo davanti agli occhi e come non obbedire all'ispirazione, specie perché in sto periodo è rara? <3
Dunque eccola qui u.u
E' la prima volta che scrivo su questi due, quindi, se vi sembreranno ooc... Ditemelo, così metto l'avvertimento xD
Spero che la mia storiella vi possa interessare, ci sentiamo il 7 maggio col secondo capitolo! **
Un bacione <3
Cocol
P.s. La prima Elfever della ElfEver Week 2014 del fandom!!! ** (E si scoprì che mentre editavo qualcuno aveva già postato qualcosa D: Che fail che sarebbe xD)
   
 
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