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Autore: greenglances    20/04/2014    2 recensioni
"Sono soli, ma non lo sanno.
Non sanno nemmeno che si stanno rovinando, mentre credono di salvarsi l'un l'altro."
Dove Louis trascina Harry giù con lui non sa più come salvarlo da se stesso.
Dove Harry non si arrende mai ma per Louis lo fa.
Dove due amanti si uccidono a vicenda, ma non lo sanno.
3.1k / Larry.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dedico questa storia a Giorgia, che mi ha sopportata per tutta la stesura e che deluderò con il finale.
La dedico anche a Ser e Giada che mi sopportano ogni giorno ma anche supportano e volevano che finissi questo progetto.
La dedico a Luisa, che si dimostra sempre interessata e disponibie, a Sara che mi chiama Fragola e a stylinsleeds, non so il tuo nome ma spero ti piaccia.
La dedico anche a te che non stai leggendo ma che sprecherai un po' del tuo tempo qui. Buona Pasqua, e grazie mille.
Ci vediamo alla fine,
Fra.

A crown of withered flowers

E cos'è la vita se non un libro di ricordi da sfogliare.
Cos'è la vita se non un intrecciarsi di fili e trame.
Cos'è la vita se non un mescolarsi di tracce e ricami indelebili che non ci lasceranno mai.
Per Louis questa era la vita: il vivere giorno per giorno, senza preoccuparsi che i fili della matassa si stanno impigliando tra loro e non riescono a più a districarsi.
Senza accorgersi che il libro che è l'esistenza non ha più trama ma è un susseguirsi di parole senza senso. Senza rendersi conto che di ricordi non ce ne sono più perchè tutto sfuma e la lucidità ha smesso d'esserci.
Louis ha tutto ma non ha nulla.
Louis ha splendenti capelli castani ma sono coperti da del rosso scolorito.
Louis ha luminosi occhi azzurri che hanno perso la loro luce e che nessuno più nota.
Louis ha la sua musica e la sua chitarra, che però ha seppellito nell'angolo più remoto e impolverato che c'è sotto il suo letto.
Louis ha amici che lo amano, ma li ha sostituiti con l'ero, perchè a detta sua non c'è differenza.
Louis ha un cuore, ma ha deciso di non aprirlo mai più.

La prima volta che Harry vede Louis è in prima media, quando il più grande è all'ultima classe ed è già un ribelle.
Tutti conoscono Louis Tomlinson, tutti ammirano Louis Tomlinson.
Tutti vogliono essere suoi amici, Harry compreso, ma è semplicemente troppo timido e impacciato (e piccolo, si ripete Harry, perchè, dannazione, Louis è già in terza!) per presentarsi, allora continua ad ammirare da un angolo.
Louis è solare e spontaneo, una peste agli occhi delle maestre che però lo catalogano come intelligente e dotato e lo spirito della classe.
Louis adora il calcio e gioca con la squadra della città. Ovviamente è il capitano.
La sua vita da tredicenne è perfetta.

Harry continua a seguire Louis con lo sguardo, senza pretendere attenzioni, senza pretendere che il castano un giorno si accorga di lui.
Harry è ad ogni partita di Louis.
E' presente ad ogni sua vittoria ed ogni sua sconfitta. C'è quando cade e si rialza.

L'ultimo giorno della prima media Harry piange, perchè sa che non vedrà più Louis ogni giorno.
Harry piange perchè si sente un codardo e avrebbe voluto che le cose fossero andate diversamente. A se stesso non l'aveva ammesso, ma avrebbe voluto che Louis si accorgesse di lui e gli tendesse la mano, avrebbe voluto giocarci a calcio e farci i compiti insieme.
Harry voleva un amico. Perchè lui di amici non ne aveva.

