Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LucieLupin    17/12/2004    7 recensioni
Questa ff narra del celebre "scherzo" fatto da Sirius a Piton, durante il loro 6°anno di scuola (quello ke coinsisteva nel mandare Severus da Lupin durante una notte di luna piena). Buona lettura... e vi plego commentate ^_^ (I miei capitoli sn piuttosto lunghi ^^)
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton, I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO I: «Bene, mi basterà premere quel nodo e vedrò cosa diavolo nasconde Lupin» si disse un giovane Severus Piton.
Afferrò un lungo bastone, premette il nodo che bloccava il Platano Picchiatore e entrò nello stretto cunicolo che conduceva alla Stamberga Strillante.
Avanzò appoggiando una mano su una delle umide pareti, chiedendosi se Black lo aveva preso in giro. Cosa poteva fare in un posto come quello Lupin? * Sirius Black indietreggiò e si lasciò cadere contro la parete, piegato in due dalle risate.
«Che cavolo hai da ridere?» gli chiese James Potter, un ragazzo di statura media, con foltissimi capelli neri arruffati e un buffo paio di occhiali da vista rotondi.
«Ho fatto uno scherzo a Mocciosus» gli rispose Sirius tra le risate.
«Mitico! Che scherzo?» si informò James, curioso di sapere in che modo il suo migliore amico aveva intenzione di umiliare l’odiato Piton.
Anche Peter Minus li raggiunse in quell’istante, dopo un breve riepilogo Sirius si preparò a spiegare la sua geniale trovata. * Severus aveva quasi raggiunto la fine del lungo e angusto tunnel e si apprestava ad entrare nella Stamberga. Non capì dove si trovava, era in una vecchia casa probabilmente… ma dove si trovava quella casa?
Era circondato da lugubri scricchiolii e il vento, seppur debole, emetteva fischi acuti infiltrandosi tra le assi sconnesse di quell’edificio. Suo malgrado Severus fu scosso da un brivido, era una persona coraggiosa lui, ma non poté non tremare.
Si mosse silenziosamente, con aria circospetta, aggirandosi per la stanza in cui era capitato quando un rumore di passi proveniente dal piano superiore colse la sua attenzione. Raggiunse la malridotta scalinata e con passo felpato salì di un piano. Altri rumori… Lupin era di sicuro dietro la porta che gli si parava davanti, lo sentiva respirare affannosamente e sentiva un fruscio di stoffa. * Sirius aveva appena terminato di spiegare in cosa consisteva il suo scherzo.
Improvvisamente un scena orribile balenò alla sua mente: vide il corpo senza vita di Piton a terra, dilaniato dai morsi, inoltre c’era Remus… era coperto di sangue e ferite dalla testa ai piedi e piangeva, piangeva disperato pensando a ciò che aveva fatto…
Tutto durò meno di un secondo, Sirius si accasciò a terra, in ginocchio, il viso tra le mani, e cadde in un pianto straziante.
«Cosa ho fatto, James? Come ho potuto? Ho trasformato Remus in un assassino!» gemette tra le lacrime che scendevano copiose dai suoi occhi scuri.
«Niente è perduto» disse James deciso «La luna non è ancora sorta, abbiamo ancora un po’ di tempo. Peter rimani con Sirius».
«E tu cosa farai?» gli chiese Peter terrorizzato dalla risposta che già conosceva.
«Peter non ho tempo per immedesimarmi in qualche stupida scena da film con te che mi supplichi di restare» lo liquidò James correndo all’impazzata verso l’uscita del castello. * Severus sollevò una mano in direzione della porta che aveva davanti a sé. La ritrasse… poi si decise e spalancò la porta, senza nessuna idea di cosa si sarebbe trovato davanti. Remus Lupin era seduto su un vecchio letto a baldacchino, indossava solo un paio di pantaloni, la camicia giaceva a terra tra la polvere. Ogni centimetro della sue pelle era coperto di cicatrici più o meno evidenti, aveva un aspetto orribile. «Lupin! Che cosa?!…» disse Severus spiazzato facendo qualche passo in avanti.
