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Autore: fioridileto    20/04/2014    5 recensioni
-Andrà tutto bene.- Ashton sussurrò, e lo rassicurò con un semplice sguardo mentre lo faceva sdraiare lentamente sul letto. Le sue mani erano appoggiate sul materasso, ai lati delle spalle di Calum, lo guardava insistente.
Il castano di quegli occhi -che ora sembravano anche piú scuri- lo fissavano, ancora una volta. Bellissimo, Ashton era bellissimo. Osservava ogni piccolo particolare del suo viso e del suo corpo e non riusciva a pensare ad un doppio senso, a qualcosa del tipo "Che figo!" o "Me lo farei", no. Lui era la persona con il quale fare l'amore, era la sua persona. Era uno dei quei ragazzi che, se lo hai, te lo devi tenere stretto per non farlo scappare. E per una volta Calum si era sentito felice, pieno e vuoto -allo stesso tempo- di tutte quelle paure. 
[Ashton/Calum]
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Bruciamo in fretta tra sorrisi e attacchi di panico.


 
Fissare le persone era una delle cose che caratterizzavano Calum. Osservare ogni loro minimo particolare, capirle. Gli piaceva farlo, esattamente come gli piaceva ascoltare la musica, fissare il soffitto per ore e ore, sentire il rumore delle onde infrangersi sulla riva, -anche se lui non lo definiva nemmeno un rumore- leggere libri, il gelato al cioccolato, suonare la chitarra e Ashton. Ma Ashton era probabilmente una delle cose principali che lo facevano stare bene, una di quelle piccole e grandi cose che gli miglioravano la giornata, quel fuoco d’artificio che gli scoppiava dentro quando i loro sguardi si incontravano. Timidi. Erano timidi. Non si guardavano mai negli occhi, ma quando succedeva Calum stranamente si calmava, oppure si innervosiva, e lui lo notava.