Harry era sempre stato un bambino particolare.
Aveva sempre preferito i fiori alle macchinine e ai giochi di guerra, con sua madre ci faceva i biscotti e non la lotta.
Per queste sue stranezze, nessun bambino gli si era mai avvicinato.
All'asilo e alle elementari era solito passare le pause seduto sull'erba del prato del giardino della scuola a contare i petali alle margherite e parlare con quell'uccellino o quella farfalla che gli appariva vicino.
Quando tornava a casa, Harry trovava sua madre ad abbracciarlo ed accarezzargli i ricci morbidi e ribelli e fargli apparire quelle profonde fossette che gli apparivano in viso mentre sorrideva sornione.
Non aveva bisogno di nient'altro.
Harry era un sole, la più brillante delle stelle.

Louis ha cominciato le superiori ed è sempre il migliore della classe.
L'alunno più in gamba, il più simpatico e il più bello.
La sua vita è sempre perfetta, tutti quanti voglio essegli amici.
Louis Tomlinson è l'idolo delle madri che vorrebbero che i loro figli gli assomigliassero almeno un po' e che pagherebbero pur di ospitarlo a pranzo e fargli fare una ricerca insieme ai loro marmocchi.
Harry invece non si arrende. Lui non si arrende mai.
Continua a guardare Louis da lontano e decide di aspettare. Sta solo aspettando di finire le medie e di andare alla stessa scuola del più grande per poter tornare ad avere anche una sola possibilità.
Ma le cose non vanno sempre come ce le immaginiamo, giusto?

Harry non vede Louis per mesi. Il più grande sembra scomparso.
Nessuno lo vede più.
A Doncaster girano strane voci sul perchè della scomparsa della famiglia Tomlinson, ma nessuno sa quale sia la verità.
Harry si accorge di sentire la mancanza di Louis, perchè capisce di essere solo.
A tredici anni non ti bastano più fiori e biscotti per essere felice. Non ti basta più una madre che ti scompiglia i ricci e una nonna che ti schiocca baci in guancia. Semplicemente non ti basta.
Harry è solo ma non si arrende, perchè Harry non si arrende mai.

E' il suo primo giorno di scuola superiore e si sta recando all'armadietto che gli è stato assegnato.
Harry è nervoso e cammina allampanato mentre arriva al suo armadietto e ci posa dentro i libri che non gli sarebbero serviti durante la prima ora di lezione.
Si gira per raggiungere la classe e succede proprio ciò che non si sarebbe mai aspettato.

Louis Tomlinson è tornato a Doncaster dopo il difficile divorzio dei suoi genitori, la morte di una sorella e una madre finita in un istituto psichiatrico.
Ma questo non lo sa nessuno.
Louis soffre in silenzio e non guarda in faccia nessuno.
Non cerca nuovi amici o compagnia. Ha deciso che non si affezionerà mai più e che non lascerà più avvicinarsi nessuno.
Il Louis che Harry conosceva sembra non esistere più.
Tutti vedono solamente un Louis irriconoscibile, che nulla ha a che vedere con quello che aveva lasciato la città quasi due anni prima.
Louis ha occhi bassi e capelli colorati di rosso.
Louis ha diciassette anni, è vestito di nero e ha una sigaretta infilata sopra l'orecchio.
Ha un piercing sopra sul sopracciglio destro e uno sul labbro.
Vari tatuaggi, macchie d'inchiostro permanenti, si possono vedere sulle sue braccia, lasciate libere da una maglia a maniche corte.
Louis non sorride più.
Louis, dov'è il tuo sorriso? Louis, dove sono i tuoi occhi che illuminavano il mio mondo?
Vicino al rosso non c'è più nessuno. Non è contornato dai soliti amici che lo seguivano ovunque. Tutti sembrano essersi dimenticati di Louis Tomlinson.
Tutti, tranne Harry.

Quando Harry arriva a casa dopo scuola, trova come sempre sua madre a sorridergli e abbracciarlo.
Sorride e scappa. Non sa nemmeno lui dove se sta andando e da cosa sta scappando, sa solo che deve correre.
E corre senza meta ma con speranza, perchè Harry non si arrende.