Solo allora Lupin si accorse della sua presenza, si alzò di scatto, ma le gambe non lo ressero e cadde a terra.
«Severus cosa ci fai qui? Come…»… si interruppe rendendosi conto del pericolo che Severus correva «Scappa! Vattene più in fretta che puoi!» urlò Remus prendendo Severus per le spalle e spingendolo indietro.
«Scappare? Da cosa dovrei scappare? Sei pazzo? Lupin, che cosa ci fai qui? Cosa hai fatto… sei pieno di cicatrici e…» disse Severus esprimendo i mille pensieri che gli frullavano in testa.
«Severus corri! Non so come tu sia arrivato qui, ma adesso te ne devi andare! La tua vita è in pericolo!»
«Black mi ha mandato qui. E perché dovrei essere in pericolo?!»
«Cosa ha fatto Sirius?!» colpito da una fitta di dolore Lupin cadde di nuovo a terra.
«Lupin! Hai bisogno d’aiuto… cosa posso fare?!» gridò Severus inginocchiandosi per aiutare Remus.
«Severus vattene! Sono un Lupo Man…» non riuscì a terminare la frase. Si portò le mani ai capelli, urlò con quanta forza aveva in corpo.
Severus si alzò di scatto e si allontanò di un passo da Remus. Gli occhi di Remus presero a cambiare, diventarono iniettati di sangue e le pupille verticali: simili a quelle di un gatto. Il suo corpo si trasformò, fino a perdere del tutto la sua forma umana, in modo crudelmente lento e doloroso, mentre Remus continuava a manifestare la sua sofferenza con urla disumane. Severus era tutto un tremito, indietreggiò fino al muro e si lasciò scivolare fino al pavimento impotente.
Remus Lupin, il tranquillissimo e gentilissimo Remus Lupin… era un… un Lupo Mannaro! Se gliel’avessero detto non ci avrebbe creduto. Come poteva Lupin essere un mostro come quello che aveva davanti? Faceva di tutto per passare inosservato, al contrario dei suoi amici. Era il ragazzo più innocuo sulla faccia della terra e ora era lì, davanti a lui pronto ad ucciderlo.
Inconsciamente Severus iniziò a piangere aspettando la fine… La creatura gli si avvicinò famelica, con la bava alla bocca, sollevò una zampa dotata di poderosi artigli e colpì Severus in pieno viso, causandogli tre profonde ferite.
«Stupeficium!» gridò James Potter contro il Lupo Mannaro, che indietreggiò quel tanto che bastava per consentire a James di afferrare Piton per un braccio e di trascinarlo fuori.
James si voltò appena fu fuori dalla stanza dov’era il mostro in cui si era trasformato Remus e gridò «Colloportus» verso la porta di legno marcio, pregando che il Lupo Mannaro rinunciasse ad inseguirli. Non guardò mai Severus in faccia per tutto il tragitto. Severus era troppo shockato per capire cosa stesse succedendo e si lasciò strattonare da James finché giunsero al castello. * «Sirius non credo che sia il caso di andare da Silente» era ormai la decima volta che Peter ripeteva la stessa frase mentre accompagnava Sirius, che era ben deciso a “costituirsi”.
«Vuoi chiudere quella bocca?!» fu la risposta di Sirius che, divorato dai sensi di colpa, stava letteralmente correndo da Silente. Sirius si bloccò davanti al Gargoyle di pietra, cercando di ricordare la parola d’ordine di quell’anno, dopotutto era stato in quell’ufficio tante di quelle volte che ormai confondeva le parole d’ordine.
