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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    15/07/2008    3 recensioni
"L’inverno era arrivato. Il cortile dell’Accademia della Musica era battuto da un forte vento, ed era deserto. Un bambino, imbacuccato in un pesante cappotto e una sciarpa, dai corti capelli chiari, accompagnato da una donna, varcò il cancello del Conservatorio . Sulle spalle, teneva una custodia in pelle rigida da strumento. In mano, una cartella." Da un semplice incontro in un conservatorio, possono accadere tante cose. E può nascere una splendida amicizia. SALVE!!! BUONASERA A TUTTI! EBBENE SI, CHARLIE è TORNATA!!! Dopo lo splendido concerto del 5 Luglio a Monaco, sono rientrata alla base!!! E vi saluto con questa oneshot! Spero vi sia piaciuta, perché va a scavare parecchio nel passato! Hehe!! Come di rito, le dediche. La dedico alla mitica KAULITZ92, a cui voglio un mondo di bene!!! E anche a Pikkola Tokietta! UN BACIONE A TUTTI!! SHUN
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA NASCITA DI UN AMICIZIA

L’inverno era arrivato.

Il cortile dell’Accademia della Musica era battuto da un forte vento, ed era deserto.

Un bambino, imbacuccato in un pesante cappotto e una sciarpa, dai corti capelli chiari, accompagnato da una donna, varcò il cancello del Conservatorio .

Sulle spalle, teneva una custodia in pelle rigida da strumento.

In mano, una cartella.

La donna lo condusse fino al pesante portone in legno, lo abbracciò e lo salutò, prima di andarsene.

Il ragazzino, dall’età di nemmeno 10 anni, sospirò e rimase lì davanti.

Vi rimase a lungo, impaurito.

Poi, si decise ad entrare.

Bussò educatamente ed attese.

Dopo qualche minuto, la porta si aprì, e una donna di mezza età, tarchiatella, ma dall’aria gentile, con un paio di occhiali che le circondavano gli occhi vispi, fece la sua apparizione.

Era tardo pomeriggio.

Ormai fuori era buio.

“Oh, buon pomeriggio tesoro! Tu devi essere quello nuovo! Entra, entra pure!” esclamò allegra la donna, facendolo passare; con timore, il piccolo la seguì.

Si trovò in una hall enorme, retta da colonne, dal soffitto altissimo, e dalla forma ovale.

Incuteva grande timore.

Una dolce musica proveniva dai piani superiori.

La donna lo prese per mano: “Ora piccolo, andiamo in classe, ok? Tu devi frequentare le lezioni di basso, giusto? Livello principiante, se non sbaglio. Adesso avrai lezione di teoria musicale, e queste lezioni, almeno per quest’anno, saranno svolte in comune con il gruppo del corso di batteria. Ecco , questo è l’orario.” Spiegò la donna, dandogli un foglio di carta, che subito il bambino ripose nella cartella.

Fu condotto su per la scala, e poi lungo un corridoio.

Era immerso nella penombra, ma faceva caldo.

Arrivati circa a metà del corridoio, la donna bussò a una porta: “Professore, è arrivato il suo nuovo studente.” annunciò la donna, “Bene, fallo entrare!” rispose una voce maschile.

La donna si inginocchiò davanti al bambino: “Entra pure, non avere paura.” gli sorrise benevola, spingendolo dentro.

L’aula era enorme.

Enorme e illuminata.

Gruppi di bambini grossomodo della sua età sedevano su ampi tappeti simili ai futon giapponesi.

Il professore lo squadrò con occhio critico da dietro gli occhiali, poi sorrise: “Benvenuto. Siediti pure, vedo che c’è un posto laggiù, puoi stare lì.” Lo introdusse, “Spero che voi tutti accogliate il vostro nuovo compagno come si deve.” interloquì l’uomo.

Il bambino si voltò vero il punto indicato dal professore e vide un bambino, grossomodo della sua età, fargli dei festosi segnali di saluto con le braccia.

Lo raggiunse e gli si sedette affianco.

“Ciao!!! Benvenuto!!! Sono felice di avere un nuovo compagno! Hai l’aria simpatica!” esclamò lui, stringendogli la manina paffuta nella sua.

“Ciao… Che strumento suoni te?” chiese lui, timido, “La batteria, adoro il casino che fa! Te? Basso, scommetto!” esclamò allegro, “Beh… Si…” sorrise un poco.

L’altro battè le mani eccitato: “Che bello! Oh, ma che stupido che sono! Non mi sono nemmeno presentato! Io sono Gustav, ma per gli amici sono Gus. Puoi chiamarmi così. E te?”.

“Io sono Georg, molto piacere!” sorrise felice lui.

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DUE ANNI DOPO

“Ehi, Geo! Sbrigati, o faremo tardi!!”.

“Arrivo!! Aspettami!!”.

Erano passati due anni da quel fortuito incontro.

I due ragazzi, erano diventati grandi amici, inseparabili.

Passavano i loro giorni a suonare ed esercitarsi, a cercare dischi nei vari negozietti e a divertirsi.

Ma la sera prima, la loro vita aveva avuto una scossa.

I due erano andati a un esibizione di gruppi studenteschi delle medie, e avevano assistito all’esibizione di due ragazzini, di quasi due anni più piccoli di loro.

Ma li avevano subito apprezzati.

Erano molto bravi.

Si erano dati appuntamento per quel pomeriggio, per vedersi e chiacchierare un po’.