A quindici anni Harry era scappato.

A diciassette anni Louis era solo.

Harry si trovava in un parco e qualche lacrima gli scendeva dal viso mentre intrecciava una coroncina di fiori.
Ormai aveva capito perchè per tutti era così insignificante, perchè nessuno gli stava vicino.
Ed era assurdo che gli altri lo avessero capito prima di lui.
Lui era diverso. Era sbagliato. Meritava tutto il male e nessun bene.
Era per questo che era scappato. Non voleva che anche sua madre si accorgesse dell'orrendo figlio che aveva e che lo abbandonasse. Non voleva che lo ricordasse come un abominio.
Forse era per quello che Louis non l'aveva mai notato. Era colpa sua.

Harry si sveglia nel bel mezzo della notte e non è più solo.
Ci sono due grandi occhi blu che lo fissano.
Finalmente mi hai visto.
"Finalmente ti sei svegliato."

"Allora dimmi, ragazzino, che ci fai qui?"
E' la prima volta che Harry sente con chiarezza la voce di Louis. Ne è sconvolto.
Mai si sarebbe aspettato un tono cosi lieve e fresco ma allo stesso tempo spigoloso e rude.
Harry si perde in quel tono inaspettato, in quegli occhi blu che ha sognato per anni e che ora sono ad una spanna da lui. Si perde in quelle labbra che aveva solo visto da lontano e in quei muscoli delle braccia che vede flettersi vicino.
Harry si dimentica di Louis e si dimentica di tutto. Si dimentica del mondo che non lo accetta e degli amici che non ha mai avuto, si dimentica dei biscotti della madre e della coroncina di fiori che sta ancora indossando. Si dimentica perfino della domanda che Louis gli aveva posto.
Harry dimentica e sorride. Sorride sotto le stelle a quel suo sole personale che è Louis.

"Hey ti sei incantato?"
"Io n-non... non lo so."
Louis si chiede cosa può essere successo ad un ragazzino del genere per essere finito lì, di notte, solo in un parco. Si chiede perchè i suoi occhi sono cerchiati da profonde occhiaie e perchè sembrano ancora gonfi di lacrime.
E se Harry sentendo la voce di Louis si era dimenticato di tutto, così succede anche a Louis pensando a come aiutare quel ragazzino dalla coroncina di margherite sopra i ricci. Si dimentica della pazzia di sua madre che forse è diventata un po' anche la sua. Si dimentica della morte della sorella e dell'abbandono del padre, della sua solitudine e della droga che tiene in tasca. Si dimentica del passato e del futuro che non vedeva più.
Alla fine del tunnel vede una luce.

Inconsapevolmente, Harry non è più inutile. E' una luce.
Inconsapevolmente, Louis non è più solo. E porta Harry a casa con se.

Harry si sveglia la mattina dopo in un letto che non è il suo, in una camera di una casa che non conosce, ma non sente la mancanza di nulla, se non delle carezze mattutine che ogni giorno sua madre gli riservava per svegliarlo o del profumo del caffè amaro.
E' sempre solo.
Scende giù dalle scale e trova Louis steso sul divano. Sorride e non sa nemmeno perchè.
Forse perchè sogna di trovarsi nella stessa stanza di Louis da anni ormai, forse perchè non gli interessa che quel nuovo Louis non sia più come quello che ricordava.
Non è solo in una stanza.

