LA NASCITA DI UN
AMICIZIA
L’inverno era
arrivato.
Il cortile
dell’Accademia della Musica era battuto da un forte vento, ed era
deserto.
Un bambino,
imbacuccato in un pesante cappotto e una sciarpa, dai corti capelli chiari,
accompagnato da una donna, varcò il cancello del Conservatorio
.
Sulle spalle,
teneva una custodia in pelle rigida da
strumento.
In mano, una
cartella.
La donna lo
condusse fino al pesante portone in legno, lo abbracciò e lo salutò, prima di
andarsene.
Il ragazzino,
dall’età di nemmeno 10 anni, sospirò e rimase lì
davanti.
Vi rimase a
lungo, impaurito.
Poi, si decise ad
entrare.
Bussò
educatamente ed attese.
Dopo qualche
minuto, la porta si aprì, e una donna di mezza età, tarchiatella, ma dall’aria
gentile, con un paio di occhiali che le circondavano gli occhi vispi, fece la sua
apparizione.
Era tardo
pomeriggio.
Ormai fuori era
buio.
“Oh, buon
pomeriggio tesoro! Tu devi essere quello nuovo! Entra, entra pure!” esclamò
allegra la donna, facendolo passare; con timore, il piccolo la
seguì.
Si trovò in una
hall enorme, retta da colonne, dal soffitto altissimo, e dalla forma
ovale.
Incuteva grande
timore.
Una dolce musica
proveniva dai piani superiori.
La donna lo prese
per mano: “Ora piccolo, andiamo in classe, ok? Tu devi frequentare le lezioni di
basso, giusto? Livello principiante, se non sbaglio. Adesso avrai lezione di
teoria musicale, e queste lezioni, almeno per quest’anno, saranno svolte in
comune con il gruppo del corso di batteria. Ecco , questo è l’orario.” Spiegò la
donna, dandogli un foglio di carta, che subito il bambino ripose nella
cartella.
Fu condotto su
per la scala, e poi lungo un corridoio.
Era immerso nella
penombra, ma faceva caldo.
Arrivati circa a
metà del corridoio, la donna bussò a una porta: “Professore, è arrivato il suo
nuovo studente.” annunciò la donna, “Bene, fallo entrare!” rispose una voce
maschile.
La donna si
inginocchiò davanti al bambino: “Entra pure, non avere paura.” gli sorrise
benevola, spingendolo dentro.
L’aula era
enorme.
Enorme e
illuminata.
Gruppi di bambini
grossomodo della sua età sedevano su ampi tappeti simili ai futon
giapponesi.
Il professore lo
squadrò con occhio critico da dietro gli occhiali, poi sorrise: “Benvenuto.
Siediti pure, vedo che c’è un posto laggiù, puoi stare lì.” Lo introdusse,
“Spero che voi tutti accogliate il vostro nuovo compagno come si deve.”
interloquì l’uomo.
Il bambino si
voltò vero il punto indicato dal professore e vide un bambino, grossomodo della
sua età, fargli dei festosi segnali di saluto con le
braccia.
Lo raggiunse e
gli si sedette affianco.
“Ciao!!!
Benvenuto!!! Sono felice di avere un nuovo compagno! Hai l’aria simpatica!”
esclamò lui, stringendogli la manina paffuta nella
sua.
“Ciao… Che
strumento suoni te?” chiese lui, timido, “La batteria, adoro il casino che fa!
Te? Basso, scommetto!” esclamò allegro, “Beh… Si…” sorrise un
poco.
L’altro battè le
mani eccitato: “Che bello! Oh, ma che stupido che sono! Non mi sono nemmeno
presentato! Io sono Gustav, ma per gli amici sono Gus. Puoi chiamarmi così. E
te?”.
“Io sono Georg,
molto piacere!” sorrise felice lui.
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DUE ANNI
DOPO
“Ehi, Geo!
Sbrigati, o faremo tardi!!”.
“Arrivo!!
Aspettami!!”.
Erano passati due
anni da quel fortuito incontro.
I due ragazzi,
erano diventati grandi amici, inseparabili.
Passavano i loro
giorni a suonare ed esercitarsi, a cercare dischi nei vari negozietti e a
divertirsi.
Ma la sera prima,
la loro vita aveva avuto una scossa.
I due erano
andati a un esibizione di gruppi studenteschi delle medie, e avevano assistito
all’esibizione di due ragazzini, di quasi due anni più piccoli di
loro.
Ma li avevano
subito apprezzati.
Erano molto
bravi.
Si erano dati
appuntamento per quel pomeriggio, per vedersi e chiacchierare un
po’.
Tema
incontrastato, la musica.
“Forza Ge! Ci
siamo quasi!” urlò Gustav all’indirizzo
dell’amico.
Finalmente
giunsero davanti a scuola.
Il luogo
dell’appuntamento.
Era una bella
giornata di sole, e il cortile era deserto.
C’erano solo due
ragazzini, che ridevano come pazzi, inseguendosi per tutto il giardino; poggiati
contro il muretto, gli zaini e una custodia da
chitarra.
“Ehi!! Siamo
qui!!” urlò Georg, richiamando l’attenzione dei
due.