Tema incontrastato, la musica.

“Forza Ge! Ci siamo quasi!” urlò Gustav all’indirizzo dell’amico.

Finalmente giunsero davanti a scuola.

Il luogo dell’appuntamento.

Era una bella giornata di sole, e il cortile era deserto.

C’erano solo due ragazzini, che ridevano come pazzi, inseguendosi per tutto il giardino; poggiati contro il muretto, gli zaini e una custodia da chitarra.

“Ehi!! Siamo qui!!” urlò Georg, richiamando l’attenzione dei due.

Che si fermarono.

“Ehi, sono arrivati!” esclamò uno, che portava un cappellino a visiera e dei rasta, “Ciao!! Finalmente siete qui, vi aspettavamo!” replicò l’altro, che portava i capelli neri, corti.

I quattro si corsero incontro.

“Ciao a tutti! Poi ieri sera non ci siamo presentati bene!” esclamò Gustav, sorridendo, “Ma tu hai la fissa delle presentazioni?!” sbottò Georg, “è bello fare nuove amicizie! E se non si sanno i nomi delle persone, è difficile diventare amici!” spiegò l’amico, con una linguaccia.

I loro interlocutori risero.

“Ok, io sono Tom” si presentò il rasta, sollevando la visiera del cappellino, “E io sono Bill, piacere!” salutò l’altro.

“Io sono Georg, e il maniaco delle presentazioni si chiama Gustav. Molto piacere!”.

Il piccolo batterista si avvicinò ai loro nuovi amici, squadrandoli con occhio critico: “Ma voi siete gemelli!” esclamò sorpreso dopo un attento esame.

Tom e Bill si guardarono: “Si, siamo proprio gemelli! Hai un bell’occhio!” esclamò il rasta, “Lui è il mio fratellino.” disse, indicandolo, “Allora, che ne dite di venire da noi? Abbiamo avvertito nostra madre che saremmo venuti con degli amici, e ci aspetta a casa!” interloquì Bill, prendendo per un polso Georg e Gustav, “Dai, non fatevi pregare, ci divertiremo! E poi, siamo amici, adesso, no?” sorrise dolce il ragazzino dagli occhi nocciola

I quattro si diressero di corsa verso casa dei gemelli

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SETTE ANNI DOPO, ESTATE 2008.

“Ehi!! Guardate cosa ho trovato!!”.

La voce di Georg richiamò tutti i membri dei Tokio Hotel nel salotto della casa dei gemelli, dove il gruppo aveva deciso di passare parte delle vacanze.

I rimanenti tre Tokio sbucarono dai posti più impensabili: Tom dalla cucina, sporco di cioccolata su tutto il viso, Gustav dal cortile, dove si stava dedicando al giardinaggio e infine Bill dal bagno, dove si stava battagliando coi suoi indomabili capelli.

Il bassista aveva ripescato da chissà dove un album di fotografie.

E si era seduto sul divano, intento a sfogliarlo.

Fino a trovare una cosa inaspettata.

I quattro amici si riunirono nel salotto: “Che succede, Ge?” chiese il batterista, pulendosi le mani, “Guardate qui cosa ho trovato!” rispose lui, mostrando raggiante, e anche un pochino commosso, la pagina.

Vi era incollata sopra una fotografia.

Quattro ragazzini, teneramente abbracciati, seduti sul prato del giardino di quella stessa casa.

La data indicava, GIUGNO 2001.

“Vi ricordate quando è stata scattata?” rise Tom, leccandosi le mani sporche di cioccolato, “Certo, ci eravamo appena conosciuti!” rispose il gemello, rubando l’album dalle mani del bassista, “Quanto eravamo carini!” esclamò felice, “Già, eravamo davvero giovani!” rincarò la dose il batterista, “Ehi, perché secondo te io sarei vecchio??” saltò su Tom, “Ma se tutte le ragazze cadono ai miei piedi!” aggiunse con aria fiera, “Si, si, nei tuoi sogni amico! Però, vi ricordate quanto ci divertivamo tutti insieme”, Gustav scippò il libro al cantante, “Eravamo i Devilish, ricordate quanti guai combinavamo?” espresse la sua opinione con un gran sorrisone, “Però anche adesso non siamo da meno, eh?”.

“Ma certo, anzi, siamo peggio!!” esclamò Tom, calandosi il cappellino a visiera inseparabile sul capo.

Lo teneva sempre, fin da bambino.

“Ehi, che ne dite di festeggiare con una bella fetta di torta al cioccolato??” esclamò il rasta, “In fondo, sono sette anni che ci conosciamo, è un traguardo!”.

Si diressero di gran carriera in cucina, ridendo e rivangando i tempi passati.

i ricordi di quando erano dei semplici bambini, e di una corsa in un cortile, tra risate e scherzi.

E la nascita di una grande amicizia, che durava da sette anni.

E che sarebbe durata ancora a lungo.

SALVE!!! BUONASERA A TUTTI! EBBENE SI, CHARLIE è TORNATA!!! Dopo lo splendido concerto del 5 Luglio a Monaco, sono rientrata alla base!!!

E vi saluto con questa oneshot!

Spero vi sia piaciuta, perché va a scavare parecchio nel passato!

Hehe!!

Come di rito, le dediche.

La dedico alla mitica KAULITZ92, a cui voglio un mondo di bene!!!

E anche a Pikkola Tokietta!

UN BACIONE A TUTTI!!

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