Harry si sveglia e prepara la colazione a Louis.
Louis si alza e sorride. Harry sorride a sua volta.
E' la routine. Una routine malsana che va avanti e continua impeccabile, senza mai cambiare, come lo scandire i secondi di un orologio.
Nessuno si accorge di niente, perchè insieme sono felici e sorridono davvero.
Louis non si rende conto che Harry ha perso la concezione del tempo e non va più a scuola, non si rende conto che il piccolo è chiuso in se stesso e in una stanza e non si rende conto che sta finendo tutto l'alcool che c'è in casa sua.
A quindici anni Harry beve per dimenticare e per non capire, Harry beve per sorridere a Louis.
Harry non si rende conto dei viaggi di Louis perchè, mentre lui dorme intontito dall'alcool, il più grande esce e spende tutti i suoi risparmi in eroina che si inietta nelle vene per trovarsi in un altro mondo in cui la sua condizione non esiste.
Un mondo parallelo in cui tutto è come prima e in cui lui vive con la sua famiglia che purtroppo non vede più.
Loro sono soli, ma non lo sanno.
Non sanno nemmeno che si stanno rovinando, mentre credono di salvarsi l'un l'altro.

Il primo giorno di primavera, dopo due mesi che si conoscono, Harry e Louis fanno l'amore per la prima volta.
Tra schiocchi rumorosi di baci bagnati e gemiti sporchi ma sinceri si sussurrano un "Ti amo".
Nessuna insicurezza, nessuna vergogna.
Sono uniti ma separati, in due mondi diversi ma paralelli.
E' quando si svegliano che capiscono ogni errore.1862

Louis si sveglia in preda ad una crisi di astinenza.
Harry si sveglia in un mondo che non ricordava più. E' sobrio per la prima volta dopo un tempo che gli era sembrato lunghissimo.
Harry parla con Louis, cerca di confortarlo, lo bacia, lo masturba, cerca di distrarlo in ogni modo possibile.
Ora che è sobrio, Harry vede Louis.
Vede la magrezza e le occhiaie di Louis, vede ogni buco, vede la dipendenza.
Harry non sa cosa fare, ma non si arrende. Non vuole arrendersi.
Harry chiama sua madre.

Anne arriva e abbraccia suo figlio, che piange sulla sua spalla.
Dopo che Harry gli racconta tutto, porta entrambi in un centro di disintossicazione.

Mentre entrano nel centro, si tengono per mano.
Harry non è solo, ha Louis. E Louis ha Harry che lo sorregge.
Non si arrendono.

Ad Harry ci vogliono soltanto due mesi per disintossicarsi.
Ha 16 anni ed è pieno di voglia di vivere. Ama la natura come prima di cadere nell'oblio e ha ricominciato ad indossare le coroncine di fiori che tanto amava prima che tutto gli sfuggisse di mano.
E' sbocciato.
Per Louis è più difficile. I dottori non lo lasciano uscire dal centro perchè potrebbe ricadere nei suoi sbagli.
Odia tutto quello che sta passando, odia quelle stanze e odia i sonniferi che gli fanno ingoiare ed odia vedere piangere Harry mentre le infermiere lo portano via da lui.
Insieme ad Harry sogna una nuova vita insieme. I due parlano e si amano.2111
Harry non vede l'ora che Louis sia pronto ad uscire da quell'inferno. E' sicuro che poi sarà il paradiso.
Un pomeriggio d'estate Louis chiede ad Harry di farlo uscire, e lui lo accontenta.
Harry e Louis si baciano alla luce del sole, che Louis non vedeva da tanto.
"Ti devo portare dentro." Sussurra Harry quando il sole è già tramontato e tutto ciò che si vede in cielo sono la luna e le stelle.
Ma Louis trascina Harry e fanno l'amore.
"Ti amerò per sempre." Dice piano Louis mentre Harry geme sotto di lui, alle sue spinte.
E il più piccolo sorride. Crede a quel per sempre.

Louis sa che sta mentendo ad Harry ma non sa come dirgli che lui si è arreso.
Sa di essere solo e sa che non tornerà mai più quello di prima.
Non vuole legare una rosa come Harry ad una pietra come lui, così gli dice che per quella notte può andare a casa, di sicuro sua madre vorrà vederlo.
Harry obbedisce, e prima di lasciarlo gli posa un casto bacio sulle labbra.
Non sa che sarà l'ultimo.