«Zuccotti di Zucca» disse qualcuno alle sue spalle. Era James che si trascinava dietro Severus. Piton aveva il volto completamente insanguinato e tremava come una foglia. Il cuore di Sirius parve fermarsi, non aveva mai pensato di poter essere felice vedendo Mocciosus. Questo significava che grazie al cielo James aveva fatto in tempo a salvarlo, era un Miracolo. I quattro ragazzi arrivarono nell’ufficio del Preside con il cuore in gola e il fiato corto. Ad accoglierli c’era un Silente a dir poco stupito, avrebbe sicuramente sorriso al loro arrivo, ma non appena vide Severus gli si gelò il sangue nelle vene. Un rapido sguardo fuori dalla finestra ed ecco che aveva capito cosa era successo. Prima di tutto il Preside mandò Peter a chiamare Madama Chips perché curasse il povero Severus, poi squadrò James e Sirius, aspettando che uno dei due parlasse.
James raccolse tutto il coraggio che aveva e disse con voce tremante: «E’… è stato Remus a fargli quelli » e indicò il viso di Severus che si era seduto su una poltroncina fatta apparire dal Preside.
«Lo immaginavo» disse Silente con calma, prendendo posto davanti alla sua scrivania.
«Io… sono un’idiota» disse d’un tratto Sirius «Io ho detto a Piton come fare a raggiungere Remus… pensavo che se lo meritasse… è sempre in mezzo alle scatole… voleva sapere a tutti i costi cosa faceva Remus…».
Il preside non disse nulla lo fissò, i suoi occhi azzurri non lasciavano trasparire alcuna emozione. «DEVE ESPELLERLI!» urlò Severus ripresosi dallo shock.
«Chi devo espellere, Severus?» chiese Silente causando l’ira di Severus.
«BLACK E LUPIN! VOLEVANO UCCIDERMI! PROBABILMENTE ANCHE POTTER ERA DELLA PARTITA MA ALL’ULTIMO SE L’È FATTA SOTTO E HA RINUNCIATO!»
Le parole di Piton trafissero il cuore di Sirius come fossero tanti pugnali.
«E’ così che è andata?» si informò il Preside rivolgendo il suo sguardo celeste sui due Malandrini.
«No, James e Remus non c’entrano… sono stato solo io. James appena l’ha saputo è corso ad aiutare Piton e… e Remus…» rispose Sirius fissandosi i piedi.
«Remus sarebbe stato un mezzo come un altro per fare uno stupido scherzo, non è così Sirius?» fece Silente lasciando trasparire una rabbia assolutamente insolita.
«Sì» mugolò Sirius
«Non ho sentito, Sirius» lo incalzò il Preside con una voce che nessuno aveva mai udito.
«Sì» ripeté Sirius a voce più alta «Non ho pensato a cosa sarebbe successo se Severus fosse andato alla Stamberga» non riuscì più a trattenersi e iniziò a piangere.
«James accompagna Severus in infermeria a quanto pare Poppy ha avuto un contrattempo» James senza fiatare prese Severus per un braccio, che neanche a dirlo si dibatté e si incamminò verso la porta da solo. Silente prese un lungo respiro e la sua rabbia svanì com’era comparsa, il Preside tornò quello di sempre… così calmo… odiosamente calmo. «Che punizione pensi sia adatta per te, Sirius?» chiese Silente.
Sirius aveva quasi paura a pronunciare quella che sapeva essere la giusta punizione per lui, temeva che dicendolo si sarebbe avverata… «L’espulsione» disse dopo qualche istante. «Bè io non la penso così…» intervenne il Preside, Sirius alzò la testa non credendo alle sue orecchie. Il suo cuore prese a battere come impazzito «Penso che la punizione migliore sia…» proseguì Silente voltandosi e aggirando la cattedra per sedersi «Rimanere qui… no, Sirius, non sono impazzito. Rimanendo qui dovrai sopportare molte cose… Pensi che Severus ti perdonerà mai per quello che gli hai fatto? Pensi di riuscire a guardare in faccia Remus dopo quello che hai fatto anche a LUI?».