Che si
fermarono.
“Ehi, sono
arrivati!” esclamò uno, che portava un cappellino a visiera e dei rasta, “Ciao!!
Finalmente siete qui, vi aspettavamo!” replicò l’altro, che portava i capelli
neri, corti.
I quattro si
corsero incontro.
“Ciao a tutti!
Poi ieri sera non ci siamo presentati bene!” esclamò Gustav, sorridendo, “Ma tu
hai la fissa delle presentazioni?!” sbottò Georg, “è bello fare nuove amicizie!
E se non si sanno i nomi delle persone, è difficile diventare amici!” spiegò
l’amico, con una linguaccia.
I loro
interlocutori risero.
“Ok, io sono Tom”
si presentò il rasta, sollevando la visiera del cappellino, “E io sono Bill,
piacere!” salutò l’altro.
“Io sono Georg, e
il maniaco delle presentazioni si chiama Gustav. Molto
piacere!”.
Il piccolo
batterista si avvicinò ai loro nuovi amici, squadrandoli con occhio critico: “Ma
voi siete gemelli!” esclamò sorpreso dopo un attento
esame.
Tom e Bill si
guardarono: “Si, siamo proprio gemelli! Hai un bell’occhio!” esclamò il rasta,
“Lui è il mio fratellino.” disse, indicandolo, “Allora, che ne dite di venire da
noi? Abbiamo avvertito nostra madre che saremmo venuti con degli amici, e ci
aspetta a casa!” interloquì Bill, prendendo per un polso Georg e Gustav, “Dai,
non fatevi pregare, ci divertiremo! E poi, siamo amici, adesso, no?” sorrise
dolce il ragazzino dagli occhi nocciola
I quattro si
diressero di corsa verso casa dei gemelli
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SETTE ANNI DOPO,
ESTATE 2008.
“Ehi!! Guardate
cosa ho trovato!!”.
La voce di Georg
richiamò tutti i membri dei Tokio Hotel nel salotto della casa dei gemelli, dove
il gruppo aveva deciso di passare parte delle
vacanze.
I rimanenti tre
Tokio sbucarono dai posti più impensabili: Tom dalla cucina, sporco di
cioccolata su tutto il viso, Gustav dal cortile, dove si stava dedicando al
giardinaggio e infine Bill dal bagno, dove si stava battagliando coi suoi
indomabili capelli.
Il bassista aveva
ripescato da chissà dove un album di
fotografie.
E si era seduto
sul divano, intento a sfogliarlo.
Fino a trovare
una cosa inaspettata.
I quattro amici
si riunirono nel salotto: “Che succede, Ge?” chiese il batterista, pulendosi le
mani, “Guardate qui cosa ho trovato!” rispose lui, mostrando raggiante, e anche
un pochino commosso, la pagina.
Vi era incollata
sopra una fotografia.
Quattro
ragazzini, teneramente abbracciati, seduti sul prato del giardino di quella
stessa casa.
La data indicava,
GIUGNO 2001.
“Vi ricordate
quando è stata scattata?” rise Tom, leccandosi le mani sporche di cioccolato,
“Certo, ci eravamo appena conosciuti!” rispose il gemello, rubando l’album dalle
mani del bassista, “Quanto eravamo carini!” esclamò felice, “Già, eravamo
davvero giovani!” rincarò la dose il batterista, “Ehi, perché secondo te io
sarei vecchio??” saltò su Tom, “Ma se tutte le ragazze cadono ai miei piedi!”
aggiunse con aria fiera, “Si, si, nei tuoi sogni amico! Però, vi ricordate
quanto ci divertivamo tutti insieme”, Gustav scippò il libro al cantante,
“Eravamo i Devilish, ricordate quanti guai combinavamo?” espresse la sua
opinione con un gran sorrisone, “Però anche adesso non siamo da meno,
eh?”.
“Ma certo, anzi,
siamo peggio!!” esclamò Tom, calandosi il cappellino a visiera inseparabile sul
capo.
Lo teneva sempre,
fin da bambino.
“Ehi, che ne dite
di festeggiare con una bella fetta di torta al cioccolato??” esclamò il rasta,
“In fondo, sono sette anni che ci conosciamo, è un
traguardo!”.
Si diressero di
gran carriera in cucina, ridendo e rivangando i tempi
passati.
i ricordi di
quando erano dei semplici bambini, e di una corsa in un cortile, tra risate e
scherzi.
E la nascita di
una grande amicizia, che durava da sette anni.
E che sarebbe
durata ancora a lungo.
SALVE!!! BUONASERA A
TUTTI! EBBENE SI, CHARLIE è TORNATA!!! Dopo lo splendido concerto del 5 Luglio a
Monaco, sono rientrata alla base!!!
E vi saluto con questa
oneshot!
Spero vi sia piaciuta,
perché va a scavare parecchio nel passato!
Hehe!!
Come di rito, le
dediche.
La dedico alla mitica
KAULITZ92, a cui voglio un mondo di bene!!!
E anche a Pikkola
Tokietta!
UN BACIONE A
TUTTI!!
SHUN