Durante la notte, Louis tirà fuori quell'eroina che aveva nascosto e se l'inietta tutta senza pietà.
Prima di andarsene decide di lasciare qualcosa per Harry. Tutto quello che può fare è scrivergli una lettera.2335

"Caro Harry,
Grazie per avermi fatto capire cosa vuol dire amare.
Harry, io mi sono arreso, ma per favore tu non farlo. Non farlo mai.
Allieta le giornate della gente con il tuo sorriso. Continua a fare quegli stupidi biscotti e ad indossare coroncine di fiori. Non cambiare per nessuno, come sei cambiato per me.
Non avrei mai voluto che tutto questo succedesse.
Ho sempre saputo di essere sbagliato, e non merito la tua stima. Non merito il tuo amore come non l'ho mai meritato.
Pensavo di poterti aiutare, quando ti ho portato a casa con me, ma guarda cos'ho fatto.
Ti ho fatto passare i mesi e le esperienze più brutte della tua vita.
Harry, hai sbagliato ad amarmi perchè i mostri non si amano, ma non mi dispiace che tu l'abbia fatto.
Sappi che ti ho amato con tutto il mio cuore. La volevo davvero quella vita insieme a te.
Sognavo di vivere insieme e di conquistare il mondo, di scappare via e vivere di nuovo.
Non ce l'ho fatta.
Ti chiedo perdono.
Ricorda, ti amo. Ti amerò per sempre. Non arrenderti, Harry.
Scusa.
Con amore e gratitudine, Louis."

Mentre Harry legge quella lettera sa già che non conta nulla.
Non contano le parole, le scuse, i ti amo scritti e urlati al vento.
Non servono le lacrime che sta versando.
Semplicemente non vuole vivere senza di Louis.
Senza Louis, Harry era niente. Era quel ragazzo strano con mille complessi che solo la madre amava. Era tornato quello di prima, era tornato il suo peggiore incubo e l'ombra da cui scappava.
Quindi quella lettera non contava.
Harry non voleva stare solo.
Harry si arrende.

/Due mesi dopo/

E ci eravamo amati quell’ultima notte.
Ci eravamo amati davvero.
Amati fino allo stremo, fino a riuscire a trasformare il dolore in piacere, gemiti in pronunce di nomi.
E c’eravamo amati prima, ogni giorno, ogni ora e ogni minuto.
Ogni minuto della mia vita c’eravamo amati, i nostri cuori avevano battuto in sincronia, le nostre mani si trovavano allacciate.
E cos’era l’amore?
Se mai me l’avessero chiesto, per me lui era l’amore.
Lo era stato e lo sarebbe stato sempre.
L’amore sono sacrifici che si trasformano in sorrisi, sono parole non pronunciate ma “ti amo” sussurrati nell’oscurità.