Sirius indietreggiò di qualche passo con la testa bassa. «So che non te ne sei reso conto, ma se James fosse arrivato con qualche secondo di ritardo, Severus sarebbe MORTO… e non tu, ma Remus sarebbe stato il suo assassino. Sei giovane Sirius e difficilmente voi giovani pensate alla morte…»
Silente si fermò lasciando a Sirius qualche secondo per pensare.
«Penso che ormai tu abbia capito cosa stavi per fare» proseguì con voce atona «…e il fatto di convivere tutti i giorni con il rimorso sarà per te la più grande punizione. Ora torna al tuo dormitorio e cerca di dormire io devo parlare con Severus a proposito del segreto di Remus». * Sirius non si diresse al suo dormitorio, preferì uscire sui verdi prati che circondavano Hogwarts e forse, se ci fosse riuscito, avrebbe dormito lì, all’aperto. Il silenzio regnava sovrano, solo lo sciacquio delle acque del lago accompagnava gli uggiolii di un grosso cane nero, acciambellato sotto un albero che costeggiava il lago. Non sapeva bene perché, ma preferiva rimanere nella sua forma animale…
Gli sembrava di impazzire, nella sua testa si accavallavano milioni di pensieri, di parole, di immagini… la voce calma di Silente sommata a quella petulante di Peter… le urla di Severus… le parole di James che stava per rischiare la vita per rimediare alla sua idiozia… «Sapevo che ti avrei trovato qui…» era James che gli si era avvicinato coperto dal Mantello dell’Invisibilità. «Davvero?» fece Sirius una volta tornato alle sue sembianze, diciamo così, naturali.
«No, a dir la verità è mezz’ora che ti cerco per tutto il castello» scherzò James coprendo anche Sirius con il Mantello «Come ti senti?»
«Che domande! Ho quasi ucciso Piton e Remus non mi vorrà mai più vedere!»
«Bè Sirius è giusto che tu ti senta così… Remus ha avuto molte difficoltà a convincersi che non era pericoloso se si chiudeva nella Stamberga, aveva paura di rapportarsi con le altre persone per paura di sé stesso e credo che tutt’ora, nonostante la nostra amicizia, abbia diversi problemi… e tu non hai pensato che mandando Severus da lui l’avresti trasformato in un…»
«MA SIETE TUTTI IMPAZZITI!? NON VE NE FREGA NIENTE DEL FATTO CHE HO QUASI UCCISO UNA PERSONA? SIETE TUTTI PREOCCUPATI SOLO PERCHÉ REMUS ADESSO SOFFRIRÀ? NON VI INTERESSA NINETE DI PITON CHE È STATO A UN PASSO DALLA MORTE?!» urlò Sirius prendendo James per la camicia. James non disse nulla, fissò Sirius negli occhi con aria severa, senza sbattere mai le palpebre finchè l’amico non lo lasciò andare. Sirius affondò il viso tra le mani e singhiozzando disse: «Lo senti James? Da qui riesco a sentire gli ululati del Lupo Mannaro, è una cosa orribile ».
James era stupito, era impossibile che gli ululati di Lunastorta arrivassero fino a lì, la Stamberga era molto lontana, senza dubbio il senso di colpa di Sirius gli iniziava a giocare brutti scherzi. Circondò con un braccio le spalle dell’amico per consolarlo e con voce flebile cercò di aiutarlo ulteriormente, facendogli capire che era solo una sua impressione, e di sicuro il Lupo Mannaro si stava comportando come al solito. Alla fine convinse l’amico a tornare a dormire anche se era consapevole del fatto che Sirius, non ce l’avrebbe mai fatta a chiudere occhio. Continua… LucieLupin Ebbene eccoci giunti alla fine del primo capitolo... cosa ne dite??? Vi prego anche due parole ma vi prego commentate... altrimenti nn proseguirò cn la ff!
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LucieLupin