Tedd Deireadh
Il tempo del Bianco Gelo e
della Bianca Luce, il tempo della
Follia e del Disprezzo, Tedd Deireadh, l'Era della Fine. Il mondo
perirà nel
ghiaccio e rinascerà sotto un nuovo sole.
Qual
è lo scopo del mondo? Qual è lo scopo
dell’uomo, qual è quello dei re? E della
natura?
Di
regione in regione umani e non-umani si fanno guerra, uomini combattono
contro
altri uomini per la supremazia su un territorio, elfi e nani si
uccidono a
vicenda, e tuttavia l’uomo rimane sempre ciò che
si considera più caro da
proteggere; non importa quanto dolore l’umanità ha
arrecato, si cerca
costantemente di preservarla.
Io
ho visto. Ho viaggiato nel vortice del tempo e dello spazio, ho
conosciuto
mille ere e mille ancora ne ho attraversate, e infine sono giunto al
Bianco
Gelo. Alla neve che si è posata ormai su tutti quei regni
per i quali nobili e
stupidi eroi si erano ripetutamente battuti. Ho visto cosa è
rimasto degli
uomini, ho visto com’è progredita
la
nostra specie.
Per
questo ho creato i Mutanti.
Ho
collaborato con degli assassini? L’ho fatto.
Ho
permesso loro di rapire bambini? Non lo nego.
Ho
ordinato che venissero compiuti esperimenti sugli esseri umani?
Sì, e ne vado
fiero.
«La
morte dell’uomo è un mezzo, non un fine.»
Ma
le hai mai ascoltate, le mie parole, Geralt? Ti sto dando delle
risposte alle
domande che ti posi tanti anni fa – giorni per te, settimane.
Ti sto mostrando
cosa accadrà al mondo se non interverrò. La morte
dell’uomo è necessaria, ma la
tua… la tua non lo è mai stata.
Triss
ti ha detto di essere stata portata qui da te. Perdonami se rido
– non puoi
vederlo, stiamo combattendo, ti mostro solo il volto concentrato del
Gran
Maestro – ma è così strano che tu non
abbia ancora capito…
Volevo
rivedere un’ultima volta i volti di coloro che si sono presi
cura di me quando
sono giunto a Vizima; un’ultima volta, perché ora
dovrò separarti da Triss e
non credo che potrò più trovare quel sorriso sul
suo volto, dopo la tua morte.
Per un breve, intenso periodo noi tre siamo stati una famiglia, Geralt.
Ho
voluto riunirci un’ultima volta…
e
per quello vi ho mandato anche una visione del bambino a cui avete
voluto bene.
E
forse è proprio per quello che ho significato per voi che
non trovo il coraggio
di rivelarti la mia vera identità, perché ti
spezzerebbe il cuore scoprire che
sono diventato il tuo nemico. Io non volevo esserlo, Geralt; io volevo
essere
come te, ma ho visto il futuro.
E
ho smesso di interrogarmi su cosa dovessi fare.
«Geralt,
io sono
un mostro?»
Lo
strigo si
china e posa una mano guantata sui capelli del bambino. «Hai
solo dei poteri
che devi imparare a controllare. Ma no, non sei un mostro.»
«Quella
spada… è per i mostri…»
Seconda storia scritta per l'iniziativa Easter Egg Days del forum di scrittura creativa Pseudopolis Yard, con prompt "domanda fondamentale sulla vita, sull'universo e su tutto quanto".
Ho finito oggi il primo videogioco.
Sono ancora in crisi.
Finale stupendo.
Voglio il secondo.
Lo voglio adesso.
Bene, smetto un attimo di delirare per parlarvi della storia, che ancora una volta ha un titolo elfico (CHE MI STA SUCCEDENDO?!) ripreso dalla Profezia di Ithlinne, qui citata in parte. Sono del team "Il Gran Maestro è Alvin" e non sto qui a spiegarvi i vari motivi (ok, l'arrivo di Triss nell'epilogo, l'apparizione di Alvin, "Lo conosci con un altro nome", l'amuleto...). E... basta, credo, non ho altro da dire.
Voglio il secondo videogioco.
Spero che la storia vi sia piaciuta, vi ringrazio per avere letto!
Medusa, a Lannister whowantstoplayTheWitcher2