“Caro Louis, che ne hai fatto di noi?
Perché? Perché?
E ora, ora chi asciugherà le mie lacrime? Chi scompiglier&agravr; i miei capelli, e chi morderà le mie labbra?
Cosa ne sarà di me?
Cosa ne sarà del mio cuore solitario che non ha più nulla che lo stimola a battere?
Mi sento freddo, Louis, morto.
Amore, mi sento perso.
Perché mi hai fatto questo?
Quant’eravamo piccoli quando ci incontrammo per la prima volta.
Io ero un semplice sedicenne che amava le felpe con quella banale scritta “Jack Wills” e i jeans larghi e cadenti. Non ero niente ma hai saputo trovarmi, scavandomi dentro solo con gli occhi.
E tu eri Louis.
Quel sorriso in grado di illuminare il mondo che ti formava delle rughe appena accennate sotto gli occhi. E l’avevi avuto fin dalla prima volta, sempre.
E Dio, quegli occhi.
Quegli occhi profondi come l’oceano, azzurri come il cielo.
Glaciali come il freddo, caldi come il sole.
Quel giorno tu mi salvasti per la prima volta.
Salvasti un ragazzino che con il tuo aiuto diventò un uomo.
E te ne sarò debitore Louis, a vita.
Era una fredda giornata di febbraio e vagavo solitario, perso.
Cercavo qualcosa che nemmeno ora so cosa fosse ma, probabilmente, stavo solo cercando te. Anche se alla fine non fui io a trovarti ma lo facesti tu, eravamo comunque finiti insieme.
E ora? Ora dovevo vivere di ricordi.
Ricordi che svaniranno nel tempo.
Svaniranno come te.
Perciò sto scrivendo queste parole, Louis.
Perché non voglio dimenticare. Mai.
Non voglio dimenticare quella fottuta ultima notte in cui mi avevo detto che mi amavi, mentre sussurravo il tuo nome venendo dentro di te.
Non voglio pensare ai tuoi “Harold” pronunciati al buio.
Ti odio,cazzo. Ti odio ma ti amo, perché l’amore è odio.
Quindi ti odio, Louis Tomlinson. Ti odio perché ti ho troppo amato.
Perché mi hai lasciato. Mi hai lasciato cosi, senza nessuna possibilità di poter riavere il tuo cuore.
Non mi interessa del tuo corpo. Voglio il tuo cuore e lo voglio mio per sempre.
E ora non ho niente.
Solo ceneri.
Ceneri di te, ceneri di me, ceneri di noi.
Perché dentro di te viveva una parte di me è con te se n’è andata.
Mi senti? Mi ascolti? Mi avevi giurato che ci saresti sempre stato.
Non voglio vivere senza di te. Torna.
In qualche modo, qualunque modo, torna da me.
Louis, ho qualche ultima parola.
Sorrido sempre, perché nessuno ha il tuo sorriso.
Canta, canta fino a che avrai fiato perché nemmeno un angelo potrebbe resisterti.
E amami, amami Louis. Amami per sempre, amami con tutto il tuo cuore perché io continuo a farlo ancora.
Per tutta la vita e anche dopo.
E se il tempo per noi è finito, non vuol dire che lo sia anche il tempo in cui io ti amo.
Arrivederci Louis, arrivederci perché non credo negli addii.
Per sempre tuo, Harry.”

 

E Harry piangeva, piangeva mentre scriveva quelle parole. Piangeva lacrime che pungevano e che lo corrodevano nel profondo.
Perché era amore, amore vero.
E l’amore è per sempre.
Qualunque cosa accada.
Harry piangeva davanti alla tomba del suo ragazzo, del suo compagno di vita.
Piangeva invocando il suo nome, chiedendogli di tornare.
Ma in cuor suo, Harry sapeva che Louis non sarebbe tornato e sapeva già che sarebbe stato lui a raggiungerlo.
Tirò fuori le pillole che aveva in tasca, le ingoiò e morì cosi: morì perso nei ricordi e con un sorriso, accanto alla tomba del suo amato, pronto a raggiungerlo e a vivere con lui qualsiasi cosa ci sarebbe stata dopo.
l’importante era stare insieme.
Sempre.

Harry si era arreso.

 

 

 

Mi rendo conto di essere cattiva.
Li ho fatti morire di nuovo.
Il problema è che non smetterò mai di essere triste e piena di complessi e problemi e riverserò sempre tutto quanto in quello che scrivo.
Inoltre, non credo che scriverò più per parecchio tempo.
Ho bisogno di un po' di tempo per me e per cercare di venire a capo con me stessa.
Mi dispiace per l'orrore che vi ho costretto a leggere.
Come in ogni os mi sono descritta in uno dei personaggi, questa volta in tutti e due.
Sono un po' l'Harry che vorrebbe essere spensierato, ama la natura e le coroncine di fiori, ma sono anche un po' Louis, chiuso e che si arrende.
Anche se odio con tutta me stessa questa storia, spero che non vi sia dispiaciuto troppo leggerla.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va mi trovate anche su
twitter.
Buona Pasqua a tutti, un bacio.

  
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