Quella sera i loro occhi avevano deciso di incontrarsi di nuovo, ma per qualche secondo.
I due si trovavano nel bagno, Calum indossava solo la maglietta e la manica era alzata fino al gomito, Ashton era impegnato e circondargli il braccio con una garza bianca, che presto si macchiò appena di rosso. Gli occhi di Calum erano fissi su di lui. Gli piaceva guardarlo mentre era impegnato a fare altro, quando si inumidiva le labbra con la lingua o i suoi occhi fissavano un punto preciso: lo faceva sempre quando era concentrato.
Calum pensava, come sempre faceva. Pensava a quanto fossero belli i suoi capelli, a tutte quelle volte che avrebbe voluto affondarci una mano dentro e accarezzarglieli, a quelle poche volte che ha osservato i suoi occhi, e aveva cercato di nuovo di capire se veramente fossero verdi.
-Una ferita sanguina ancora.- lo aveva guardato per neanche un secondo, poi si era concentrato di nuovo per bloccargli la garza sul polso, e Calum lo stava ancora fissando.
-Grazie.- si accarezzò il braccio nascondendoselo poi nella manica della maglia.
-Vieni con me- il ragazzo dai capelli leggermente ricci gli afferrò la mano. Calum deglutì.
Ora erano seduti a gambe incrociate sul letto matrimoniale nella stanza di Calum, qualche candela appoggiata sul comodino faceva luce e i loro occhi si stavano fissando da troppo tempo, ormai, e Calum stava diventando nervoso, si mordeva il labbro,
-Che succede?- inizialmente Calum aggrottò la fronte con aria interrogativa, poi Ashton gli indicò il polso fasciato e capì.
-Una specie di sfogo.- alzò le spalle, come se non fosse nulla di che.
-Non puoi sfogarti facendoti del male. Sfogati con me, con una psicologa, con qualcuno, non sul tuo polso.-
Erano già passati troppi secondi e Calum abbassò lo sguardo. Pensava, ancora.
Ashton non era mai stato così serio in vita sua: di solito rideva e i suoi occhi erano illuminati. Ma ora no. Ora c'era silenzio, e i loro sguardi erano bassi.
Poi Calum si decise a parlare.
-Le medicine non stanno funzionando.- gli occhi erano fissi sul lenzuolo bianco. -Morirò. Un anno, due anni, succederà presto.- alzò le spalle.
Freddo, stranamente pallido, più bianco delle lenzuola.
-Non dire così. Non può passare solo un anno.- la testa di Ashton scuoteva velocemente, deglutì.
-Ashton, lo hanno detto i dottori. Un anno, poi morirò.-
-Ma..- Ashton balbettava.
-E’ incurabile.- tremava, come le foglie ormai marroni e secche che, d’autunno, stanno per cadere; fragili, come Calum.
-Ci potrà essere un modo.. Non può finire.- le parole gli uscivano lente, basse, interrotte. Balbettava ancora, e non riusciva a pensare che il suo migliore amico sarebbe morto presto.
-Sì, invece. Ashton, un anno.- Calum alzò appena la voce, il suo sguardo si spostò velocemente su Ashton, sull’orlo del pianto. -Anzi, di meno.- si alzò dal letto e non si sapeva nemmeno dove volesse andare. Subito Ashton fece lo stesso, lo guardò deglutendo ancora una volta.
-Dammi qualcosa, ho bisogno di qualcosa, voglio morire- a Calum venivano spesso attacchi di panico, iniziava a girare per la stanza per cercare qualcosa con il quale farsi del male.
-Calum. Calum, stai fermo.- Ashton corse verso di lui, cercando di fermarlo. Calum continuava a camminare borbottando qualcosa tra sé e sé, buttando per terra le prime cose che gli capitavano tra le mani.
-Calum.- lo fece sedere nuovamente sul letto, erano entrambi spaventati.
Gli stava stringendo i polsi per cercare di farlo smettere, e Calum tratteneva il dolore stringendo le mani, con una smorfia sul viso.
-Calmati, okey? Stai calmo, guardami negli occhi.- Calum respirava profondamente, le mani gli tremavano ancora di più e cercava di guardare Ashton negli occhi. Si stava stranamente calmando, è l’effetto che quegli occhi gli facevano ogni volta che incontravano il marrone dei suoi.
-E’ tutto okey.- Calum annuì mentre Ashton si stava avvicinando di più a lui. Gli lasciò i polsi e fece scivolare una mano sul suo petto, avvicinando il viso al suo.
Un minuto era forse passato e Calum si era incantato a guardare i suoi occhi.
-Ti batte fortissimo.- preoccupato, la mano di Ashton si era spostata appena sulla sua destra, riusciva a sentire il suo cuore battere all’impazzata, lo sentiva tremare, lo sentiva vivere. Calum annuì di nuovo. Respirava velocemente, erano troppo vicini. Poi Ashton portò l’altra mano sulla guancia di Calum e lo baciò. Gli assaporò le labbra come fosse troppo tardi per farlo, e lo era. Una lacrima era appena scesa sulla guancia di Calum, che ricambiò il bacio con la stessa dolcezza. Piangeva silenziosamente e il pollice di Ashton si era appena bagnato di quelle lacrime salate. Si baciavano come se lo avessero già fatto mille volte, Calum continuava a piangere e il suono dei loro rumorosi baci rimbombava nella stanza illuminata di arancione da quelle poche candele; piacevole. Si amavano e non se lo erano mai detto, ma forse lo avevano capito.
Rabbrividì quando il riccio fece scorrere una mano sotto la sua maglia, prima di sfilargliela completamente. Qualche secondo passato a guardare il suo corpo, poi fissò gli occhi del moro, e quando questo annuì intimidito, riprese a baciarlo con più passione. Ora anche la maglia di Ashton era buttata in un angolo della stanza; i singhiozzi rimbombavano anch'essi.
-Andrà tutto bene.- Ashton sussurrò, e lo rassicurò con un semplice sguardo mentre lo faceva sdraiare lentamente sul letto. Le sue mani erano appoggiate sul materasso, ai lati delle spalle di Calum, lo guardava insistente.
Il castano di quegli occhi -che ora sembravano anche piú scuri- lo fissavano, ancora una volta. Bellissimo, Ashton era bellissimo. Osservava ogni piccolo particolare del suo viso e del suo corpo e non riusciva a pensare ad un doppio senso, a qualcosa del tipo "Che figo!" o "Me lo farei", no. Lui era la persona con il quale fare l'amore, era la sua persona. Era uno dei quei ragazzi che, se lo hai, te lo devi tenere stretto per non farlo scappare. E per una volta Calum si era sentito felice, pieno e vuoto -allo stesso tempo- di tutte quelle paure. La dita ancora tremanti di Calum scorrevano lente sul petto di Ashton, il quale rabbrividí. Andò avanti così tutta la notte ed il mattino seguente. Gli occhi di Calum fissavano quelli ancora chiusi del riccio. Era bellissimo anche mentre dormiva. Altre carezze, questa volta sulle sue clavicole: gli erano sempre piaciute. La garza bianca leggermente sfasciata si confondeva tra quelle lenzuola e le candele si erano ormai spente; il sole penetrante dalla persiana della camera di Calum, quel 3 marzo che sembrava essere passato lentamente, gli illuminava la schiena nuda. Sorrise. Nessuna preoccupazione.

Un anno passò, nessuno seppe niente di Calum e Ashton, di quella notte passata insieme.
Un anno e pochi mesi, ad Ashton e Calum piaceva baciarsi in segreto, qualche volta, quando Michael e Luke non erano presenti. Ashton gli fasciava il polso ogni notte perché Calum continuava ad autolesionarsi, poi stavano ore e ore a parlare, circondati da quelle candele profumate che ad Ashton piacevano tanto.
Un anno e nove mesi, la città era interamente ricoperta di bianco, così come la era la pelle di Calum, di nuovo. Strusciava i piedi per terra camminando faticosamente, tremava. Qualche ferita sul polso e nessuna garza bianca a coprirle, perché ormai Ashton glielo aveva fasciato tutte le notti e la garza era finita. Qualche fiocco di neve sui suoi capelli neri, parole sussurrate che gli sfioravano l'orecchio, le labbra screpolate e gli occhi quasi chiusi.
-Resta qui, non muoverti- un bacio schioccò sulla sua fronte. -Buonanotte- e non sapeva neanche il perché ma lui era uscito, forse un altro attacco di panico.
Un anno e nove mesi. Ashton che gli fasciava il polso e gli occhi fissi su di lui, il bacio, le mani che tremavano e le lacrime salate che Ashton non esitò ad asciugargli. Gli passò tutto davanti agli occhi, riuscì a sentire ancora una volta le labbra di Ashton sfiorare le sue, il suo lento respiro contro la sua pelle, la punta delle dita che gli accarezzava il corpo. Una visione appannata, i piedi freddi che strusciavano; poi si lasciò cadere a terra, fragile. Il polso appoggiato sulla neve, gli occhi chiusi e le ferite rivolte verso il cielo, bagnate dalle lacrime di Ashton che, inginocchiato davanti a lui, sussurrava l'ultimo debole e tremante 'ti amo'.


 

Spazio autrice.

Salve a tutti, lettori e lettrici, vi presento la mia nuova ossessione: i Cashton.
Okey, partiamo dal fatto che quei due ragazzi sono l'amore e non avrei potuto non scrivere una storia su di loro.
Bene, mi scuso già per aver fatto morire Calum, ma far morire i personaggi nelle storie è una cosa che mi piace troppo, rido. Non uccidetemi.
Mi scuso per eventuali errori o contraddizioni.
Penso che prossimamente posterò qualche one shot sui cake e anyway, fatemi sapere che cosa ne pensate di questa storia.
Accetto critiche e consigli. Se volete, lasciate una piccola recensione. 

Baci,
fioridileto

 
  
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